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Aquila Imperat
Da Gran Ciambellano in aiuto ai Nobili vivi Augusti
vi
mando una copia leggibilmente chiara del nuovo codice Triventus affisso
Anno XVIII - Mese 8° - Giorno 18° affinchè ogni rappresentante di
Governo,Corti,Dragoni,Gilda,Mestieri,clan riconosciuti dai Nobili o
solamente presente nell`abitato dei territori tutti del Granducato che
nel loro pieno interesse di vita proseguano, ad avere,conoscenza di
quanto segue.
Corte di Giustizia
Corte delle Aquile
NUOVO CODEX TRIVENTUS
I
Nobili del Granducato, dopo lungo tempo di studi, consultazioni e di
approfondimenti sull’antico Codex Triventus ritrovato dal Conte Gofredo e
dal Granciambellano Alkan, constatata l’autenticità del documento,
hanno, nella loro illuminata saggezza, deciso di darne piena
applicazione dopo attenta e veritiera traduzione e dopo aver apportato
alcune modifiche che possano renderlo attuale e maggiormente rispondente
alle loro aspettative e per meglio attagliarsi alle esigenze del popolo
di Lot.
Si conferma il principio base secondo cui: il bene è
bene e il male è male e il bene è tale se favorisce i Nobili e il
Granducato contrariamente è male e ciò diviene preambolo al nuovo Codex.
I
Nobili per incontrare il popolo e la cittadinanza del Granducato
utilizzeranno quello che da sempre è luogo d’ascolto: il Salone della
Corte.
Questo Salone è da sempre il luogo in cui “si riuniscono i
Nobili di Lot per intrattenersi con la Corte e con il Popolo” e tale
tornerà ad essere. In assenza dei Nobili potrà essere utilizzato solo
per i medesimi scopi da Governatori e Mastri delle Corti Nobiliari.
Della costituzione e della generalità delle terre, delle mansioni e della vita del Granducato.
I
territori del Granducato sono di proprietà esclusiva dei Nobili e così
suddivisi in Governatorati. Conte Petrus ed ora in pieno uso del Conte
Gofredo: Città di Lot, Cittadella e Nuove Terre (dal Vecchio Borgo sino
alle Miniere);
Conte Erik ed ora in pieno uso del Contessa Livv:
Nuove Terre – ma per facilità di comprensione sarà denominato Minas Erik
- (dal Valico Ghiacciato sino al Bosco dei Lupi) e Isole;
La Signora
di Lot Urania: Esperia. Rimane infine la “Locanda delle Nuove Terre”
che è da considerarsi territorio neutro e sottoposto al controllo e alla
cura da parte dei Governatori di Minas Erik e delle Nuove Terre.
I
Governatorati sono retti dai Governatori che sono unici responsabili,
dinanzi ai Nobili, dei fatti, degli accadimenti, dei buoni raccolti e
della difesa del territorio.
I Nobili provvederanno alla nomina dei
Governatori delle diverse terre. Ad un governatore potrà essere affidato
anche più d’un territorio.
I governatori avranno, per licenza
nobiliare, piena disponibilità e competenza delle terre loro affidate e
potranno, su concessione e “placet” nobiliare, legiferare e assegnare
concessioni nelle terre loro assegnate oltre che curare l’organizzazione
del Palazzo Governativo.
I Governatori avranno sede presso i palazzi governativi:
Città di Lot: Palazzo Ducale
Cittadella: Vecchio Castello
Nuove Terre: Castello
Minas Erik: Minas Erik
Isole: Palazzo delle Genti – Isola di Cuivienen
Esperia: Vecchia Torre
Le
Corti Nobiliari sono a servizio del Nobile e a lui e solo a lui debbono
obbedienza cieca e silente. Possono, altresì, essere chiamate dal
Nobile o dal Governatore a coadiuvarne l’operato nei territori di
competenza. Sede unica delle Corti sono i rispettivi palazzi Nobiliari:
- Palazzo Ducale (parte) per la Corte del Nibbio;
- Minas Erik (parte) per la Corte di Erik;
- La Corte della Signora per la Corte di Madre Themis.
Le
Corti Nobiliari, potranno muoversi liberamente all’interno dei
Governatorati d’assegnazione del Nobile di Riferimento. Corte del
Nibbio: Cittadella e Nuove Terre (dal Vecchio Borgo sino alle Miniere);
Corte di Erik: Minas Erik (dal Valico Ghiacciato sino al Bosco dei Lupi)
e Isole;
Corte della Madre Themis: Esperia. Per straordinaria
concessione nobiliare e per non ostare agli incarichi e ai compiti delle
Corti è dato a tutte le Corti Nobiliari il libero transito nella Città
di Lot, così come è sempre stato nelle volontà del Conte Petrus.
Le
Corti Nobiliari potranno essere ospitate, temporaneamente secondo
necessità, presso le sedi Governative previo accordo con il Nobile e il
Governatore.
Qualora le Corti, per necessità e ordine del Nobile,
abbiano a muoversi all’interno dei territori di altro Nobile o
approvvigiornarsi di materie prime, in qualsiasi territorio, dovranno
inviare comunicazione al Governatore ed, eventualmente, al Mastro della
Corte Nobiliare di competenza, per ottenerne concessione.
La vita
del Granducato, i mestieri e i lavori ammessi così come l’associazione
tra cittadini per interesse lavorativo o di razza, sono regolati dai
Nobili.
Della Giustizia e del Rispetto
La Giustizia nel
Granducato è esercitata dai Nobili che affidano al Supremo e ai Giudici
della Corte di Giustizia, e a nessun altro, il potere di decidere in
sede giuridica e giudicare in loro nome.
Il reato di Lesa Maestà
riguarda solo i Nobili e solo loro potranno invocarlo e pretenderlo. Le
offese ai Governatori, ad ogni membro della Corte di Giustizia e ai
Maestri delle Corti Nobiliari sono offese, ma non sono Lesa Maestà. Le
offese ai Governatori, Corte di Giustizia, Maestri delle Corti
Nobiliari, Corte di Giustizia, Comandante dei Dragoni, Comandante delle
Guardie Ducali, Primo Funzionario del Paratico, del Capo dell’Ordine
delle Guide e del Sommo Detentore dell’Arcana Saggezza, dovranno esser
giudicate con estrema celerità, ma mai in maniera sommaria, perché
particolarmente a cuore ai Nobili.
Il cattivo esercizio delle
mansioni di Governatori, Supremo della Corte di Giustizia, Maestri delle
Corti Nobiliari, Comandante dei Dragoni, Comandante delle Guardie
Ducali e Primo Funzionario del Paratico potrà essere giudicato solo dai
Nobili e senza pubblico dibattimento, ma nel segreto del loro animo.
Per
volontà dei Nobili: Governatori, Supremo Giudice, Maestri delle Corti
Nobiliari, Comandante dei Dragoni, Comandante delle Guardie Ducali e
Primo Funzionario del Paratico sono pari tra loro e rispondono solo ai
Nobili e solo i Nobili potranno dare ordini a loro, ordini ai quali
dovranno obbedire senza discussione.
Ognuno dei ruoli si deve immaginare come un braccio che i Nobili possono utilizzare come meglio credono.
I
Governatori, che amministrano le terre loro affidate, sono il braccio
politico e legislativo e solo ai Nobili debbono obbedienza;
il
Supremo della Corte di Giustizia è quello Giuridico ed applica le norme
delle leggi emanate dai Nobili; i Maestri delle Corti Nobiliari sono il
braccio che più da presso segue il Nobile e ne soddisfa i desideri,
infine, ma non in ultimo, ci sono i Dragoni vera e unica aristocrazia
guerriera che sono lo scudo che protegge il Nobile sino alla morte.
Vi
è poi il Paratico di Governo che è la forza economica del Granducato e
che governa sul Commercio, sulle riserve alimentari e sui beni del
Granducato. Le Guardie Ducali sono il braccio che reprime il crimine, a
loro è affidata la sicurezza delle terre e dei cittadini e sono loro a
sovrintendere alle Prigioni e all’ordine.
Nessuno può emettere
sentenza se non la Corte di Giustizia o i Nobili stessi, nessuno può
decidere sull’assegnazione delle terre se non i Governatori, previo
consulto col Nobile cui appartiene quella terra.
La Corte di
Giustizia emetterà giudizio solo dopo dibattimento e mai in maniera
sommaria o basandosi sui soli documenti. A nessuno è dato il permesso di
indagare sull’operato dei pari: se si hanno dei dubbi sul comportamento
dei pari si espongano al giudizio del Nobile che giudicherà gli atti
nel segreto, dopo che la Corte di Giustizia ha svolto le doverose
indagini.
Chi sarà sorpreso a interferire, indagare, perseguire e giudicare gli atti d’un pari sarà sottoposto al giudizio del Nobile.
Ai
Governatori, al Supremo della Corte di Giustizia, ai Maestri delle
Corti, al Comandante dei Dragoni, al Comandante delle Guardie Ducali e
al Primo Funzionario del Paratico tutto è dovuto perché quando questi
chiedono per la loro persona* è come se il Nobile avesse dato ordine.
*(si
deve intendere che se la richiesta dei vari responsabili sia a favore
di un appartenente al proprio mestiere si deve intendere come personale
in quanto per il bene del proprio mestiere e del Granducato).
Il giudizio della Corte di Giustizia è senza appello in quanto volontà e parola dei Nobili stessi.
La
Corte di Giustizia può, e deve, esser chiamata in ogni luogo del
Granducato e potrà esercitare il proprio compito in qualsiasi luogo
riterrà adatto e quindi non solo nelle aule del Palazzo di Giustizia.
Dei reati e delle sentenze
Il
reato commesso contro un fedele suddito dei Nobili è reato contro gli
stessi e perciò è male, se due sudditi vengono alle mani o solo non
trovano concordia questo è male. La Giustizia, così come i Nobili, deve
esser magnanima e al di sopra di tutti i cittadini e la giustizia potrà
decidere il torto o la ragione solo dopo che il processo e il
dibattimento si è svolto, ma all’inizio del procedimento, nella mente
del Giudice, non ci deve essere alcun pregiudizio.
Sono
considerati, a puro spirito di esempio, reati contro il Granducato e la
Sua Amministrazione: tutti i fatti, che ad avviso dei Nobili, dei
Governatori, del Supremo della Corte di Giustizia e del Comandante delle
Guardie Ducali appaiono ledere l’integrità, l’indipendenza e il
benessere del Granducato.
Vi sono poi, in ordine di importanza, i
reati contro la persona: come l’omicidio, le percosse, le lesioni,
l’ingiuria, la diffamazione, il rapimento e la tortura, egualmente sono
giudicati coloro che compiono il reato di istigazione a delinquere per
uno o più dei reati appena citati.
Particolarmente grave ed
esecrabile è il reato di strage o di unzione. Diffusione di epidemie e
pestilenza e la pena per questo reato può e deve essere la massima
prevedibile.
In ultimo ci sono i reati contro il patrimonio come il furto, la rapina, il danneggiamento, la truffa e l’usura.
La
pena amministrativa viene versata nelle casse nobiliari e potrà esser
composta anche da prodotti della natura quali cacciagione, animali,
pesci, grano, frutta e prodotti ortivi che dovranno essere consegnati
allo Paratico.
Del matrimonio e del suo scioglimento
Qualora
una coppia non ha più nulla da condividere si potrà decretare il
divorzio. Il Giudice ascolterà le ragioni delle parti e solo dopo quel
momento deciderà a chi spetti la ragione e il torto e l’eventuale
affidamento dei figli che la coppia ha procreato
. Chi divorzia per quattro mesi non potrà celebrare un nuovo matrimonio.
Le
spese del processo saranno sempre equamente suddivise tra i coniugi.
Qualora uno dei coniugi decidesse di non pagare la sua parte le spese in
tempi ragionevoli, il Giudice potrà decidere la trasformazione del
debito in lavori forzati o carcerazione .
Nel solo caso di abbandono non è previsto alcun pagamento .
Della possibilità di difendersi dalle accuse dinanzi al Giudice
I
Nobili di Lot, nella loro infinita saggezza, si riservano la
possibilità di attenuare la pena o concedere la grazia a tutti i
cittadini, concedendo agli stessi anche la possibilità di parlare in
loro difesa esponendo fatti e documenti che possano suffragare la loro
estraneità ai reati di cui sono accusati e quindi la loro innocenza.
Questa è la legge, questa è la giustizia.
"Così è scritto, così sia fatto"
I Nobili di Lot così hanno fatto legge dello scritto di Triventus McMay Wineland firmato in calce
ConteGofredo
ContessaLivv
Lord Gran Ciambellano
Supremo della Corte di Giustizia Ewan