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Il reggimento Atlantis
Addì anno XIX - Mese 5° - Giorno 31°
Vergo queste poche righe al ritorno dall`accampamento dove si è accampato il glorioso reggimento Atlantis dove ho incontrato il colonello AXA e dove ho potuto intavolare una piacevole discussione sulla storia e sulle attività del glorioso corpo.
Preferisco iniziare, forse per deformazione professionale in quanto servo di Historia, dalla storia del reggimento.
La Storia del secondo nuovo Atlantis
Tale scritto vuole costruire la strada da percorrere, e mostrare quella seguita, per una giovane recluta di questo glorioso Reggimento. L`Atlantis, come tutti i corpi governativi, nacque come unità di supporto all`Esercito Ducale, un reparto ausiliario che insieme agli altri Reggimenti, tra cui molti ora scomparsi (Phoenix, Corpora, Virtus, ecc.) avevano il compito di essere impiegati come forze secondarie o in punti di presidio armato. L`Esercito Ducale, infatti, era insufficiente e incapace di controllare la vasta zona territoriale del nascente Ducato. Doveva sia badare alle continue ascese al potere degli Orchi, e mostri dei Monti delle Nebbie, e il decrepito potere dello Stregone Honorius. Con la scoperta delle Nuove Terre, e della minaccia delle sorgente Mot, del Deserto a Sud, come fronte imprendibile, e delle terre ad Est al di là delle grandi Foreste, il lavoro dell`Esercito Ducale divenne impossibile.
Da qui la decisione di suddividere, durante le campagne militari, questi territori selvaggi tra i più meritevoli e nascenti Nobili, i Governatori, per amministrare e difendere queste terre ancora invivibili. Ed è sua di queste terre che voglio posizionare il mio orizzonte: il Deserto del Sud. Nessun clima può essere paragonato a quello. Perfino i ghiacci del Nord possono dare una speranza di vita. Riparo in grotte, accampamenti, come testimoniano perfino i barbari. Ma non è il caso del Deserto. Per tutto il giorno se non batte un Sole, che non temo a definire infernale, soffiano venti crudeli da Est e da Nord, portando tempeste di sabbia quanto mai letali per gli ignari viaggiatori, che si avventurano tra le sue dune. Solo poche zone d`acqua si possono rintracciare al suo interno, e soltanto un ristretto numero di esse assicurano ad un viandante, di non trovarla prosciugata o sotterrata dalla sabbia, a causa della volubile ira del Deserto. Più di una volta si sono visti spuntare dal nulla scorpioni dalle dimensioni incredibili, e altre numerose creature dal temperamento sanguinario. Lo stesso deserto ha preso la forma di un immenso titano di sabbia, per scacciare gli intrusi o testare i guerrieri che vivono lì; testimonianza questa che le sabbie non hanno un potere soltanto naturale, ma forte è il legame con il vento della magia.
In questa selvaggia frangia di mondo, venne ad insediarsi il Governatore Axe con la sua guardia del corpo: il IV Reggimento Governativo Atlantis. Il loro accampamento non poteva essere costruito in pietra o mattoni, né in una zona riparata o al sicuro. Poterono soltanto adattarsi alla vita spietata del Deserto, posizionandosi presso l`Oasi, la polla d`acqua più grande e sicura della regione. Situata centralmente nel mare di dune sempre in movimento e instabile. Erano come una scommessa con dadi truccati in favore del banco. Dovettero usare i tronchi delle palme o quanto potevano trovare, forse anche le ossa dei mostri che uccidevano, costruendo il loro accampamento con una palizzata difensiva, in una semicirconferenza aperta, che lasciava lo spazio per il transito di un carro di medie dimensioni. Ma non sembrava che nessun Atlantis si lamentasse di quella vita austera, misantropa e costantemente messa alla prova. Una cosa che li contraddistinse sempre. I Reggimenti stavano, però, acquistando sempre maggiore fama. Il loro potere combattivo si accresceva sempre più, fino a potersi staccare dall`egemonia dell`Esercito Ducale. Poterono reclutare propri uomini, istituire leggi e regole, avere un proprio armamento non condizionato da quello di seconda mano dell`Esercito. Poterono quindi diventare dei veri e propri corpi d`Elite, dediti alla guerra.
Demoni di Clan privi di icone, branchi di mannari del deserto, erano gli avversari abituali per i membri degli Atlantis, ed era cosa quotidiana che più di una recluta terminava il suo apprendistato tra le fauci o sotto gli artigli di una di quelle belve. Eppure, vi erano sempre nuovi membri desiderosi di unirsi al di sotto del colore bluastro dello stendardo di Lambda e Tridente. Le selezioni per le nuove reclute risultavano sempre più dure. Non era richiesta una grande esperienza, trovabile anche su libri di strategia, non una linea di sangue nobile, un passato di gloria e onore. No, non era mai stato questo per gli Atlantis. Guerrieri Atlantidei si diventava, non si nasceva. E questo valeva per ogni loro membro, dal loro Generale fino all`ultima recluta ammessa. Non vi era differenza. Chi dimostrava dedizione, con cuore e mente faceva strada. Chi pensava che era soltanto uno dei tanti corpi militari, non veniva allontanato, ma era la stessa vita degli Atlantis che lo eliminava, come detto prima, alle volte anche fisicamente.
Eppure, nonostante le campagne militari guidate contro Honorius, la vita di guerra e azione, stava portando più malefici che benefici. Le glorie militari, come l`attacco orchestrato dal Reggimento contro il fu Molo degli Orchi, impigrivano soprattutto gli ufficiali più alti in grado. Marescialli, Tenenti Colonnelli, Capitani, diventavano sempre più rari da scorgere, impegnati in banchetti o visite di cortesie all`interno del prospero e intonso Ducato. Gli stessi sottufficiali si addestravano tra loro, rafforzando il loro vincolo di sanguigna fratellanza. Sollevandosi a vicenda e combattendo individualmente e insieme senza alcuna differenza. Non avevano bisogno di qualcuno che gli dicesse cosa fare. In un certo senso questa grande iniziativa e operosità, si scontrava con gli ordini degli Ufficiali. L`allora Generale, Vegeta, intuì il vento del cambiamento. Poté scorgere che l`antica casta guerriera non era più attiva o riprendibile. Era la fine del loro tempo e del loro potere. Era giunta, L`era della Cittadella.
Era l`Anno VIII° quando su ordine del Governatore Axe, sul consiglio del Generale Vegeta, il Reggimento Atlantis attraverò il Deserto verso la sua nuova casa. Erano troppo isolati e senza provigioni all`interno del Deserto, e non potevano essere raggiunti in caso di estremo pericolo. Lo stesso Governatore, inoltre, meritava una sede privata degna del suo potere conquistato con sangue e sudore. Vi era una fortezza, o meglio una piccola città, che non era mai stata richiesta da nessuno, in proposito delle voci oscure su di essa, ai confini del Deserto. La Cittadella era un`avanzata costruzione del Traditore e Ingannatore Honorius, proprio di fronte alle mura perimetrali del Ducato. Ci vollero anni perché i segni degli Orchi venissero distrutti, le mura ricostruite, le strade risistemate. Eppure la Gendarmeria, vero fulcro e sede Capitolare del Reggimento, fu messa in sesto in tempo da annali e già al finire del XI° anno era funzionante ed operativa in ogni sua parte. Da lì partirono le continue ronde verso il Deserto e l`interno della città, dato che cambiato scenario non cambiava la situazione di ostilità. Non è destino degli Atlantis riposare.
Il gruppo che aveva seguito il Generale Vegeta era oramai chiamato "La Vecchia Guardia", nove antichi membri che avevano diviso equamente ogni esperienza senza mai potersi staccare, e così infatti fu fino a questo tempo, e così sarà ancora per molti secoli a di là a venire, a mio modesto parere. Il Reggimento, per quanto cambiò in organico, uniformi, ordinamento maturò i semi piantati del Deserto e questi sono ancora presenti nel cuore di ogni Atlantideo. Insegnati dai membri della "Vecchia Guardia" ai suoi successori. Ogni membro della "Vecchia Guardia" ottenne gradi da ufficiale superiore, di consultatore per il Generale e istruttore per i nuovi militi che giungevano al Presidio corazzato, per far domanda di apprendere la loro sanguigna arte. Da quanto so, nell`Anno XII°, solo due di questi membri militano ancora nel Reggimento reggendo l`antico muro senza lasciare che esso vacilli. Sono i più giovani dei nove e coloro che, forse, appresero a pieno la vera natura dell`Atlantis. Memori di questo hanno sempre rifiutato qualsiasi richiesta da altri corpi militari, anche di cariche prestigiose. Molti riterrebbero un tale comportamento al limite della pazzia, ma del resto tutti gli Atlantis devono contenere il gene della follia. O forse, possiedono una logica difficilmente afferrabile per gli esterni.
Le Virtù
Da qui in seguito vorrò raccontare, per quanto mi sarà possibile, l`etica e la morale di questi risoluti guerrieri riassumendole in alcune caratteristiche predominanti nello spirito degli Atlantis.
Fratellanza.
La fratellanza tra i membri è uno dei pilastri portanti della loro società guerriera. La loro gerarchia esiste soltanto per suddividere meglio i compiti e gli impegni diplomatici e politici, che purtroppo, vanno sempre ad intaccare qualsiasi attività legata alla guerra. Uniti avanzano sul campo di battaglia nella loro tradizionale Falange (di cui parlerò più avanti) senza avere che lo scopo di vincere, o di morire nel tentativo di adempiere alla giustizia, con il fervore di un fanatico religioso. Eppure questa forte comunione porta anche dei lati negativi. Questa completa fusione tra i singoli, non fa avvenire l`assenza di personalità o diversità, non sono dei manichini costruiti e pensanti in unica direzione. Ogni aspetto singolare diventa quello del Reggimento. La comunione tra le mura della Gendarmeria sfocia nella vita quasi domestica, senza la disciplina inflessibile di altri corpi, compensata da quella sul campo. Vero è che quasi intere famiglie hanno servito insieme tra le file del Reggimento, matrimoni sono avvenuti senza casi di favoritismi, ma talune volte si è raggiunti agli estremi dell`unione, arrivando alla divisione. Piccoli fazioni all`interno del Reggimento, si univano tra loro per sostenere in questioni interne un ufficiale, dividendo il Reggimento per dispute generate non sempre da buone cause.
Irrididucibilità Estrema.
Dalla sua origine, il Reggimento non ha mai conosciuto una parola: sconfitta. Non ha mai perso un conflitto, guerra, battaglia, scaramuccia, o quel che sia. Ogni suo avversario è stato sempre respinto sui propri passi, anche a costo della vita dei membri della spedizione Atlantidea. A costo di non darla vinta all`avversario, un Atlantis non penserà neanche per un attimo alla propria vita, battendosi fino alla morte. La determinazione dei guerrieri dell`Atlantis oltrepassa la cocciutaggine e non accetteranno la resa per nulla al mondo, ben sapendo che i loro nomi diventerebbero monoliti di tradimento negli anni a venire. Azioni di codardia e ignominia sono atti che vengono puniti quasi spietatamente dai membri anziani del Reggimento, dato che non li accettano e li aborriscono come le peggiori cause della disfatta. L`Atlantis manterrà la posizione ad ogni costo, qualsiasi sia la decisione di possibili alleati o del numero e della qualità degli avversari. Questo fattore giocherà si a favore delle leggende che vengono narrate su di loro, ma non certo per la loro incolumità. Sicuramente più di un condottiero vedrà una rapida e ordinata fuga, migliore di perdere le proprie forze. Concetti di strategia come ritirata o schermaglia non sono ben accetti dai membri degli Atlantis, che sono più che ardimentosi di distruggere l`avversario sul campo di battaglia, senza troppi espedienti.
Estremamente Parchi.
Gli Atlantis, dediti all`occupazione guerriera, non sono molto interessati a mostrare la loro ricchezza, dato che sono sempre le guardie del corpo di uno dei Nobili più facoltosi e con la maggior quantità di terre, e pomposità, come invece fanno Ufficiali e membri di corporazioni facoltose, ostentando medaglie al valore o altri abbellimenti sulle loro uniformi. Non amano il lusso o il dolce ozziare, come si poteva immaginare.
Tattici.
I guerrieri Atlantis hanno accumulato e tramandato battaglie di brillante intelletto: cariche di cavalleria al momento opportuno, raffiche di dardi e quadrelli a ritmo serrato, falangi inamovibili. Loro non sembrano aver bisogno di consultarsi o anche solo pensare a come combattere; alla fine dell`addestramento Atlantideo, un guerriero sa combattere, sa quanto deve fare per non essere un intralcio ad una formazione, o evitare di essere preso in fallo da una manovra nemica. Ogni Atlantis sa che ogni membro del Reggimento farà il suo dovere e si fida delle decisioni prese senza ripensamenti, mantenendo la propria posizione o agendo nello specifico modo a lui comandato. Ogni guerriero è un tassello fondamentale del grande mosaico che è la guerra, e di questo ogni Atlantis ne è pienamente cosciente. Non li spaventano i compiti ardui, prendendoli sulle proprie spalle senza ripensamenti o tentennamenti, assumendo i propri ruoli con grande sicurezza e determinazione. Ma questa loro praticità spesso si va a scontrare con la nemica giurata: la burocrazia. Alleanze, idee controverse, politica sono tutti massi che si frammettono alla loro tattica prima, durante e dopo le battaglie. Ufficiali boriosi, controversie diplomatiche non sono mai state novità per questi guerrieri, vedendosi messi da parte per piani troppo arditi o complessi per bigotti alleati. Quando vengono chiamati in causa, inoltre, un Atlantis esporrà sempre la sua idea, se richiesta, definendo i tratti fondamentali di come portare a termine una battaglia. Dato che ben sanno che lo schieramento è fondamentale, come la scelta del tempo e del luogo di un combattimento. Ma il resto e la maggior parte della battaglia sarà decisa con il proprio valore sul campo. Difficilmente un Atlantis vorrà sottostare ad un`autorità esterna, o un comando di un ufficiale che non sia un Atlantideo anch`egli, non fidandosi completamente, a meno che costui non si sia meritato il profondo rispetto degli Atlantis.
Laici.
Più di una guerra di religione si è scatenata per il Ducato, o in nome di Simeht o di Themis, ma indifferentemente si è ritrovata il portone della Gendarmeria blindato. Nel Reggimento militano ogni tipo di razza, dai grandi Demoni ai più più piccoli folletti, di diversa etnia e religione eppure in perfetta comunione, anche contro le regole della loro natura. Alle parole di fanatici religiosi c`è stata la più totale indifferenza, senza però mancare rispetto, da parte degli Atlantis. E` risaputo che un Atlantideo tratterebbe allo stesso modo un prosseneta di Themis o di qualunque altro dio, nello stesso identico modo. Anche se questo debba richiedere la violenza se l`aspirante profeta non comprende che il pubblico non gradisce. La Bianca Alleanza ha avuti migliori rapporti con gli Atlantis, soprattutto perché non ha tentato di portarli nella "luce" di Themis con la forza, e spesso e volentieri le forze della Dea possono richiedere l`aiuto dei Reggimentali, formando una certa intesa tra i vari corpi. Tuttavia, gli Atlantis sono entrati e usciti senza alcun danno dal cupo regno della Regina Aleira più di una volta, dato che a differenza di altri corpi militari, non sono né corrotti. E qualche lingua maligna aggiungerebbe, neanche puri. Sono soltanto rispettosi di tutti. Per loro può avere più importanza, quindi, la vita di un mendicante piuttosto che la fantastica celebrazione della luce della Madre Themis. Comportamento questo, che gli ha procurato più di una volta qualche problema burocratico e indagini portate avanti dagli inquisitori degli ordini religiosi. Dato che alle provocazioni, alle imposizioni, possono usare un`arroganza e una superiorità che ha oltrepassato la tanto oltraggiata eresia, lasciando di stucco più di un religioso.
Giusta Ira.
Molte sono state le situazioni, anche interne, in cui un membro dell`Atlantis abbia perso le staffe di fronte ad un suo superiore o ad un alleato, che si è trovato disteso a terra a causa di un pugno ben piazzato. Sebbene qualche testardo ufficiale abbia cercato la disciplina, un caso è il motto Unimus Diciplinas et Rigor Semper, c`è sempre una vena iraconda nello spirito di ogni Atlantis, forse perché viene alimentata dalle continue ingiustizie che devono incontrare. Un Atlantis difficilmente manterrà serrata la bocca, o la mano lontana dalla propria lama, davanti ad un ingiustizia aperta e impunita. Agirà anche impulsivamente per rimediare, oltrepassando i limiti concessi dalla società. La loro furia è rigorosa e radicale, quando viene scatenata. La vista di un proprio commilitone assassinato, tradito, ucciso, fa nascere in loro un`esplosione di ira simile a quella della polvere pirica. Più di una volta, un gruppo di cacciatori Atlantis si è messo sulle tracce di qualcuno che aveva generato la pazza idea di uccidere un Atlantideo. Ma anche se mossi dall`ira, il loro avversario non dovrà mai temere colpi bassi o trappole da codardi. No, un Atlantis ricerca la vendetta con una condizione che va ben oltre la comprensione umana. La nemesi spesso viene intesa come uno scopo egoistico, generato dal male e generatrice di nuovo male. Ma non per un membro di questo Reggimento. Per loro è come una missione, una parte del loro dovere, da portare a termine con rigore. Così da dimostrare lealtà verso il caduto commilitone, e spietata rabbia verso l`avversario. Non dormiranno mai due volte sotto le stesse stelle. Il Sole li coglierà sempre a leghe di distanza ogni giorno. Il loro obiettivo sentirà il loro fiato sul collo e le loro zanne pronte a scattare. Ogni giorno della loro miserabile vita. Ma ci sono stati casi in cui la caccia della Nemesi si è conclusa con il pentimento del colpevole, senza bisogno di scontri d`arme. Ma in altri casi, la rigidità della sentenza può suscitare quasi il ribrezzo.
Dovere e Onore.
Sono forse le due parole chiave della vita di ogni Atlantis. Non hanno l`arroganza, come pensano molti, di perseguire un chissà quale fine dettato da un dio lontano e cieco. Non sono stati investiti da una profezia di fare una precisa opera. Non sono stati benedetti o scelti per le loro abilità. Ma da soli hanno scelto il proprio fato, non l`hanno aspettato. Sono amanti della giustizia, e l`unico modo per perseguirla, per loro, è quella della via delle armi. Sono fidanzati con madonna verità, e non conoscono il tradimento. Sono diretti ed efficienti. Senza fronzoli. Senza ipocrisia. Hanno un loro codice non scritto, di regole di lealtà, per primo verso i propri adepti e commilitoni. Non tenderanno tranelli, non useranno codarde strategie di spionaggio, non cercheranno una via pacifica se non gli verrà imposto. Troppe volte hanno visto politicanti mascherati da Ufficiali o alti funzionari, nascondersi dietro belle parole pensando ai propri interessi. Non si presentano come cavalieri o come Ufficiali, ma come Atlantis. Non vorranno la gloria su scritti, canzoni, poemi o monumenti. Loro perseguiranno il loro dovere, ciò che per molti e troppi è considerato come pazzia. I loro discorsi prima di ogni battaglia sono brevi e concisi. Non si perdono in elogi del passato, perché loro vogliono costruire un futuro sempre più radioso. In combattimento un Atlantis non farà sgambetti, colpi bassi ed eviterà di comportarsi in modo scorretto. Non infierirà il suo avversario quando sarà morto o in difficoltà. Ci sono stati casi in cui nemici disarmati, hanno visto il proprio avversario aspettare che essi recuperassero le loro armi, si rimettessero in posizione per poter riprendere il combattimento.
Estrema Fiducia.
Gli Atlantis vengono addestrati con una fondamentale perla di saggezza: onora il tuo compagno, e riceverai a tua volta rispetto e onore. Non esistono segreti tra gli organi di comando e la truppa. Non esistono decisioni che non possono essere prese insieme. La loro fusione negli schieramenti, è nata da quella della vita di ogni giorno. Questa regola è una delle pietre miliari del loro credo. Eppure gli Atlantis cercano sempre questo nei loro trattati di alleanza. Ricercano una trasparente verità e intesa con i propri alleati, sicuri che essi si adoperarono quanto loro per rispettare i termini degli accordi. Ma non solo una volta, ma forse soltanto pochi casi contrari, gli Alleati, di qualsiasi razza o appartenenza, sono venuti meno o si comportati in modo scorretto con il Reggimento, rifiutando di pagare debiti, appoggiarli in battaglia (cosa quasi blasfema per gli Altantis), fingersi sordi o tante altri modi che potrebbero riempire uno dei famosi tomi dei rancori dei Lord Nani. Fatto sta che ciò ha generato una certa xenofobia in alcuni membri del Reggimento, non fidandosi completamente di determinati alleati, memori di comportamenti rimarchevoli in determinate situazioni. Sebbene un patto per gli Atlantis non ha termini di scadenza. La loro parola è una, ed una sola. Non esistono diverse interpretazioni, o mezzi termini. Non mancheranno mai alla parola data, neanche per ordine superiore. O divino. Un alleato che ha guadagnato la fiducia del Reggimento, difficilmente li vedrà lontani quando lui ne avrà bisogno, ma potrà sempre contare sui loro scudi d`acciaio. Anche di fronte al più efferato abominio dei regni reali e degli inferi.
La Vita Per La Morte.
Si potrebbe pensare che gli Atlantis venerino la Morte, in qualche senso. E non si andrebbe lontani dalla verità infatti. I membri di questo Reggimento imparano e accettano una mesta e sicura sorte: la Morte in battaglia. Vivere lontani dallo scontro, evitarlo o semplicemente ripudiarlo è un`idea incomprensibile e codarda. Per loro la morte sul campo con i colori che hanno giurato di servire, è l`onore più grande che la vita possa concedergli. Perfino gli alati figli di Themis rimangono sorpresi dal loro spirito disinteressato per la propria vita in favore di quella degli altri. Un altruismo che non dev`essere confuso con desiderio di diventar martiri. Conoscono bene i piaceri della vita, dato che anche loro amano, hanno famiglia, hanno gioie umane; e proprio per questo sono pronti a rinunciarvi, in favore di quella degli altri. Marceranno quasi con gioia verso il campo di battaglia. Canteranno, e forse hanno perfino ballato in certe occasioni tra lo sconcertamento di truppe più disciplinate. Non per non pensare alla morte, ma per sfidarla di venirli a prendere, perché non la temono. Ma è sul campo di battaglia che dimostrano tutto il loro rigore. Molti combattenti parlano, ridono, scherzano per ridurre la tensione, addirittura si urinano addosso per la troppa paura dello scontro. Loro no. Sono qualcosa di totalmente diverso. Sono un muro silenzioso. In qualche modo spettrale. Marziale fino all`inverosimile. Perfino nei nemici istillano una sorta di reverenziale rispetto. E nei più codardi una vera e propria scossa di paura. Sotto lo schioccante stendardo, accompagnati da brevi e concisi ordini, da cupi corni di guerra, avanzano pronti ad affrontare la loro amica/nemica Morte, ancora una volta.
La Via Degli Atlantis
In sintesi, quindi, avrete notato lettore che gli Atlantis hanno creato una propria filosofia della Guerra unita dagli insegnamenti del passato e strutturata per migliorare con il proseguimento dei secoli. Loro ricercano la perfezione del combattimento. Ricercano la superiorità nella battaglia. La loro nobiltà è dettata dal successo di ogni singolo membro del Reggimento, non solo dagli atti compiuti da uno solo di loro. Competizioni organizzate saranno un buon modo per testarsi, non per il riconoscimento da parte di terzi per le proprie abilità. Non sanno cosa farsene di cimeli o premi in denaro. I membri più anziani sanno essere oramai giudici di se stessi, sapendosi correggere o fermarsi quando è il momento. Ogni giorno ad intervalli regolari, si sottopongono a duri allenamenti fisici che testano inoltre la stessa mente. Senza un cervello, il migliore muscolo sarò soltanto un peso. Resistenza al dolore, contrasto di più avversari, sopportazione di tensione nervosa, tutto fa parte del loro addestramento senza per questo ridursi a esseri bercianti insensibili al dolore o desiderosi maniacabilmente di diventare perfetti. Nessuno Atlantis potrà dirvi che esso è il guerriero perfetto, perché ciò non esiste. Essi tendono ad esserlo, e chissà forse un giorno uno ci riuscirà. Ma non lo ammetterà mai del resto. Loro si sono posti un limite che si estende all`infinito, come la loro gloria. Per questo sono una sorpresa continua, e imprevedibili. Senza limitazioni.
La Falange
Dopo i punti salienti del loro spirito andrò a parlare di una delle loro formazioni più usate, descrivere tutte le altre richiederebbe ben più di una vita. Essa ha origini antiche e sebbene abbia cambiato nel tempo, non ha mai perso la propria efficienza in battaglia: la Falange.<
Ogni Atlantis, qualsiasi sia il suo Plotone di appartenenza, conosce questa formazione oramai entrata nella leggenda per la sua inespugnabilità. Ogni guerriero indossa l`equipaggiamento pesante in dotazione del Reggimento formando quella che si chiama panoplia (elmo, bracciali, cotta di maglia, gambali, pettorale) avendo una protezione totale per tutto il suo corpo anche se il combattimento si dovesse frazionare in schermaglie singolari. Come arma principale possiedono una lancia che supera le due braccia e mezzo (2,50) che gli permette di formare un fronte doppio, o anche triplo, di picche, creando una vera e propria selva di acciaio e aste in frassino che ha dissuaso più di un nemico dall`avvicinarsi. Menzione importante è per lo scudo, da molti chiamato Hoplon o Aspis, formato in acciaio su una base di legno pesante oltre gli otto rubi, e con un diametro che raggiunge quasi il braccio di lunghezza (0.80-1.00). Con esso ogni Atlantis protegge il suo compagno alla sua destra con il suo scudo, dalla coscia al collo, formando un compatto muro, impenetrabile anche per le cariche di cavalleria pesante. Senza la famigerata coesione degli Atlantis tale formazione non potrebbe esistere, o semplicemente resistere come si è potuto notare a confronto con altri plagi della stessa formazione. Altro appunto va fatto sulla secondaria arma della Falange, la Kopis. Arma piatta e lunga, modificata su precisa richiesta del Reggimento. Un filo che ricorda quello di un ascia, su un forte spesso e robusto con una maggiore distribuzione del metallo, rendendola equilibrata nonostante la forma. A unico filo, concentra tutta la sua aggressività sul piatto dritto capace di imprimere danni letali e squartare, letteralmente, l`avversario con un unico fendente.
Ciò che rappresenta il punto di forza della Falange , cioè la sua compattezza per generare un muro umano impenetrabile, si rivelava una medaglia a due facce, poiché restringe la manovrabilità e la mobilità della formazione. E` così essenziale che la falange sia adeguatamente supportata in modo da non essere colta di sorpresa ai fianchi o alle spalle (chiamati i Talloni di Vegeta), che non affrontasse l`avversario in un terreno ripido o in un bosco (dove era difficile mantenere unita la formazione) e che non venisse coinvolta in schermaglie o battaglie per logoramento. La base della forza della Falange, infatti, è il puro scontro corpo a corpo contro un`altra formazione. Sfruttando la propria forza di posizione, la spinta e la coesione gli Atlantis sono capaci di scompaginare le formazioni avversarie mettendole in fuga senza subire gravi perdite. Dopo anni di allenamenti e prove sul campo il Reggimento ha saputo rendere questa formazione, non per forza schiava di se stessa, adoperandola, quindi, combinata anche con supporti di arcieri e cavalleria, fondamenti perché tale formazione non venga aggirata o evitata da un avversario più rapido e accorto. Sebbene la loro resistenza al combattimento, sia stata accresciuta e migliorata, non dimenticano mai che la Falange non sia imbattibile, ma soltanto difficile da annientare. Nonostante la coesione, il ragionare sul gruppo, ogni Atlantis non diventa una schiava macchina da compressione nel muro di scudi e lance, dato che anche singolarmente un Atlantis è un combattente formidabile e capace di reggere anche scontri in inferiorità numerica, e del resto per usare una loro espressione: "Non ti ho chiesto quanti sono i miei nemici, ti ho chiesto dove sono.".
Organizzazione Interna
Passati oltre la strategia base di ogni Atlantis, passerò ad illustrare i quattro Plotoni che compongono il Reggimento Governativo, quattro ruote dentate che si muovono all`unisono per il perfetto funzionamento di questa macchina da guerra.
Plotone Poseidon
Sono il tallone d`acciaio del Reggimento. La fanteria pesante che comporrà la prima linea di battaglia. Tra le loro fila ogni razza abilitata alla guerra può trovare la propria gloria o una morte onorevole. Sono addestrati da duri sergenti, comandati dai Tenenti e in non poche occasioni dallo stesso Capitano, prodigo di volersi interessare personalmente dell`apprendimento dei suoi futuri fanti. Allenamenti completi sono la prassi. Marce, disposizioni in formazioni, allenamenti multipli ed esercitazioni anche con corpi alleati sono all`ordine del giorno. Chiunque entri nel Plotone può soltanto migliorare, o gettare la spugna qualora si sentisse davvero inferiore. Gli Atlantis non desiderano dimostrare la propria superiorità, sottomettendo e offendendo i loro aspiranti, ma li spingono sempre su una strana in salita. Memori del percorso subito, non vogliono mai che smidollati o manchevoli vadano a infoltire i ranghi della loro gloriosa Falange. Meglio una sola picca, che cento dardi, è uno dei motti del credo di questi superbi fanti.
Particolarità di essi e che, nonostante l`armamentario calibrato per razze, i vari membri riescono ad accrescere di forza nonostante la propria razza, superando i propri limiti. Cosa che ha sorpreso anche gli stessi figli di Simhet, arroganti e superbi quanto mai, ma non abbastanza per non accettare il fatto che gli allenamenti degli Atlantis si dimostrino assai raramente deludenti. O si spezzano o si adeguano. I fanti hanno soltanto questa scelta, per diventare delle creature da combattimento efficienti e difficilmente battibili.
Plotone Pegasus
Cavalieri. Si i membri di questo plotone partono proprio da questo titolo. E questa loro carica militare non ha niente da invidiare all`appellativo usato per altre gilde combattenti, come i Cavalieri Erranti. I Pegasus portano con orgoglio il cavallo rampante al fianco della Lambda, divenendo combattenti a cavallo superbi. Uno stretto legame unisce cavallo e il suo cavaliere, che diventerà un amico e non il suo padrone e inflessibile comandante. C`è fiducia, intesa tra le due creature. Ai novizi cavalieri non viene affidato un cavallo, ma si lascia che sia il cavaliere e il cavallo a scegliersi a vicenda. Un elfo preferirà uno snello arabo o un andaluso, perché in lui troverà la velocità, la rapidità di movimento e l`innata eleganza nel passo. Un umano opterà per un possente shire, o un superbo frisone, vedendo in loro la potenza, la resistenza e quei tratti che hanno fatto parlar a lungo i loro padri. Creature fantastiche sono i destrieri degli Atlantis, che portano sui loro dorsi i guerrieri verso qualunque sorte. Non avviene di rado che, soprattutto tra gli elfi, i cavalieri preferiscano non usare selle o finimenti, affidandosi completamente alla volontà del proprio inseparabile amico.
Cavallo e cavaliere diventano un unica cosa, con vari riti di passaggio e accettazione reciproca. Ma non basta a stare in sella per essere un cavaliere. Quel miscuglio di virtù mai sconfitte o dimenticate saranno il verbo di un cavaliere Atlantis, affidandosi al credo dei propri antenati di paesi lontani; perfezionati dall`abilità dei cavallerizzi più esperti. Lancia o spada, giostra o carica un cavaliere Atlantis saprà sempre distinguersi per la sua rettitudine e abilità guerriera, non avendo niente di che invidiare ai commilitoni appiedati. Decisa distinzione in questo Plotone si potrà trovare, dato che si potrebbe dividere in pesante e leggera, a causa della differenza profonda dei vari adepti.
Plotone Sagittae
Infine, ma non per importanza, troviamo l`ultimo Plotone di combattimento, da cui sono sorti molti dei Generali del Reggimento. I Sagittae sono, e non sorprenderà, di cetto elfico o mezzelfico grazie all`innata predisposizione per l`arte dell`arco e della balestra. Cecchini infallibili sono addestrati a prove rigide e inflessibili per aumentare la propria gittata e perfezione. Ma come la qualità è importante, ciò non basta senza un numero concreto. Gare di velocità e precisione sono un modo per stuzzicare l`orgoglio razziale, buttandosi in scontri sul minor tempo di ricarica e quantità di bersagli colpiti con precisione millimetrica. La competizione è assai alta, forse più che negli altri plotoni, dato che gli Ufficiali, spessissimo Elfi, vogliono che i loro Standard non siano mai al di sotto della media. Reclutano i migliori arcieri dai Clan più rinomati, ma non sono ciechi verso i novizi che nascondono doti naturali e insospettate. Archi elfici a doppia nervatura sono il loro armamentario preferito per potenza e gittata, invidiata dagli alleati e temuta dagli avversari.
A questo va aggiunto un`altro particolare importante. I Sagittae non sanno soltanto trafiggere codardi ufficiali dietro le fila, o scompaginarle con raffiche infernali di frecce dall`impennaggio bluastro. Ogni Sagittae porta dietro la schiena o ai fianchi armi da corpo a corpo, che variano dagli acuminati spadoni a due mani elfici, o alle più versatili daghe della medesima foggia. Gli immortali dei regni arborei sembrano che abbiano migliorato oltre ogni aspettativa la metallurgia in questo campo, creando preziose armi flessibili e letali per tutti gli scontri. Proprietà colta al volo dall`Atlantis.
Plotone Ausiliari
Come ogni corpo militare, anche l`Atlantis contiene al suo interno un manipolo di "non armati", dediti alle operazioni di pulizia, mantenimento dell`ordine e delle cucine. Tuttavia gli Ausiliari degli Atlantis si sono saputi specializzare in altri due campi: i cerusici e i marinai. Sebbene sempre in numero assai ridotto, forse per il troppo lavoro, i cerusici degli Atlantis possono vantare una certa esperienza direttamente sul campo, invece che dietro le sicure mura del Lazzaretto Ducale. Anche se di dimensioni inferiori agli standard umani, specialmente una piccola folletta dall`insolito color nero, ha seguito i guerrieri Atlantidei anche nelle situazioni peggiori, assistendo ai feriti, e nei casi più eccezionali combattendo al loro fianco (Si vocifera che un immenso figlio di Simhet sia stato ucciso dalla prima citata folletta, armata soltanto di uno spillone usato a mo di spadone)
L`Atlantis, inoltre, ha una piccola flotta propria, costruita nei cantieri del Porto del Sole per mano degli Atlantis, cosa che non sorprende, e sui ponti di Tartane e Caracche, gli Ausiliari Atlantis hanno trovato il loro impiego come Marinai e in qualche occasione, come Guardie Armate. Tuttavia quest`ultima attività, forse per incomprensioni tra il Governatore Axe e alcuni Capitani troppo dispotici e intransigenti, ha trovato parecchi scogli sulla propria rotta, con furti e perdita di equipaggi interi o delle stesse navi. Un settore ritenuto di seconda categoria, almeno per il momento, e tenuto in disparte, facendo si che sia la guerra la primaria e principale attività del Reggimento.
Gli Organi Di Comando
Gli Atlantis non si diranno mai superiori ad altri Atlantis. Un guerriero Atlantis, con gradi con maggiori segni di riconoscimento, è per loro un eroe questo è vero, ma per la carta straccia numerosa che deve affrontare. Avere i gradi da Ufficiale di Plotone è una sorte che risparmia da parecchi freni burocratici e politici, ma c`è un ristretto numero di Ufficiali che devono affrontare e sconfiggere anche queste bestie a più teste. Coloro che guidano all`apice di questa grande piramide guerriera sono i membri più anziani ed esperti del Reggimento, racchiusi in una sigla O.d.C., gli Organi di Comando.
Sono tre le cariche da Organo di Comando, tre. Come il numero perfetto per eccellenza. Ma sebbene siano pochi, dato che sono i veterani di centinaia e centinaia di scontri, non sono come una solitaria ed eccentrica ristretta cerchia di eletti. Non mantengono segreti, o strane macchinazioni soltanto per loro. Non possiedono tomi nascosti o privati. Come una qualsiasi setta religiosa. Non conoscono cosa sia la famigerata "ragion di stato". E neanche la vogliono conoscere. Tenere nell`ignoranza i propri guerrieri, è il modo perfetto per avere dei soldati disciplinati. Ma profondamente stupidi ed incapaci di agire di proprio senno. Schiavi. Per loro ogni Atlantis è capace di capire qualsiasi problema che viene posto loro. L`unica differenza, tra un sottufficiale ed un ufficiale, è che loro sono stati incaricati di trovarvi rimedio. Non esistono ordini incomprensibili, che un Atlantis deve soltanto accettare e obbedire. Ogni ordine deve possedere fondamenti logici, che un guerriero saprà capire. Saprà accettare. Di cui si potrà fidare. I massimi Ufficiali Atlantis lo sanno meglio di molti, che da un loro ordine non si perderà o guadagnerà una battaglia, una guerra. Ma qualcosa di molto più importante. Se loro sbaglieranno, saranno i loro fratelli e sorelle di guerra a morire. Saranno dei cittadini ad essere falcidiati dagli aggressori. E questo, è quello che loro non possono accettare. Il fallimento è forse l`unica loro paura. Una paura che è diventata soltanto uno spettro del passato. Una paura che non si è mai effettivamente presentata. Gli errori commessi in passato, sono stati compresi e resi come monoliti da ferro, da evitare ad ogni costo. Gli O.d.C. sono virtù fattesi corpo e anima. Sono gli esempi ispiratori per tutto il Reggimento, e alle volte tra la gente, sono stati riveriti come veri paladini di giustizia. Sebbene, una giustizia che non conosce compromessi e mezze misure, contro l`ingiustizia e le menzogne. Spietata.
I Maggiori sono di solito tre, uno per ogni plotone combattente. Sono, come da grado, come dei fratelli e sorelle maggiori per i Capitani e per i loro subalterni. Sono coloro che si interessano principalmente di leggere e richiedere i rapporti inframensili dai Capitani di Plotone, così da poter riferire con chiarezza la situazione al Generale in persona, e qualora il Capitano dovesse essere assente o dovesse mancare nel suo mandato, sarà il Maggiore a prendersi cura temporaneamente del Plotone. Sono più che capaci di intavolare principi di interazioni con le altre gilde combattive, e mantenere un comportamento diretto e preciso. Evitando di entrare in campo politico. Sono coloro che guidano talvolta le Ronde, oppure piccoli contingenti di Atlantis, in supporto alle alleanze del Reggimento. Preferendo di solito portare con se i membri del proprio plotone di appartenenza. Ogni Maggiore ha un`abilità innata nel suo campo, dato che ogni Maggiore discendente da un Plotone ben preciso, essendo così un vero maestro nella sessione imparata del campo della guerra.
I Colonnelli sono quanto c`è di più vicino a blocchi d`acciaio. Di spirito e di corpo. Sono guerrieri d`eccezione. Sanno perfettamente combattere con ogni sorta di arma, ed uscire intonsi anche da combattimenti che diventano veri e propri carnai. Non sono furiosi berserker del Nord, ma neanche piagnucolanti damerini dai titoli altisonanti. Sono maestri di guerra. Sono metodici nell`annientare l`avversario. Talvolta il nemico si è trovato senza braccia, gambe ma ancora vivo, con il filo di una spada sulla giugulare. Nel combattimento sono come spiriti di guerra scatenati. Ma neanche sono dei temuti assassini, dato che devono ricoprire anche molti altri compiti, oltre quello di combattere. Sebbene sia l`ambito in cui si dimostrano d`eccezione. Questa carica, come quella del Generale, di solito è unica salvo eccezioni, ed è il primo consigliere del Generale. Sono coloro che guidano i contingenti più grandi. Elaborano strategie. Ma ancora di più, sono coloro che le trasformano in tattiche. Costoro inoltre, sono coloro che si interessano della diplomazia. Forse la più difficile e impossibile battaglia che un Atlantis debba affrontare. Scontrarsi con un drago con nient`altro che un coltello per il pane, sarebbe preferibile ad incontrare un effeminato e borioso emissario di chissà quale gilda. Sebbene il Colonnello sappia mantenere un autocontrollo di ferro, ci sono stati casi in cui persino loro perdono la loro calma. Momenti ben pochi salubri per la causa del disturbo.
Infine, ma non per importanza, vi è la carica massima del Reggimento: il Generale. E` l`emblema di tutto quello che un Atlantis deve conoscere. E` come lo stadio ultimo di un evoluzione che può durare anche anni, e forse che qualche Atlantis non potrà mai vedere. Ogni Atlantis, per quanto si possa definire fratello o sorella con un altro, possiede doti uniche. Ognuno di loro ha qualcosa di diverso. Ed è quel qualcosa che lo designerà nell`ascesa o nella caduta. Ogni Generale ha seguito gli stessi passi di qualsiasi recluta, crescendo e perfezionandosi giorno dopo giorno, per essere degno di questa carica. Ha fatto tesoro più delle sconfitte che delle vittorie. Ha ceduto all`ira, alla passione. Ha compreso la compassione, ed il cieco sterminio. Prima di essere Generale è stato ogni cosa. Per poter essere degno di essere il massimo rappresentante sul campo di battaglia deve aver conosciuto tutte le sfumature. Non è un Paladino votato ad un Codice, che in caso di mancanza verrà cacciato e la sua anima dannata. Per poter essere giusti, si deve aver vissuto anche all`ombra del cosiddetto Male. Il primo a scendere in battaglia, e l`ultimo a ritirarsi. Quando egli scende in battaglia lo fa con grande numero di guerrieri. Dato che loro stessi desiderano stare al suo fianco e combattere scudo contro scudo insieme al proprio capo supremo di guerra. Sarà il Generale ad interessarsi di ogni compito e su come distribuirlo. Sarà egli che pronuncerà lo stato di Guerra, o a chiuderlo. E` il braccio armato che regge la spada, designato dal Governatore in carica. E` una carica leggendaria, che contiene al suo interno l`emblema originale del Reggimento. Quello che hanno visto e sfiorato i Nove membri della Vecchia Guardia. Egli è quanto c`è di più vicino al guerriero perfetto. Si canteranno poemi su i Generali, monumenti saranno scolpiti. Ma non sarà questo che li ripagherà. " Ricordate chi ero... " furono le ultime parole di uno dei Generali, dall`aspetto obliato ma il cui nome risuonerà per sempre. Vegeta.
Addestramenti
Da qui, vorrei accennare ad alcune particolarità interne del Reggimento Atlantis, per quanto riguarda la loro attività quotidiana gli allenamenti, a cui ho potuto assistere. Primaria differenza con altri gruppi di guerrieri: loro non mantengono segrete le loro abilità, come una sorta di culto che deve rimanere ignoto alle persone comuni. Non certo per mettersi in mostra o altro, ma loro comprendono che l`arte del duello è apprendibile da parte di tutti, non solo da una ristretta cerchia di "eletti". Hanno, anzi, un certo rispetto per coloro che dimostrano di voler seguire gli allenamenti e gli addestramenti giornalieri, dividendo e confrontando la loro conoscenza sull`argomento.
Oltre ad allenamenti prettamente ginnici (corsa, corsa in coppia con caviglie legate, piegamenti, flessioni, sollevamento pesi, ecc.) gli Atlantis dimostrano una certa creatività e fantasia per creare sempre nuovi modi di testare le proprie abilità combattive anche in modo insoliti, e ritenuti dai più al di là della temerarietà. Per qualcuno sono modi molto complessi per cercare di ammazzarsi. Illustro quindi alcuni di questi esempi, che aiuteranno a rendere l`idea. Tanto per cominciare, gli Atlantis aborriscono le armi in legno, o a filo cortese (smussato) ritenendo che se un guerriero non è capace di dosare la propria forza, o usare la propria precisione è più un pericolo per loro stessi che per il nemico. Armi proprie o in dotazione sono usate per i vari duelli al corpo a corpo, impiegando ogni sorta di arma da offesa da quelle più trazionali (spade, asce, coltelli, ecc) a quelle più esotiche (chakram, artigli, ecc) impegnandosi a fondo. Mancare di usare tutta la propria abilità, è ritenuto oltremodo scortese, dato che implicitamente si potrebbe dare a intendere che non si ha rispetto del proprio avversario, ritenendolo inferiore, e non degno di un combattimento a pieno impegno. Questo è il motivo per cui nei duelli tra Ufficiali, specialmente, si registrano gli scontri più cruenti e il maggior lavoro per i cerusici.
Di solito un Ufficiale che prenda in "simpatia" una recluta vorrà addestrarlo a suo modo, seguendo un percorso particolare, facendo si che per prima cosa impari i generi di armi a lui competenti, interessandosi poi dell`insegnamento di armi diverse dal suo campo e impiego nel reggimento (es: un cavaliere si interesserà della lancia a cavallo, non della picca per la fanteria, almeno per i primi tempi). Difatti i Capitani Atlantis, per poter diventare tali, devono prima eccellere nelle armi del proprio Plotone di appartenenza, ed essere abili anche in quelle degli altri Plotoni, per diventare così un guerriero completo e capace di gestire anche situazioni in cui avrà il comando di distaccamenti alleati eterogenei. Come dicevo le armi risultano essere "vere" ed effettivamente letali, sebbene non ci siano casi in cui un Atlantis ha ucciso un`altro Atlantis durante un duello, dato che si impiegano comunque le armature e le protezioni dei vari plotoni, riducendo ulteriormente la possibilità di ferite davvero gravi.
I duelli per loro, sono non meno importanti di una vera battaglia o di uno scontro d`onore. Anzi, in un qualche senso, ritengono queste competizioni più importanti di una battaglia. Non si devono scontrare con un avversario, che devono uccidere, ma con un loro fratello che devono rendere inoffensivo o disarmare. Cosa assai diversa, e che condiziona la mente degli Atlantis. Mettono e ricevono la propria vita e del commilitone nelle proprie mani, assumendo un nuovo impegno e dando fiducia al proprio fratello/sorella di spada, confidando in lui. Altra prova di come si fidino ciecamente l`uno dell`altro. Inoltre, questo tipo di addestramento gli insegna a come fermare un aggressore, o catturare un ricercato senza bisogno di ucciderlo o ferirlo in modo troppo grave, riportandolo alla Gendarmeria sano e salvo. Più o meno.
Un po’ per sollevare il proprio grado di abilità, un po’ per mettere più a proprio agio le reclute, più di un Ufficiale ha piacere di scontrarsi con più di un avversario alla volta (arrivando anche contro tre avversari) ed armati in modo differente, di razze diverse e quindi tutti con abilità e particolarità anche contrastanti. In questo modo l`Ufficiale spinge i commilitoni a coalizzarsi contro un solo avversario, sfruttando ciascuno le proprie abilità per avere la meglio, non contando quindi soltanto sulle proprie forze ma anche su quelle degli altri. Non sorprenderà, però, che nonostante l`impegno delle reclute, un Ufficiale Atlantis non si butterà in una tale sfida senza sapere bene il fatto suo, e più di una recluta baldanzosa si è risvegliata in infermeria in compagnia dei suoi compagni di allenamento, per gentile concessione dell`Ufficiale di Plotone, o di un Organo di Comando.
Un grande uso si fa per quanto riguarda i manichini, raffiguranti fattezze umane. Di ogni sorta o di forma vertano dai più semplici, per spiegazioni sui danni procurati dai colpi, a quelli più complessi, contenenti ingranaggi meccanici dandogli la possibilità di muoversi. Tali manichini vengono usati specialmente dalla cavalleria, per addestrarsi all`uso della lancia da cavaliere, che provocherebbe gravi danni anche ad un cavaliere in armatura pesante, preferendo quindi non rischiare di mettere in pericolo la vita di un altro Atlantis. Tali manichini sono costruiti su una base rotante, che permette all`uomo di legno, dopo aver ricevuto il colpo sullo scudo che porta sul lato destro, di ruotare sul suo perno, cercando di colpire con l`altra estremità, munita di un pesante sacco, la testa del cavaliere e sbalzarlo di sella. Il Pegasus dovrà quindi unire velocità, forza e precisione in unica azione per evitare di essere colpito dietro la nuca da una bella batosta.
Ma quelli maggiormente usati sono quelli che possono dare problemi quanto, e di più, di un vero duellante. Naturalmente. Manichini con protesi formate da lame, armati con balestre. Ogni sfida che sfiori il suicidio o l`estremo pericolo li richiama come falene alla luce di una torcia. Ma questo non sarebbe nulla, se si considera che più di un Atlantis ha scelto di fare manichino vivente per un commilitone Sagittae. Si genera così uno scontro che può vertare su più specialità contemporaneamente, passando dal combattimento a distanza fino al più serrato scontro corpo a corpo. Insomma, gli Atlantis non sanno cosa vuol dire dormire sugli allori, e preferiscono usare quei segni di gloria per scambiarli con una buona lama.
Motto.
Ogni corpo guerriero, cavaliere fino al più infido e scorretto mercenario, porta in battaglia poche parole che infondono coraggio prima dello scontro. E così l`Atlantis, si attiene a questa tradizione antica quanto la prima guerra. E` l`Ufficiale più anziano che pronuncia la prima frase, come domanda di rito, a cui l`intero corpo d`armata risponde con un ruggito d`acciaio, carico di intimidazione per l`avversario, prima di sfondare le sue linee molli con un cuneo di metallo, irto di spade, asce, lance e di possenti guerrieri, pronti a mietere la nuova vittoria.
Ibi pugna?
Ibi Atlantis in Honor e Gloria!
Canti Di Guerra
Non c`è esercito che sia marciato in guerra, senza una propria litania. Un canto che sgorga dalle voci di tutti i militi, per formare un`unica voce. Senza gerarchia. Senza alcuna distinzione. Ma l`unità è sovrana. L`Atlantis non fa alcuna eccezione, anche la grande diversità tra i suoi ranghi. Voci blasfeme e gutturali dei demoni, si sono mischiate con quelle angeliche e ferme dei figli di Themis. Eleganti e soavi elfiche, ritmate da quelle martellanti e dure dei nani. Ruggiti ferini dei figli possenti di Gaia, alle coraggiose e indomite degli uomini. Non fa differenza per loro. Per sfidare la morte cantano. La invitano a girare il suo destriero di sangue, per cavalcare al loro fianco. Cosa che sembra riuscirci, particolarmente bene. Malinconiche possono essere, o battagliere. Ma sempre infondono un coraggio indomabile e irrefrenabile. Ritmate dal cozzare degli scudi contro le armi. I puntali delle picche al suolo o contro le bombate superficie d`acciaio. Ci sono state bande di esploratori che sono corse via spaventante al sentire i loro canti. Carichi di una irrefrenabile premonizione di morte. Alle volte, è stata sufficiente questo per mettere in fuga forze ostili. Con sommo dispiacere degli Atlantis.
Vi presento quindi alcuni di questi canti, che ho potuto ascoltare di persona e mi son fatto l`obligo di riportarli con la massima fedeltà.
Canzone Sulla Strada Verso La Foresta del Piccolo Popolo
"...La Via prosegue senza fine
Lungi dall`uscio dal quale parte
Ora la via è fuggita avanti, ad ogni costo
Rincorrendola tra i venti di guerra
Sin all`incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò?Nessuno lo sa..."
Canzone sulla via contro i Demoni del Clan Moonshadow
"...Addio a voi, mio atrio e mio caro braciere,
Il vento può soffiare e la pioggia cadere
Ma della rugiada, che l`ala fresca bagna,
Noi marcerem per i boschi e sull`alta montagna.
Nei campi di guerra, dove la morte intenta all`opre
In pianure che un fine velo di nebbia ricopre
Arriveremo attraverso lande deserte e brughiere
Il fato, e poi?Nessuno lo può sapere
Di fronte i nemici e dietro lo spavento,
Il nostro letto sarà sotto il cielo e nel vento,
Fino al giorno in cui con la stanchezza in volto
Il viaggio sarà finito, ed il compito svolto
Dobbiamo andare! Dobbiamo andare!
Prima che l`alba cominci a spuntare!
O voi che errate nel paese oscuro,
Non disperate! Benché d`aspetto a volte cupo e duro,
Ogni bosco finisce
Ed il sole apparisce:
Il sole dell`alba, il sole del vespro,
Il giorno che nasce o che muore grandioso
Poiché il bosco svanisce ad ovest o ad est..."
Canzone di quando il Fortino Ducale cadde
"...Cerca la difesa che fu rotta,
Alla Cittadella la troverai;
Il ferro della gente guerriera
Più forti di Honorius avrai.
Lì un segno verrà mostrato,
Indice che il giudizio è vicino
Il Flagello di Lot s`è svegliato,
E l`Atlantis è in cammino..."
Canzone per la Marcia contro gli Honot nel Deserto
"...Honot! Anche se sei protetto da un maledetto, da monti e da ponti, noi faremo i conti!
Honot! Anche se sei forte e violento, freddo come vento, duro e cruento, è giunto il momento !
E` giunta la guerra e trema la terra, sfonderem la pietra e la porta tetra !
Avete distrutto pace e amore, e noi andiamo, e noi marciamo
Con passo più duro di sasso, più greve di masso, con tono glorioso e basso
A Honot portiamo morte e fracasso,
Sterminio e distruzione, apocalisse e sconquasso !"
Canzone quando marciarono contro sicura fine alle Mura della Cittadella
"...Desti ora, desti, Guerrieri!
Non piangente troppo ! Nobile colui che cadde,
Degna la sua morte. Davanti alla sua tomba
Donne singhiozzeranno. La guerra ora ci chiama !
Terribili eventi nell`oscuro Oriente.
Sellate i cavalli, affilate le armi !
Avanti Atlantis !
Dal dubbio e dalle tenebre verso il giorno marciai,
E cantando al sole la spada sguainai.
Svanita ogni speme, lacero è il cuore:
Ci attende la collera, la rovina ed il nostro notturno bagliore!
Dal dubbio, dal buio, al sorger del giorno
galoppò al sole, spada sguainata.
Speranza destò, in speranza partì;
oltre la morte, la paura ed il fato,
verso la pace, la speranza e la gloria !"
Canzone del Ritorno
"...Nelle terre d`Ovest ove il Sole brilla
nascono i boccioli in primavera,
fioriscono gli alberi, l`acqua zampilla,
gli uccelli cantan nella sera
Son senza nubi le notti e son belle,
e portan dolcemente le betulle
come gemme bianche le elfiche Stelle
fra i loro capelli di fanciulle
Del mio viaggio la fine è arrivata,
delle tenebre orribile è il peso,
ma oltre torre alta e alata,
oltre monte e pendio scosceso,
sulle ombre il Sole si è alzato
e le stelle brillano in cielo.
Non dirò che il Giorno è passato,
ma che le Stelle portano un velo..."
Il Canto della Fine
"...Dov`è dell`Atlantis il cavaliere?
Dov`è il corno dal suono violento?
Dove sono l`elmo e lo scudiere,
e la fulgida capigliatura al vento?
Dov`è la mano sull`arpa,e il rosso fuoco ardente?
Dov`è primavera e le messe, ed il biondo grano crescente?
Son passanti come pioggia sulla montagna,
come raffiche di vento in campagna;
i giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d`ombra bagna.
Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente?
Chi tornerà dal mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?"
Conclusioni.
Siamo giunti alla fine, paziente lettore. Insieme a voi, vorrei concludere. Vorrei quindi soltanto limare e affilare i dettagli. L`Atlantis è un nome che non potrà mai essere dimenticato. Nel passato. Nel presente. E nel più fumoso luogo in cui si avventuri la mente umana. Potranno si essere distrutti. Potrebbe giungere il giorno che i virili uomini del Nord chiamano Ragnarök. Dal primo all`ultimo sterminati. Il loro nome cancellato. Ogni loro opera distrutta. Ma non potranno mai essere sconfitti. Anche se sono davvero in pochi quelli che vogliono seguirli, data la loro vita giusta, si potrà sempre dire che in mezzo a ciò qualcuno si è alzato. Qualcuno ha rinunciato a vivere strisciando. Qualcuno si è opposto a tutti. Un muro si è alzato di granito contro l`onda della distruzione. Qualcuno sarà, nonostante tutto, ricordato. Coloro dalla guerra riportano vittoria. Nella pace preservano la vigilanza. E sono pronti a sacrificarsi nella morte. Sono la rivolta contro l`ingiustizia. Una crociata senza fine contro ciò che combatte con ranghi di ipocriti, corrotti e codardi. Forse è una battaglia che non potrà mai essere mai vinta. Sono dei sognatori. Dei visionari. Che sono sicuri che il mondo può essere cambiato. Che ognuno che lo desideri può avere una seconda possibilità per riscattarsi. Da agnello, per diventare leoni. Dando potere ad ogni uomo, acquistando forza. Per entrare nella leggenda. Per non essere ricordato come colui che vendette il proprio maestro per trenta denari. Non colui che fuggì al momento peggiore. Non colui che rinnegò il proprio credo. Ma coloro che vengono chiamati dalla gente quando tutto crolla. Coloro che vengono osannati dai bardi. Coloro che non temono gettare via la propria vita, per quella di un altro. Coloro che incarnano un`idea, a prova di spada. Eroi.
E per finire naturalmente vorrei mettere anche lo statuto di questo glorioso corpo
STATUTO UFFICIALE
Articolo 1 - Definizione - Scopo Generale - Modus Operandi
Il IV Reggimento Nobiliare Atlantis è una Gilda Combattente di allineamento Neutrale al servizio dei Nobili, e più specificatamente nella persona del Conte Gofredo al quale ogni milite inquadrato nell`organico giura fedeltà e obbedienza. Scopo prioritario del IV Reggimento Atlantis è la difesa dei territori e delle acque afferenti al Conte Gofredo dalle minacce esterne, la tutela dell`ordine socio-politico vigente e la difesa dell`indipendenza dei confini.
ARTICOLO 2 – Specializzazioni della Gilda
Il IV Reggimento Atlantis è organizzato sulla base di una gerarchia militare suddivisa all`interno di due insiemi: Ufficiali e Sottufficiali.
Nell`insieme degli Ufficiali la figura del Generale rappresenta il Master, mentre quella del Colonnello il Vice Master, che unite alla figura del Maggiore formano gli Ufficiali di Comando o Stato Maggiore.
La gerarchia interna prevede inoltre il dislocamento dei militi all’interno di quattro Plotoni:
- Poseidon – Fanteria
- Sagittae – Tiratori
- Pegasus – Cavalleria
- Ulypse - Ausiliari
Come sopracitato ogni graduato della gilda sarà dislocato in uno dei quattro Plotoni a scelta, o dove le sue abilità siano maggiormente utili; la Fanteria, ovvero braccio operante a piedi per scontri diretti, i Tiratori, muniti di armi da tiro quali archi e balestre leggere, la Cavalleria, braccio armato che opera avvalendosi di una cavalcatura per supporto armato diretto e gli Ausiliari, plotone che fornisce supporto attivo indiretto.
ARTICOLO 3 - Meccanismi decisionali
Al Comandante spettano di diritto tutte le decisioni relative all`esistenza, all`operatività ed agli accordi con le diverse organizzazioni del panorama Lottiano e può avvalersi della collaborazione, in termine di coadiuvazione nello svolgimento di taluni compiti, degli Ufficiali di Comando (Stato Maggiore) in qualsiasi momento.
ARTICOLO 4 - Requisiti di Ammissione
Per poter presentare domanda di arruolamento nel IV Reggimento Nobiliare Atlantis, occorre possedere i seguenti requisiti minimi:
- Essere in possesso della cittadinanza emerita del Granducato di Lot e non altre;
- Avere raggiunto un`età adulta in base alla propria razza di appartenenza;
- Non aver fatto domanda contemporaneamente in altre Gilde;
Per coerenza con lo Statuto le razze meno portate al combattimento (hobbit, fate, folletti, gnomi e kendot) possono presentare domanda per l`arruolamento nei corpi ausiliari.
Mediante una richiesta ai Nobili o al Conte Gofredo, il Comandante può, una volta ottenuto il benestare nobiliare, ammettere come Aspiranti (massimo 3) coloro che non abbiano raggiunto i requisiti minimi necessari fino al raggiungimento degli stessi, precludendo fino a quel momento ogni possibilità immediata di carriera interna.
ARTICOLO 5 – Carriera
La carriera militare all`interno del Reggimento Atlantis seguirà un percorso assolutamente meritocratico e sì baserà su alcuni aspetti ritenuti fondamentali dal Comandante, quali:
- Presenza
- Qualità militare
- Capacità di organizzazione
- Capacità di apprendimento e riluttanza alla polemica sterile.
Le promozioni delle Reclute e dei Sottufficiali saranno proposte ed approvate dallo Stato Maggiore.
Le promozioni ad Ufficiali, e degli Ufficiali, saranno invece decise esclusivamente dal Comandante con il parere consultivo del Vice comandante.
Le promozioni per entrare nello Stato Maggiore saranno decise dal solo Comandante su consiglio del proprio Vice.
La carica di Antica Gloria verrà assegnata a coloro che hanno militato all’interno del Reggimento per oltre un anno di servizio e che purtroppo non possono seguire più l’attività con una certa frequenza e dedizione, ma che nel loro piccolo vogliono contribuire al miglioramento del Reggimento.
Il degradamento avverrà invece per motivi quali:
- Assenza ingiustificata
- Reiterati atteggiamenti polemici internamente o esternamente alla Gilda
- Semplici risultati militari.
ARTICOLO 6 - Espulsioni/Dimissioni
Dimissioni:
Le dimissioni dovranno essere presentate direttamente al Comandante del Reggimento che, nel giro di sette (7) giorni, provvederà ad accettarle e consegnarle.
Espulsioni:
Tale provvedimento è deciso esclusivamente dal Comandante e/o dal Conte Gofredo e vede, tra le cause più comuni: polemiche reiterate, esili gravi o arresti per motivi incompatibili con lo scopo ed il ruolo del Reggimento.