In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

08. Il Grande blu

09. Delle Arti

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. Colori e Sapori

13. Armaguardia

14. Sussurri Mistici

15. La Clessidra Magica

16. Storie dell'Altro Mondo

17. Libera la mente

18. Vox Populi

19. Luoghi di Lot

20. Il Ducato visto dagli abitanti

21. Scorcio su..

22. Uno sguardo sul passato

23. Racconti da Mot e dintorni

 

 

 

 
Anno XXII - Mese 12° - Giorno 11°
 

 

Come non ricordare una figura chiave del Granducato, la contessa Astarte, la prima non umana giunta al rango di nobile, baronessa prima, contessa poi.




Chi era Astarte

La sua storia ha inizio partendo da una coppia di persone molto diverse, i
suoi genitori, provenienti da terre e contesti del tutto diversi tra loro: il
padre, Sir MacCloud, era un guerriero votato al bene, implacabile, primo
cavaliere dell’Ordine del Leone Rampante; la madre, Shewa, principessa
fenicia, è ricordata per il suo sacrificio volto a salvare la figlia durante
un’invasione nemica che ebbe luogo durante l’infanzia di ASTARTE.
Proveniente da Telthartown, prese parte attivamente alle vicende ormai
mitiche che riguardano la fondazione di Lot, città nella quale poi si stabilì
e all’interno della quale percorse un cammino assai vario: partita dal
basso, il primo ruolo importante che di lei si ricorda è quello di Consigliere
della gilda dei Ladri; divenne poi Alchimista e Custode, in seguito
Guardia e Guardia Scelta e a quel punto ottenne la fiducia dei Nobili, cosa
che la portò a diventare Governatore di Nomina Nobiliare, Governatore
Supremo e, infine, Baronessa.
L’investitura a Baronessa, ruolo più facilmente associato al nome di
ASTARTE, è un evento del quale, a ragione, si conservano i dettagli e le
cronache.
"Astarte, il Granduca fece fare tre copie delle chiavi di LOT, Il giorno mai
dimenticato in cui fu rinvenuto il cadavere del Conte ERIK ... Ho personalmente
provveduto a porre al sicuro la sua copia.
Astarte a partire da questo momento assumerete tutti gli oneri e gli onori che
accompagnano la Nobiltà, con il rango di BARONESSA. Giurate di servire i
Vostri sudditi lottiani a prezzo della Vostra stessa vita con onestà e generosità?
"
Queste le parole del conte Thorm a cui seguì "lo giuro" da parte di Astarte che pochi istanti dopo ricevette la chiave del fu Conte Erik e fu invitata dal conte Thorm a sederglisi accanto.
La nomina a baronessa di Astarte fu una pietra miliare della storia del Granducato.
Prima della sua nomina, infatti, colei che sarebbe poi divenuta Baronessa,
all’epoca incinta, subì un attentato alla sua vita da parte di un drow che la
ferì con un pugnale avvelenato. I giorni che seguirono furono giorni di
grande trepidazione, le sorti dell’allora Governatore Supremo tennero col
fiato sospeso tutta la cittadinanza. Furono giorni duri, Cratere, figlio di
ASTARTE, all’epoca Principe delle Tenebre, si scagliò contro la nobiltà
lottiana che aveva offerto alla madre una scorta inetta, incapace di
proteggerla nel momento del bisogno. Seguirono duri contrasti tra Cratere
e la nobiltà, e ASTARTE, oltre a dover lottare tra la vita e la morte, viveva
lo straziante dissidio che poneva da un lato il suo amore di madre verso
Cratere e dall’altro l’amore per la città che governava. Pur nelle sue
precarie condizioni, ASTARTE conciliò l’amore verso il figlio e quello
verso Lot e la vicenda giunse a lieta conclusione. Durante quei giorni, la
natura del Governatore Supremo mutò e da umana divenne mannara
perché aveva capito il suo essere tutt’uno con la natura ed i suoi eventi; nel
frattempo, i Nobili le riconoscevano gratitudine e rispetto e decisero di
premiarla con un titolo che fosse la giusta ricompensa al suo costante
impegno. Di lì a poco, ASTARTE avrebbe ricevuto la chiave che era stata
di ERIK e avrebbe rotto una tradizione che aveva visto solo individui
appartenenti alla razza umana far parte della classe nobiliare di Lot. La
sua nomina era per lei un punto d’arrivo, per la Storia era un punto di
partenza. “Poco tempo dopo Lot cadde sotto l’attacco
dei mercenari di Honorius”
La ricostruzione fu lunga. Il Governatore Astarte lavorò senza tregua, ma
quando assassinarono il Conte Erik, il Governatore Supremo si scagliò contro
l’avvento dell’Araldo, ma mai riuscì a sconfiggere quella nebbia di
menzogne.
Il Conte Petrus, forse il più schivo di tutti i Nobili, all’inizio del V anno dalla
fondazione scomparve misteriosamente. Honorius aveva solo per un breve
periodo deciso di non attaccare la Cittadella che, nel frattempo, si era
ulteriormente fortificata con la costruzione del Presidio Militare.
Ma l’accampamento dei suoi Orchi era ancora fuori dalle mura ed i Nobili
sentirono il bisogno di ulteriore protezione. Venne così istituito il Corpo dei
Dragoni di Lot, Soldati scelti che avevano come unico scopo quello di
difendere i Nobili e i Governanti.
Ma neppure questo servì a fermare Honorius. Il Governatore Supremo, che
aspettava anche un figlio, fu colpita da un pugnale intriso di un veleno
sconosciuto che la lasciò per lungo tempo in un oscuro limbo tra la vita e la
morte. Sembrava che non ci fosse rimedio alcuno per la sua malattia, al punto
che suo figlio, il Principe delle Tenebre Cratere, nell’impotenza di non potere
fare nulla per salvare la sua amata madre, inveì ferocemente contro i Nobili
che avevano organizzato una scorta armata incapace di dare protezione.
Mentre Astarte lottava contro la morte sua e del nascituro in una stanza
dell’Ospedale, il Conte Thorm diede al Principe Cratere cinque
giorni per scusarsi pubblicamente presso il Gran Ciambellano Azivir,
altrimenti lui e tutta la sua armata di Cavalieri Neri sarebbero stati sterminati
e cremati nei forni che il Conte aveva commissionato apposta alla Masseria.
Ancora una volta Astarte, oltre che combattere fra la vita e la morte, aveva il
cuore dilaniato tra il dovere verso Lot e il dovere di madre. Ma dolorante ed
indebolita dal veleno, riuscì a far trovare un punto d’incontro tra il Conte, che
amava e rispettava come suddita, e il figlio Cratere. Questo suo ultimo atto le
concesse il rispetto dei Nobili che si tramutò in riconoscenza l’innalzarono a
Baronessa che divenne Cavaliere Nero ad honorem dopo qualche tempo e
con i sempre più frequenti attacchi di Honorius La Cittadinanza tutta era in
allarme.
Lo stato di guerra fece sì che la popolazione civile e militare si dividesse in
due: l’Alleanza Nera e l’Alleanza Bianca. L’Alleanza Nera, composta dalle
Gilde d’allineamento negativo, serviva Honorius, aiutando i suoi emissari
nella loro lotta. L’Alleanza Bianca, invece, facevano parte le Gilde
d’allineamento positivo e neutrale. I primi giorni furono funesti per la Bianca
Alleanza con un numero incredibile di morti. Nessuno, neppure il Soldato
più abile, riusciva a contrastare la forza di questi Orchi. Gli orchi Avevano
poteri incredibili: tanto sulla terra che sull’aria, tanto sull’acqua che sul fuoco,
tanto sulla mente che sulla volontà.
Era chiaro che il loro intento era quello di riuscire a conquistare il Presidio
Militare. Ci riuscirono falciando una quantità incredibile di vite il 16° giorno,
del 10° mese, del V anno dalla Fondazione. Questo secondo attacco distrusse
quasi completamente la Roccaforte. Una volta conquistato il Presidio, gli Orchi si misero subito a sorvegliarlo
posizionandosi nei dintorni. Ma il 10° giorno, del 11° mese, del V anno dalla
fondazione, presso il Tempio della Dea comparve una figura parentemente
incorporea che quando si rivelò essere Honorius raggelò il sangue di tutti gli
astanti. L’acerrimo nemico del Granducato se ne stava in piedi, in mezzo ai
corpi immobilizzati dei presenti a terra, tra cui il suo Sciamano Fixius
ed il Signore dei Paladini Lebow in procinto di morire. Mentre un’altra
illustre vita perì in questa guerra, quella della Baronessa Astarte, alleata
dell’Alleanza Nera.
Il giorno che i vessilli di Lot ritornarono a sventolare su quello che rimaneva
del Presidio Militare, il corpo della Baronessa fu resuscitato al Maniero e la
stessa fece recapitare al Conte una missiva con su scritto:<<Conte Thorm, le
vicende del Granducato di recente ci hanno diviso molto di più di quanto
inizialmente saremmo stati disponibili a fare.
Un tempo riuscivamo ad identificare il Bene di questo Granducato nello
stesso modo io e Voi. Non è più così.
Ma Il Principe dei Cavalieri Neri Dryke custodisce
qualcosa che renderà finalmente chiaro
il motivo delle divisioni e dell’atteggiamento
dell’Alleanza Nera.
Se ancora rimane in Voi, non solo la speranza
di evitare un bagno di sangue, per di più fratricida,
ma anche una seppur minima fiducia
nella lealtà che mi ha sempre guidata nel mio
agire con Voi, Vi supplico di venire al Maniero,
disarmato e solo.
L’oggetto custodito vale certamente il rischio.
Ecco dunque che Vi attendo al Maniero, disarmato
e solo, basterà annunciare la Vostra
venuta e chi di dovere.
I miei rispetti. Astarte>>.
Nella tarda serata il Conte Thorm, scortato da
un cospicuo gruppo di Paladini dell’Antico
Codice, si recò alle Caverne per incontrare una
delegazione della Nera Alleanza, in seguito
alle richieste giunte dalla Baronessa Astarte.
Giunto all’accampamento che cingeva d’assedio
il Maniero dei Cavalieri Neri, nel quale la
Nera Alleanza aveva trovato rifugio, il Conte
Thorm incontrò la delegazione, guidata dal
Principe dei Cavalieri Neri Dryke e composta da rappresentanti di tutte le Gilde presenti
nel Maniero in quel momento. Dopo alcuni
scambi di battute, il Principe dei Neri mostrò
al Conte una misteriosa scatola, che quest’ultimo
immediatamente riconobbe, apparendo
turbato profondamente. Il Conte, una volta
ottenuta la scatola, raggiunse brevemente un
accordo, fra lo stupore generale dei presenti e
dopo aver tranquillizzato il Signore dei Paladini
VladDracul con parole sussurrate. L’accordo
prevedeva innanzitutto che i membri
della Nera Alleanza non dovevano essere più
considerati nemici del Granducato e che potevano
rientrare nel medesimo senza ritorsione
da parte d’alcuno.
La pace sembrava essere davvero tornata in
una città devastata e cambiata, ma la maledizione
che Honorius lanciò, nei confronti del
Conte Thorm quella sera al Tempio, aveva già
preso forma ma nessuno se n’era mai curato,
così come nessuno si curò di quella voce spera
nel vento che già iniziava a dilagare e portava
con se il nome di Simeht
Il vento della Parola di Dio.
Da quando era stata fondata, Lot non si era
mai posta problemi di tipo religioso, con
quell’attenzione devota agli intrighi di corte e
a nemici terreni.
Chi aveva fondato Lot, lo aveva fatto soprattutto
in nome della Dea e più di una volta Essa
era intervenuta per preservare la Città, solo
per mostrare quella benevolenza, maschera
dell’invidia.
L’eventualità della venuta di Simeht non era
mai stata presa molto in considerazione. I
Cittadini sempre pronti a sguainare le spade
contro un mercenario nemico si trovarono incapaci
di difendersi da chi proclamava la Verità
della Menzogna, di chi ora aveva scoperto
la vera entità della Dea, nel verbo di Simeht. Il malumore e la confusione iniziarono a prendere
il posto della serenità ed incertezze e caos
cominciarono ad arrivare contemporaneamente
da Sud, da Telthartown, e da Ovest, da
Quinalth.
Il giorno 20° del 7° mese del VI anno dalla
Fondazione.
La prima battaglia condotta dal III° Reggimento
Blizzard, con a capo il Conte Thorm, e
l’aiuto di molte Gilde combattenti condussero
numerose e sanguinose battaglie contro i Goblin
e contro chi eretico veniva definito.
E anche se la battaglia contro Honorius era
temporaneamente vinta, nulla era più come
prima, alcune certezze stavano crollando,
troppe cose stavano cambiando e Lot con loro.
Panta Rei
“Tutto cambia, nulla accade per caso”
Chi lo sa se è stato il caso, la fortuna, il destino,
il volere degli Dei, e dei loro figli, che
talvolta giocano con le nostre esistenze come
se fossimo in delle complicatissime trame che,
passando per il caos, ci portano all’equilibrio.
Tutto cambia.
In quel periodo Lot e la sua struttura sociale
mutavano. Gran parte delle gilde storiche
cambiavano la guida e la città si trovò con una
generazione giovane di responsabili che tentavano
di affrontare, con maggiore freschezza, le
novità che loro malgrado stavano investendo
tutti.
I Maghi si divisero in tre ordini secondo l’influsso
delle lune e a Sud, i fedeli di Simeht,
cacciati da Lot, si riunirono intorno alla Vecchia
Torre consacrata all’Unico, lontana miglia
dalla Cittadella, dove studiando quella
che chiamavano Genesi Oscura crearono le
basi per la nuova fede che attirò i proseliti e
con essa nacque la prima organizzazione Armata
di Dio.
I Cartografi di corte vennero comunque incaricati di creare le mappe di quelle terre e, durante
i sopralluoghi, il Cartografo e Curatore
della Storia Jigoro trovò una mostrina militare
che di certo apparteneva all’esercito di Nathamèr.
Nulla accade per caso.
Non a caso il Principe delle Tenebre Sofronia
uccise il terzo maestro di spada di Nathamèr
Lorighel.
Non a caso è Lord Magno per primo a portare
il verbo di Simeht a Lot. Lord Magno che fu
per lungo tempo Cavaliere Nero.
Non a caso il braccio armato delle schiere
dei suoi seguaci, Lord Cratere, fu a sua volta
Principe delle Tenebre.
Non a caso entrambi per un periodo portarono
al dito l’Anello del Fato e, di certo, non per
caso proprio in quella Vecchia Torre si recavano
e le parole di Dio furono loro chiare.
Lì il legame tra Nathamèr e Simeht è nebuloso
ma non imperscrutabile, mascherato dalla rottura
del Vaso del Caos e dalla nebbiolina che
mai abbandona quei luoghi.
La Baronessa Astarte, madre di Cratere,
era combattuta se seguire il figlio e il Conte
Thorm non riusciva più a vivere serenamente.
L’urgenza, spuntata chissà dove dopo anni
che Dio fondava il suo piano, di prendere una
decisione e di andar contro, in guerra, ai fedeli
della Verità sfociò in un duello.
Il Conte Thorm venne sfidato a duello dal
Cupo Re Cratere, suo vecchio amico. La sfida
venne accettata e il giorno XI del mese II
dell’anno VII Thorm sconfitto cadeva sotto i
colpi dell’eterno. Lì, nel Tartato, Thorm incontrò
Simeht e quando la qua anima ritornò
nel piano reale, rinacque come Suo fedele.
E da quel momento, nulla fu come la Dea aveva
predestinato, Simeht si era ribellato nella
sua cella sotterranea e il Suo verbo stava segnando
l’animo di molti. Fu immediata la creazione di un nuovo Governo,
di un nuovo Potere, con l’autorità aggiunta
dei nuovi governatori Cratere, Wolfang
e Clemence, che rovesciò, di fatto, quello che
fino ad allora aveva prosperato ed amministrato
il GranDucato.
Venne abolito il saluto ufficiale del regno
<<Atthemis>> e nuove leggi sostituirono
quelle che erano state fino ad allora in vigore.
Il Tempio della Falsa venne proclamato Oscuro
sancendo così, anche sul piano materiale, il
risorgere del potere di Simeht.
Nella notte tra il giorno XII e XIV del mese II
del VII anno dalla fondazione, il Nuovo Governo
guidato dal Conte Thorm si insediò a
Corte. Nella stessa notte il Reggimento Phoenix,
unitamente ai Chierici, ai Maghi Bianchi
e ad una nutrita schiera di cittadini fedeli alla
Dea, prese possesso a nome del Triumvirato,
che intanto si era venuto a creare, della Vecchia
Torre e del Tempio Oscuro.
Qualche giorno dopo questi eventi la Baronessa
Astarte rispose pubblicamente alla lettera a
lei indirizzata dal figlio Cratere qualche giorno
prima, manifestando così il disagio nel dover
condividere il nuovo potere con l’animo del
Conte che più non riconosceva e stabilendo
che avrebbe intrapreso quanto necessario per
poter riavere al proprio fianco l’antico Animo
dell’Augusto.
Fu così che le vicende si susseguirono rapide, i
Draghi della Luce attaccarono la Corte, senza
tuttavia riuscire nell’intento di conquistarla;
mentre molte Gilde si schierarono contro il
Conte Thorm riconoscendo nel Triumvirato
la loro guida.
Il problema non restò così solamente religioso
ma divenne politico. I Cittadini rimanenti,
fedeli alla Dea, non riconoscevano negli attuali
valori del Conte Thorm lo spirito lottiano
fondato sui principi e le parole venefiche della Dea. E sempre più cittadini cominciarono a
contrastarlo per riprendersi ciò che era stato
tolto.
Ma pochi giorni dopo il Tempio della Dea
entrò definitivamente in possesso di Simeht.
L’edificio venne dato alle fiamme e sui resti in
cenere venne proclamata la nascita di un nuovo
Tempio dedicato a Simeht. Per rafforzare il
potere delle Sue schiere, venne ufficialmente
decretata la carica a Governatori Neri del Primo
Necromante Marduk e del Principe delle
Tenebre Loki.
La Bianca Alleanza così, stretta attorno al
Triumvirato e alla Baronessa Astarte, tentò di
contrastare il nuovo Governo.
Una piccola schiera di Paladini dell’Antico
Codice, Cavalieri Erranti, Cavalieri della Dea
Themis, Detentori dell’Arcana Saggezza, Sacro
Ordine del Leone o in generale, da coloro
fedeli a Themis, trovò concilio al di fuori
delle mura della Cittadella, dando origine alla
“ROCCIA”.
Il Tempio venne più volte preso d’assalto dalla
Bianca Alleanza, durante il periodo in cui Dio
instaurò con fermezza la sua autorità, ma non
venne ricondotto alla sua vecchia consacrazione.
I Monaci Neri evocarono l’incanto del Caos
all’interno delle mura del Tempio assoggettandolo
quasi completamente.
Erano tempi bui, segnati da continue guerre
mentre con un pubblico proclama del Comandante
Supremo delle Guardie Ducali BU,
venne sancito “unico Governo Legittimo”
quello composto dai Governatori Glaudius,
GreenWarrior e Nicolao, sotto la guida della
Baronessa Astarte, e ,contestualmente, illegittimo
qualunque altro governo.
I fedeli al Conte Thorm, tra cui il Console
dell’Esercito Ducale Riveda, considerarono
però l’azione di Bu un atto di altissimo tradimento.
Il caos e la confusione non accennava a diminuire, i Principi Neri Loki e Jarod vennero,
pochi giorni dopo, assassinati da Misteria ed
Aenighma.
Il Governatore Cratere dichiarò i Maghi Neri
nemici del Governo, condannando a morte
tutti i seguaci dello Shalafi Biba. Mentre, Honorius,
restava a guardare, soddisfatto della
rabbia interna che stava distruggendo la città
da lui tanto odiata; si limitava però a mandare
ogni tanto avvertimenti della sua presenza,
aspettando il momento più opportuno per
scagliare il colpo mortale che certamente stava
preparando.
Il vero inizio di tutto fu quando il Tempio si
trasformò in un braciere, proprio durante il
matrimonio tra il Cupo Re Cratere e il Messaggero
Misteria. E da quel rogo solo il Cupo
Re si salvò immane.
La distruzione del Tempio sancì così la sconfitta
temporanea dei fedeli di Simeht, che fecero
ritorno alla Vecchia Torre, loro antica sede.
All’Augusto Conte Thorm non restò che annunciare
pubblicamente il ritiro, ma non per
questo si arrese agli eventi. Promise infatti
che presto la Nera Fazione avrebbe espugnato
nuovamente le mura del Regno.
Subito dopo il Governo legittimo, guidato da
Astarte, venne riportato completamente al
Potere.
Anno VI - Mese 9° - Giorno 29°
(06/01/2004 -> 03/12/2004)
Dichiarati Eretici dal Conte Thorm e confinati
alle Terre Esterne, i Cavalieri riconobbero
l`autorità del Cupo Re Cratere, fratello
di Magno, la Guida dei Mistici Simehtiani: i
Monaci di Simeht. Tale tuttavia era la sua autorità
indiscussa e il suo potere che visse invero
più come un Re dei Re che non un Generale
tra i Generali, come invece si accontentava di
farsi chiamare. Figlio di Veddharta di antica nascita, Cratere era creatura di ineguagliata
intelligenza e altrettanta spregiudicatezza, un
miscuglio di caratteristiche che ben si amalgamava
con una sfrenata e sconfinata bramosia
di conquista. A tanto infatti egli bramava
che, nel suo secondo anno di regno, dopo aver
sfidato e sconfitto a duello il Conte Thorm di
Lot, osò trafugarne la salma per resuscitarne
il corpo nel nome di Simeht. Thorm ritornò a
camminare sul mondo dei vivi, ma la sua debole
mente era piegata all’Unico e totalmente
assoggettata al volere di quel Re che egli elevò
a protettore e coreggente del Ducato. Cratere,
legittimato dalla legge del Ducato e dalla
nomina a Barone, marciò, come era nei suoi
piani sin dal principio, con tutto il suo esercito
alla volta di Lot e ne prese possesso. Durante
la sua reggenza il Silenzio portato dalla sua
Ascia si abbattè sul Ducato. L’eretica idolatria
di Themis fu perseguitata e sradicata casa
dopo casa, l’immondo Tempio raso al suolo
fino alle fondamenta e la città intera ripulita
dalla miserabile presenza di chi non poteva o
non osava piegarsi alla giusta legge del nostro
Unico e Solo Dio. Cratere istituì nuove leggi e
reggimenti a capo dei quali pose nuovi Governatori.
Banditi, gli antichi nobili lasciarono la
città e per un po’ di tempo il sole stesso smise
di sorgere sui Domini dell’Oscuro Signore.
Il Regno dei Simehtiani arrivò allora sotto di
lui alla sua massima potenza. Del suo glorioso
regno questa fu certamente la sola macchia:
l’aver lasciato in vita i propri nemici quando
invece sarebbe stato molto più appropriato distruggerne
la città e cancellarne la stirpe
Al crollo del Tempio, durante la cerimonia
d’unione tra il Cupo re ed il Messaggero di
Tenebra, i Cavalieri fecero ritorno alle Terre
Esterne, da dove tuttavia continuarono le loro
sortite nel Ducato, quella avvenuta alla Banca,
ad esempio, viene ricordata per quella che fece entrare anche la Contessa Astarte in guerra,
Contessa che occupò le Caverne dei Neri e che
obbligò la Masseria a chiudere i rifornimenti
ai Simehtiani.
Il Cupo Re Cratere abdicò dopo qualche mese
in favore della Drow Tessajga che continuò
sulla stessa linea del suo predecessore.
Una volta divenuta Baronessa e successivamente Contessa, ASTARTE
portava a Lot per la seconda volta qualcosa di nuovo dopo esser stata la
prima non-umana a diventare nobile; istituiva infatti la sua personale corte,
un mestiere nato per sua volontà e in base alla sua volontà da lei
amministrato: la Corte dei Grifoni.
Come già detto, la corte era espressione diretta della volontà della Baronessa,
dal suo statuto emergeva chiaramente come tutto dipendesse da lei: decisioni,
ingressi, promozioni, espulsioni, etc.
Il mestiere era ovviamente chiuso, vi si accedeva per merito, per aver ispirato
fiducia nei confronti della Baronessa che quindi riteneva una persona degna
di servirla in maniera diretta.
All’interno della corte coesistevano figure assai varie e differenti, conferendo
un certo fascino all’insieme dei fedelissimi della Baronessa: guaritori,
combattenti, silenziosi osservatori, intrattenitori… ASTARTE non voleva farsi
mancare niente e lo si vede chiaramente dando anche solo una fugace lettura
a quella che era la scala gerarchica della corte.
Di lei restano soltanto le cronache di quello che ha fatto, di ciò che ha
rappresentato per Lot: ha collaborato alla sua fondazione, al suo sviluppo, al
suo governo, ha portato importanti novità nella classe nobiliare e ha dato vita
ad un mestiere che l’ha fedelmente seguita finché ella ha mantenuto il suo
titolo nobiliare; una persona che è stata importante per Lot tanto quanto i
pilastri su cui è stata costruita e che anche oggi, ormai lontana dalle nostre
terre e priva del titolo di cui si è fregiata a lungo, non può non suscitare
ammirazione nel ricordarla e nel parlare di lei. Non possiamo parlare di Astarte senza parlare della sua corte, la corte dei Grifoni.
Qui di seguito riportiamo lo statuto, anzi gli statuti sia di quando Astarte era baronessa che quando divenne contessa

Corte dei Grifoni al tempo del baronato



STATUTO
ARTICOLO 1 - Definizione
La Corte dei Grifoni è un Mestiere del Gran Ducato di Lot.
ARTICOLO 2 - Scopo generale
Fanno parte della Corte quei Lottiani che più son stati ritenuti degni di fiducia da sua Eccellenza la Baronessa ASTARTE. La Corte dei Grifoni è infatti votata completamente alla sua Persona, il nome stesso deriva dalla fierezza e nobile fermezza che distinguono la Baronessa stessa.
La Corte vive in modo assoluto ed esclusivo per la Sua Signora: ogni momento del Suo diletto e ogni momento per Lei di difficoltà, sono diletto e difficoltà anche per la Sua Corte, che li condividerà con Lei.
ARTICOLO 3 - Stile e comportamento
Gli appartenenti alla Corte dei Grifoni sono tenuti ad esaudire ogni richiesta o desiderio della Baronessa Astarte. Ciò anche se talvolta possa implicare azioni al limite della legalità o apparentemente incomprensibili se non esperti delle nobil trame.
ARTICOLO 4 - Cariche e responsabilità
Mysterii Dominator della Corte dei Grifoni
E` un potente conoscitore dell`Arte Arcana, schivo e solitario, temuto dai più per i suoi oscuri e temibili incanti, e gode della massima fiducia da parte della Baronessa.
Consigliere della Corte dei Grifoni
Stratega, avveduto politico e pratico degli intrighi di corte, il Consigliere mette a disposizione della Baronessa la sua saggezza e i suoi consigli per sostenerla nelle difficili esigenze che comporta la reggenza di Lot.
Messaggero della Corte dei Grifoni
Eloquente oratore e abile nella scrittura, il Messaggero della Corte redigerà le missive private su ordine della Signora. Intimo conoscitore dell`Augusta personalità, è persona schiva e ad Ella completamente fedele.
Oracolo della Corte dei Grifoni
Figura misteriosa, di indiscusso fascino e potere. Con le sue arti scruta nel Passato, nel Presente e nel Futuro alla ricerca di risposte e di premonizioni. Emette i suoi responsi in forma sentenziosa e per lo più ambigua.
Sparviero della Corte dei Grifoni
Misterioso e sfuggevole colui che si fregia di tale titolo sarà il silenzioso occhio che osserva ogni evento di interesse per la sua Signora.
Tagliagole della Corte dei Grifoni
E` il combattente e sicario della Corte. Come fido inviato della Baronessa potrà compiere anche atti al limite della legalità e dalladiscutibile correttezza, forte della protezione che la Signora può fornire.
Taumaturgo della Corte dei Grifoni
Abile guaritore, autore di studi approfonditi sull`utilizzo delle erbe, e attento conoscitore di pozioni e filtri. Ha deciso di mettere la sua abilità al servizio della Baronessa e della Corte dei Grifoni, in cambio del favore della Baronessa stessa.
Succube della Corte dei Grifoni
Trascorre gran parte del suo tempo intrattenendo l`Esimia Baronessa e con la sua dialettica ed arguzia riesce a sostenere la sua Signora e a compiacerne le volontà.
Istrione della Corte dei Grifoni
Abile comunicatore di grande inventiva, ha buona fisicità e ottima proprietà di linguaggio. La sua abilità è basata sulla capacità di far sognare gli altri, plasmandosi fluidamente ai bisogni ed ai desideri che percepisce.
Scagnozzo della Corte dei Grifoni
Incarna al meglio la figura del cortigiano. A lui spettano i compiti più complessi e assolverli è il prezzo per la protezione della sua adorata Signora. In alcuni casi potrà essere a lui chiesto di assolvere compiti anche per altri Grifoni.
ARTICOLO 5 - Meccanismi decisionali
Le decisioni all`interno della Corte sono prese dall`Augusta Baronessa. In caso di diversi parere da raccogliere e riassumere, se ne incaricherà il Mysterii Dominator, per poi riferirealla Baronessa, che resta comunque l`unico organo decisionale.
ARTICOLO 6 - Requisiti di ammissione
Non vi sono requisiti di ammissione, alla Corte accedono solo coloro i quali godono di stima ed affetto da parte della Baronessa.
ARTICOLO 7 - Carriera
Ogni ruolo è assegnato in base ai meriti o alla volontà della Baronessa. Sempre dalla Sua volontà dipenderà il periodo di praticantato degli Scagnozzi, i quali potranno in seguito aspirare ad altre cariche.
ARTICOLO 8 - Dimissioni / espulsione
E` potere esclusivo della Baronessa, la possibilità di espellere qualcuno dalla Corte. Questa norma è tacitamente accettata da tutti coloro che hanno l`Onore di entrare nelle Sue grazie. Essere espulsi è una macchia da evitare a qualsiasi costo, perché comporta anche la rottura irreparabile del rapporto con la Baronessa.

Saluto Ufficiale: Nemo Impune La Corte dei Grifoni è un Ordine Elitario che nasce e si sviluppa in simbiosi con la figura dell`Augusta Contessa Astarte. La Corte è, infatti, costituita da persone ad Ella affini, scelti per le loro rare qualità.

Articolo 1 - Definizione

La Corte dei Grifoni è un Mestiere del Granducato di Lot.

Articolo 2 - Scopo Generale

Fanno parte della Corte quei lottiani che più son stati ritenuti degni di fiducia da sua Eccellenza la Contessa Astarte. La Corte dei Grifoni è, infatti, votata completamente alla Sua persona e vive in modo assoluto ed esclusivo per la Sua Signora.

Articolo 3 - Stile e Comportamento

Gli appartenenti alla Corte dei Grifoni sono tenuti ad esaudire ogni richiesta o desiderio della Contessa Astarte senza porsi domande o scrupoli. La Sua volontà è l`unica legge per coloro che da Ella sono stati eletti.
In attuazione della Norma sulla Tutela: il comportamento degli Adepti tutti deve rispettare l`allineamento
del Mestiere e della propria razza, ma in nessun caso sono giustificate le violenze su minori o l`esibizione gratuita e immotivata di violenza ai danni di inermi cittadini del Granducato.

Articolo 4 - Cariche e Responsabilità

Egemone della Corte dei Grifoni
Maestro di retorica, abile politico ed avvezzo alle oscure trame di Corte, l`Egemone è la prima voce a cui la Contessa è solita chiedere consiglio. Inoltre, essendo colui che più da vicino aiuta la Contessa negli affari del Granducato, è in lui che si potrebbe ricercare una figura di riferimento per la Corte tutta.

Sparviero Oscuro della Corte dei Grifoni
Misterioso e sfuggevole colui che si fregia di tale titolo sarà il silenzioso occhio che osserva ogni evento di interesse per la sua Signora. Vive nelle ombre di cui e` profondo conoscitore. Temibile ed abile sicario egli elimina, nell`anonimato e quando necessario, detrattori della Corte e personaggi scomodi invisi alla Contessa.
Taumaturgo della Corte dei Grifoni
Alla conoscenza ha dedicato la sua vita, alla ricerca della verità che soggiace in ogni anfratto della Natura. Ha accettato di seguire la Contessa per poter accrescere il suo sapere, senza che ottusi sguardi si posassero sulle sue ricerche. In cambio mette a disposizione le sue ampie conoscenze alchemiche, mediche ed erboristiche.

Tagliagole della Corte dei Grifoni
Campione della Corte, combattente elitario, malvagio e spietato con ogni nemico in battaglia si distinguerà per l`eleganza dei suoi movimenti.
Figura di spunto per i tornei e gli scontri diretti e` il campione della Contessa. Abile nell`uso delle armi sarà colui che, all`interno della Corte, avrà il compito di istruire i meno validi in combattimento e nelle arti della guerra.

Mistificatore della Corte dei Grifoni
Plasmatore di menti dalla parola veloce e tagliente, ha imparato durante la sua vita a comprendere l`animo della folla. Al fine di far mantenere segreti alcuni affari di Corte, si adopererà per nascondere e far dimenticare avvenimeti e scomode voci, indirizzando l`attenzione della massa su frivole notizie.

Oracolo della Corte dei Grifoni
Figura misteriosa ed illuminata dall`antica voce della Nera Madre; d`indiscusso fascino e potere, con le sue arti scruta nel Passato, nel Presente e nel Futuro alla ricerca di risposte e premonizioni.

Scagnozzo della Corte dei Grifoni:
Vero e proprio braccio militare della Corte, rappresenterà colui che senza onore e senza remore porterà a
termine i compiti piu` abbietti e sporchi a lui affidati dalla sua Signora. Pronto a sacrificare la vita per la portezione della Contessa, è solitamente un soggetto dall`indole violenta sprezzante del pericolo.

Succube della Corte dei Grifoni
Trascorre gran parte del suo tempo intrattenendo l`Esimia Contessa; grazie alla sua spiccata dialettica ed arguzia soddisfa ogni desiderio della Sua Signora compiacendone ogni volontà.

Rakshasa della Corte dei Grifoni
Misteriosa figura legatasi alla Contessa per ricevere una protezione e trovare nella Signora dei Grifoni un forte alleato, segue l`operato della Corte, mettendo a disposizione le sue conoscenza arcane e i suoi poteri.

Articolo 5 - Meccanismi Decisionali

Le decisioni all`interno della Corte sono prese dall`Augusta Contessa. In caso di diversi pareri da raccogliere e riassumere, se ne incaricherà l`Egemone, per poi riferire alla Contessa, che resta comunque l`unico organo decisionale.

Articolo 6 - Requisiti di Ammissione
Non vi sono requisiti di ammissione. Alla Corte accedono solo coloro i quali godono di stima ed affetto da parte della Contessa.

Articolo 7 - Carriera

Ogni ruolo è assegnato in base alla volontà della Contessa.

Articolo 8 - Dimissioni\Espulsione

E` potere esclusivo della Contessa, la possibilità di espellere qualcuno dalla Corte. Questa norma è tacitamente accettata da tutti coloro che hanno l`Onore di entrare nelle Sue grazie. Essere espulsi è una macchia da evitare a qualsiasi costo, perché comporta anche la rottura irreparabile del rapporto con la Contessa.


Molay il rivoluzionario



Per terminare questo articolo su una indiscussa personalità mi pare doveroso aggiungere poche parole sul labirinto della Corte, forse un luogo quasi altrettanto famoso descrivendolo con le parole di Lord Epos

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Ancor me lo ricordo nella sua cupa maestosità, ci vollerò anni perchè fosse finito, opera di genio che mai ha rasentato la follia, un grande cancello in ferro battutto ne era il severo guardiano, solo a pochi, agli eletti, ai Grifoni era concesso di sapere il modo per farlo aprire, sì il trabocchetto del cancello...era solo il primo. Il suo geniale ideatore e progettista lo sognò, lo disegnò e lo fece realizzare perchè fosse emanazione della potenza del Grifone su Lot, un luogo da temere da ammirare come lo erano i Grifoni dell`Esimia Contessa Astarte.
Siepi alte piu` di un uomo di buona statura creavano le pareti del labirinto, pareti che potevano condurre in luoghi piacevoli o condurre nel nulla... tra quelle pareti si poteva anche morire. I Grifoni conoscevano la strada gli altri no. Ma la Meraviglia del Labirinto custodiva altre Meraviglie, bizzarrie, centinaia di specie di piante rare vegliavano su di esso, piante carnivore dai lunghi tentacoli e dagli affilati denti, o i fiori dell`oblio il cui nettare mortale poteva essere...quante cose in quel labirinto.
Vi era la fontana, il cui getto poteva oscurare il sole o rinfrescare la luna, la fontana in cui spesso venivano annegati o torturati i nemici, sì perchè il labirinto era questo arte e morte... stupore e paura... genio e malvagità.
Ed infine il bastione, torre cupa e spettrale che sorgeva nel centro del labirinto che pareva annodarsi attorno ad esso come una vorace anaconda, il bastione da cui si potevano sollevare le urla di chi sfortunato era giunto fino al centro, di chi era stato catturato... o dove si poteva udire il suono della cetra...di chi da lassù vegliava la sua creazione, i suoi occhi bianchi vegliavano sulla sua opera massima mentre annoiato pizzicava le corde della cetra... e sapendo che un giorno tutto quello sarebbe bruciato...
una piuma di pavone volò nel cielo e si depose di fronte ad una delle statue dei grifoni dell`ingresso... e fu
l`inizio della fine del labirinto....forse.
" Dopo aver incontrato due esponenti della Corte dei Grifoni e aver ricevuto dall`Oracolo lady Ylleana e dal Mistificatore lord Epos le risposte sulla Corte dei Grifoni preferisco riportarle pari pari senza aggiungere niente a quello che reputo una magnifica testimonianza di ciò che fu.

"
in realtà eravamo un`unica cosa, mai servi ma fedeli sudditi di colei che durante la guerra civile seppe sacrificare i suoi stessi credi per salvare questo Ducato, l`ignoranza, la dimenticanza e soprattutto l`ipocrisia delle genti non gli diedero mai il giusto tributo. I Grifoni non possono tornare a vivere perchè lei non vi è più, il cuore non può battere se non vi è vita in esso... ma i Grifoni allo stesso tempo non abbandoneranno queste terre, perchè promisero a lei che Nemo Impune, il suo saluto, non sarebbe mai stato dimenticato. Scrivetelo bene questo

La Contessa Astarte, la Nera Madre.
La Nera Contessa non a caso era colei che poteva dirsi Cavaliere Nero e Madre della Nera Armata in senso lato.
Essi la seguivano e Lei venerava Tenebra, e di Tenebra in fondo era l`incarnazione per chiunque avesse la ventura e la fortuna di incontrarla su questo piano dimensionale. Giammai sanguinaria senza una ragione, saggia anche nell`infliggere condanne
"

"
La carica più importante, colui che era consigliere e portavoce della Nera Contessa, era rivestita dall`Egemone, Tiberius la ricoprì per lunghi anni, e pochi mesi orsono egli ritornò a calcar queste terre per poi sprofondare in un sonno ancor non cessato

i due più famosi e devoti sparvieri oscuri della Contessa: Navhaar e Friderich. Essi erano il silenzioso occhio che osservava ogni evento di interesse per la propria Signora. Vivono ancor oggi nelle ombre di cui sono profondi conoscitori. Temibili e abili sicari agiscono ed eliminano, nell`anonimato e quando necessario, detrattori della Corte e personaggi scomodi invisi alla Contessa

il Mistificatore, colui che plasmava e plasma tuttora le menti a suo piacimento, veloce e tagliente è il verbo che usava e usa, fine conoscitore degli animi mortali e delle folle

Oracolo è, non era, colei che lo sguardo volge nel futuro, e sa diramare gli intricati fili del destino, la sua non è magia ma un dono nel poter dipanare la nebbia che fitta ci cela il futuro, Oracolo le cui voci seppur in modo criptico potevano aiutare la Contessa nel viaggio verso il pesante futuro di queste terre. Ma tutto ebbe un prezzo, molte voci...nessuna vista (parole di ser Epos)
Il Dono, la Vista era anche un fardello. I nostri occhi privati delle pupille, fagocitate dal Nulla. E nondimeno, capaci di Vedere nel buio della cecità oltre quanto è comune (la spiegazione ricevuta dalla stessa lady Ylleana)

Figure di egual spessore erano i Taumaturghi, Luinel e Anhel, due eldar non comuni, le loro vite volte alla ricerca della verità che soggiace in ogni anfratto della Natura

vi fu anche Bern...anch`esso elfo, tagliagole fidato e combattente d`onore
Bern il Diletto, rammento bene
Così come Byron. Una figura misteriosa era quella del Rakshasa Dakis, fruitore di indubbia potenza, ma altrettanto sfuggente e misterioso

Scagnozzi e Succubi, vi erano a corte nomi e volti noti come Nyssah, Tolkien, MissViolet intrattenevano l`Esimia Contessa; grazie alla spiccata dialettica, eleganza e arguzia, qualità tese a soddisfare ogni desiderio della nostra amata Signora, compiacendone ogni volontà. Nyssah era anche abile con le armi, rammentiamo, Tolkien maestra d`eleganza e Missviolet sapeva esser fedele dama di compagnia di Astarte

e poi vi era Korisios, colui che mai fu formalmente della nostra Corte, ma nella realtà fu Grifoni più lui di altri, ragazzo senza dimora, fu per noi punto di ispirazione ed orgoglio, vi sarei grato se nel vostro resoconto inseriste anche il suo di nome seppur non ebbe mai una carica ufficiale. Fu nostro Delfino, e dalle genti si elevo con forza e dedizione.
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Nemo Impune Semper, il saluto e motto della Corte dei Grifoni continua a esser nominato nel Granducato anche se oramai ramante ma come ha voluto sottolineare lord Epos prima di lasciare la casa dei Detentori
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scrivete che ci sarà sempre un Grifone di Astarte a Lot, e che i veri Grifoni siamo noi... molti sono morti, altri hanno abbandonato il sentiero, ma comunque ieri, oggi e domani uno ne rimarrà sempre, in attesa che gli altri possano tornare
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Come mi fu chiesto adesso posso dire di avere rispettato la mia promessa e cercare di ricordare non solo una persona a cui il Granducato deve tanto ma anche le persone che l`attorniarono e che tanto fecero.

Kaan
Depositario dei Segreti