In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

08. Il Grande blu

09. Delle Arti

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. Colori e Sapori

13. Armaguardia

14. Sussurri Mistici

15. La Clessidra Magica

16. Storie dell'Altro Mondo

17. Libera la mente

18. Vox Populi

19. Luoghi di Lot

20. Il Ducato visto dagli abitanti

21. Scorcio su..

22. Uno sguardo sul passato

23. Racconti da Mot e dintorni

 

 

 

 
Anno XXII - Mese 6° - Giorno 3°
 

 

La caduta di Torre Onore

Era in giorno come tanti altri al Presidio. I Soldati svolgevano i loro abituali compiti di sorveglianza. Il caldo sole della primavera ormai inoltrata rendeva ancora più pesante il turno di guardia sulle Torri che dai quattro punti cardinali davano sulle pianure ad Ovest e verso la Cittadella.

Quasi senza che ci si rendesse conto di cosa stava per accadere, un sibilo leggero attirò l’attenzione, fu solo un attimo … mentre i presenti ancora cercavano di capire cos’era quel rumore, Torre Onore si disintegrò spargendo tutt’intorno frammenti di roccia e pietre. Scaraventato giù dalla torre, il Soldato di vedetta, gravemente ferito, si lamentava ma il sibilo si faceva sempre più intenso coprendo i suoi lievi gemiti.

Dai boschi più ad Ovest esclamazioni ed urla gutturali, una marea d’Orchi avanzava veloce verso Nord-Est, verso il Presidio. Orchi, assetati di sangue ed armati semplicemente di grandi asce bipenni.

Dopo il primo momento di sorpresa, i militari guidati dagli ordini dei loro superiori cominciarono ad organizzare la difesa: le baliste furono puntate contro il nemico che si avvicinava veloce, gruppi di Soldati spostarono i trabucchi in posizioni più idonee alla difesa.

Il sibilo divenne assordante, dal cielo una Chimera piombò come una furia sui militari. Nulla poterono le baliste sulle torri ancora intatte, troppo rapido il volo del leggendario volatile.

Un nuovo rombo fortissimo, i bastioni a Nord-Est, colpiti da qualcosa di tremendamente distruttivo, cedettero lasciando intravedere tra la polvere ed il fumo un’enorme breccia.

Gli Orchi penetrarono dal passaggio aperto all’interno del Presidio.

Quello che seguì fu uno degli scontri più cruenti che la memoria ci consente di ricordare.

Gli Orchi penetrati dalla breccia seminavano feriti e distruzione al loro passaggio e, aiutati da una strana macchina che lanciava fiamme da un bocca anteriore, bruciavano i trabucchi disposti al centro del Presidio.

Nel vento e nel clamore dello scontro si disperdevano le urla ed i lamenti dei Soldati che cadevano sotto l’impeto dell’assalto nemico.

Ben presto però un nuovo contingente di veterani giunse a dar man forte ai difensori, le sorti della battaglia parvero prendere una nuova direzione: ora erano gli Orchi a cadere sotto i fendenti dei veterani. Le balestre, utilizzate dai difensori sui bastioni, presero finalmente di mira la strana macchina incendiaria degli assalitori e ben presto le frecce incendiarie su di essa indirizzate riuscirono a produrre insperati effetti. Un sordo ruggito all’interno del macchinario che prese a tremare. Gli Orchi che lo guidavano scapparono con urla quasi isteriche, con un ultimo boato la macchina esplose eruttando fiamme e schegge incendiate tutt’intorno.

Un gran numero d’Orchi morì tra le fiamme che si sprigionarono con violenza, la stessa Chimera, che in quel momento era poco distante dalla macchina, fu avvolta dalle fiamme e scomparve incenerita.

I Comandanti del Presidio visto l’accaduto pensarono di dare il colpo di grazia agli assalitori, schierando gli Arcieri rimasti fino a quel momento nella retroguardia … ma una nuova minaccia fece in quel momento la sua comparsa. Branchi di famelici lupi penetrarono dalla breccia, guidati dall’odore del sangue piombarono su morti e feriti. L’orda d’animali affamati che assalì i difensori precedette l’arrivo di nuovi Orchi, anch’essi penetrati dalla breccia nei bastioni.

Qualcosa di magico era in quegli attacchi continuati, i difensori riposero nuove speranze nell’aiuto delle Streghe.

Le Streghe Ornella e TheWitch avevano già il loro da fare nel contrastare i nemici con le magie a loro disposizione, ma fu unendosi in un potente incantesimo che provocarono un’apertura nel terreno che inghiottì nel sottosuolo i resti della macchina incendiaria, i caduti e gli Orchi che in quel momento avanzavano nel piazzale.

Il fuoco degli incendi scoppiati era quasi spento oramai, ma nulla sembrava riuscire a fermare l’avanzata degli Orchi.

Disperate le due Streghe urlavano incantesimi nell’aria irrespirabile.

Incuranti della stanchezza e delle ferite riportate negli scontri i Soldati cercavano nuova compattezza per resistere ancora. Ad un certo punto, la bacchetta agitata dalla Strega Ornella esplose in mille pezzi prima di un nuovo potente incantesimo … fu come un segnale, un attimo che rinsaldò tutti i difensori in una rinnovata coesione e decisione nel difendere la Cittadella.

La maschera della risoluzione sul volto d’ogni difensore, la pioggia di un temporale improvviso, provocato dalla Strega TheWitch, spazzava ora il Presidio spegnendo gli ultimi focolai degli incendi.

Il terreno, un misto di fango, sangue e carcasse d’Orchi, era il tappeto su cui ora i difensori avanzavano in un ultimo incontenibile contrattacco.

I militari avanzavano, ora erano gli Orchi ad indietreggiare cercando scampo in quella che era stata la loro porta d’ingresso al Presidio, la breccia nei bastioni a Nord-Est.

Non solo pioggia allora sul nemico in fuga ma anche un nugolo di dardi che gli Arcieri gli indirizzavano; gli Orchi superstiti si dileguarono lasciando sul terreno perdite ingenti.

Un’altra battaglia era vinta, i difensori urlarono la loro gioia ritti sulle pietre della breccia, agitando le armi verso i pochi nemici in fuga e lanciando loro grida di scherno.

Ma a che prezzo questa nuova vittoria?

Notevoli le perdite subite dall’Esercito in fatto di vite e distruzione. Torre Onore distrutta, una parte dei bastioni da ricostruire, sembrava di essere tornati ai tempi bui della guerra civile.

Ma ne era certo valsa la pena si dissero i difensori, la vittoria appena ottenuta apparve subito come una delle più importanti degli ultimi tempi. Le forze del Male avevano subito una cocente sconfitta; ancora una volta avevano tentato di distruggere il Presidio, simbolo stesso della forza lottiana, ed ancora una volta Lot aveva resistito.

Solo il silenzio ed i lamenti dei feriti accompagnavano ora il lavoro dei Cerusici.

Lot poteva guardare con fiducia ai tempi futuri.



Danyel

Detentore delle Antiche Tradizioni



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Manoscritto

Il rapimento del Consigliere Seryn a Quinalth




Passato qualche tempo, per la terza volta in pochi giorni il gruppo guidato dal Sommo Althair riattraversò il magico portale per giungere nei pressi di Quinalth. La città assediata apparve in lontananza: degli incendi della volta precedente non rimaneva che una sottile nebbia, ma il senso di pace creato da quell’atmosfera rarefatta venne presto smentito dai cupi colpi del grande ariete di Honorius contro la porta della città, mentre in lontananza tre terribili Skertl sorvolavano minacciosi l’accampamento.

Ben presto il gruppo venne avvistato dai nemici, che si disposero ad attaccare da ogni lato: alle loro spalle si riversò un’orda di Orchetti, mentre dai rami degli alberi cominciarono a sibilare frecce coperte di pece incendiata. Mentre questo accadeva, non vista, la Capobanda dei Ladri Lyra riuscì ad inoltrarsi con cautela nell’imboccatura del tunnel segreto che l’avrebbe portata all’interno della città. Fu accolta da due militari, che la scortarono dal Comandante in capo delle truppe e dal Primo Cavaliere di Themis. Subito chiesero se la lettera fosse stata consegnata nelle mani di Althair e la Capobanda Lyra rispose positivamente, aggiungendo di avere a sua volta un messaggio per loro: li informò, infatti, che l’indomani sarebbe avvenuto l’attacco finale e che il loro esercito avrebbe dovuto intervenire in aiuto dei lottiani al terzo squillo di corno, dopodiché li lasciò per tornare sul campo di battaglia.

Intanto sul campo di battaglia tre sfere azzurre, all’interno delle quali si potevano intravedere tre figure, si erano innalzate nel cielo sovrastando i presenti, fino a formare un triangolo verticale. Dal centro del triangolo prese forma una palla di fuoco che si scagliò rapidamente sul gruppo, mentre contemporaneamente, per difendersi dall’attacco del Drago Fanelia di Lady Sophia, le tre sfere si rendevano invisibili grazie ad un’aura protettiva e si nascondevano dietro le tende dell’accampamento.

Il Drago Fanelia continuò a soffiare il ghiaccio nella direzione in cui le sfere erano scomparse ed infine l’aura di protezione cedette e una sfera venne infranta. Il mago che si celava in essa cadde a terra, e venne immediatamente ucciso dal Cavaliere Votan. Un’altra sfera si dissolse, ma la terza discese verso Seryn inglobandola al suo interno per poi sparire velocemente: i suoi compagni esterrefatti riuscirono a vedere la sua sagoma che chiedeva aiuto all’interno della sfera, poi più niente.

La Maga Cladis riuscì ad aprire il portale per tornare a Lot ed a malincuore il gruppo decise di abbandonare momentaneamente la battaglia per riorganizzarsi al meglio in vista dell’attacco finale.

StellaCadente

Conservatore della Storia Secolare