In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

08. Il Grande blu

09. Delle Arti

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. Colori e Sapori

13. Armaguardia

14. Sussurri Mistici

15. La Clessidra Magica

16. Storie dell'Altro Mondo

17. Libera la mente

18. Vox Populi

19. Luoghi di Lot

20. Il Ducato visto dagli abitanti

21. Scorcio su..

22. Uno sguardo sul passato

23. Racconti da Mot e dintorni

 

 

 

 
Anno XXII - Mese 6° - Giorno 3°
 

 


Per narrare le cronache della guerra della Cittadella, mi avvalerò della testimonianza del Gravio Mistrhal, che ha pazientemente trascritto le gesta dei suoi prodi guerrieri per noi. Non sarò dunque autrice di queste cronache ma paziente amanuense che ricopia le parole di altri.

Lucilla e Brutus, due messi dell’Impero, giungono nelle terre del Grnaducato e, dopo essere stati accolti favorevolmente dai Nobili, inizino ad avanzare le proprie pretese su Lot, decidendo di annettere all’impero con modalità pacifiche la Cittadella, il Presidio Militare e il Porto del Sole, garantendo a chi vi abiti pace e tranquillità. L’Armata Ducale muta il proprio nome in Armata Imperiale e il Governatore WIldheart si schiera con l’Impero.

Il Conte Petrus prende atto, seppur con un certo astio, dell`annessione da parte dell`impero e invita il Barone Pan, a cui la Cittadella era stata affidata, a decidere in autonomia del territorio a lui conferito. Il Barone Pan decide di lanciare pubblicamente una richiesta alle popolazioni annesse di pronunciarsi sull`impero. Nell`attesa Petrus attenderà tra le mura del Granducato. Il Conte Erik pubblicamente disconosce l`annessione, ma la sua strega di Corte Malik viene nominata Imperatrix Feudi e per conto di Erik invita tutti i cittadini che non vogliono dipendere dall`impero a riparare a Minas Erik.

Lucilla per alto tradimento. Il Governatore esegue ma alla richiesta di spiegazioni di Lucilla il Gravio Brutus dichiara che diventerà lui l’Imperatore di tutto. Lucilla incarcerata verrà aiutata a fuggire dalla Strega di Corte Malik. Inizialmente viene accolta a Minas Erik dal Camerlengo Odette, Signora delle RosaeSpinae Evanescence e dalla Strega di Corte Malik.

Brutus e il Consul Nagul nel frattempo tentano un golpe per prendere il potere ma falliscono. Il Consul Nagul subito dopo lascia l’Armata Imperiale per prendere un altra strada mentre il Governatore Wildheart riconsegna le chiave della Cittadella ai Cavalieri Neri che a loro volta le riconsegnano al Barone Pan.

Così come pacificamente la Cittadella era stata annessa è stata altrettanto pacificamente restituita. Wildheart e Brutus fanno perdere le loro tracce. Nel frattempo Lucilla lascia Minas Erik insieme al Consul Sid, che ha preso in mano le redini dell’Armata, e lo Shalafi Quarion e viene indirizzata sulla strada di ritorno per Angravia dove si ritiene sarà al sicuro.
Lungo la strada viene intercettata da Mistrhal, inviata da Lord Darkman che ha preso in simpatia l’inviata dall’Impero e si preoccupa della sua sicurezza. Mistrhal prende sotto la sua protezione Lucilla e la nasconde.

Lucilla fa la sua ricomparsa affiancata da Mistrhal. Alcuni Cavalieri guidati da Magirus iniziano ad offrire i loro servigi all’Impero arrivando anche a recuperare gli effetti personali di Lucilla dal Castello di Doralia. Lucilla si sposta al Presidio sempre affiancata da Mistrhal. Nasce la Cavalleria Imperiale ad opera del neo eletto Primo Cavaliere Magirus. Pian piano si riprendono i contatti che erano stati interrotti, si torna a fare accordi e l’Impero è di nuovo sulla bocca del popolo del Granducato. Gli uomini di Pan iniziano a spargere voci false su presunte morti e distruzioni ad opera dell’Impero
e di battaglie mai avvenute per l’invasione della Cittadella prima e per la riconquista dopo. Le menzogne vengono rigettate al mittente e si giunge a un incontro con il Governatore Nemesh quale rappresentate del Barone Pan. Lucilla e Mistrhal si accordano su come affrontare tale incontro e mentre la prima svolge il suo solito compito di diplomatica, la seconda provoca Nemesh rigettandogli contro le calunnie mosse verso l’Impero e facendo domande scomode. Nemesh si irrita e alla fine palesa quali sono le sue vere intenzioni: l’Impero deve sottomettersi al Barone Pan con tutti i vantaggi che quest’ultimo ne conseguirebbe. Inoltre Nemesh, messo alle strette, svela anche il nome di Antonino, Maestro d’Armi della Cavalleria, come colui che di nascosto chiedeva al Governatore una “casa” per la Cavalleria in cambio d’intercessioni e pressioni su Lucilla per la sottomissione al Barone. Il Governatore in cambio avrebbe dato alla Cavalleria l’Antica Gendarmeria della Cittadella. Svelate le vere intenzioni dell’emissario Lucilla lo congeda precisando che l’Impero non si piega di fronte a nessuno. Terminato l’incontro Lucilla formalizza la nomina a Gravio Militare di Mistrhal su mandato del Consiglio Imperiale. Il Primo Cavaliere Magirus viene informato del tradimento di Antonino che viene cacciato con disonore e rispedito dai suoi mandanti.

Lo Shalafi Rosso Quarion riconferma al Magistrato l’appoggio suo e dei suoi maghi all’Impero. Il Barone Pan chiede al Magistrato un incontro privato che viene accordato. All’incontro in una fatiscente casetta nel bosco fuori del Ducato si presentano Lucilla, Mistrhal, Pan e Sveltolampo. Nell’incontro Pan e Sveltolampo si concentrano sui mancati guadagni di affitti e botteghe della Cittadella durante la presenza dell’Impero e l’aderenza del vecchio Governatore Wildheart accusando quest’ultimo di averli derubati.
Lucilla parla di pace, collaborazione e possibilità di scambi commerciali. Pan si dichiara disposto a stipulare un trattato e propone la possibilità di un matrimonio come garanzia senza specificare chi dei presenti avrebbe dovuto sposare chi ma limitandosi a guardarli uno per uno come se aspettasse volontari. Lucilla rigetta la proposta. Alla fine il Barone e il suo Ministro tentano di richiedere gli introiti perduti a Lucilla come risarcimento danni. Vengono tacitati da Mistrhal che l’invita a dar la caccia a Wildheart visto che loro stessi hanno ammesso che è stato lui a derubarli. L’incontro si conclude con il permesso di passaggio per l’Impero sulle terre del Barone che s’impegnava a considerare l’Impero “un buon amico con cui ho buoni rapporti” in attesa di un trattato commerciale da stilare non appena definiti i particolari.
Nel frattempo Mistrhal informa il Conte Petrus e il Balivo Ewan che il Governatore Nemesh, come forma di benevolenza per la sottomissione dell’Impero, voleva cedere alla Cavalleria l’Antica Gendarmeria della Cittadella spiegandogli quanto avvenuto e sottolineando che “son tutti angeli con le ali degli altri”.
Infatti l’Antica Gendarmeria è proprietà del Conte Petrus e il Governatore, per conto del Barone Pan, stava offrendo ciò che non gli appartiene. Il Balivo Ewan chiede quindi un incontro riservato con il Magistrato e il Gravio.
Durante l’incontro è palese una sintonia d’intenti e di idee fra i tre. Il Balivo, dietro autorizzazione del Conte Petrus, cede l’Antica Gendarmeria all’Impero. In cambio l’Armata Imperiale resterà di stanza al Presidio a difesa del Ducato e in caso di pericolo anche le altre forze militari imperiali si muoveranno a supporto. A tal scopo il Balivo s’impegna a richiamare i Dragoni di stanza nell’Antica Gendarmeria così da lasciarla libera per l’arrivo della Corte Imperiale e dei Cavalieri.
Non appena il Balivo informa il Magistrato d’aver richiamato alla Torre Nera i Dragoni e di affrettarsi a raggiungere la Gendarmeria prima che Pan ci metta le mani sopra la Corte con tutti i Cavalieri e parte dell’Armata si muove lasciando il Presidio, costeggiando la Cittadella e passando dal sentiero nel bosco giunge alla Gendarmeria.
All’arrivo scoprono che la Gendarmeria è occupata dalla Cappe Scarlatte che affermano sia proprietà di Pan e che i Dragoni, per motivi non meglio specificati, avevano solo un piccolo avamposto all’interno su loro concessione e che se ne erano andati senza dire una parola. In attesa di far chiarezza sulla situazione il convoglio si accampa nel bosco al limitare della Gendarmeria informando della situazione il Balivo Ewan e la Governatrice Odette.

Mentre Ewan cerca di capire il perché della presenza delle Cappe all’interno della Gendarmeria e del silenzio in tal proposito dei Dragoni, la Governatrice Odette offre all’Impero, a nome del Conte Erik, la possibilità di riparare a Villa Primavera in attesa che la situazioni si risolva.

Una volta sistemati nella Villa gli Imperiali vedono arrivare alla mura di confine del giardino il Generale Axa che gli intima di lasciare l’edificio in quanto proprietà del Barone Pan, a suo dire. Dopo uno scambio di battute in cui l’Impero fa notare l’abitudine di Pan di mettere le mani su ciò che non gli appartiene e l’intenzione di rimanere alla Villa, il Generale Axa si allontana lasciando un presidio per accettarsi che i membri dell’Impero non escano dalla Villa.
La stessa sera il presidio sembra sparire di colpo ad eccezione del Generale Axa e quattro crinos irrompono nel giardino della villa aggredendo gli Imperiali ignorando il comandante delle Cappe Rosse.
Respinto l’attacco gli Imperiali si prodigano a curare i propri feriti. La stessa Mistrhal rimane ferita gravemente alle spalle dopo lo scontro diretto con un crinos e si salva soltanto grazie all’ora Stratigoto Ezrael che riesce a trasportarla in volo fino al Lazzaretto in tempo per fermare l’emorragia.
L’Impero cerca poi d’instaurare un dialogo con il Barone Pan e i suoi sottoposti per lo sgombro e la consegna della Gendarmeria arrivando ad ospitare nella Villa emissari sia delle Cappe sia della Corte della Luce che altri loro alleati. Perfino il Balivo Ewan si schiera apertamente a favore delle ragioni dell’Impero con una pergamena affissa nelle pubbliche teche dove riceve l’appoggio del Conte Petrus e del Conte Erik. Il messaggio è chiaro: Pan è solo un mero amministratore delle terre che gli sono state affidate dai Conti e deve cedere la Gendarmeria come il volere nobiliare ha decretato.
Il Barone dal canto suo dichiara di essere il proprietario di quelle terre. I tentavi di mediazione continuano sortendo un unico risultato: gli uomini di Pan di punto in bianco riconosco la proprietà della Villa al Conte Erik ma si rifiutano di riconoscere la proprietà della Gendarmeria al Conte Petrus. Pan arriva a scrivere al Magistrato Lucilla: o l’Impero lascerà la Villa entro due giorni o sarà guerra e verranno attaccati.
Il Magistrato rifiuta ritornando a ribattere che l’elfo non ha autorità sulla Villa e che deve lasciare la Gendarmeria per far si che l’accordo fra l’Impero e il Conte Petrus possa essere onorato. Passano i due giorni in cui gli Imperiali vedono i movimenti delle Cappe intorno al Pozzo e odono gli ordini urlati su come e dove posizionare l’armi d’assedio per prendere d’assalto la Villa. A loro volta organizzano le difese arrivando a far proteggere la Villa con un incanto che le eviti danni strutturali per salvaguardare la proprietà del Conte Erik.
Dall’esterno l’Impero viene informato che alla Cittadella sono stati montati due nuove cancelli e che sono stati chiusi. Nessuno può entrare o uscire senza un lasciapassare in piena violazione dell’editto nobiliare sul libero passaggio delle genti. Ma nessun attacco viene portato allo scadere dei due giorni.
Il Magistrato Lucilla decide quindi di replicare pubblicamente alle minacce e alla dichiarazione di guerra e Pan e i suoi alleati cercarono di ribaltare la cosa accusando l’Impero d’essere stato il primo a dichiararla.
La Villa viene posta sotto assedio dagli uomini di Pan che dichiarano i loro intenti: gli Imperiali verranno lasciati chiusi all’interno, senza possibilità d’aiuto, finché non moriranno di fame. La Biancalleanza di Pan ha svelato il suo vero volto scegliendo un atto vile e meschino allo scontro diretto.
Ma l’inventiva degli Imperiali non si fa attendere a lungo: i demoni della Corte, Ezrael, Lainhuin e Nyque, e quelli alleati come Lanthis,con sprezzo del pericolo, si prodigano per portare all’interno sacchi di cibo e quanto necessario ai mortali per sopravvivere. Portano dentro e fuori chiunque abbia bisogno di sorvolare le mura, siano essi membri della Corte che amici o alleati. Il Guardiano Rosso Lilas e il Demiurgo Rosso Ylleana aprono addirittura un portale che dal salone della villa collega la sala comando del Presidio rendendo più agevoli gli spostamenti di persone e approvvigionamenti.
Gli atti più coraggiosi compiuti dagli assedianti si sono risolti nell’urlare di fronte alla Villa minacce
e insulti cercando di far uscire gli Imperiali dai confini del giardino per poter dichiarare che hanno invaso la Cittadella e poter attaccare. Durante uno di questi tentativi il Ministro Sveltolampo finisce ricoperto dalla polvere della fata Pleiade che gli intima di lasciar stare gli Imperiali e di smettere di cercare scuse per spargere sangue. Durante lo scambio di battute il Ministro si lascia sfuggire la verità asserendo che si, è vero che sono stati loro a dichiarare guerra e non l’Impero, ma che ad oggi non hanno ancora attaccato per non violare la proprietà del Conte Erik. Ad udirlo, oltre gli Imperiali, la Signora Pleiade che pochi giorni dopo affigge la sua testimonianza nelle pubbliche teche togliendo gli ultimi dubbi a chi ancora nutriva speranze verso Pan e la sua Corte.
L’unico attacco, se così si può chiamare, è stato portato ai danni dei Cavalieri della Dea Amothus, Achilia e Delek. Costoro volevano raggiungere i membri dell’Impero in parte per accettarsi delle loro condizioni e in parte per offrire il loro aiuto per cercare una soluzione diplomatica alla situazione. Ma pur di fermarli i membri della Corte della Luce, delle Cappe Scarlatte e i loro alleati si sono scagliati con violenza contro di loro arrivando a malmenarli e tirargli boccette presumibilmente alchemiche. Gli Imperiali dal canto loro osservavano interdetti il trattamento riservato dai presunti protettori della Luce ai massimi esponenti di Themis chiedendo ai Cavalieri se volevano il loro aiuto.
I Cavalieri, dopo aver rifiutato l’aiuto offerto per non dar ulteriore scusa alla Corte della Luce per perpetrare violenza, sono riusciti a varcare i confini del giardino. Ma ciò non fu sufficiente a porre fine all’increscioso incidente. Dei viticci d’origine magica infatti spuntarono dal nulla avvinghiando le gambe del Cavaliere Achilia e del Cavaliere Delek. Gli oppositori presero a tirare i viticci dal pozzo per trascinare indietro le due malcapitate. Gli Imperiali poterono a quel punto intervenire senza dover uscire dai confini della villa e mentre il demone Lanthis e la Lama Cremisi Wolfe si cimentavano in un tiro alla fune il Gravio Mistrhal, armata di badile, e la Lama Cremisi Taibhse,con la propria spada, concentravano le forze per tagliare i viticci fino a riuscire a liberare i Cavalieri per portarli alla Villa malconci e semi incoscienti dove sono rimasti alcuni giorni come graditi ospiti per riprendersi. La situazione ormai ha dell’assurdo e si decide di convocare alla villa amici e alleati per cercare insieme una soluzione.
Quella sera, alla convocazione della Corte, si presentarono alla villa,con non poche difficoltà, la Governatrice Odette, il Siniscalco Candia della Corte del Nibbio accompagnata dal Consigliere dei Mercenari Sharun, il Comandante delle Guardie Febronia con la guardia Fabia.
E mentre Pan e i suoi saltavano dentro al Pozzo per motivi noti solo a loro nella villa si discuteva sul da farsi e il Guardiano Rosso Lilas e il Demiurgo Rosso Ylleana ne approfittavano per aprire il portale così da dare modo agli ospiti di poter uscire senza problemi, in particolare ai tre Cavalieri della Dea che erano attesi all’esterno per essere arrestati, e agli Imperiali di muoversi con più agio.
Durante la discussione la Governatrice Odette propone la sua idea: risolvere la vicenda con un duello e si offre come intermediaria per proporre la cosa a Pan. Sebbene scettica che Pan possa accettare
il Magistrato Lucilla da il suo avvallo e il Gravio Mistrhal si offre come campione per l’Impero.

Nei giorni successi la Governatrice Odette si attiva a tal fine ma senza successo. L’unico colloquio che riesce ad ottenere è con il Generale Axa che s’ostina ad affermare che la Vecchia Gendarmeria è loro e che non la lasceranno mai se non con l’uso della forza. Ormai ogni speranza di una via pacifica è persa. I Protettori della Luce vogliono la guerra sebbene non abbiano il coraggio d’attaccare per primi.
Arrivano addirittura a rimuovere l’assedio una volta resosi conto che tutto era inutile, che l’Impero, nonostante confinato nella Villa, prosperava portando avanti i suoi affari. Si limitano a tenere chiuse le porte, a costringere i cittadini a chiedere un lasciapassare per il transito e a rifiutare il permesso di passaggio all’Impero. L’Impero dal canto suo s’attiva per mobilitare gli alleati e far contento Pan: guerra vuole e guerra avrà.

Il Governatore Odette ha raccontato una versione dei fatti leggermente differente. L’impero ricomparve nelle terre del Conte Petrus chiedendo ospitalità al Balivo Ewan, il quale gliela concesse accogliendolo presso la vecchia Gendarmeria, di sua proprietà. Pan e i suoi uomini impedirono all’Impero di insediarsi nella Gendarmeria, così il Balivo chiese ad Odette di ospitarli presso Villa Primavera. Con il consenso di Erik, Odette ha accettato, ma Pan decise di assediare la villa, pretendendo che tutti avessero un lasciapassare per entrare e impedendo gli approvvigionamenti. Siccome l’Impero si serviva di demoni per raggiungere la Villa in volo, Pan lo accusò di avere come amici degli esseri spregevoli. Odette racconta di aver tentato ogni cosa in sua facoltà per far desistere Pan: ha dialogato con lui, con Nemesh, con Axa, si è recata alla villa e ha proposto un duello cavalleresco.

Ciò che segue è invece frutto dei colloqui con il Gravio Mistrhal, che la memoria mi assista nell’arduo compito di riportare una versione fedele dei fatti. Il Barone Pan tolse l’assedio a Villa Primavera, in quanto il portale realizzato dai maghi e i servigi dei demoni consentivano agli Imperiali l’ingresso e l’uscita dall’edificio senza alcun impedimento.
L’Impero e i suoi alleati avevano un piano d’attacco a sorpresa pronto per sbaragliare le forze del Barone Pan. Secondo il Gravio, solo poche persone fidate erano a conoscenza del piano, eppure l’elfa ricevette una missiva da Rotaire, allora dignitario della Corte di Erik, in cui si avvertiva che i nemici sapevano ogni cosa. Ad un incontro presso il Castello di Doralia inoltre il Cavillio Mareeth parlava con decisione di guerra e di attacco imminente. L’impero non sa come il popolo venne a conoscenza dei piani, probabilmente fu colpa di un traditore. Il traditore ha contattato noi detentori in seguito, si tratta del Capitano di ventura Daudhir. Il Gravio è perplesso circa le modalità con cui il traditore è venuto a conoscenza del piano, in quanto non aveva modo di sapere nulla. Daudhir invece sostiene che il gravio non accettava piani che non fossero ideati da lei. Ma non vogliamo trasformare le nostre cronache in un resoconto dei bisticci intestini all’Impero. La Corte Imperiale si trasferì al Presidio e si dedico a tessere alleanze e amicie, cercando di far calmare le acque.

Quanto accadde dopo non può essere narrato, in quanto viene mantenuto segreto dalle più alte cariche del Granducato per ragion di stato.