In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

08. Sussurri Tenebrosi

09. Effluvi Alchemici

11. Miti e Leggende

12. A teatro

13. Concorso del Mese

14. Canto dei Bardi

15. Sapori e Colori

16. Armaguardia

17. I Racconti della Quercia

18. La Clessidra Magica

19. Storie dell'Altro Mondo

20. Delle Razze e dei Clan

21. Vox Populi

22. Luoghi di Lot

 

 

 

 
Anno XVIII Mese 3° Giorno 10°
 

 

20 - DELLE RAZZE E DEI CLAN

 

Di questi tempi il nome di Lord Vanek , un eterno apparso da poco nel Ducato e che in breve tempo ha saputo sconvolgere la tranquilla vita della nostra cittadina, viene pronunziato in ogni dove, tanto e più del nome persino dei nostri stessi Conti.

Mi è sembrato opportuno rispolverare un po` di Storia, riguardo la nascita e le linee di sangue di questa antica razza. Di aiuto mi è stata la Genesi Oscura e non da meno gli scritti di un nostro antico collega, Custode degli Annali di Historia, Sir Bardiel .

Oggi gli “Eterni” fanno parte del nostro Ducato a pieno titolo e occupano posizioni importanti. Alcuni di essi sono rimasti ancorati ad una visione dell`esistenza tipicamente Simehtiana , altri invece hanno scelto la via della Neutralità e dell`Equilibrio, cosa che un tempo era impensabile per un vampiro.

Chi vive a lungo come questa razza ha un concetto del tempo molto differente da quello del resto dell`umanità, essi assurgono a livelli di Conoscenza che ad un umano non è consentito raggiungere, a causa della sua mortalità.

Da questo spaccato della Storia, si evincono importanti notizie riguardo le origini e le linee di sangue di questa razza.

Vi espongo così, senza alcuna modifica, le informazioni ritrovate fra le pergamene storiche.

Senara O`Bree

Origine dei Vampiri:

CAPITOLO 9° DELLA GENESI OSCURA

Simeht venne condotto nuovamente nel centro della terra ed i sigilli con cui fu rinchiuso furono la fusione di sei Angeli maggiori, ed altrettanti furono messi a guardia della porta della sua nuova prigionia e le loro ali divennero nere, per l`infame ruolo che dovevano sostenere.

Ed egli, sconfitto e imprigionato, era furente di rabbia impotente, e dalla sua rabbia generò Magma, che smuove le interiora del mondo, attentando alla creature viventi.

Themis guardò Shierak e lo rese deforme e incapace di provare sentimenti e ritendosi soddisfatta di tale punizione, lo lasciò andare, ed egli trovò rifugio su delle impervie montagne. Infine gli occhi della madre si posarono sulle due figlie e essi erano di ghiaccio ed ella era spietata.

Themis percosse crudelmente Veddharta e Carestia la infilzò con la sua spada, Veddharta cadde sulle ginocchia, vinta dalla sofferenza, e Morte le fece bere il suo sangue, ma lei non morì poiché era figlia di due esseri immortali e venne scacciata sulla terra; aveva assaggiato la Morte ma era sopravvissuta; la Dea la punì maledicendola con l`eterna sete e l`eterno pellegrinare.

E Veddharta fu sola, e rifuggiva gli occhi delle razze perché la maledizione che gravava su di lei le era penosa. La sua solitudine la spinse però a ricercare la compagnia di coloro di cui si nutriva ed ecco che uno dopo l`altro donò il bacio oscuro a cinque discepoli ed essi bevvero da lei, come lei aveva bevuto da loro ed essi provarono la Morte, ma senza morire e furono chiamati VAMPIRI.

Non vivi, non morti, qualcosa di mai visto prima, rifiutati dal cielo ed eternamente erranti. I cinque iniziarono a vagare, rifuggendo il sole, che li indeboliva, poichè era visione dell`esecrata Dea, e iniziarono a vivere di notte e a nutrirsi degli Umani, poiché a loro erano simili, ma essi invecchiavano e morivano, a differenza dei figli di Veddharta.

E Veddharta, stanca per le sofferenze patite, si assopì in un sonno profondo mentre i cinque elargirono il loro dono nelle terre di Extremelot, creando ognuno la propria discendenza secondo la loro originale natura.

E i loro nomi erano quelli di ragni, poiché intrecciavano la loro tela in silenzio, signori del Tempo e degli animali più nobili.

PARTE II:

LE CINQUE LINEE DI SANGUE

(dagli scritti di Bardiel, Custode degli Annali di Historia.)


I VAMPIRI – LA RAZZA DEGLI ETERNI
Umani maledetti a camminare per sempre sulla terra, i Vampiri sono, a tutti gli effetti, cadaveri la cui anima non può raggiungere il Paradiso, in quanto intrappolata nel proprio corpo.
Ogni loro organo è morto ed in quanto tale, atrofizzato ad esclusione del cuore e del cervello: il primo serve solo a mantenere la propria umanitas, in quanto non più in grado di pompare sangue (infatti il corpo morto, senza il cuore non sarebbe mai in grado di amare ed è proprio grazie a questo che, qualunque particolarità caratteriale che il Vampiro abbia posseduto in vita, rimane in parte anche nella morte); il secondo si crede sia la residenza dell’anima intrappolata. Nonostante l`assenza di organi, mantengono il sistema nervoso, e come tale percepiscono e soffrono, anche se il loro dolore è istantaneo, mentre in un essere vivo può durare giorni e giorni.
Tutta la non vita del Vampiro si impernia sul sangue: rappresenta il suo alimento e la sua fonte di potenza. Solitamente il Vampiro necessita di mordere un essere vivente per sostentarsi una sola volta al giorno e la qualità del sangue assimilato ha conseguenze specifiche sul suo corpo.

Inoltre, il Sangue del Vampiro non scorre nelle vene o nelle arterie, che risultano vuote, bensì risiede in tutto il corpo attraverso un processo chiamato osmosi, processo che il Vampiro stesso è in grado di utilizzare per controllare mentalmente ogni goccia di sangue posseduto esattamente come un mortale sia in grado di controllare il proprio braccio destro (maggiore sarà il controllo sul proprio sangue, maggiore sarà la sua potenza).
Grazie a questo controllo il Vampiro è in grado di "bruciare" il proprio sangue per attivare i poteri e le trasformazioni. Il Sole ed il fuoco possono "distruggere" un Vampiro che, altrimenti, potrebbe rigenerare i danni normali. Il Taglio della testa libererebbe l’anima dal corpo.

STORIA:

Nel tradimento e nell´orgoglio di Veddharta, la rilucente di grazia, originata dal sogno di Simeht e Themis, gemella di Ygharú, ebbe origine la razza vampirica. La Domina disubbidí alla Dea scendendo sulla Terra e giacendo con Shierak. Il suo corpo fu trafitto dalla spada di Carestia, il suo animo assaggió il sangue di Morte e da allora vagó solitaria rifuggendo la luce e placando la sua sete col sangue, odiando la gemella, Ygharú la fulgida di splendore, che aveva chinato il capo chiedendo perdono alla Madre ed originato i Mannari. Da Lei ebbe origine la razza maledetta dei Vampiri.

Dal frutto della sua passione con Shierak ebbe origine Norn, graziato dalla Dea, custodito dal drago Shurakai, e da Egli discese la stirpe dei Magisterum Noctis, figli del tradimento e dell´abominio. Solo Egli, Norn nipote di Themis, e sua figlia Mnemosyne, conoscono l´origine dei Vampiri, poiché la rivissero per desiderio di Simeht, che lo benedisse e lo fece guidare da Nathamer, generato dall´essenza del Dio unitamente alla forza di Magma. Fu durante uno scontro con le nere lacrime di Themis, i quattro cavalieri dell´Apocalisse, che la maledizione che aveva colpito Veddharta toccó anche Norn, che da allora visse maledicendo la Fulgida e contrastando la sua progenie.

Simeht benedisse anche la semidea maledetta, figlia di Themis, che guidó nella creazione di esseri a Lei simili. Cosí Veddharta corruppe l´animo di cinque uomini, dando origine alla sua progenie maledetta. La Fulgida allora si ritiró nelle profonditá della Terra, in una caverna sigillata e nascosta da Magma, ed i suoi figli vagarono solitari disperdendosi. Essi crearono altri esseri a Loro simili, disubbidendo agli insegnamenti della Domina e creando schiere di esseri immortali, eserciti che travalicavano il tempo e osservavano monti e mari invecchiare al loro cospetto.

Sempre cinque furono le guide dei figli della Fulgida, essi istituirono gerarchie e il comando del fratello sul fratello ordinó i figli della Domina, fino a che, una notte, Nicolas da Madasoff levó la sua spada per reclamare la propria libertá ed indipendenza, e Lucretia l´illuminata e Valek il fedele con Karl l´indomito lo seguirono. Cosí nacquero i primi tra gli Eversores, i vampiri ribelli, che si sottrassero al giogo imposto dal Synodus Sanguinis e ricercarono soli la loro Via.

 

CLAN VAMPIRICI: - I FIGLI DI VEDDHARTA



I figli di Veddharta sono la progenie dei primi cinque umani abbracciati, a cui la Fulgida donó la vita eterna. Essi furono Sarea l´Arpia e Amalthea l´ortodossa, ed ancora Eryx la belva e Anker l´artista ed infine Tierney il dominatore e da essi tutti loro ricevettero il sangue maledetto da Themis.


Due sono i clan riconosciuti nel Ducato, i cui appartenenti discendono da Veddharta.

Dalla diretta progenie della Fulgida ebbero origine le cinque linee di sangue:

La Suerte (Ortodossi)

Pregevoli cacciatori dall`aspetto austero e arcigno che prediligono rifugiarsi nei loro antri studiando quello che sono e crogiolandosi nella loro eterna, amata malinconia. Manipolatori, soggiogatori di anime inquiete, hanno propensione a condividere le loro esistenze con appartenenti al proprio clan, oppure con altri vampiri e vanno molto di rado in ricerca di rapporti con altre razze.

Von Match (Predatori)

Comandanti naturali, per le Vedove Nere il potere è l`unico valore che giustifica un dispendio di risorse. Oratori eccezionali, sapienti demagoghi, non disdegnano di fingere e mentire per tessere trame. Spocchiosi, guardinghi e sornioni, solitari per indole, imperscrutabili e riflessivi.

Venilia (le Arpie)

Devoti discepoli e intransigenti metodici sperimentatori dedicano la loro esistenza ad una critica ed enfatica ricerca della spiegazione primordiale alla nascita di ogni cosa. La conoscenza a loro preclusa li rende irascibili e solitari, tendenzialmente portati a cadere in frenesia facilmente.

Van Kunst (Istrioni)

Eccentrici ed imprevedibili, teatrali ed enfatici nelle manifestazioni emotive, pacifici ma inafferrabili, imperscrutabili e singolari nelle movenze e nel comportamento. Nelle forme più accentuate quest`alienazione dissociativa porta ad un`autentica follia isterica, con manifestazioni plateali di un`alienazione che raggiunge il culmine nella crisi d`identità.

McAnders (Artigli)

Fieri, impettiti nella postura solenne di chi è consapevole della forza di cui è dotato. Lo spirito battagliero di questo clan traspare, ostentato con rudezza e goliardia, da ogni movenza ed espressione. Tollerano la prossimità non ostile ma la accettano con circospezione e diffidenza. Sono arcigni e coriacei, privi di scrupoli emotivi.

Sir BARDIEL
CUSTODE DEGLI ANNALI DI HISTORIA