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CATEGORIA: Le gesta di Lot
NOME: Parmenione
NOME DEL PG IN GIOCO : Il Leone
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La Compagnia del Martello e la ricerca del Gran Maestro del Sacro Ordine
del Leone
Ludus Maschera,
son stati apposti alcuni scritti presso le Ducali Bacheche,ma in nessun caso si
faceva menzione dei fatti accaduti e del loro svolgimento.
Trovo giusto che questa "avventura" debba essere almeno un minimo ricordata e
che vadano menzionati coloro che ne han fatto parte.
Era un pomeriggio assolato quello di qualche settimana fà.Un pomeriggio in cui
mi trovavo a passare presso la Bottega Cainus Ferrum,di proprietà di Lady
Meryl.Avendo qualche moneta da spendere entrai per fare la mia ordinazione e far
due chiacchiere col Fabbro,con cui condivido alcuni interessanti pensieri.
Stranamente Ella aveva un atteggiamento piuttosto singolare,che in seguito
scoprii, derivato dall`ingerimento di alcuni liquidi atti a alterare la
percezione mentale e ad alleviar le pene dell`animo,comunemente
chiamati...alchoolici.
Avendo già affrontato tale argomento in passato mi premunii di confiscar tali
bevande e sincerarmi della motivazione che aveva indotto lady Meryl a farne uso.
Venni così a conoscenza del fatto che da quasi una Luna il suo sposo,Il Gran
Maestro del Sacro Ordine del Leone Gold Sejit Sun, era scomparso senza lasciar
notizia a Lei .
Sinceratomi che l`umore fosse un minimo migliorato mi misi in cerca
immediatamente dei Cavalieri del Sacro Ordine,per capire meglio la situazione.
Non faticai a trovarli,poichè nella serata precedente avevo letto che avevano
partecipato con vigore alla ricostruzione del Nuovo Tempio della Dea.
Li trovai infatti lì,intenti in lavori di muratura,trattenendomi fino all`ora
del pranzo.
è singolare come parlando con i ranghi bassi si vengano a sapere alcune
informazioni che poi non vengano confermate da chi detiene le file del Comando.
Dopo la chiacchierata con il Converso PiccolaEuphony,lo Scudiero Druantia,Il
Sergente Lucex e un Belivo mi fù chiaro che non era stato ancora fatto alcun
passo per cercare il Marito scomparso della Mia Armaiola di fuducia.
Serviva dunque smuovere le acque.
Così si formò quella che poi venne ribattezzata "La Compagnia del Martello".
Al seguito di Lady Meryl ,oltre al sottoscritto,si unirono una Signora dei Cieli
chiamata Nebbia,un Singolare Demone e la sua Coda ,Lord Gaenmroth e Menny,Il
Cancelliere Oscuro dell`Ade ,Il Cavaliere Esperto delle RosaeSpinae Joseph
Ronson e la cittadina Lithil Cornwell.
La direzione era chiara...la meta...La Dama Nella Roccia,ove sorge la Mansio
Perfecta,dimora dei Cavalieri del Sacro Ordine del Leone.
Inizialmente tali cavalieri non sembraron così entusiasti della presenza di un
gruppo tanto eterogeneo di persone,ma con l`arrivo del Rector Ethiel
,Evidentemente dotato di maggior buonsenso,le cose andaron via via appianandosi
e si iniziò a unire le forze per raggiungere un comune scopo.
Come prima cosa Il Cancelliere Oscuro dell`Ade si sincerò che l`Anima del Gran
Maestro non fosse nel suo Regno,quindi Lady Meryl e Lady Lithil riusciron a
entrare nello studio del Gran Maestro,rinvenendo una sorta di Mappa,disegnata
evidentemente di suo pugno.
Grazie a questa iniziammo a muoverci.
Essendo un abitante delle Terre della Cittadella ero tra quelli che meglio
conoscevano la zona,così mi diressi da solo in perlustrazione dell`area segnata
sulla mappa.Non trovai nulla...fortunatamente la cerca diede altro esito quando
la Signora dei Cieli Nebbia sorvolò la zona col suo Semi-Divino Compagno.
Trovarono qualcosa di strano...ai Pinnacoli.
Col favore della notte ci mettemmo subito in marcia e non ci fù difficile
intuire che in quel loco qualcosa era davvero accaduto.Come confermato dalla
perlustrazione aerea di Lord Gaenmroth.In una vasta zona la sabbia si era
trasformata in vetro e diverse pietre risultavano levigate.Inoltre sembrava
esservi un cunicolo che partiva dall`interno di uno dei Pinnacoli e che scendeva
nell`Oscurità.
Il Rector Ethiel fece ricorso all`empatia elfica e ci diede conferma che il
luogo era giusto...ma di star all`erta,che qualcosa si annidava sotto la sabbia.
Di comune accordo si attese il giorno per muoverci.Il Gruppo si divise e si
decise che all`interno del cunicolo saremmo scesi io,Lady Meryl,il Recor Ethiel
,il Cavaliere Leongrimm e lo scudiero Druantia,lasciando che il resto del gruppo
sorvegliasse la zona dall`esterno.
Il raggiunfimento della sommità del Pinnacolo che dava accesso al cunicolo non
fù semplice,ma una volta giunti in cima ci fù chiaro che qualcun`altro aveva
percorso quella via.Inizialmente resti di una corda che scendeva
nell`oscurità,quindi più in basso quello che sembrava un bivacco abbandonato da
poco.Mentre eravamo intenti a studiare la via da percorrere nell`oscurità
rischiarata solo dalla luce stregata del mio Monile Incantato udimmo delle voci
e dei passi.Ci preparammo alla Pugna.Sbucaron due soldati,abbigliati con divise
mai viste e capaci di vedere perfettamente nell`oscurità anche senza la presenza
degli occhi.In maniera rocambolesca riuscimmo ad aver la meglio,senza però
riuscire a cavar da loro alcun tipo di informazione.Sembravano più spaventati da
qualcos`altro che da Noi.Un ruggito che nulla aveva di terreno ci indicò ove
questa creatura dimorava.
Giunti in una Caverna ce lo ritrovammo dinanzi....di forma
Umanoide...enorme...con un volto fatto di nebbia densa e due fessure rosso
acceso come occhi.Una bocca grottesca adorna di file di denti aguzzi...e due
spade fatte delle medesima sostanza del volto.Era intenta a inveire e scagliarsi
contro quella che sembrava una barriera invisibile che ne inpediva l`avanzata.
Non ci fù tempo per...pensare.Ci fù subito addosso...il Rector Ethiel fù il
primo a attaccare in solitaria...e a essere colpito.Subito dopo toccò a
mè...pensai di averlo centrato in piena faccia con una freccia...ma non recai
alcun danno e le strane lame si materializzarono sopra di me...colpendomi più
volte.
Stessa sorte che toccò al Cavaliere Leongrimm.
Non fù semplice capire che questi colpi non ledevano la nostra incolumità
fisica,ma agivano su quella mentale,mettendoci dinanzi ai nostri peggiori
incubi.
Sembrava una battaglia impossibile,visto che le nostre armi erano inefficaci e
uno a uno venivamo ridotti all`impotenza....fù allora che Lady Meryl,defilata
dalla lotta,riuscì a superare quella barriera che era atta a tener lontana la
creatura da qualche luogo...Vista la furia del Mostro al superamento della
Barriera uno a uno la superammo,capendo che ogni volta l`essere ne veniva
indebolito pesantemente.
Oltre questa barriera trovammo Il Gran Maestro disteso al suolo,privo di
sensi...e una dama a vegliar su di Lui.
Ella non era altro che un Glorioso Ex Gran Maestro del Sacro Ordine...Lady
Shade.Fù Lei a indicarci che il Gran Maestro era ancora vivo e che aveva
qualcosa per cui lottare e far ritorno ai suoi affetti e ai suoi Cavalieri.
Ella si occupò di rendere definitivamente inoffensiva quella Creatura di nome
Astaroth e ci permise di far ritorno al Nostro Gruppo e alla Dama Nella Roccia.
Così si è concuso il Nostro viaggio.
Grazie alle forze unite della Compagnia del Martello e a quella dei Cavalieri
del Sacro Ordine del Leone il Gran Maestro Gold Sejit Sun è stato ritrovato.
La compagnia potè così sciogliersi,conservando in ognuno il ricordo
dell`avventura vissuta.
Qualche giorno dopo seppi che il Gran Maestro riaprì gli occhi e che tutto,o
quasi,poteva dirsi tornato alla normalità.
Il Leone
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CATEGORIA: Miti e Leggende
NOME: Sherva
Il Principe delle Tenebre
Racconto di un un incontro con Skakko
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Fu in una notta più scura della notte stessa che li incontrai. La notte è
emblema stesso dell`oscurità, eppure quella notte in particolare fu una delle
più nere che in secoli, secoli e secoli di esistenza abbia mai attraversato.
Come se un artiglio maligno avesse accecato le stelle, una mano bimaledetta
avesse spogliato la luna del suo tenue chiarore.
M`aggiravo per il Bosco dei Lupi, senza timore alcuno di buio e lupi stessi: per
chi ha appreso, nel tempo, a coesistere coi lupi che si annidano nell`anima, le
fiere della terra cessano di essere un problema. Non potendo affidarmi alla
vista, mi limitavo a percepire: la presenza della vegetazione, il soffio del
vento fra le fronde. Nonostante quel buio quasi ostile e minaccioso, ogni elfo
non può fare a meno che sentirsi a casa, in un bosco. Mi muovevo come un
fantasma, forte della misteriosa magia che consente di muoversi fra gli arbusti
non visti.
Fu in un momento e in un luogo imprecisato di quella stessa foresta che qualcosa
ruppe quel mio passeggiare in quanto parte integrante della vegetazione.
Qualcuno stava parlando.
Qualcuno stava rendendo gli stessi concetti di oscenità, depravazione,
disperazione e tortura in parole; non compresi, e non comprendo tutt`ora in che
lingua quella voce parlasse, o se fossero in effetti una voce sola o una intera
legione. Sapevo solo che mai prima di quel momento alle mie orecchie erano
giunti suoni tanto empi, tanto deviati. Qualcosa che, se ascoltato con troppa
attenzione e troppo a lungo, avrebbe sicuramente condotto alla pazzia finanche
una mente vesta come la mia.
Una persona qualunque avrebbe scelto di ignorare. Avrebbe scelto di deviar il
proprio percorso, seppellire quei suoni raccapriccianti sotto miglia e miglia di
distanza. Io scelsi invece di non farlo. Vivendo un`esistenza che finanche per
la longevità elfica è ormai troppo lunga, con troppe esperienze vissute, troppe
battaglie combattute, troppe nozioni apprese, fu la curiosità, al posto del
terrore, ad avere la meglio. La curiosità che, in effetti, è una delle poche
motivazioni che ancora mi spinge a interessarmi, vagamente o meno, a questo
mondo terreno.
Pertanto decisi di avvicinarmi. Invisibile agli occhi, passi dal suono
inesistente. E infine potei osservare.
Una creatura dalla forma quasi beffardamente umanoide, ma troppo imponente per
essere anche solo vagamente confusa. Si muoveva secondo un percorso scaleno, con
passi pesanti e mossi in apparenza senza criterio alcuno. La figura era
indubbiamente sola: pressochè impossibile che qualcuno sfugga ai miei sensi,
alle mie percezioni...
..eppure quella bestia immonda stava parlando.
Stava veramente conversando, di cosa e con chi, proprio non riuscivo a capirlo.
Mi sforzavo solo di osservare meglio che potevo, e ascoltare il meno possibile.
Fu proprio forse per tale concentrazione volta alla disamina di quella creatura,
e a una sorta di brivido lungo la schiena, simile a un ruscellare d`acqua
gelida, che mi distrassi. Sensazione strada, perchè io, il Corvo, semplicemente
NON sudo. Cosa sporca, il sudore. Cosa umana. Eppure, avrei giurato di provare
una sensazione simile a quella che un condannato a morte probabilmente prova
prima della sua esecuzione, quando solo in una minuscola cella non ha che da
prendere consapevolezza della sua imminente, inevitabile morte.
Tornando alla mia distrazione, in qualche maniera la creatura potè percepire
qualcosa. O forse aveva sempre saputo che mi trovavo a pochi passi di distanza,
ma aveva semplicemente deciso che non gli importava, fino a quel particolare
istante.
Dunque, il Demone mi chiamò.
Si, perchè di Demone si trattava, ma non un Demone come tutti gli altri.
La maggior parte dei Demoni che in questi luoghi ho potuto osservare non sono
altro che fantocci maledettamente resistenti e maledettamente vuoti.
Semplicemente della armacce arrugginite, che Simeht, evidentemente, si diverte a
buttare in giro a casaccio. Minacciano, macellano, fanno i bulli con la loro
Aura, macellano ancora.
Ma non questo. Questo era il volto della fossa più profonda dell`ultimo degli
inferi. Questo era l`opposto di tutto ciò che è buono e giusto nell`intero
creato.
Mi chiamò non per nome, appellandomi come se fossi null`altro che un animaletto
giocherellone, poco più che un balocco in grado di muoversi. In una diversa
occasione, mi sarei seccato. Avrei deciso di punire chi osava rivolgersi a me
senza rispetto. Avrei potuto arrivargli alle spalle, forse, infilargli qualche
palmo di lama in quel cranio maledetto. Ma non in quel caso. In quel caso, arco
e frecce, spada e pugnale, finanche i più letali veleni nella mia scarsella mi
sembravano utili quanto un filo d`erba: non c`era bisogno di combattere, ero
sconfitto ancor prima di cominciare da qualcosa che da secoli avevo scordato di
poter provare: terrore.
Compresi che era ormai inutile far finta di nascondermi, pertanto mi rivelai. La
bestia non fu stupità, ma solo in qualche modo soddisfatta di poter contemplare
qualcosa di inaspettato. Si introdusse come la creatura di Simeht quale era, il
fantoccio Skakko. Ma non era da solo, in effetti. QUalche altra turpe presenza
mi si rivolse da quel burattino rivoltante. Una presenza giovane, una infante
appena, eppure ben più agghiacciante di quanto qualunque età potrebbe concorrere
a raggiungere. Principessa Costanza: questi titolo e nome che mi vennero da lei
stessa forniti.
Quella piccola creatura corrotta, cosi innaturale che persino contemplare il
pensiero della sua esistenza mi repelleva, propose di giocare. "Propose" è una
scelta di parole fatta solo per amore di conversazione: era ben chiaro che non
avevo altra scelta. E che mi accingevo, volente o nolente, a giocarmi la vita.
Un bene prezioso per me, ma null`altro che un trastullo per lei. Per loro.
Mi venne quindi sottoposto un indovinello. Un indovinello che altrimenti mi
sarebbe parso interessante, un cimento buono a far lavorare la mente; ma quanto
cerco di ribadire è che ascoltare una voce cosi drammaticamente differente da
ogni tipo di suono rassicurante che la mia mente potesse concepire rendeva
difficile concentrarsi sulle parole. Mi ci volle uno sforzo notevole per
comprendere, memorizzare, cercare di iniziare a riflettere pur con la
consapevolezza che in caso di fallimento per me era finita. Ora che sono ben
distante da quella notte, mi riesce di comprendere che la morte in sè
probabilmente sarebbe stata solo un`agognata fine di quanto avrebbe potuto
capitarmi. Non scriverò di cosa credo quella creatura sia capace quando decide
che qualcuno cessi di essere materia di conversazione e diventi materia di
"giochi".
L`indovinello era insolito, ma con grande impegno e potendo vantare una sequela
di ricordi sulla linea di demarcazione dell`infinito, ebbi modo di risolverlo.
Inutile citarne il testo: quello che conta è la soluzione. Una soluzione cosi
opposta al terrore che provavo, e alla misura in cui lo percepivo, che una volta
giunto alal conclusione quasi mi venne da ridere. O forse stavo solo per cedere
alla follia.
La risposta all`indovinello era CORAGGIO. Una risposta difficile, perchè davanti
a creature come Skakko e Costanza, il coraggio non è altro che una miserevole
candela da tombe dinnanzi alla furia di una tormenta del Tartaro.
Ma Skakko e Costanza non avevano mentito: risposta esatta, potevo andare.
Vivo i giorni in questo Granducato quale vittima del tedio: normale per un Elfo
cosi longevo. Ma quella notte, ben due lezioni mi sono state impartite da
creature cosi distorte e aberranti che se non le avessi viste e ascoltate non
avrei potuto concepirle. La lezione del TERRORE e la lezione del CORAGGIO. Per
trovare la via che conduce fuori dalle oscure stanze del terrore, è necessario
andare a cercare laddove mai penseresti, in una maniera che è simile
all`avvicinarsi a una serratura senza nessuna chiave, ma con la quasi folle
convinzione che, dopotutto, aprire la porta ed evadere da una fine che sembra
inevitabile è POSSIBILE.
E per quanto sembri invece impossibile, a quelle due creature maladette, per
quanto speri di non incontrarle mai più, devo del rispetto. Fanno parte del
mondo. Della parte del mondo dove nessuno dovrebbe andare, la parte del mondo
dove dimorano gli incubi. Sono creature che che rappresentano l`oscurità stessa
del Ducato: a qualsiasi cittadino, vecchio o giovane, di qualunque fede, di
qualunque credo, potrebbe capitare di incontrarli, vagando nella TENEBRA che li
ha resi quelli che sono. Un incontro che potrebbe essere l`ultimo. Un incontro
che, certamente, resta unico.
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CATEGORIA: Colori e Sapori
NOME: Shasha
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Da buona Sensale e mamma, oltre che da appassionata di cucina, sono qui a
consigliarvi una torta che in casa mia ha fatto successo. E` una torta di zucca,
ottima da preparare nelle stagioni più fredde - dato che altrimenti
l`ingrediente principale non si troverebbe al mercato - e che si presenta di un
bel colorito ocra. Non è una tota molto dolce ma è ideale per uno spuntino. La
dolcezza naturale della zucca abbinata al zucchero, al sapore vellutato del
formaggio e all`aroma leggermente piccante del chilitus, la rende una ricetta
autentica e capace di mettere d`accordo diversi palati.
Ingredienti:
- 1 panetto di pasta frolla;
- 8 libbre di zucca;
- 5 quartane di latte;
- 3 libbre di formaggio morbido, fresco;
- 2 libbre di burro;
- 1 libbra di zucchero;
- 50 rotoli di formaggio stagionato;
- 4 uova;
- sale;
- 2 cucchiai di acqua di rose;
- chilitus;
- pistillum;
Preparazione:
Preparato il panetto di pasta frolla, meglio farlo riposare in un luogo fresco
ed asciutto per un paio d`ore. Poco prima di prenderlo per fare il nostro dolce,
iniziamo a preparare il composto che sarà "il ripieno" della torta. Cuociamo la
zucca nel latte per circa un quarto di giro di clessidra; poi aggiungiamo il
burro ammorbidito e mescoliamo bene insieme al formaggio fresco, facendo
attenzione a far amalgamare tutti gli ingredienti. Al composto, aggiungere il
formaggio stagionato, lo zucchero e le uova sbattute oltre ad una bacca di
pistillum ed una puntina di chilitus ( di questo, proprio poco! ). Schiacciamo
la zucca fino ad ottenere un composto omogeneo e lasciamo freddare quel tanto
che basta per permetterci di stendere la pasta frolla in un coccio largo e non
troppo alto. ( la pasta che ci avanza dopo la stesura la compattiamo di nuovo e
la ristendiamo su un tavolaccio, tagliandola a strisce non troppo spesse.)
Versare il "ripieno" nel coccio e ricoprire con le striscioline che abbiamo
ottenuto dagli avanzi della pasta sfoglia, formando una griglia. Infornare per
un giro esatto di clessidra. Trascorso il tempo necessario, togliamo la tota dal
fuoco, la spolveriamo con dello zucchero e la spruzziamo con l`acqua di rose.
Servire tiepida.
NB: per chi non fosse in grado di preparare la pasta frolla, niente paura, non è
nulla di complicato. ( Ingredienti: 5 libbre di farina, 3 libbre di burro, 2
libbre di zucchero, sale, 5 tuorli, limone ). Basta mettere su un tavolaccio la
farina ed il burro tagliato a cubetti, mescolare e "pizzicare" il burro fino ad
ottenere un composto piuttosto granuloso. Aggiungere poi lo zucchero, un pizzico
di sale, un po` di scorza di limone grattata ed i tuorli. Impastate, impastate
ed impastate. Una buona pasta frolla è data semplicemente da olio di gomito in
quantità; vedrete che otterrete un panetto buonissimo già al primo tentativo!
Shasha Jolex Zeil
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CATEGORIA: Canto dei poeti
NOME: Meravijosa
NOME DEL PG IN GIOCO : TiaMidsummer
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Fortuna in sacchi
Benvenuti!
Ho voluto riportare in rima una delle tante leggende che circolano sull`origine
di uno dei più antichi, incredibili, ed enigmatici oggetti che si possono
trovare, se si ha abbastanza fortuna, tra le vie del Ducato. E proprio di
fortuna si tratta, o meglio, udite udite... del misterioso Sacchetto
Trovafortuna!
Ora sedetevi, aprite bene le orecchie, e ascoltate quel che io vi canterò...
O potete semplicemente leggervi la vostra copia della pergamena, ma provate a
immaginare la musica, la voce, l`atmosfera di una serata attorno a un fuoco in
mezzo ai carri, tra gente allegra, variopinta e chiassosa, mentre una bottiglia
di rhum vien passata e una figura, poco importa se d`uomo o di donna, s`alza e
inizia a intonare...
È la storia un po` curiosa
di una volpe assai golosa
che galline di una strega andò a rubar.
La vecchina dispettosa
maledisse quella cosa
"La fortuna dentro un sacco ha da portar!"
La fu volpe, questa è strana
trasformata in un`umana
chiese ovunque buona sorte a insacchettar.
Ma fortuna si sa, è astrusa
non le piace esser rinchiusa
e nessun poté la volpe aiutar.
Fu in un campo con le zucche
o era un pascolo di mucche?
Ove volpe stava intenta a setacciar
che alle spalle giunge un bruto
con la scure, quel cornuto,
colpo in spalla preparato ad accoppar!
Ma la volpe, che figura
mette il piede su un`altura
e finisce lunga stesa a scivolar
proprio in mezzo alla lordura
mentre il bruto, che paura
cade e sulla lama il petto va a spaccar!
Alla volpe, come in sogno
nel momento del bisogno
la fortuna è capitato di pestar!
Svelta infila dentro un sacco,
e alla strega, che gran smacco
porta ed alla sua forma può tornar.
Da quel dì così si usa
la fortuna va racchiusa
per all`uopo facilmente calpestar.
Si, lo so, sarà odorosa
ma è più util di una rosa
che sfiorisce, e solo è bella da guardar!
Lasciamo, tra echi di applausi e risate, il cerchio di persone attorno al fuoco
tra i carri.
Ora che conoscete almeno una delle leggende riguardanti la creazione del primo
Sacchetto Trovafortuna, e quale differenza fece la buona sorte che recò con se,
non vorreste averne uno a vostra disposizione contro quelle giornate di Jella
nera che prima o poi capitano a tutti?
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quando vennero elette le Apocalissi e il nuovo Sire
E` qui, è tra noi, serpeggia impietosa
dagli angoli bui di gente cenciosa
alle piazze in festa bagnate di sangue
Lei che non s`arresta, che nulla distingue.
E` il suo baccanale che sta per aprirsi
l`orrore è alle porte non serve ritrarsi
l`inizio alle danze è già stato dato
non c`è via di fuga sei stato invitato
Or vatti a sedere di fronte alla MORTE.
PESTE, CARESTIA e GUERRA compagne di sorte.
Saranno al tuo fianco, così come eterne
il loco prescelto: in quel delle Caverne.
Chiunque vi si trovi è già predestinato
difficile distinguere il salvo o il condannato.
Vedrai quelle esistenze che sian liete o meste
spazzate in un solo colpo dal giunger di PESTE.
PESTE schifosa che insidia
CARESTIA lasciva che agguanta
GUERRA ti prende e di orrore ti ammanta
MORTE terribile che annienta.
E la TENEBRA la TENEBRA
la TENEBRA che arriva!
Atreydes
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Re Durin di Moria
Il SenzaMorte
Aspirante della Masseria
Bene ora che Vi siete seduta davanti al camino, con la Vostra bevanda preferita,
statemi bene a sentire, perchè in codesta sera, Vi racconterò di un episodio che
risale a molto tempo fa, avvenuto realmente, che fece Storia, un qualcosa che
per diversi inesorabili giorni, cambiò come un dispetto, come uno scellerato
disegno, la Natura di due Ordini Cavallereschi, quella del Sacro Ordine del
Leone e dei Cavalieri Neri,da sempre Nemici, ma da sempre Veri Cavalieri.
Strano, leggo già nei Vostri occhi stupore, sorpresa, non ho nemmeno iniziato,
ma state tranquilla ed ascoltate bene le mie parole...
Anno V - Mese 2° - Giorno 5° come non dimenticare quel giorno nel quale i miei
verdi occhi videro il GranDucato di Lot per la prima volta, per poi rimanerci
fino ad adesso: ero scontroso, diffidente, pieno di rabbia, di odio di
sconforto, il mio popolo distrutto da quel Demone antico, dopo qualche incontro
con qualche Khazad, che mi spiegò alcune cose sul GranDucato di Lot, mi
ambientai, arrivai alle Caverne come rilassato, entrandovi e trovai i Cavalieri
Neri i quali, benchè da tempo sotto l`ordine preciso dei Nobili proteggono le
Caverne che sono l`ultimo baluardo di difesa dal Nemico di sempre ovvero
Honorius, non mi trattarono bene e tutto ciò aumentò il mio disagio,la mia
collera...poi il pronao ed il Tempio alla divinità del GranDucato di Lot ovvero
la Dea Themis e lì i Leoni a presidiare, un manipolo di Confratelli unito, che
mi accolsero, all`inizio alcuni con diffidenza, forse il mio carattere non era
tanto facile e sopportabile, ma in ognuno di loro notavo Forza, Onore, Volontà,
Coraggio, Sacrificio ed avevano una ferrea Gerarchia, tuto ciò in me mi diede
interesse ed orgoglio.
Non stavo però al pronao a parlare con dei Signori che trovavo in Taverna,
codesti Cavalieri li vedevo poche volte che sorridevano e molto seri, benchè
accogliessero tutti i Fedeli alla Dea Themis e non solo con Rispetto...e quando
si scagliavano contro il Nemico lo facevano da Veri Cavalieri, combattendo fino
all`ultimo respiro, fino all`ultimo gesto e se morivano, lo facevano con dignità
al pari tutto ciò dei loro Nemici, ovvero dei Cavalieri Neri, Veri Cavalieri che
si fronteggiavano giorno dopo giorno ed io ad osservarli tutti, a capirli, a
studiare il motivo di certe frasi,di certe azioni a chiedere e loro a
rispondermi pacati.
Alla fine decisi di entrare sotto la guida del Gran Maestro Wolfang,scelto dai
Nobili a guidare il Sacro Ordine del Leone ed il colloquio lo feci con un Eldar,
il quale aveva come il potere di gelarmi con la sua parola ed il suo sguardo,
ovvero il Cavaliere Yuzar che mi comunicò in seguito l`esito positivo del
colloquio e di attendere con pazienza.
Il giorno dopo mi destai felice ma era un giorno strano, un giorno che avrebbe
cambiato parecchie cose, inutile ora fissarmi, non state ascoltando la mia
Storia ma un`altra ben più importante,socchiudete i vostri occhi ed immaginatevi
ciò che vidi durante la notte.
Anno V - Mese 7° - Giorno 18°
La notte era cupa, ero assieme ai Leoni, come sempre, ma sentivo un qualcosa, il
Gran Maestro Wolfang si recò alle Caverne assieme a due Scudieri per una ronda,
non volendo alcun`altro, io rimasi al pronao con i Cavalieri e nessuno osò
disobbedire agli ordini ricevuti o intromettersi in cose che a loro non potevano
interessare: pensate che in quella notte tutto il GranDucato di Lot si destò,
non per Honorius, ma per l`apparizione alle Caverne davanti ai Cavalieri Neri ed
ai Leoni presenti della Nera Madre, donando alle Nere Schiere un tomo, affinché
portassero distruzione ovunque nel GranDucato di Lot...come lessi nelle
pubbliche teche,ad un tratto il Gran Maestro Wolfang, approfittando della gioia
e del tripudio dei Cavalieri Neri, strappo` una pagina del nero tomo, ma il suo
gesto all`inizio si rivelò vano perchè i Cavalieri Neri, mostrando la loro
superbia e la loro estrema sicurezza al cospetto della Nera Madre in persona,
procedettero al rito loro richiesto, senza però conoscere il contenuto di
quell’importante pagina.
Avvenne il rito ma ad un tratto vidi al Pronao i Leoni mutare comportamento,
diventando malvagi, contro tutto e tutti, pure contro di me, cacciandomi e me ne
andai a riposare sconvolto, senza capirci più niente, sconfortato, con
l`espressione del viso.....proprio come la vostra che vedo ora.
Il giorno dopo ecco la spiegazione nelle Pubbliche Teche: il Caos dilagò sia
contro i Cavalieri Neri e sia contro i Leoni, quel rito finì per provocare uno
strana quanto incredibile inversione di ruoli tra i presenti: i Templari si
ritrovarono per la prima volta a seguire la via delle Tenebre, mentre, per
contro, i Cavalieri Neri furono asserviti alla Luce della Dea Themis.
Stupita? Immaginatevi il sottoscritto, che andando al pronao incontrò i
Cavalieri Neri che mi accolsero bene, Rispettandomi e alle Caverne i Leoni, che
mi cacciarono, credetti ad una burla, ma era una disperata realtà che provocò il
Caos totale nel GranDucato di Lot per molti giorni, coi cittadini dubbiosi che
sussurravano, che non credevano a quanto accaduto come me che dovetti sopportare
alle Caverne l`odio in chi amavo, un odio che nasceva da un rito, non dalla loro
volontà ed al pronao del Tempio la bontà dei Cavalieri Neri, che cancellava la
loro Natura di Cavalieri dediti alla Nera Madre e non ero felice per loro e lo
stesso per i Leoni.
Tranquilla che come stà finendo il mio boccale di birra la Storia ha una fine e
non vi vedo però stanca, ma interessata alla fine, ascoltatemi: continuai a
fidarmi dei Leoni, sopportando tutto, per me era come una prova, sopportando le
offese, l`odio che avevano e continuai a visitare i Cavalieri Neri, non per
schernirli come qualcuno fece, ma Rispettandoli, capitemi, erano tutti come
ammorbati, pareva che soffrissero tutti, fino a che i Druidi da sempre portatori
dell`Equilibrio, con il benestare dei Nobili, assieme fecero un rito che annullò
il precedente, facendo ritornare Templari i Leoni al pronao e alle
Caverne,l`Antro di Morte i Cavalieri Neri e d il giorno dopo, quasi la fine di
una prova divenni Scudiero del Sacro Ordine del Leone.
Prego prendete la mia mano, vi aiuto ad alzarvi, sono sempre un Cavaliere, fuori
è buio, vi accompagnerò alla Vostra abitazione e grazie di avermi ascoltato e di
avere ascoltato Historia, tramite il mio racconto, che Vi avrà sconvolta,
sorpresa, forse Vi aspettavate dell`altro, ma la Storia bisogna provarla sulla
propria pelle e questo evento storico l`ho provato....andiamo...i cavalli paion
chiamarci..è tempo di andare..è tempo di dormire.
Re Durin di Moria
Aspirante della Masseria
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NOME: Ludovico
Del Kappa e del Coniglio
Strano è quel che dico,
partecipare ad un rito
per sfamar solo un Kappa
che poi diventa amico.
Ho ricevuto quell`invito
e dai samurai facemmo tappa.
Scritti erano i nostri nomi,
ho aggiunto miei affetti,
su quei duri cetrioli.
Abbiamo diversi idiomi,
diversi son gli aspetti,
differenti i nostri ruoli.
Kappa maestro d`inchini
a voi chiedo protezione
almeno per una notte.
Ottenuti i nostri fini,
al ciel spostai attenzione
dove nuvole aprivan le porte.
Un coniglio era sulla luna,
ne portava tutto il peso,
e nel mortaio preparava "mochi".
Non avea preoccupazione alcuna,
è questo che ho appreso
nel mangiar quei dolci:
Non ho razza né religione,
vivo i vizi per affogar la testa
nei liquori per far festa
e liberarmi da tal prigione.
Ludovico.
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CATEGORIA: I racconti del Mese
NOME: Sveltolampo
La sottopongo a voi, buona giornata!!!
Metro: Sonetto. Endecasillabo in rima baciata)
YULE’ NEL GRANDUCATO
Giunge l’Inverno, su al Belvedere
Cade la neve, silente potere.
Tanti avventori alla Taverna
Vino e birra, la gola s’alterna.
Di Themis il Tempio ricostruito
Bel progetto , un poco sì ardito.
Mentre felici e con buona sorte
Giungete danzanti presso la Corte.
Ma molti perigli porta la Guerra,
Armate marciano, trema la terra.
Si spegne davvero ogni speranza?
No, non temete: la Luce avanza!
E’ un augurio nato dal cuore,
Oh, che per tutti prevalga l’Amore!
Sveltolampo