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Storia della Magia e degli Ordini dei Maghi nel Granducato di Lot
La Genesi della Magia e dei Maghi sulla Terra di Extremelot
Nuctemeron in voi tutti. Ciò che m’appresto a narrare vede affondare le sue radici nella Creazione del Mondo ad opera delle due Divinità, Simeht e Themis, poiché è a quei tempi remoti che va fatta risalire la venuta ad essere delle Tre Lune, Signore della Magia: Luri, Uri e Neft. Se quanto io scriverò potrà essere valido documento per tener sempre vivo il ricordo di quel che è stato, avrò raggiunto il mio scopo.
Dal volere degli Dei nacquero le Trigemini e sempre per un desiderio queste ebbero una coscienza. All’inizio dei tempi la sola visibile dalla Terra era la Bianca che tuttavia trasmetteva alle Sorelle, celate dietro una nebbia cosmica eretta da Themis perché gli astri cessassero di combattersi tra loro, come gli Uomini affidassero il loro progresso esclusivamente alle conoscenze dei metalli ed all’agricoltura, trascurando il Sapere di ben più alta levatura.
Le Gemelle scesero dunque dai Cieli fino alle profondità della Terra e lì, unendo i loro poteri, imbrigliarono l’energia che era presente nel mondo, selvaggia e priva di controllo. Terminato il loro lavoro, tornarono alle stelle e da lì stesero sul Mondo quel drappo perfettamente tessuto, i cui filamenti erano attraversati incessantemente dall’energia dell’Universo, degli Dei, che da allora si sarebbe chiamata Magia. Le Sorelle si compiacquero del risultato e stabilirono che solo pochi eletti sarebbero riusciti a percepire, studiare ed amare tutto quello che avevano appena creato.
Unite nella passione per l’Arte, si divisero sui criteri necessari a valutare chi era meritevole di tal privilegio. Luri desiderava donare la Conoscenza alle persone di buon cuore che con essa avrebbero agito per il bene comune; Uri, invece, apprezzava coloro che, intraprendenti ed ambiziosi, alla possibilità d’aumentare il loro potere e sapere sacrificavano volentieri ogni cosa, anche il più caro degli affetti; infine Neft riteneva l’Equilibrio tra queste due tendenze la sola via giusta da seguire e che solo alle persone dotate del suo stesso senso della misura dovesse esser concesso il dono.
La Bianca e la Nera litigarono mentre la Rossa stava a guardare, disinteressandosi così dei mortali, ancora. Mentre le Sorelle mettevano in pericolo con i loro scontri quel che avevano creato, l’una vantando l’appoggio di Themis, l’altra quello di Simeht, fu un nano assai diverso da quelli della sua razza, chiamato Finghas, a far sì che la Dea intervenisse ed ascoltasse quanto egli aveva da dire. Visto che la preoccupazione della creatura era andata primieramente alla Magia a cui s’era avvicinato e con fatica aveva cercato di studiare, Ella accolse il suo saggio consiglio: da quel momento in poi, le Trigemini avrebbero dovuto scegliere i loro seguaci e Neft, in particolare, avrebbe dovuto far sì che chi avrebbe percorso la sua Via si adoperasse, come lei, a preservare l’Equilibrio, non ad astenersi da quel che accadeva.
Dagli scritti dei primi Prescelti, si evincono le caratteristiche che accomunano i Maghi di tutte le Vesti tra loro: l’Amore per la Magia, superiore a quello per una qualsiasi altra cosa, l’applicazione costante allo studio, l’uso della ragione in ogni aspetto della loro vita. Per tutti è comune il prezzo da pagare per il loro sapere, poiché ogni Mago, per esser riconosciuto davvero come tale, dovrà affrontare una Prova che, se non verrà superata, lo condurrà alla morte; in più ogni fruitore, sia esso seguace della Bianca, della Rossa o della Nera, sentirà scivolare via da sé, con ogni incantesimo che userà, parte della sua forza, indebolendosi considerevolmente nella mente e nel corpo e perdendo anche il ricordo delle parole usate per attivarlo, trovandosi così, ad ogni nuovo sorgere del sole, a dover studiare di nuovo quel che ha appreso.
La Fondazione dell’Ordine dei Maghi del Crepuscolo d’Argento
La presenza di Fruitori nel Granducato prima della fondazione di un Ordine ci è sconosciuta, tuttavia possiamo dire, grazie a quanto reperito nella Biblioteca dei Detentori dell’Arcana Saggezza, quando venne fondato quello dei Maghi del Crepuscolo d’Argento, sotto al quale erano riunite tutte e tre le Vesti, accomunate dal grande amore per l’Arte seppur sempre separate dai precetti della Luna cui erano fedeli.
Il IV giorno del Dodicesimo mese del Primo Anno dalla Nascita del Granducato(01-04-1999) Lady Aurian fondò l’Ordine e rimase suo Shalafi per alcuni mesi fino a quando, avvertendo che un grave pericolo minacciava la sopravvivenza dell’Arte e dell’Ordine, sacrificò sé stessa, gettandosi dal punto più alto dell’allora Comune Torre dell’Alta Stregoneria e svanendo nelle viscere della terra.
A succederla fu Cautius, nel giorno XVI del Settimo Mese dell’Anno Secondo(16-10-1999), cui poi seguì Khaleim che divenne Shalafi il XIII giorno del Decimo Mese dell’Anno Terzo(23-01-2001).
In quegli anni, le Forze di Honorius attaccavano molto più di frequente le Terre di Lot ed egli aveva ordinato ad uno dei suoi più fedeli gerarchi, il demone Skrondo, di preparare alcuni orchi e far loro studiare le Arti Arcane perché con esse potessero definitivamente sottomettere il Granducato. Durante una delle molte battaglie, il demone Mago venne ferito ed uno dei membri dell’Ordine del Crepuscolo d’Argento, una Veste Nera, riuscì a sottrargli uno dei Tomi con su riportati gli incantesimi che utilizzava. Questo Libro venne consegnato a Khaleim che con somma abilità e grazie al suo potere riuscì a trovare un modo per sconfiggere quelle aberranti copie di Fruitori che erano i seguaci d’Honorius: l’area della Rocca dei Venti era libera dall’influenza dei loro poteri, così da quel punto della Cittadella tutte le organizzazioni magiche poterono usare i loro incantesimi ed allontanare la minaccia da Lot.
Ancora una volta, lo Shalafi e l’Ordine tutto avevano contribuito alla sopravvivenza del Ducato.
Khaleim abbandonò il suo ruolo nelle mani di colui che veniva chiamato Matth2, ma in poco meno di un anno dalla nomina di Khaleim stesso a guidare il Crepuscolo d’Argento furono chiamati Eilanita e Maifard, il giorno XIII del Decimo Mese del Quarto Anno(23-01-2002). Tuttavia il cambiamento ai vertici non si fermò, poichè entro il giorno XXVI del Terzo Mese del Quinto Anno(04-07-2002) anche Maifard, poco dopo Eilanita, abbandonò il ruolo di capo del Crepuscolo d’Argento.
Toccò quindi a Lussymay vegliare sull’Ordine perché i Maghi seguissero la via dell’Arte tracciata dalle Trigemini, fino all’avvento dello Shalafi Biba, nel giorno II del Mese Settimo del Quinto Anno ab urbe condita(10-10-2002).
La Scissione: in che modo gli eventi condussero a questa e come si verificò
Come io rispetto lo Shalafi dei Bianchi per il ruolo d’eletto di Luri, ne riconosco anche la capacità di sintesi nell’esprimere un concetto e la sfrutterò citando una sua frase per introdurre questo capitolo della storia dei Maghi di Lot.
“Quando la Cima si Spacca, il Tronco o si Divide o Muore” Gunnegan il Bianco
Si era nel Sesto Anno dalla Fondazione del Granducato e già da oltre un anno l’Ordine del Crepuscolo d’Argento era guidato dalla Shalafi Biba. Alcuni grandi cambiamenti erano stati fatti all’interno, atti a concedere maggiore indipendenza ad una Veste dall’altra. Se con gli Shalafi che la precedettero un gruppo non poteva agire contro un altro, ciò fu possibile con lei, scelta da Druida per esser guida di molti sotto la Luce delle Trigemini. In sostanza, i bianchi, i rossi ed i neri potevano esprimere la loro indole, stringendo alleanze anche ben lontane dagli intendimenti dei loro fratelli nella Magia, senza per questo esser puniti. Inoltre vennero autorizzati duelli tra i Fruitori, nel caso in cui essi si fossero resi necessari, pur sempre nel rispetto dell’inviolabilità della Torre dell’Alta Magia e degli altri Maghi. Gravissime punizioni erano riservate a chi, senza un motivo più che valido arrecava danno ad un Confratello.
C’è chi dice che questa maggiore libertà concessa ad ogni Veste abbia anticipato quel che sarebbe avvenuto poi, ossia la Scissione. Non è tuttavia questo il momento per le congetture. Atteniamoci ai fatti.
Nell’Anno Sesto dalla Fondazione qualcosa si mosse, qualcuno tornò più forte che mai e Costui era Simeht, il Dio che s’oppone a Themis, pur avendo con lei creato ogni cosa. Libero dalla sua prigionia, egli cominciò lentamente a riprender quel che riteneva suo, richiamò a sé l’allora Reggente di Lachesi Cratere che dopo aver letto la Genesi Oscura, detenuta dai Monaci del Dio, ne fu tanto colpito che abbandonò la via dell’Equilibrio per servirlo. Un esercito sotto il suo Vessillo andava formandosi, armate che si riunirono nelle terre Esterne, con il solo scopo di riuscire, un giorno, ad entrare nella cittadella e convertire tutta la sua popolazione al culto di Simeht.
Nello stesso periodo, una Semidivinità, la prediletta dall’Oscuro, Uri “la luna Nera, della passione, della forza, dell’intransigenza, ma anche della morte e dell’egoismo” (da “Memorie d’una Veste Nera” della fu Arcimaga Maestra Bliss), fu dal Padre, che le diede una coscienza, invitata ad appoggiare quanto lui aveva in mente e per questo il potere di Lei venne accresciuto, provocando uno squilibrio all’interno dell’Ordine. Infatti, se le Vesti Nere sentivano il loro potere aumentare e un po’ dovunque comparivano neri pentacoli, chiari presagi di quel che si sarebbe compiuto, le Vesti Bianche e le Rosse restavano indietro, probabilmente perché la Splendente e la Vermiglia non erano preparate al ritorno di Simeht ed all’accrescersi dell’influenza d’Uri. In quei giorni, i Figli di Luri ritennero che la guida del Crepuscolo d’Argento non fosse più imparziale ma fosse stata traviata dai sussurri suadenti della Nera, la accusarono di aver tradito il suo stesso ruolo, di non esser più degna di guidare le Tre Vesti.
Se le Vesti Rosse stavano a guardare, valutando ed attendendo come loro solito, le Nere non rimasero inattive, si strinsero attorno a Biba, intuendo che davvero ella stava per esser abbracciata dall’Oscurità, la difesero e la consigliarono e lei li ascoltò, punendo i Bianchi per la loro audacia.
Una notte, finalmente, Uri si mostrò ai suoi ai Giardini e portò Biba via con sé, per istruirla e darle nuovo potere. Seguirono giorni bui per le Vesti Nere, private della loro Guida e della loro Magia. “Mai tortura più insopportabile può esserci per uno studioso dell’Ars, né supplizio più crudele può essere inflitto ad un mago. Uri non c’era più per i suoi figli, ed essi furono come ciechi e sordi.. insensibili” (da “Memorie d’una Veste Nera” della fu Arcimaga Maestra Bliss). I Bianchi, guidati dall’Evoker, si staccarono dall’Ordine, forti del sostegno di Luri, abbandonando la Torre dell’Alta Stregoneria comune alle Tre Vesti, mentre i Rossi, ancora, cercavano la soluzione migliore, attendevano, senza far niente.
Alla fine, quando erano ormai al limite della sopportazione, Uri tornò dai suoi, rinvigorendoli con l’Arte in una nuova Trama creata con l’aiuto di Simeht, la Trama d’Ombra, e riportando alle Vesti Nere, come sua Voce Terrena, Biba. Nacque così l’Ordine dei Maghi della Notte, nel III Giorno dell’Undicesimo Mese del Sesto Anno ab Urbe Condita, mentre sorgeva sotto la protezione di Luri l’Ordine dei Maghi dell’Alba, guidato da Gunnegan. La Splendente per loro aveva filato la Trama di Luce, come mezzo per contrastare quella della Nera.
I Rossi che tanto avevano dovuto attendere, messi alla prova dalla loro Signora che vede nella pazienza e nella capacità d’aspettare una grande abilità, finalmente ebbero anch’essi una contropartita: la capacità di fruire d’entrambe le Trame e dell’originaria, senza problema alcuno. Ad indicare la via al neonato Ordine del Crepuscolo fu posto Lord Lowenas, il Giorno XVI dello stesso mese, nello stesso anno, cui poi è succeduto Asphynx che tuttora detiene il ruolo di Shalafi dei Rossi.
Ai giorni del Caos e dell’incertezza, seguirono quelli dell’assestamento, dei tentativi per tenere unite in un qualche modo le Tre Vesti che, seppur libere più di prima, non erano ancora abituate a camminare su sentieri separati. Fu creata un’Università della Magia, nella quale, secondo gli intendimenti dei Decani, ogni Apprendista avrebbe potuto fruire appieno delle conoscenza d’ogni Mago, indipendentemente dal colore della sua Veste. Tuttavia, come spiegatomi dall’Arcimago Israfel, questa soluzione, forse per come era stata applicata, si rivelò non solo infruttuosa ma anche pericolosa, perché i Neofiti e gl’Iniziati, invece di imparare i concetti di base in modo chiaro e preciso, erano mal indirizzati dai loro insegnanti la cui indole traspariva nelle loro spiegazioni e ciò provocava nelle fragili menti più confusione che stimolo ad imparare e conoscere. Il progetto per ora è stato archiviato ed abbandonato, anche se, probabilmente, molti sono ancora intenzionati a trovare un modo per farlo funzionare e sono fiduciosi.
Un evento su tutti che ha unito ancora una volta i Maghi tra loro: il Collasso della Trama.
Sebbene gli Ordini camminino su strade parallele, v’è una cosa che li tiene indissolubilmente legati ed è l’amore per la Conoscenza e per l’Arte sopra ogni cosa. I fatti di cui molti furono testimoni toccarono ogni Fruitore di Magia del Ducato e videro come protagoniste la Shalafi del nostro Ordine e la Domina Arcani, l’umana Ghael. Sono ben note le problematiche ed i motivi di scontro tra gli Stregoni ed i Maghi ed in quel tempo si era arrivati ad un livello tale che la Voce Terrena d’Uri e la Prima tra gli Oscuri si scontrarono, presso il Belvedere. Il duello magico fu estenuante ed unico nel suo genere, poiché mai prima se n’era visto uno di tal portata nella cittadella. Le conseguenze, furono direttamente proporzionali alle cause: tanto fu tesa e sfruttata la Trama che arrivò a sfaldarsi, sotto gli occhi di Tre creature costituite d’Ombra, probabilmente inviate dalle entità superiori ad osservare il duello, e dinnanzi a molti Stregoni e Maghi.
Provata nell’anima e nel corpo, la Shalafi volle, con il supporto dell’Ordine tutto, verificare le condizioni della Trama e l’esito fu motivo di angoscia e dolore per tutti: al Belvedere la Trama era morta e come un male senza nome questa ferita nel tessuto magico s’estendeva a più zone del Granducato, in cui la Magia, se non morta, divenne selvaggia. Per lunghi mesi si protrassero le ricerche e gli studi per trovare una soluzione, fin quando non si comprese che essa era contenuta in un Tomo nascosto in una zona sotterranea della Vecchia Lot. Una spedizione cui io stessa presi parte, quando ancora mi fregiavo del titolo di Figlia di Morte, partì alla ricerca del Libro. Trovatolo, i Maghi poterono con questo risanare la Trama.
Altro sapere s’è aggiunto a quello che già abbiamo, altra conoscenza, nuova consapevolezza: l’Arte è il nostro amore e la nostra vita e da sempre la preserviamo. E’ un amore grande e totale ma mai, neppure per la stessa passione che verso di lui ci fa tendere dobbiamo superare il limite. Poiché per quanto la Trama sia stata creata dagli Dei, essa è anche nelle nostre mani e ne siamo responsabili.
L’Ordine dei Maghi della Notte prospera e nuovi apprendisti camminano nei corridoi della Torre, pronti a morire per l’Arte, pronti a dare tutto per Lei, poiché sono il futuro di qualcosa che mai potrà morire. Così è per gli altri Ordini, per i nostri Fratelli nella Magia, cui dobbiamo rispetto e sostegno, nel caso in cui per essa si debba agire. Sia Nuctemeron su tutti noi.
Melancrera Ernalen, Neofita dei Maghi, Seguace di Uri la Nera