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L`alba e il tramonto del [Šāhanšāh] Shahanshah [Re dei Re] Raven - scritta dal dotto Zahri Sekandar della tribù dei Darzada.
I - L`ASCESA
§ Annali 438 - 456 §
Shah Raven I salì sul trono di Ethengar il quinto giorno del nono mese nel quattrocentotrentottesimo anno dalla rivelazione del Profeta della Luce Zarathūstra, dopo essere uscito vittorioso dalla guerra dinastica che da tre anni divideva l`Impero. Già allora l`Impero Ethengar occupava buona parte della regione nota come Erānistan *[Terra degli Eiriani], terra d`origine della grande fratellanza di popoli dei quali anche il nostro fa parte; nello specifico l`Impero si estendeva per l`intera parte centrale della regione e per gran parte della sua parte settentrionale, avendo come bordo ad oriente il massiccio del Kushan *[i Monti Assassini], dai cui valichi si snodavano già allora i sentieri secondari per la Via della Giada *[La più importante rotta commerciale terrestre della regione, che collega le terre d`Occidente a quelle d`Oriente], riservati alle carovane mercantili più intrepide e ambiziose. A Nord sopravvivevano pochi principati Ethengari sfuggiti all`unione forzata con l`Impero, supportati nella loro indipendenza dal potente regno degli Ażari *[Adoratori del Fuoco]; ad Ovest la minaccia principale erano i Dilamiti, un popolo di fieri combattenti nomadi riunitisi di recente sotto la guida del Gran Visir, le cui incursioni costituivano una minaccia costante per i confini occidentali dell`Impero; il Sud era frammentato in regni e fiorenti città-stato in perenne lotta tra loro, ma accomunati dall`ostilità verso l`Impero, contro il quale avevano più di una volte costituito con successo una coalizione militare per controbatterne le mire espansionistiche; infine il Sud-Ovest, popolato da genti barbare e pagane *[Nel senso di non-Eiriani e di non-Mazdei], anch`esso suddiviso in una moltitudine di regni, principati, emirati e città-stato in lotta per l`egemonia lungo la grande valle fertile del Fiume Bianco.
L`Impero era dunque privo di alleati e circondato da entità ostili, che temevano e cercavano di contrastare la sua forza militare e le sue dimensioni; oltre a questo stava vivendo una grave crisi interna nata dalle forti tensioni tra i seguaci dell`Antico Culto *[La teocrazia millenaria e oppressiva portata dai conquistatori stranieri, che aveva preceduto la venuta di Zarathūstra], in prevalenza membri della casta nobiliare e sacerdotale, e quelli del Nuovo Culto *[il Mazdeismo], da oltre un secolo la maggioranza della popolazione.
Raven fin da subito si mostrò un abile diplomatico e un finissimo stratega, sia sul piano politico che su quello militare. Risolse lo spinoso conflitto religioso unificando l`Antico e il Nuovo Culto in un unico Pantheon che comprendeva e considerava legittime tutte le divinità venerate entro i confini dell`Impero, prendendo da entrambi i culti gli aspetti che gli erano più comodi per mantenere il potere e giustificandoli dove possibile nella logica di entrambe le religioni (per esempio dell`Antico Culto prese l`aspetto teocratico che vede lo Shah come un semidio sceso in terra per guidare l`Impero, giustificandosi in quanto tale come "Shah illuminato e umile strumento del volere di Ahura Mazda per riappacificare l`Impero" di fronte ai seguaci del Nuovo Culto). Sradicò del tutto l`opposizione più intransigente di entrambi i culti (specialmente dell`Antico poiché vi aderivano molti dei nobili che gli erano ostili) utilizzando ogni mezzo, dall`imprigionamento all`esilio all`assassinio, ma mai senza un valido pretesto o senza la dovuta discrezione.
Dopo aver stabilizzato l`Impero, riorganizzò l`esercito trasformando il vecchio schema (cavalieri nobili accompagnati da una moltitudine di coscritti e servitori male armati e addestrati, oltre che da numerosi mercenari stranieri) in un esercito formato da soldati professionisti e semi-professionisti specializzati e ben equipaggiati, con al vertice la cavalleria nobiliare guidata da ufficiali fedelissimi scelti dall`Imperatore stesso, che vedevano ricompensati i loro successi in guerra con il diritto ad una parte del bottino durante le campagne di conquista e l`assegnazione di nuove terre e beni immobiliari a campagna conclusa. Riorganizzò anche il corpo degli Alastor - all`epoca i seguaci di un ramo eretico e scismatico dell`Antico Culto sparsi in una manciata di monasteri e fortezze disseminati lungo tutto l`Impero; lealissimi al nuovo Shah, che aveva rimosso gli editti di persecuzione stilati dai suoi predecessori nei loro confronti - facendone le proprie guardie del corpo, nonché gli occhi, le orecchie e le mani indiscrete dello Shah.
Risolti i problemi interni dell`Impero, Raven si mise in testa al suo esercito e respinse due massicce incursioni dei Dilamiti, pacificando temporaneamente i confini occidentali, quindi programmò con la dovuta pazienza una serie di intricati matrimoni dinastici combinati con numerose manovre diplomatiche per sottrarre lentamente dalla sfera d`influenza degli Ażari tutti i principati del Nord rimasti indipendenti, ponendoli sotto il vassallaggio degli Ethengar per poi annetterli per vie diplomatiche, dinastiche o con rapidi colpi di mano militari. Non è chiaro se già all`epoca Raven avesse scoperto tra le arti magiche proibite il segreto per sconfiggere gli effetti del Tempo che scorre e tenere in scacco la morte, ma la sua politica di espansione fu talmente cauta e accorta che ci mise ben diciotto anni prima di riuscire ad assorbire tutti i principati del Nord all`interno dell`Impero e gli Ażari non ebbero modo di accorgersi in tempo del subdolo piano di Raven per potervi porre rimedio.
§ Annali 456 - 459 §
A questo punto Raven era ben consapevole che l`inizio di una grande guerra poteva essere imminente e che in tal caso l`Impero sarebbe stato circondato: Ażari a nord-ovest, Dilamiti ad ovest e numerosi regni e città-stato ostili a sud, tutti minacciati dalla lenta ma inesorabile espansione imperiale. Decise quindi di giocare d`anticipo e di muovere guerra ai Dilamiti, approfittando del concilio tribale con cui stavano cercando di eleggere il successore del Gran Visir, poiché nessuno dei suoi eredi era considerato adatto a prendere il suo posto. Portò quanti più clan e tribù dalla sua parte assoldandoli con l`oro e con la promessa di terre e titoli, quindi sferrò un`offensiva combinata che li colse impreparati e li costrinse a lasciare tutte le terre ad Est dei monti Zavrūni *[Catena montuosa che delimitava in parte gli antichi confini occidentali dell`Impero]. I Dilamiti elessero in grande fretta il loro nuovo Gran Visir e misero su un esercito imponente per dare il via alla controffensiva, ma Raven oltrepassò i valichi in tutta furia e venne loro incontro in testa al suo esercito, più numeroso e meglio organizzato di quello radunato in poco tempo dai suoi avversari. Raggiunto lo schieramento avversario, propose al Gran Protettore di affrontarlo in duello, Raven da solo contro il Gran Visir e un campione d`arme Dilamita. Il Gran Visir accettò, sicuro di potersi prendere la testa del già cinquantenne Shah, ma Raven lanciò astutamente degli incanti sulle sue armi e sulla sua persona prima che lo scontro avesse inizio. Nel giro di un minuto abbatté uno dopo l`altro prima il campione quindi il Gran Visir, sgozzandolo con la sua shamshir e strappando la tiara del comando del Dilamita per apporla sopra il suo elmo, proclamandosi Shah degli Ethengari e Gran Visir dei Dilamiti. L`esercito nemico, completamente demoralizzato, per metà si diede alla fuga e per l`altra metà passò immediatamente dalla parte dello Shah.
Dopo soli due anni ogni resistenza dei Dilamiti era vinta e il loro territorio incorporato quasi per intero nei domini dell`Impero Ethengar, fatta eccezione che per pochi villaggi situati in territori impervi e due imprendibili fortezze montane in mano ai fanatici seguaci dell`autoproclamatosi "Vero Gran Visir", Sommo Sacerdote del Culto della Grande Fenice dotato di straordinarie capacità mistiche. Raven promulgò l`editto di tolleranza verso il Culto Dilamita della Grande Fenice Melek Ta`us *[Antica religione che venera una divinità Fenice e dodici Arcangeli, da sempre largamente maggioritaria in quelle terre e nominò satrapo *[Governatore della Regione] uno dei nobili Dilamiti a lui più fedeli, assegnando al contempo numerose delle terre conquistate ai suoi ufficiali. In questo modo si assicurò sia il controllo della regione tramite gli ufficiali del suo esercito sia di ridurre al minimo il numero di Dilamiti che si sarebbero ribellati all`autorità imperiale nel caso fosse scoppiata una guerra coi regni confinanti con l`Impero.
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