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RICERCA SULLA PIANTA: PANAX
LA PIANTA, ASPETTO:
La pianta in questione si presenta composta da un’ampia radice ipogea e una vivace vegetazione alla sommità, provvista di foglie e semi dai colori vivaci. Il Rizoma può essere considerato una sorta di prolungamento del fusto nella parte sotterranea.
Le foglie sono ovali, d’un verde acceso e al tatto morbide e setose. Il frutto si presenta d’un color rosso vivace in minuscoli grappoli compatti. Il frutto tra l’altro è anche il seme stesso della pianta.
La radice sembra essere la parte più interessante e degna di studio della pianta: risulta commestibile, come può esserlo una carota o una patata ed è carnosa nella sua polpa.
IL SAPORE:
Amarognolo al palato, persistente e pungente. Una volta bollito in acqua risulta più amabile, ma sempre amaro.
PROPRIETA’:
Sembrano molte e benefiche le virtù di questa pianta al punto da poterla classificare come Officinale. Il bulbo e la radice, risultano efficaci contro la debolezza, è quindi un energizzante, eccitante naturale. Dopo essere stato somministrato ad una cavia, sembra averla resa quasi immune ad alcune infezioni rinforzandola. La cavia stessa ha mostrato maggiore appetito. Denotiamo inoltre un aumento dell’appetito sessuale.
CONTROINDICAZIONI:
Non si riscontrano controindicazioni di tipo velenoso o letale, salvo che nei consumi eccessivi che possono risultare indigesti e provocare insonnia, nausea e cefalea.
CICLO VITALE:
La pianta germoglia ad inizio primavera, e sembra, dopo un’accurata analisi della radice, avere una crescita piuttosto lenta, ma uniforme. L’età presumibilmente si può calcolare attraverso il conteggio degli anelli presenti sul bulbo.
Proponiamo di presentarla con il nome di Panax in quanto nella ricerca effettuata, risultava presente un disegno di similare coltura nell’antichità, recante codesto appellativo. Il tomo in questione risale a circa sei secoli addietro.

Pelethar Noumènos Erborista
Leonardo di Vinci Primo Erborista
ORDINE DEI CERUSICI.
RICERCA SULLA PIANTA: MELOGRANO DI SANGUE
LA PIANTA, ASPETTO:
Questo esemplare ha dimensioni ridotte, e si presenta come un minuscolo alberello spinoso con foglie e rami spioventi, simili a quelli di un salice piangente. Dotata appunto di spine, esse sono presenti sul tronco e sui rami. Esse fungono più che da blanda protezione come meccanismo attraverso il quale essa può nutrirsi. Va infatti innaffiata con del versamento di sangue ed è così che ne assume il colore cremisi. Tale colore caratterizza le foglie e si fa più scuro sul tronco, proprio come il sangue venoso. La pianta se ben curata sviluppa più fiori sterili, uno solo ogni cinque sviluppa una sacca falso-frutto. La loro corolla è provvista di cinque petali come le punte di un pentacolo, come i figli di Veddharta. Il colore dei fiori è variabile in base a come viene curata, dal bianco candido al rosso sangue specie sulla parte più esterna dei petali, al nero carbone in caso di incuria. Mediante l’adeguato nutrimento, al di sotto del fiore che diverrà bianco (assumendo gran parte delle energie della pianta lasciando gli altri fiori più scuri e rossi), si ingrosserà una sacca simile per forma e dimensione all’ovaio di melograno nano (simile perché non vi sono semi di sorta). Esattamente come le piante grasse incamerano liquidi, tale pianta incamera sangue e pertanto il sangue versato sulla pianta fluirà nella “sacca” legnosa. Esso sarà ordinariamente scorta per la pianta stessa. Fungendo come una sorta di otre di liquido ematico e sfruttando le caratteristiche dell’ambiente originario, esattamente come già noto per i Salici del Nido, essa conserva alcune proprietà anticoagulanti, tale falso frutto è in grado contenere un sangue molto denso, fruibile semplicemente staccando il frutto dalla pianta spaccandone la scorza che vien via spellandosi nella parte in cui vi era il fiore.
IL SAPORE:
Il frutto in questione, per essere consumato, va bevuto dopo essere stato aperto dalla sua coriacea buccia. Al gusto è percepibile a malapena gradevole e solo lontanamente assimilabile al sangue umano.
PROPRIETA’:
Come unica proprietà, può essere considerata un blando anticoagulante. Essendo una pianta che ha avuto origine a Mot da sangue vampirico, teme la luce del sole e, se esposta ad essa per un giorno intero, i suoi fiori diverranno scuri come il carbone; se l’esposizione verrà ripetuta e non verrà adeguatamente nutrita e posta al riparo dalla luce dell’astro infuocato prima del giorno successivo, al primo bagliore dell’alba essa si incenerirà. Essa può esser nutrita con ogni tipo di sangue, ad eccezione dei liquidi di cui gli eterni non possono trarre giovamento. Più sarà il sangue versato per innaffiarla, più i suoi fiori appariranno chiari e le sue fronde rigogliose. Per contro, la mancanza di nutrimento la farà avvizzire. Se mantenuta in maniera corretta, ovvero con il versamento regolare del sangue, essa è in grado di dar vita ad un solo piccolo falso frutto.
CONTROINDICAZIONI:
Non ha alcun effetto velenoso o intossicante.
CICLO VITALE:
Il distacco di piccole parti della pianta, come foglie o rami, avrà come risultato l`incenerimento istantaneo della parte in questione. Se il danno sarà grave (riguardando la maggior parte dei rami o il tronco) porterà all’inesorabile incenerimento della pianta intera. La pianta non muore se viene distaccato il falso frutto, ogni tentativo di trapiantarla o coltivarla anche da Talea, ha avuto come esito l`incenerimento del germoglio risultante.

Leonardo di Vinci Primo Erborista
ORDINE DEI CERUSICI