In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

08. Il Grande blu

09. Delle Arti

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. Colori e Sapori

13. Armaguardia

14. Sussurri Mistici

15. La Clessidra Magica

16. Storie dell'Altro Mondo

17. Libera la mente

18. Vox Populi

19. Luoghi di Lot

20. Il Ducato visto dagli abitanti

21. Scorcio su..

22. Uno sguardo sul passato

23. Racconti da Mot e dintorni

 

 

 

 
Anno XX - Mese 4° - Giorno 4°
 

 

[Detentori dell`Arcana Saggezza- Armata Ducale-Confraternita dei Druidi- Circolo Della Poesia e dello Spettacolo- Corte di Erik- Cavalieri Erranti- Cavalieri Neri- Signore dei Draghi della Luce-Paladini dell`Antico Codice- Sensali Di Lot- Ordine delle Guide- Furie- Regia Compagnia delle Armi] Dalla polvere la Biblioteca è Risorta.

Correva l`anno XIX nel 9° mese nel 31° giorno quando un accorato appello compariva sulla Bacheca Ducale. Appello redatto dal Sommo Detentore Zefirya e rivolto a tutte le corporazioni e liberi cittadini del Granducato.

Così come molti luoghi di queste terre, anche la Biblioteca Ducale aveva ceduto sotto l`arrivo di Caos e sinistri presagi aleggiavano su un luogo custode di Storia.

Molti furono a rispondere a quella disperata richiesta d`aiuto e ben presto un nutrito gruppo si ritrovò a fronteggiare mesi di polvere ed incurie; chi armato di spada e lancia chi di spolverino e straccetto. Tutti con un obiettivo comune: restituire l`antico splendore alla Biblioteca.

Ma andiamo con ordine: cosa ci si poteva aspettare di trovare in una Biblioteca abbandonata a se stessa per un tempo indefinito? La risposta poteva risultare ovvia e scontata eppure, nascosti tra ragnatele, scaffali vuoti e tomi impolverati le spire di Caos nascondevano intrighi ed insidie ben più pericolose.

Una serie di eventi coinvolse, attimo dopo attimo, i presenti in sfide e situazioni sempre più ardue, per non dire assurde.

Sottile il rumore di pagine che venivano sfogliate da mano ignota, che prendevano vita per un incanto sconosciuto scagliandosi contro coloro che su Historia hanno basato la loro esistenza.

D’ improvviso, da quelle stessa pagine che ogni Detentore tratta e cura con amore, la figura di una giovane donna si animò davanti agli occhi dei più. Una Vestale del Tempio, emblema di tempi lontani ed oramai dimenticati.

Passarono ore e minuti e sotto le domande incalzanti di alcuni e lo sbigottimento di altri, Rauni, questo il suo nome si dileguò come un fantasma lasciando dietro di se solo una scia di polvere.

Così come i granelli di sabbia in una clessidra anche i giorni passarono ed i pomeriggi di tranquille pulizie vennero archiviati. Ma Caos non sempre può essere sconfitto con semplici ramazze e spolverini ed una sera un altro "incidente" prese vita nella Biblioteca.

Una cupola emerse da un libro, minacciando d’inglobare l’intero edificio, accompagnata un omino in nero furono un ulteriore regalo dell’amico Caos, solo la solerzia dei Membri dell’Armata con la collaborazione del nostro Raise posero fine anche questa minaccia. Un’unica persona ne fece le spese: una giovane Guida che per diversi giorno dopo il fatto accusò forte stanchezza.

E come dimenticarsi dei libri cannibali? La nostra povera Sianna ne porta ancora i segni. Si, perché oltre agli eventi sopra descritti, Caos si lasciò dietro degli aiutanti decisamente agguerriti pronti a mordere caviglie ed abiti per impedirci di sistemarli. Fu difficile per i presenti distruggere quei tomi ma l’incolumità di tutti veniva per prima cosa. Pagine di Storia furono perse così come perse furono alcune lettere. Per un tempo imprecisato nessuno fu in grado di pronunciare lettere come la T, piuttosto che la M, o la S e chi più ne ha più ne metta.

Eppure, nonostante tutte le avversità nessuno s’arrese ed oggi più di ieri la Biblioteca risplende in tutto il suo antico fascino.

Un ringraziamento è dovuto a tutti coloro che hanno supportato noi Detentori in questo restauro, perché ognuno nel suo piccolo ha fatto molto

I Detentori dell’Arcana Saggezza


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UN PROCESSO PER TRE

Anno XX° Mese II° giorno IV° et V°


Ieri sera, incuriosito da quale piega avrebbe assunto il processo in atto nel tribunale fra la Marescialla, lady Lilas e il Poeta, mi sono recato nell`aula rossa. Quando giunsi già in diversi avevano preso posizione. Il giudice Supremo Seryn seduta sul suo scranno, gli imputati dinnanzi ed il giudice inquisitore Elleua che a differenza di tutti svolazzava a destra ed a manca senza mai trovar pace e senza farla trovare nemmeno alle mie vecchie iridi, indaffarate a seguirla come si farebbe con una nera farfalla nei prati della nostra collina. Per non parlare della voce e della chiacchiera ch`ella ha, due caratteristiche come dire: da pura emicrania. Scelsi una comoda seduta ed accesi la mia pipa sperando di potermi godere il processo fumando la buona erba che ho ritrovato nel cassetto della credenza il giorno che sono tornato nel Granducato, ma la guardia Axa mi ha subito invitato a spegnerla per timore che il dibattimento potesse seguire piega e colori diversi a causa dell`inebriante aroma del fumo. Con sacrificio ho seguito il consiglio anche se di tutti quelli presenti mi parve che di lucidi ce n`eran ben pochi, giudici a parte ovviamente. Insomma detto che fu si avviò il processo e lady Lilas venne invitata ad esporre i fatti. Narrò della vicenda. Ora scrivere che narrò è un affronto alle pergamene della storia dato che farfugliò una serie di eventi: invitata ad uscire, colpita alla testa, rapita, rinchiusa in cella buia, uccisa, tornata in vita e mai da lei proferiti: un certo chi, un certo come ed un meglio certo perché. L`inquisitrice cominciò a perder di pazienza anche se a mio avviso par che ne tenga già molta poca di suo. Incalzò lady Lilas la quale cercando di difendersi tentò di tener alta la testa. Modric Guerriero degli Spettri noto come il Poeta ascoltava e scriveva, sempre attento ad ogni movimento nell`aula, anche al più lieve colpo di tosse. La sua natura di tener salva la pelle ed in questo caso la libertà non lo ha mai abbandonato. La signora Martinea all`inizio indignata perché lady Lilas indossava veste simile alla propria se ne fece una ragione e, dopo essersi a lei seduta a fianco, tentò di appoggiare la versione dell`amica dichiarando di aver sempre agito facendo affidamento al sentir dire di altri e seguendo tracce lasciate dal colpevole: il Poeta. Lady Lilas accusò quest`ultimo di averla amata a modo suo usandole violenza ed incidendole una M sul palmo delle mani. Insomma un amore movimentato! Prima che il giudice supremo sospendesse l`udienza a causa di un proprio leggero malore, Modric accusò lady Martinea di covare invidia nei propri confronti ed avvertendola che tale atteggiamento alla lunga avrebbe potuto condurla presto o tardi a diventare una cialtrona strabica. Lady Lilas e lady Martinea sono state chiuse in cella nell`attesa di una ripresa del processo con la soddisfazione del giudice inquisitore che squittendo a più non posso svolazzava irritata fra pergamene, candele e calamai. Salutai il giudice Seryn, qualcuno dei presenti e mi avviai verso la collina. La notte era già iniziata ed un venticello accompagnava il passo. Pochi erano i rumori in città, ma tanti erano i versi di animali una volta giunto al confine con la campagna. Animali? Forse non solo, ma dato che non nutro tanto coraggio ho preferito non pensare ed accelerare per raggiungere casa. Restiamo in attesa della nuova udienza e credo proprio che ne verranno fuori delle belle visti gli attori chiamati in causa.

Era l`ora nona dopo il mezzogiorno del giorno seguente quando il processo riprese. Giunsi nell`aula rossa e già in diversi erano i presenti; fra questi notai un volto nuovo, ma che già avevo conosciuto nel passato il Gran Maestro del Sacro Ordine del Leone Lord Stentcorona sempre in compagnia della sua amata dal pomo dorato la Consacrata Redemptum. Egli avanzò nell`aula insieme al Giudice Supremo Seryn tanto che parevan due sposi se non fosse per gli abiti non proprio adatti ad una cerimonia. Lady Lilas e la signora Martinea giunsero dalle celle dove avevano trascorso la nottata. Il giudice inquisitore Elleua si era acconciata con cinque codini in aggiunta alla corona dei suoi capelli rossi ed in attesa dell`avvio al dibattimento strasquittiva di non so cosa con quella sua vocina stridula, rammentando prugne secche del supremo e di un martello adatto a rompere l`osso del collo. Cercai di comprendere mentre trovavo una posizione comoda per poter prendere poi nota, ma davvero era impossibile mentalmente star dietro a quella pipistrella. Il supremo rivolgendosi al Gran Maestro sottolineò che quella fosse stata per lui la sua prima uscita in pubblico dopo un lungo ritiro spirituale oppure chissà...una punizione non acclamata. Lady Lilas espose la speranza di terminare presto il processo e di giungere in breve alla sentenza. Per ultimo giunse il Poeta con quel suo fare sicuro e leggiadro che già dalla sera precedente mi colpì come se mai qualcosa o qualcuno potesse metterlo in difficoltà. Tirò fuori carta e calamaio pronto a prender nota delle accuse a lui imputate. Fra la folla c`era anche un mezzelfo, tale Lord Lorleath pare amico della marescialla, o almeno così ho dedotto dato che di tanto in tanto si guardavano ed ammiccavano l`un l`altra come ad intendersela già da lustri. Il Giudice Seryn indicò Modric per essere il primo a dover dire e rispondere. Egli si dichiarò estraneo ad ogni fatto imputatogli compreso l`accusa di essere l`amante violento di lady Lilas, il tutto condito con auliche parole d`amore, di più crudi torture, d`orchi e violenze. Elleua inquisitore svolazzava dal tavolo del giudice alla mano del Gran Maestro dove pareva aver trovato attimi di quiete fino a quando Modric non si chetò e fu allora che Elleua tornò a scatenarsi contro di lui chiedendo l`attenzione del Giudice Supremo per le mancate risposte alle domande e per le troppe volontarie divagazioni del Poeta. Il Supremo allora gli chiese con chiarezza se lui avesse avuto o meno rapporti con lady Lilas di qualsiasi genere e grado, ma lui negò senza tremor di voce. Lady Lilas e la marescialla iniziarono a bisbigliare fra di loro che forse il Poeta aveva così tanti fatti sul cuore e nella testa che ormai volente o nolente confondeva cose e persone, fatti e giorni tanto da non esser lucido per se stesso e chiaro con gli altri. Giunse l`epilogo e giunse la sentenza proclamata fra l`indignazione di molti: cinque giorni e cinque notti da trascorrere presso il Mansio compiendo opere di pubblica utilità. Per Martinea i giorni poi crebbero a dieci per colpa della sua lingua lunga che mal riusciva a trattenere accusando la corte di non aver ascoltato a sufficienza e con la giusta attenzione chi avrebbe avuto il diritto di difendersi. Credo però che questa sentenza sia frutto della non chiarezza da parte dei tre attori: lady Lilas, signora Martinea ed il Poeta. Chiarezza nell`esporre i fatti tanto da far trasparire volontà di prendere in giro la Corte tutta e la popolazione del Granducato esponendo messaggi fuorvianti nella pubblica bacheca. Uscendo dal tribunale qualcuno mi deve aver sottratto un sacchetto di erbapipa che tenevo nella tasca, infatti lo cercai quando una volta giunto all`esterno avrei voluto accendere la mia buona e amata pipa, ma non l`ho trovato e nemmeno ho trovato un buco nella tasca che potesse farmi pensare di averlo perduto nella via. Per fortuna nella collina l`erbapipa e di quella buona non manca mai!

PadreBrown