|
[ Detentori Dell’Arcana Saggezza – I Pirati ] la Fogliamara e la Cura: viaggio a Sirene
Anno XX- Mese 7° - Giorno 19°
Giorni di buio si sono susseguiti inesorabili dopo la liberazione dalla Fortezza di Honorius, giorni oscuri in cui nemmeno la sapiente e fine arte medica dei Cerusici ha saputo metter fine alla mia cecità. Giorni in cui solo la speranza ha saputo sorreggermi al di fuori di un precipizio sempre più vicino.
E’ così che armati di speranza, saggezza e forse un briciolo di follia dopo un accorato messaggio del Sommo Zefirya, la Compagnia Navale, nella persona di Oceano, ha risposto a quell’appello offrendosi di condurci per i Sette Mari alla ricerca di un rimedio lontano: un Albero Blu Cobalto.
Sirene, l’Isola predestinata.
E’ stato chiaro fin da subito, all’Allegra compagnia, che il mare non era certo l’elemento più adatto per noi Detentori fatto salvo per la Detentrice Sidmay e l’Aspirante Lisioralfaiet che come scimmie si arrampicavano su sartie e vele lasciando il Sommo Zefirya, il Depositario Kaan e la sottoscritta in balia di un mal di mare devastante.
Finalmente dopo giorni di navigazione raggiungemmo le coste dell’Isola e potemmo sbarcare baciando addirittura la terra sotto i nostri piedi, anzi la sabbia. Ci mettemmo, o meglio, si misero di buona lena ad esplorare e verso sera la nostra meta era chiara: l’Albero Blu Cobaltoche si affacciava sul mare al limitare della radura.
Un albero spoglio, all’apparenza morto, in netto contrasto con la lussureggiante foresta macchiata dai colori dell’autunno che si estendeva a perdita d’occhio. Una sola fogliolina blu era rimasta. Unica e solitaria a combattere contro il vento di Levante.
Eravamo prossimi al tronco dell’albero tanto da poterlo accarezzare quando un puntino luminoso fece capolino dal suo nascondiglio svolazzando di qua e di la attorno al tronco per posarsi infine sulla lamella blu. Una luce intensa proveniva da quel minuscolo esserino luminescente, una luce che faceva risplendere di un bellissimo tono di blu cobalto anche quell’unico pezzetto di vita: la foglia.
Affascinati ed anche un tantino incuriositi, il gruppo della Compagnia si avvicinò alla creatura, Neam ci andò talmente vicino che il puntino infastidito le si parò davanti abbagliandola per un breve periodo. Fiamma, invece, ricercò un approccio più diplomatico senza ottenere però alcun risultato. DavyJones e Lisio si limitavano ad osservare cercando di capire cosa fosse quell’esserino. Nel marasma generale Oceano afferrò l’ultima foglia rimasta staccandola senza indugio dall’albero.
Io ero li, ancorata a Sidmay come una tellina sugli scogli cercando di cogliere anche il più piccolo cambiamento mentre la Detentrice ed il Depositario Kaan mi descrivevano per filo e per segno ciò che accadeva. Loro erano la mia vista in quell’avventura. In un attimo mi ritrovai la foglia sullo sguardo e quell’esserino sopra la testa. Una luce abbagliante, bianca e calda riportò a nuova vita i miei occhi neutralizzando l’effetto della Fogliamara.
La gioia fu tanta così come la delusione nell’apprendere che nulla rimaneva di quell’albero se non un tronco vuoto e dei rami spogli. La creatura di luce punzecchiò ancora per un attimo Oceano, quasi si conoscessero, prima di ritrarsi nuovamente all’interno dell’albero. Lì, da dove era venuta, era sparita.
La foglia finito il suo compito si tramutò in polvere finendo trasformata via dal vento.
Di tutta questa avventura portiamo sulla pelle dei piccoli segni bluastri a forma di foglia e la consapevolezza che forse, quella piccola lucina blu, così come l’Albero Cobalto non si siano spenti per sempre.
Un ringraziamento speciale a chi fino ad oggi si è prodigato nel darmi un sostegno e un ringraziamento ancora più grande verso la Compagnia Navale, che con grande professionalità e generosità ci ha fatto raggiungere l’obbiettivo.
Angelina
DepositariA dei Segreti