In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

08. Il Grande blu

09. Delle Arti

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. Colori e Sapori

13. Armaguardia

14. Sussurri Mistici

15. La Clessidra Magica

16. Storie dell'Altro Mondo

17. Libera la mente

18. Vox Populi

19. Luoghi di Lot

20. Il Ducato visto dagli abitanti

21. Scorcio su..

22. Uno sguardo sul passato

23. Racconti da Mot e dintorni

 

 

 

 
Anno XIX - Mese 2° - Giorno 6°
 

 

Scorcio su CRATERE

Riporto in auge un vecchio articolo della consorella Sianna

Quanto si potrebbe narrar di Cratere? Troppo…La biblioteca è piena di scritti che riportano alla sua figura ma fra tanti ce n’è uno che merita particolare attenzione.
E’ uno scritto che proviene proprio dal Suo diario
“La Caduta del Presidio”, molti lo ricorderanno come evento storico, molti altri nemmeno la conoscono e visto che la Storia è fatta di particolari oltre che di gesta eclatanti… Largo ai ricordi dunque.

Dal diario del Principe Cratere
Osservo dalla Torre la Cittadella sotto di me, mentre l’odore acre della morte e della distruzione permea l’aria.

Dagli scritti custoditi nella nostra biblioteca
Dopo il ritrovamento di alcuni medaglioni con il nero pentacolo addosso a taluni esponenti delle forze di Honorius, un certo numero di Cavalieri Neri fu inviato alla ricerca d’ulteriori prove che potessero chiarire la loro posizione che si faceva sempre più sospetta. Durante la spedizione, una fitta nebbia avvolse i partecipanti che si erano suddivisi in più squadre e, quasi inconsapevolmente, l’Armata Ducale assalì la squadra composta dai Cavalieri Neri uccidendone tre.

Dal diario del Principe Cratere
Vari emissari nella notte partivano dall’oscuro Maniero, mentre freneticamente riempivo le pergamene, il sacro sigillo, che porto sull’indice sinistro, poneva la sua autenticità in calce ad ognuna.
Nella sua mente tutto si stava già compiendo: i soldati che avevano ucciso i tre Cavalieri neri se ne erano compiaciuti. Questo al principe non era sfuggito ... Vendetta sarà…
Poco prima della partenza un inaspettato arrivo, lo Shalafi ed i suoi Maghi: finalmente un Segno!
La riunione cominciava nell’oscuro Maniero: li osservavo mentre avanzavo verso di loro.
Adepti e Cavalieri, impugnavano le armi cercando di nascondere davanti a me la paura della Morte e del Combattimento.
Tutto era deciso…Tutto si sarebbe compiuto. Lo Shalafi era con lui, assieme ai suoi che già impugnavano le armi.
Un piccolo gruppo partiva accompagnato dagli Stregoni dall’interno della Cittadella per distogliere gli avversari, mentre due portali, aperti da Biba e da Alhena, ci portavano all’interno del Presidio: io e mio fratello guidavano i due gruppi.
Presto le piccole forze rimaste al Presidio, che in verità opponevano una stoica resistenza, venivano messe in fuga e sulla Torre Erik sventolava per la prima volta il nostro Vessillo.
Sulla Torre Erik il Vessillo dei Neri. Che storica vicenda si stava compiendo, con quanta naturalezza egli descrive il fatto. Diviene obbligo per me dedicare qualche riga a questa vicenda dalle parole di chi ha voluto tramandare il fatto…Di chi c’era…
Dagli scritti custoditi nella Biblioteca
La notte del 1° giorno, del 10° mese, del V anno, l’armata radunatasi al Maniero dei Neri si scagliò con tutta la violenza degli Inferi contro i fragili bastioni del Presidio. La Nera Alleanza era composta dai Cavalieri Neri agli ordini dei Principi Dryke e Cratere, dagli Oscuri Stregoni guidati dalla Domina Tholian, e dai Maghi Neri capeggiati dallo Shalafi Biba e dall’Arcimaga Alhena.
Gli eventi seguirono il corso naturale di un destino che sembrava ormai segnato per il Presidio.
Gli Oscuri Stregoni prepararono l’avanzata dell’armata nera scagliando sui poveri militari lasciati al Presidio gli incantesimi **Pioggia di Fuoco** e **Sfera Infuocata**. Nel frattempo i Maghi aprirono due portali che, dal Maniero, condussero due intere schiere di fanteria pesante direttamente all’interno del Presidio Militare.
A nulla valsero i tentativi di difesa dei valorosi Soldati; decine di dardi impotenti hanno sibilato nell’aria che già risuonava del clangore delle armi in battaglia. Ben presto la Nera Alleanza impose la sua superiorità numerica, costringendo i militari alla fuga.
Il Presidio capitolò e fu così che il vessillo dei Neri arrivò a sventolare sulla Torre ERIK
La nera alleanza colpì. Il presidio “capitolò” , ma dal diario di Cratere emergono degli altri particolari
Dal diario del Principe Cratere
Il Presidio è vasto, non riusciremo a difenderlo da soli: porterò tutti i Miei Cavalieri alla Morte? Potrò mai osservare il loro sangue unirsi al mio e sentirMi il peso di ognuno di loro mentre si accingono a morire per servirmi?
Il mio patrigno Darkman mi insegnò l’arte più subdola, l’arte più nera: la Diplomazia! Che sia anche questa volta l’unica via d’uscita? Ma con chi, mi chiedo, con chi?
Che le Tenebre Veglino su di Noi
Quando ci si trova soli, all’indomani di un grandioso evento i dubbi ci assalgono.. E ora che fare? Come agire? Come difendere quel che è stato conquistato? Ancora una volta la storia andrà avanti per la Sua Strada e l’epilogo di tale vicenda proverò nuovamente a narrarlo riportando le poche e semplici parole che ho trovato nei tomi della biblioteca:
<<Il Presidio è stato riconquistato, ma ad aver perso è Lot, fratelli contro fratelli, proprio come l’amata Dea aveva annunciato>>.
Affinché nessuno dimentichi quello che è accaduto. La Storia torna a metterci alla prova e se non abbiamo memoria di quello che è stato, non potremo mai reagire diversamente e torneremo a “imitare” e a “sbagliare” come già altri prima di noi hanno fatto.
Ma su Cratere c`è molto altro da dire, per esempio a riguardo del famigerato Verme di Kmuth

Anno V / Mese 3° / Giorno 12°

La partenza

Un altro giorno era trascorso a Lot e soluzioni per trovare un rimedio all`infezione, che aveva colpito la razza Vampiri, non n’erano ancora state trovate.

Nel quartier generale dei Cavalieri Neri, le Caverne di Lot, si tenne un`assemblea alla quale parteciparono molti Cittadini, presieduta dal Principe delle Tenebre Cratere. Egli stava seduto sul trono, con lo sguardo torvo, celando quel che provava in un cuore di cui molti, forse i più, dubitavano l’esistenza. Un cuore diviso in due parti: in una giaceva la speranza e nell’altra l’amaro dolore di vedere tanti suoi fratelli soffrire come lui; nel centro spiccava quel maledetto verme che come un aspide pareva tirare fuori la testa dai ventricoli e prendersi gioco di tutti.

Ormai era certa la provenienza del contagio: le terre di Kmuth; la causa? Un periodo d’oscuri presagi avevano turbato i sogni senza sonno dei non morti e visioni dell`antica primogenitrice Veddartha.

Le deduzioni, sopra citate, erano scaturite dopo il sommo studio dei Saggi e dal racconto di Biba, Sacerdotessa dei Druidi, la quale, grazie all`intervento di una potente pozione divinatoria fornitale dalla Strega di Corte Ahalor, poté accostare il mondo delle tenebre a quello della luce.

A Cratere non restava altro che organizzare una spedizione verso le rovine della città di Kmuth.

Milady Biba entrò nelle Caverne, accompagnata dal Conte Thorm.

Prima che Cratere si avviasse con la compagnia personalmente scelta, il Conte consegnò al Principe uno scettro, nel quale una misteriosa essenza galleggiava fluida come il sangue appena uscito dalle vene.

Chi era nelle Caverne osservò l`oggetto e il suo misterioso contenuto, ma nessuno si azzardò a far domande d’alcun genere.

Cratere ringraziò l`illustrissimo Conte Thorm e cominciò a muoversi verso il territorio sconosciuto.

Gaunt, il suo magnifico falco, fu investito nel dovere di tornare ogni notte con il resoconto della giornata e puntuale, come una rondine è a primavera, egli la sera successiva, volò verso Lot.



**************



Gaunt lasciò cadere la pergamena davanti all’entrata delle Caverne, dove alcuni lo stavano aspettando, ripartendo subito per il viaggio di ritorno. I Vampiri che la presero furono lesti ad aprirla e, dopo essere entrati all’interno delle grotte, uno di loro cominciò a leggere ad alta voce, in modo che tutti potessero sentire. Vi riporto ciò che era stato scritto dalle forti, ma ormai tremanti mani di Sir Cratere:

<<L’inizio del viaggio è sembrato tranquillo, il mio nero destriero ha avanzato con passo lento accanto agli appiedati compagni; il sole finalmente, dopo poco, è svanito e la mia Vitae ha pulsato al massimo della sua potenza senza quell’odiata luce.

Siamo giunti all’inizio della foresta ed ho notato che delle lunghe ragnatele scivolavano da un albero all’altro. Erano strane, ma vere nel loro essere d’innaturale ordine. Le prime sono state spezzate facilmente, ma più che ci s’inoltrava nella foresta e più esse erano resistenti ai maceti. Il Praeceptor Arcani Vampirius n’è rimasto quasi avvolto da quanto erano elastiche.

Ad un certo punto sono apparsi tre enormi ragni, non ricordo di averne visti mai di così grandi ed il primo ha cominciato ad avvolgerci con un’enorme ragnatela, intrappolandoci. A nulla sarebbe servita la mia ascia se non ci fosse stato l’aiuto di Maghi, Druidi e Stregoni.

In verità essi hanno usato del fuoco ed a causa della luce della fiamma ancora adesso provo dolore agli occhi, ma il fine giustifica i mezzi.

Mentre il primo ragno era sconfitto, il secondo mordeva l’Eversor Lain01. Avrei voluto lasciarla lì, senza nemmeno intervenire, ma siamo ancora all’inizio della missione e potrebbe tornarci utile, non so cosa ci sta aspettando e perdere una spada, già adesso, non è saggio.

Mi sono avventato con furia attaccando da dietro, con l’ascia, l’enorme ragno e mentre gli squartavo l’addome una quantità innumerevole d’uova ha cominciato a venir fuori: era femmina l’immonda creatura!

Accerchiato e bloccato, in ogni mio passo, dalle tantissime uova che sembravano pulsare cercando di schiudersi, mi dimenavo come un pazzo alla ricerca di una via di fuga, ma ogni tentativo troppo arduo poteva essermi fatale. Ho gridato aiuto agli Stregoni che con il ghiaccio hanno impedito alle uova di schiudersi e quindi a farmi uscire da quella trappola e con me tutto il resto della compagnia.

Ci siamo portati all’interno della foresta dove regnava silenzio ed oscurità.

Mentre avanzavamo, un canto dolcissimo e suadente ha rapito l’attenzione di Biba e davanti agli occhi estasiati, di noi tutti, una splendida creatura dai capelli rossi e dalle fattezze femminee è apparsa danzando.

Ha cominciato a girare intorno a Biba cantando queste parole: ”Elfa d’oro dai capelli di seta fatti aiutare a raggiunger la meta ... basta una spinta per portarti via, ma quanto sei goffa con questa compagnia ...”.

La nenia ha continuato per un bel po’ di tempo confondendo, le nostre menti; solamente lo Stregone Worfteeth è riuscito a reagire. Ha lanciato lame scaturite dalle sue mani, ma un lampo di luce ha difeso la figura del Demone che non è apparso affatto impaurito, ma anzi i suoi artigli si sono protesi verso Worfteeth, facendo sussultare tutti noi. IsheenII ha colpito il Demone con un dardo incantato rendendolo furioso ed io stesso gli ho conficcato l’ascia nella schiena facendolo ruotare su se stesso; Vampirius l’ha colpito con del ghiaccio magico. Il Demone, vista la malaparata, si è dissolto portandosi via anche la mia ascia.

Ho urlato dalla rabbia, perché la rivolevo, era mia! Il grido è parso udito da qualcuno perché l’ascia mi è stata rilanciata contro e trovandomi in disattenzione si è conficcata nella mia schiena.

Il tempo di riprendermi dall’attacco ed ho attinto da una fiaschetta della Vitae per tornare cosciente.

E’ scaturito un litigio fra me e Biba, ma poi il senno ha vinto sulla diatriba ed abbiamo ripreso il cammino.

Percorse alcune miglia Hitomi79 ha trovato un’ampolla e, grazie alla magia di IsheenII, siamo riusciti a capire che nel suo interno è contenuto un Elementare dell’Aria e tutti abbiamo deciso di portarla con noi.

Proseguendo ancora il nostro cammino il terreno si è fatto sassoso ed impervio. Le montagne erano più vicine e il paesaggio è mutato completamente; i tronchi contorti degli alberi hanno acquistato una luminescenza propria, come se la luce della luna si fosse imprigionata nel loro maledetto legno.

Il liquido contenuto nello scettro che porto con me, quello donatomi dal Conte Thorm, si è fatto via via più turbinoso.

Ad un certo punto la foresta è terminata bruscamente e ci siamo trovati davanti ad una parete rocciosa, con un portale enorme che ci sbarra la strada.

Abbiamo deciso di stanziarci qua per questa notte. Siamo stanchi, ma felici di essere sopravvissuti a tanti pericoli>>.

Tenebre et Aluka

Cratere

Principe delle Tenebre

Luogotenente Guardasigilli del Clan von Macht.



Finito di leggere il messaggio un mormorio invase le Caverne ed ognuno intese dire la propria.

La pergamena fu arrotolata e mandata ai Nobili di Corte ed ai Vampiri non restava che attendere il giorno seguente.
La luce che seguì la notte, quando arrivò il primo resoconto del Principe, portò con sé ancora più paura e rabbia, nella stessa dose, nei Vampiri di Lot. Il tempo non passava mai e le ore avevano raddoppiato i giri di clessidra. Tutti a Lot parlavano del verme e pochi altri argomenti erano al suo pari. A sera giunse Gaunt e, come aveva fatto la volta precedente, lasciò cadere la pergamena all’entrata delle Caverne.

I Vampiri gli fecero trovare vermi freschi, per rifocillarsi e acqua di fonte. Egli beccò, bevve e poi ripartì.

Colui che raccolse la missiva entrò lesto dentro le grotte dove tutti lo attendevano. Si sedette sul trono del Principe Cratere e lesse:

<<Ho visto rientrare questa notte il falco che ieri vi avevo inviato e portava una piccola pergamena con il sigillo del Dominus Elizabeth ed ho compreso che il primo rapporto vi è dunque giunto.

All’alba abbiamo ripreso il nostro cammino ed il fatto che la Rossa Signora osservi ed intervenga sulle nostre azioni è divenuto certezza.

Ci siamo trovati davanti ad un grande portone che poi abbiamo visto condurre nelle caverne dei Nani.

Wolfteeth ha provato a bussare, ma nessun Nano è venuto ad aprire. Mentre cercavamo di capire come poter accedere all’interno, il Rettore Biba ha notato delle strane rune che ornavano la porta.

“Deponete il sigillo o allontanatevi”, stava scritto.

L’Arcimago Fistantilus ha scorto tra le rocce un bassorilievo con un incavo, pareva proprio la sede per collocarvi qualcosa di copiante.

L’unico sigillo della compagnia è il mio e, dopo una breve discussione con Biba, lo posai nel vano.

Con nostra sorpresa la porta si aprì, ma prima che si richiudesse, dietro di noi, ho ripreso il sigillo.

Una domanda mi sta ancora adesso assillando, mentre vi sto scrivendo e cioè come mai i Nani hanno creato una porta che si apre grazie ad un sigillo vampirico?

All’interno le tenebre più nere ci hanno accolto e l’Elfa Biba ha cominciato a sentire intorno a se l’oppressione dei luoghi chiusi, iniziando a dare in escandescenza.

Abbiamo fatto pochi passi e il terreno ha ceduto sotto di noi facendoci precipitare in una discesa>>.



Chi leggeva s’interruppe, disturbato dal brusio nato dentro le Caverne dopo le ultime parole. Alzò lo sguardo, fulminando gli astanti e subito il silenzio tornò a regnare.



Riprese con la lettura:

<<Scivolammo per parecchi metri e alla fine di quell’interminabile pozzo abbiamo trovato una nera ombra ad attenderci.

Il tempo di alzarsi e l’ombra pronunciò la parola: “DOMINAZIONE”.

Mi sono avventato su di essa e tentai di infilarla con la spada, ma tagliai solo l’aria.

La Maga Nera “abbracciava”, sotto l’influsso della magia dell’ombra, l’Arcimago Fistandantilus, usandolo come cena. La vista del sangue mi ha fatto perdere un po’ il controllo, ma sono riuscito a resistere.

Ho allontanato IsheenII dal malcapitato Mago, prima che la vita lo abbandonasse, assestandole un duro calcio.

Ella si è allontanata tornando, dopo poco, accompagnata da centinaia di Nani.

Ho compreso una cosa da ciò, ma nello stesso tempo ne sono turbato, e cioè che sia un’Elfa ad avere in mano la salvezza della nostra razza.

Nel frattempo Biba, improvvisamente, si è tramutata in un orso gigantesco e dopo aver attaccato i Nani, spazzandoli via, si è girata verso di me.

Ho lottato con tutte le forze fino a quando Lain01 non ha conficcato lo stiletto in una zampa dell’animale e Biba è tornata al suo stato d’Elfa.

Abbiamo atteso che la calma rientrasse negli animi e ci siamo avviati nelle grotte. Siamo stati indecisi su che strada prendere, ma lo scettro, legato al mio braccio sinistro, lo ha spostato indicandoci una direzione. Più penso a quell’attimo e più sono convinto che esso voglia tornare dov’è che è stato creato.




Durante il cammino mi sono accostato a Biba, che sembrava tranquilla ed affabile; non ricordava nulla della strana metamorfosi e mi ha chiesto con fare gentile se le davo lo scettro.

L’ho guardata duramente e la mia risposta è stata quella di un indiscutibile No.

Riflettendo penso che la Druida sia affetta da strani comportamenti, e non è di fuori che essi provengano dalla sua vicinanza allo scettro, ma sono solo supposizioni.

Giunti alla fine delle caverne una fitta nebbia c’è ora di fronte, un muro che divide noi dalle rovine di Kmuth.

Più la guardo e più mi spaventa, ma è molto più spaventoso il vermaccio schifoso che sento muovere dentro di me.

Abbiate cura di voi fratelli come io cercherò di aver cura di me per la salvezza della nostra razza>>.



Tenebre et Aluka

Cratere Principe delle Tenebre

Luogotenente Guardasigilli del Clan von Macht.

Il Vampiro chiuse gli occhi al momento che terminò la lettura e pronunciò delle strane parole, penso una preghiera.
La terza missiva il Principe Cratere la scrisse dove aveva terminato l`altra, la sera precedente, dato che il gruppo aveva lasciato in quel luogo l`accampamento, per inoltrarsi dentro la città fantasma.
Queste le sue parole portate dal fedele Gaunt:
<<Gli eventi oggi si sono susseguiti in maniera incessante e non so ancora bene come sono riuscito ad uscirne vivo.
Durante la scorsa notte il Rettore Biba si è agitata continuamente nel sonno. Mi sono avvicinato a lei chiedendole cosa avesse e lei rispondeva nel dormiveglia, biascicando che la Rossa Signora continuava ad apparirle in sogno. Io ero molto turbato e non ho dormito per ascoltare, se mai avesse detto qualcosa, i respiri di Biba.
Al mattino ho convocato, a lei insaputa, gli altri della compagnia facendo notare loro quanto l`Elfa era divenuta strana dopo l`apparizione del Demone.
Abbiamo deciso di tenerla sott`occhio, nel caso s`inventasse qualche strana mossa.
Ci siamo incamminati dentro le rovine e le antiche costruzioni contornavano il nostro passo.
Ad un tratto ci siamo accorti che dalla bocca della Druida usciva un rivolo di sangue e l`evento era ovviamente straordinario, dato che un`Elfa non può perder sangue, se nessuna arma la ferisce.
Ci siamo fermati, improvvisando un bivacco, ed ho chiesto ad IsheenII di sondare la mente di Biba, per sapere ciò che navigava dentro la sua materia grigia.
Biba ha reagito all`istante e delle radici acquatiche hanno preso vita cominciando a colpirmi ovunque. Dovendomi difendere ho allentato la presa sull`Elfa e lei è scappata.
L`Arcimago Fistandantilus e lo Stregone Vampirius hanno pronunciato delle parole magiche: “Dominio - Prigione Rossa” e l`Elfa è stata ingabbiata, mettendola così sotto il mio completo controllo.
Abbiamo iniziato a porle delle domande, ma le sue risposte erano vaghe e a nulla ci hanno portato. Cercavamo una conferma della sua possessione da parte della Signora Rossa.
Abbiamo dunque rimesso in libertà Biba e ripreso il cammino stando attenti, oltre a dove mettevamo i piedi, anche a lei e a cosa facesse.
Siamo giunti nelle vicinanze di un tempio ed una tomba è apparsa alla nostra vista.
Sulla lapide le stesse parole scritte dai nostri Saggi di Lot nel loro rapporto sulle ricerche storiche del verme di Kmuth: “Chiunque provi e riesca a toccare la Regina sarà infettato da un male peggiore del tradimento. Verme è stato colui che ti ha portata a tradire facendoti innamorare e verme diverrà colui che disturberà il tuo riposo eterno”.
Verme ... verme ... come lo odio!>>.

Nella caverna dei Vampiri la parola risuonò più volte rimbombando sulle pareti rocciose; essi battevano i piedi e urlavano maledizioni allo sciagurato verme, causa della loro profonda sofferenza.
Poi il lettore alzò un braccio …fu silenzio e di nuovo lettura.

<<Intorno a noi regnava una strana pace e Biba ha deciso di aprire la bara, la cui lapide, si notava, era già stata rimossa.
Io, IsheenII e Vampirius ci siamo appartati lontano dalla tomba, seguiti da Lain01; Biba e Fistandantilus hanno aperto il sepolcro.
Eravamo pronti a qualsiasi cosa, ma con nostro stupore è uscita solamente tanta sabbia.
Pareva spinta fuori da qualcosa o da qualcuno.
Sabbia, e ancora sabbia, solo sabbia! Eravamo sconcertati; tanta strada per dieci sacchi di sabbia.
Delusi ci guardavamo l`un l`altro, ma dopo che molta n’era uscita degli strani cristalli sono apparsi sul fondo della tomba. Erano lisci e con delle piccole macchie vermiglie all`interno.
L`Elfa, che aveva preso in mano un cristallo, si è avvicinata a noi, ma ci siamo allontanati all`istante.
Lei allora ha preso a ridicolizzarci e a ridere della nostra paura.
Mi sono arrabbiato e con un colpo le ho tolto di mano il cristallo facendolo cadere a terra.
Esso si è frantumato in piccoli pezzetti vermigli che liquefacendosi hanno preso a ribollire sul suolo.
Ci è apparsa di nuovo la Rossa Signora che ha ringraziato Biba per averci condotto fino a lì e per averle portato qualcosa che aspettava da tempo.
Cominciò ad avanzare verso di noi puntando il Medaglione del Synodus che tenevo al collo, ma giunta a pochi passi da me ha afferrato lo scettro. Reagii immediatamente cercando di cavarglielo dalle grinfie, ma sentii un dolore lancinante al braccio che lei mi aveva afferrato. Crollai a terra, ma il simbolo del Synodus ha cominciato a brillare, bloccando la Rossa Signora.
E` apparso un gufo bianco, uno strano segno in verità, e lei è andata via, ma non prima di aver ucciso l`Arcimago Fistantandilus.
Ci siamo rimessi un po’ da quella colluttazione, attingendo alle sacche donateci dal Dominus Elizabeth tanto per rimetterci in forze.
Poi ci siamo impossessati dei cristalli presenti nella bara: ora ne abbiamo sei a testa.
Rifiutandoci di riportare il corpo senza vita di Fistantandilus è stata l`Elfa a caricarselo sulle spalle.
Siamo dunque tornati qua, al punto di partenza, ed abbiamo ognuno di noi sei di quei cristalli.
E` l`unica cosa che abbiamo trovato, è l`unica cosa che porteremo a Lot insieme alla speranza ed a tanta tanta stanchezza>>.

Tenebre et Aluka
Cratere
Principe delle Tenebre
Luogotenente Guardasigilli del Clan von Macht.

Il Vampiro arrotolò la pergamena e la diede ad un fratello. Gaunt quella sera non tornò indietro e rimase a Lot; aveva compreso che il suo compito era terminato ed attese il rientro del Principe Cratere insieme a tutti i Vampiri delle Caverne.
Dopo i tentativi che vi ho descritto, prima della partenza della spedizione, ve ne furono altri allo scopo di eliminare il verme dal corpo dei Vampiri. Uno, forse il più emblematico e pieno di disperazione, fu effettuato dal Primo Necromante Senara. Ella nelle Caverne di Lot, dopo essersi resa conto delle condizioni disperate della sua fedele consorella Bluwtigh, decise un rimedio estremo.

Castò un incanto d’evanescenza su sé stessa, penetrando poi all`interno del corpo del Primo Necromante.

Raggiunse lo stomaco e fu tanto il fetore che invase le sue narici: il verme si era insidiato e stava facendo marcire tutto ciò che strusciava con quella sua peluria maledetta.

Aveva attaccato le pareti gastriche della Necromante. Senara esercitò sul verme un incantesimo di marcescenza, attendendo che le prime piaghe di vaiolo comparissero sul dorso della bestia.

La cosa ebbe luogo ed il primo Necromante uscì dal corpo di Bluwtigh. Nel momento in cui ricomparve agli occhi dei presenti l’Elfa puzzava come una fogna, tanto che tutti inorridirono e si allontanarono da lei.

Comandò che il Bluwtigh fosse portata presso l’Oscuro e fatta riposare in attesa della reazione all`incantesimo.

Fu fatta verifica della mistica operazione, ma il risultato fu deludente.

Senara tentò nuovamente un attacco al verme penetrando ancora dentro il corpo del Primo Necromante, raggiungendo l’ormai marcio stomaco, casa dell’odiata bestia.

Essendo ora in luogo, Senara, si accorse che il tentativo precedente aveva sortito qualche effetto, pur misero esso fosse stato.

Ella provò a staccare il verme, ora ricoperto di numerose piaghe, ma una forte luce costrinse il Necromante ad uscire dal corpo immediatamente.

Nel rapporto scrisse che secondo lei il verme, per quanto colpito dalle innumerevoli piaghe, era guidato o animato da una Forza Superiore ed anche se forse provato dall’incantesimo di marcescenza, il verme continuava, indisturbato, il suo cammino letale.

Ecco quindi che in poche parole ho cercato di farvi comprendere lo stato d’irrequietezza in cui vivevamo a Lot mentre il principe Cratere tornava dalla città di Kmuth.

La compagnia era stremata da ciò che aveva passato; Biba portò sulle spalle il corpo senza vita di Fistandantilus e, giunti all’entrata delle caverne dei Nani, l’Elfa richiamò a se un’aquila sulla quale caricò il corpo del Mago e la indirizzò verso Lot.

Entrarono dentro le caverne e Biba volle guidare il gruppo, che però le mostrò diffidenza.

Mentre s’infilarono nei cunicoli s’imbatterono in una decina di roditori di grandi dimensioni.

L’Elfa ne bloccò due, facendoseli amici, mentre Cratere ne uccise altri due con la sua ascia bipenne. Vampirius attuò la forza del fuoco e ne abbrustolì cinque, mentre i restanti furono uccisi dai dardi di IsheenII.

Ripresero il cammino e tutto parve ormai tranquillo fino a quando, invece, udirono dei rumori sinistri. Si voltarono e si avvidero che un numero esorbitante di ratti stava dietro di loro. La compagnia s’impaurì, ma i topi, quando Cratere e gli altri cambiarono cunicolo, proseguirono per la loro strada senza considerare minimamente il gruppo.

Al termine del cunicolo il Rettore avvertì subito la sensazione dell’aria fresca e comprese che l’uscita era ormai prossima.

Dovettero salire un cunicolo.

Il Principe si tolse l’armatura e con una corda sulle spalle si arrampicò lungo le pareti; giunto in vetta, calò la fune agli altri.

Ripresero il cammino: i tre Vampiri avanti, seguiti, a distanza, dal Rettore e dall’Eversor.

Quando giunsero nelle vicinanze di Lot le luci furono per loro un segnale di vittoria, ma badate bene non una vittoria sulla malattia, che purtroppo continuava a dilagare, una vittoria con sé stessi, la quale, forse, non è certo meno importante nella vita di ognuno di noi.

Furono accolti con entusiasmo ed Il Principe consegnò i cristalli al Dominus Elizabeth, così fecero anche gli altri. Questi ultimi passarono poi nelle mani degli Alchimisti, che si misero subito alla ricerca.
Finalmente era giunta l`estate. Stormi d’anatre selvatiche avevano popolato gli stagni, che si estendono per molti chilometri quadrati fuori le mura della cittadella. I lottiani che avevano deciso di restare e di non recarsi nelle valli vicine, adiacenti al mare, passavano le loro giornate al laghetto dei Giardini delle Delizie, assaporando le prelibatezze che le dame portavano ogni giorno, per deliziose merende. Sir Elimir e Dama Manuelina ogni dì s`incontravano in questi luoghi e davano l`avvio, giungendo per primi nelle ore fresche del mattino, all`involarsi di dolci parole e canti d`amore.

Ma Lot non era solo felicità e sereno vivere quell`anno! Proprio come una carta da gioco, la città aveva, purtroppo, un`altra faccia, segnata dal sopravvivere di quella calamità che già da tempo era sopraggiunta colpendo la razza dei Vampiri: il verme di Kmuth.

Fu scritto molto in quei giorni da ogni gilda e mestiere e la speranza albergava nei cuori di tutti i Cittadini.

Tentativo inutile e pericoloso.

Riprendo in mano la mia penna d`oca e ricomincio a scrivere con quell`inchiostro che, già nelle altre vicende narratevi, riguardo la pestilenza, è nero sì, ma nero di tristezza ed infinito dolore.

Gli Alchimisti ottennero il benestare del Granduca per debellare con ogni mezzo il verme di Kmuth.

Fu tentato, presso le Caverne, il disincanto dei cristalli dalla Strega di Corte Ahalor, la Strega The Witch, il Rettore Biba, alcuni rappresentanti del Synodus e qualche Eversores, riunendo sei cristalli e disponendoli ordinatamente su un pentacolo (cinque ai vertici e uno al centro di esso).

Purtroppo, dopo che la Strega The Witch ebbe eseguito il rituale magico ed un rivolo d`acqua penetrò nei cristalli, i Vampiri presenti furono colpiti da allucinazioni e gli esponenti delle altre razze iniziarono a provare una sensazione di freddo molto intenso, senza ottenere nessun risultato positivo.

Avvenne anche che il Maestro Alannon giunse a contatto con un cristallo e non poté più distaccarsene, fino a quando gli altri cinque non esplosero. Tale reazione provocò la frammentazione dei cristalli ed alcune schegge colpirono il Maestro, ferendolo agli occhi.

Fu lunga la degenza per guarire da tali ferite e la notte fu padrona d`intere giornate per il malcapitato Alannon.



In una lettera aperta Lady Morgan, Assistente del Maestro Alannon, tentò di rendere partecipi tutti noi al dolore che l`affliggeva nel vedere il suo venerabile immerso nelle tenebre:

<< Mi avvicino al letto e lui è lì che riposa, distrutto dalla stanchezza della faticosa serata.

Ripenso a quel che è accaduto, a quel che ho provato quando il Maestro mi ha consegnato uno dei cristalli, avvolto nel panno, ed alle sensazioni strane che hanno invaso il mio cuore; rammento l`ingresso alle Caverne, dov`erano presenti il Principe Cratere e i primogeniti dei Vampiri, a quando hanno disposto i cristalli ai vertici del pentacolo, alla tristezza del rito fallito ed infine alla paura e alla preoccupazione quando l`esplosione ha investito il mio Maestro.

Troppi eventi, troppe emozioni tutte insieme.

Sono stanca e la paura di non riuscire a salvare la vista di Alannon m`affligge sempre più, così come il timore di non giungere ad una soluzione >>.



Tutti noi leggemmo la pergamena scritta da lady Morgan ed affissa nella Bacheca Pubblica, ognuno con una mano sul cuore e l`altra che stringeva ogni tipo d’amuleto e portafortuna.

Eravamo stanchi e delusi; Lot stava vivendo un momento dei più difficili e non meno drammatico di un attacco di Goblin.
Poco tempo dopo l’affissione della lettera aperta di Lady Morgan, lessi un annuncio del Priore Sacri Codicis del Sacro Ordine del Leone, Signore dell`Ordine della Caccia dei Vampiri di Lot, Aetas del clan von macht "Vedove Nere", membro del Concilio dei venerabili del Synodus Sanguinis: Sir Magicart.

Annunciava per l`indomani, con partenza da Corte, una missione alla ricerca di un qualcosa che avrebbe dato nuovo aiuto alla razza vampira, all’interno di una misteriosa cripta.

Alla ventiduesima ora i reparti della fenice, della caccia ed altri fratelli e sorelle del Synodus, affiancati dal Dominus Elizabeth, partirono dopo che alcuni Alchimisti avevano consegnato nelle mani dei Vampiri il rapporto di nuovi tentativi d’analisi, ma vani di gloria.



Sono riuscito ad ottenere uno stralcio della missione che vi riporto come ho io stesso avuto:



<< Arrivammo in un sottobosco molto fitto e subito fummo attaccati da dieci Goblin, ma riuscimmo a cavarcela egregiamente; poi proseguimmo, costeggiando un torrente dove a pochi passi sorgeva una capanna di legno. Ne uscì un Mago dall`aspetto molto stanco, che consegnò ai Vampiri un tomo, dicendo loro: “Svegliatevi addormentandovi e chi leggerà saprà il segreto".

Proseguimmo la strada con in mente quella frase caratterizzata da quelle parole, che suggerivano di entrare in uno stato di torpore.

Mentre camminavamo ci trovammo di fronte ad un fiume di sangue sovrastato da un ponte di corde poco rassicurante, ma che era l`unico passaggio esistente. Sopra di noi due bagliori seguivano i nostri passi verso la cripta.

Ivi giunti ci perdemmo nello splendore di quel lugubre luogo, ma subito ci fu palese che non vi erano serrature o maniglie che permettessero l`accesso e dovemmo optare per un`altra soluzione.

Ci facemmo carico di prendere una pagliuzza ed il Fato volle che fosse il Priore Magicart ad entrare in torpore, per poter far passare la sua forma onirica all`interno della Cripta.

La poca forza rimasta dei Vampiri non permise di prosciugare il corpo di Magicart e toccò all`Arcimaga Nera Isheen ad occuparsi di far entrare in torpore magico il Priore con l’incantesimo ** STASI TEMPORALE **.

Egli entrò così all`interno della cripta, imbattendosi però in tre fantasmi che all`esterno combattevano in forma carnosa contro i Vampiri.

Bloccate le forze nemiche, il Priore riuscì ad aprire dall`interno la cripta, facendo così consentire l`accesso a chi era rimasto fuori e potendo così, tutti insieme, entrare in possesso del tanto desiderato Tomo.

I Vampiri stremati caddero in terra, rimanendo immobili per un po’ di tempo, mentre l`Arcimaga riportava nella realtà il Priore Magicart, svegliandolo dal torpore.

Abbiamo ripreso la strada del ritorno con in mano il Tomo, che speriamo contenere rivelazioni importanti >>.



Ma cosa mai poteva contenere quel libro? Ebbi un gran da fare per saperlo, ma giunsi finalmente a conoscenza dello scritto.



Il Primo Necromante Bluwitch, con il Maestro Senara, s`incontrarono presso la sala della Morte, sita nel cuore del tempio oscuro, nel quartiere dei Necromanti.

Tracciarono un cerchio difensivo intorno a sé stessi e cominciarono lo studio e l`analisi dell`antico libro di Kmuth.

La grafia era antica e molto complessa. Si narrava delle ultime vicende che portarono all`estinzione, in modo spaventoso, della popolazione di Kmuth, per opera della Rossa Signora.

In ogni pagina il terrore faceva da titolo ed in un capitolo, perso fra alcuni disegni, il Gran Sacerdote dell`ordine della Nera Madre di Kmuth ipotizzava un rituale per sottomettere la Rossa Signora.

Erano necessari due campi di Forza Oscura, catalizzati in due differenti pentacoli, inscritti in due rispettivi cerchi. I due pentacoli erano disposti uno all`interno dell`altro ed il pentacolo esterno prevedeva il richiamo del campo di forza ad opera delle primogenie vampiriche di Kmuth; il secondo pentacolo, tracciato all`interno del primo e il cui campo di forza veniva attratto ad opera dei sacerdoti della Morte di Kmuth, racchiudeva un piccolo altare su cui era posto uno scrigno d’onice nera.

Le istruzioni del rituale, mai messo in opera data la mancanza di un seguito, recavano anche come chiave un sigillo di sangue, che doveva essere apposto sullo scrigno stesso, dopo che al suo interno vi fosse stata imprigionata la Rossa Signora; il sigillo era raffigurato da due antiche rune.

Dai due Necromanti furono compiuti enormi sforzi, quella notte, per giungere alla decifrazione delle due rune, ma solo l`evocazione di potenti spiriti dell`Ade e con il loro aiuto, estorto con l`inganno, riuscirono a dare il nome alle stesse, traducendone l`antico significato: Agtaphir e Dreodctus.



Tutto quel che fu scoperto fu messo in mano ai clan vampirici che tentarono l`esperimento, ma con il solo risultato, forse per inesperienza o forse per mancanza della necessaria forza, della morte di alcuni di loro.
Trascorsero altri giorni. Il caldo, spesso soffocante, rendeva ancora più difficoltose il respiro dei Vampiri. A molti il verme era riuscito a risalire lungo i bronchi, per giungere fino in gola, dove si arrestò per lungo tempo. Altri invece non ebbero scampo, a loro riuscì a raggiunse la scatola cranica, ricostituendo parti Umane e decretando così la fine del Vampiro stesso, con la trasformazione in Umano a tutti gli effetti.



Anche i Draghi cercarono nella loro biblioteca qualcosa che potesse servire per risolvere la malattia di Kmuth e qui riporto la testimonianza di Sir Vordulak, Adepto Cavaliere Nero e Luogotenente Guardasigilli del Clan LaSuerte:

<< Dopo aver percorso un lungo corridoio coperto da lastre di marmo verde in diversi siamo entrati nella libreria dei Draghi, accompagnati dal Nobile Mythras. Varcata la porta bronzea ci trovammo innanzi a migliaia di Tomi posizionati con cura e maestria.

Cercammo per molte ore qualcosa che ci potesse aiutare ed infine riuscimmo a scovare in un piccolo scaffale, posto più in basso di tutti, come abbandonato a sé stesso, un tomo dal titolo: Libro primo dei Solstizi scritto da Donaldo di Kmuth. Ad esso ne seguivano altri quattro.

Sfogliammo le prime pagine dei tomi e leggemmo la testa del primo capitolo di ognuno di loro:

Dal Tomo primo, denominato Terra: DALLA TERRA ANIMALI IMMONDI COME VERMI RISALIRANNO IN CERCA DI UN OSPITE IN CUI NUTRIRSI.

Dal Tomo secondo, denominato Acqua: DALL`ACQUA CHE INIZIO` A GENERARLI DOVRANNO ESSERE MONDATI PRIMA DI TORNARE ALLA TERRA.

Dal Tomo terzo, denominato Aria: DALL`ARIA SARA` ALIMENTATO IL FUOCO CHE NE SCONFIGGERA` L`ATROCE AVANZATA.

Dal Tomo quarto, denominato Fuoco: DAL FUOCO ESPLODERA` IL CALORE CHE LI RIMANDERA` ALLA FREDDA TERRA.

Dal Tomo quinto, denominato Arcanus Kmuth: DALLA POTENZA DEL QUINTO ELEMENTO SARA` RACCHIUSO UN SOLE BUIO CHE DELLA LUCE TERRENA CONTERRA` SOLO L`ESSENZA.

Altre cose erano racchiuse in quegli scritti, ma piene di rimandi e d’opinioni difficilmente confutabili.

Uscimmo con quelle nuove nozioni dalla biblioteca ed interpellammo i Saggi >>.



Ecco che la cosa, dopo un ampio giro, tornò a noi dell`Arcana Saggezza e rifacendoci dal principio, senza tralasciare nessun passo in precedenza fatto, sia esso in errore che in giusta direzione, esaminammo quel lungo lenzuolo d’avvenimenti, di scoperte e di magico mistero.

Con il venerabile Sommo Althair trascorremmo intere notti ed interminabili giorni sommando e moltiplicando ogni concetto, sottraendo e dividendo ogni aberrante dubbio, ma fu in una sera senza luce che egli esultò in mezzo a tutti noi, stanchi e spossati, per una ricerca che pareva non avere fine.



Ci svegliammo di soprassalto per il suo tono di voce che invocava la Dea Themis, ringraziandola e benedicendo il Suo nome. Formammo un cerchio seduti sul pavimento della Biblioteca, luogo saturo di sapere e di memoria. Le candele, più stanche di noi, parvero riprendere foga di luce, ma non dimenticherò mai gli occhi del nostro Sommo quando tirò le redini della ricerca. Pendevamo dalle sue labbra ed ognuno dei Saggi cercava di trovare, fra le frasi, qualche parola che riconoscesse per sua e che avesse portato al raggiungimento della soluzione. Fu il Sommo stesso che pian piano, mentre sgomitolava l`arcano, puntava lo sguardo su ognuno, come a significare: questo ... grazie a voi.





Ipotesi



Il numero 6 è l`intersezione tra i quattro elementi della natura (acqua, aria, terra e fuoco) ed i due triangoli equilateri che s’intersecano capovolti.






Secondo il sapere arabo il numero 6 rappresenta la falce di luna in fase calante; così come il 9 rappresenta la falce di luna in fase crescente.



LOT



Se noi uniamo la lettera L con la lettera T otteniamo un 6 formato da un rettangolo e da un gambetto in alto a destra; la lettera O rappresenterebbe la luna nel suo stato di massima luce: la luna piena.



Da tutto ciò si potrebbero dedurre altrettante tre cose:



Non con la forza o con le strategie belliche si potrà debellare il verme dal corpo dei Vampiri, ma solamente con lo studio e gli esperimenti d’ogni gilda o mestiere: neutrale, positivo o negativo, anche se non si può escludere un intervento militare per recuperare qualcosa che possa servire alla comprensione dei cristalli.



Stilizzando il nome della nostra LOT ed unendo le lettere fra loro, come citato sopra, otteniamo un piccolo rettangolo "la nostra cittadella" che protende un braccio come per chiedere aiuto alla luna piena rappresentata dalla lettera O.



I giorni delle due fasi di falce lunare servono per studiare i cristalli, ma la soluzione si avrà solo in luna piena. Il dente apparso nell`incubo di un nostro Saggio può si essere un canino di Vampiro, ma anche appartenente alla razza dei Mannari; ecco il ritorno di un perché dell’esistenza, nell’ipotesi, del simbolo: luna piena.





Applaudimmo il Sommo Althair e ci stringemmo intorno a lui, ma soprattutto intorno a tutti noi. Ancora una volta la gilda dei Saggi aveva raggiunto lo scopo di dare luce alle tenebre.

Improvvisammo un disegno, che poi realizzammo con più cura il giorno seguente, una pergamena che riportava l’ipotesi con chiari disegni, rendendola più comprensibile, che ora fa bella vista di sé appesa in una delle sale della Biblioteca.



Presentammo tutto al clan dei Vampiri i quali esultarono per la scoperta e misero la loro sorte in mano agli Alchimisti.
Altre congetture non meno plausibili



Da parte dei Druidi:

I trenta cristalli di cui disponiamo sono sicuramente rappresentativi dei concetti fondamentali della tradizione druidica e degli elementi naturali che maggiormente teniamo in considerazione. Infatti, in base tre abbiamo: gli alberi con le loro parti (radici, tronco, rami), le tre componenti dell`uomo (spirito, corpo, mente), i tre volti della Dea (vergine, madre, saggia), i tre elementi dell`universo e, probabilmente, anche le tre lettere che compongono la parola LOT.

Ad ogni lettera Ogham, corrisponde un elemento, che opera ai vari livelli dell`essere. Le loro peculiarità sono ben distinte perché operano a livelli superiori: le piante rappresentano l`equilibrio delle Forze, gli animali rappresentano la parte mobile ed energetica dell`essere e gli Dei rappresentano l`Astrale, corpo - anima - spirito. E` l`energia che da eterea prende forma. I tre elementi operano un interscambio energetico su fasce differenti dell`Essere Umano: il risultato sarà efficace poiché sappiamo che nessuna parte del nostro essere è separata dal resto.

Anche l`alfabeto è suddiviso in tre parti chiamate "aett". Casualmente ogni simbolo runico, identificabile nelle lettere che compongono la parola LOT, appartiene ad un aett differente e simboleggia una parte differente.
Al primo aett, che prende il nome da Fehu, Dio della fertilità, appartiene il simbolo KANO: simboleggia la guarigione.
Al secondo aett, che simboleggia le ricorrenti forze distruttrici della natura, appartiene il simbolo NAUTHIZ. Ritardi e problemi di salute sono solo alcune delle possibili difficoltà che esso preannuncia.
Al terzo aett, che rappresenta sia l`illuminazione e sia i valori, appartiene INGUZ foriera di nuovi inizi. Questa runa indica il togliersi un peso dall`animo alla fine di una situazione rischiosa.

<< Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce t`insegneranno le cose che nessun maestro ti dirà >>.



***


Da parte degli Oscuri Stregoni:

Gli Eversores, con la collaborazione delle Guide e la protezione dei Mercenari, comandati da Dreiken, si sono riuniti in una radura ai piedi della rocca al fine di trovar risposta e soluzione.
Estratti i cristalli dal loro involucro e posti su un panno, da Lain01, essi colpiti dai raggi lunari rivelarono un’inaspettata luminescenza. Osservandoli meglio alla luce del fatale astro rivelarono tre chiari simboli: una corona cinta di rose bianche, uno specchio piangente sangue e una rosa blu.
La nostra interpretazione fu che essi fossero rispettivamente simboli di purezza, dannazione, coraggio con conseguente collegamento alla relazione tra la dea Themis e la nostra dannazione attraverso la condanna di Veddartha.


***



Da parte del mondo dell`aldilà, dove ognuno di noi non ha alcun potere d`intervento.

Questa notte la Domina Veddartha mi è apparsa in sogno ... più bella e folgorante che mai. Sembrava emanare un`energia più intensa rispetto alla volta che l`ho incontrata nelle terre di Kmuth.
Stava camminando fra le strade di Lot, alla fioca luce della falce di luna; nel sogno ho deciso di seguirla. Fra i vicoli della città l`ho vista prosciugare i corpi dei Vampiri che incontrava; li faceva avvizzire fino a farli andare in torpore. Arrivata di fronte alle Caverne si è voltata e mi ha guardata dicendomi:
<< Con il sorgere delle stelle, un passo avanti verrà fatto ... annuncialo >>.
Si è poi messa a ridere malignamente e quindi è svanita all`improvviso, lasciando il segno inciso di un verme sulla nuda roccia sotto i suoi piedi.

Rettore Accademico, Lady Biba.

Questa mattina mi sono svegliato madido di sudore, come un animale che aveva corso per decine di chilometri in mezzo a quella notte.
La sera era trascorsa tranquillamente e mi ero ritirato molto tardi grazie alla luce che regna per maggior tempo sulle tenebre, essendo le giornate estive più lunghe.
Pochi istanti, il tempo di sdraiarmi, concedere un pensiero a Themis e spegnere la candela.
Non so quanto durò il sonno tranquillo, ma ricordo molto bene quell`incubo:
<< Era notte anche là, in quel luogo dove il tempo non ha valore e la vita è un`altra e non ci appartiene. Il cielo perde la sua profondità e si materializza facendosi toccare da noi. Le nuvole sembrano potere sorreggerci e il sole non brucia, mentre la luna ci parla.
Bussarono alla porta della mia magione. Io, seduto allo scrittoio stavo consultando alcune carte riguardanti l`attentato d’alcuni giorni prima fatto al mio Sommo, Lord Althair, nella Piazza del Mercato.
Un Goblin, servo di Honorius, lo attaccò all`improvviso per strappargli dalle mani alcune pergamene ed il Sommo le difese con il proprio corpo a costo delle vita; solamente l`aiuto del confratello Difensore Veladrin e d’alcuni Cittadini presenti salvò il Sommo da morte certa. Entrambi finirono in Ospedale, gravi ma, per fortuna, grazie ai Cerusici e al volere di Themis la loro vita non fu interrotta.
Dunque mi stavo girando fra le mani le testimonianze di chi era stato presente quel dì all`aggressione, che udii bussare alla mia porta.
Fu un battere strano, non familiare ed inconsueto.
Mi alzai ed andai a vedere chi fosse a quell`ora di luce oscura.
Chiesi, ma nessun rispose.
Domandai nuovamente, ma di nuovo alcuna risposta ...
Mi feci coraggio ed aprii leggermente l`uscio; constatando che non vi era nessuno, nell`immediato passo, spalancai l`anta ed affacciandomi guardai fuori.
La strada era deserta, la fiamma della lanterna brillava in alto, tremando ... come la mia mano.
La vestaglia di stoffa orientale, che uso stando in casa la sera, ondeggiava con il leggero vento che passava su Lot. Un vento caldo, diverso da quello che aveva accompagnato la serata passata a chiacchierare con la compagnia della Piazza.
Assicuratomi che nulla e nessuno mi avesse raggiunto richiusi la porta, ma con uno strano pensiero che mi ronzava nella mente.
Non feci a tempo di voltarmi, lasciando l`entrata serrata alle spalle, che di nuovo sentii bussare.
Arrestai il rumore delle mie ciabatte sul pavimento fatto d`assi di legno, scombinate e cigolanti in alcuni punti.
Guardai il soffitto e poi la finestra e tornai leggermente indietro.
Chiesi nuovamente chi fosse ma, mentre stavo per aprire ancora una volta la porta, la maniglia cominciò a sciogliersi nella mia mano; divenne viscida, inconsistente ed io ritirai il braccio immediatamente.
Essa non era più il solito pezzo di ferro arricciolato in punta, ma un verme schifoso che si muoveva con le sue innumerevoli anse nelle altrettante sue innumerevoli sezioni del corpo.
Feci un balzo arretrando di alcuni passi, anche la porta cominciò a sciogliersi ed il legno a diventare come una forma di formaggio bacato.
Tantissimi vermi, più piccoli spuntarono ovunque, dirigendosi verso quello che aveva preso il posto della maniglia: quest`ultimo sembrava la loro madre, da com` essi lo tenevano a riferimento.
Si appallottolarono tutti intorno ad essa, un brulichio informe d’immonde creature.
La porta era ancora là a serrare l`entrata, ma era ormai divenuta trasparente ed era possibile vedere l’esterno; fu proprio all`esterno che apparve un essere femmineo, capelli rossi e sguardo accecante, mani lunghissime, pelle bianca come il latte ed un sorriso maligno nel volto.
Tese il braccio, avvolto in un vestito di seta nera e prese in mano quella palla di vermi con al centro quello più grande che tirava su la testa, come per respirare.
Ero terrorizzato nell`incubo e fradicio di sudore nella realtà.
Furono pochi istanti? Furono molti minuti? Non so, non so proprio dirvelo, ma quella "dama" mi guardò e scoppiò in una fragorosa risata. Guardò le pergamene sul tavolo con la coda dell`occhio poi me, con scrutare profondo.
Ad un tratto mi gettò la palla di vermi che io per istinto, e non certo per voglia, parai con il palmo d’entrambe le mani; quando essa fece per toccare la mia pelle, prima ancora di sfiorarla, scomparve e restò un lungo dente che compresi subito essere il classico canino di un Vampiro.
Alzai lo sguardo e di essa non v`era più alcuna traccia: scomparsa con tutti i suoi vermi.
Il dente prese a cambiare colore: prima giallo ... rosso ... e infine nero, come la morte.
L`osservavo e non avevo coraggio di buttarlo in terra, ma mi faceva paura tenerlo in mano.
Lo presi con la punta delle dita e lo accostai alla vista. Cominciò a muoversi ad arrotolarsi su se stesso: a trasformarsi in verme.
Lo gettai lontano e prima che toccasse il suolo esplose schizzandomi la vestaglia di sangue; m`irrorò il viso, la bocca, le mani ... tanto sangue da un così piccolo verme? Il ribrezzo mi paralizzò e sprofondai nel sonno di un incubo >>.
Ricordo il balzo che ho fatto nel letto e la coperta che è volata via, librando nell`aria come quel vestito di seta nera.
Ecco miei lettori questo è ciò che mi ha avvolto questa notte; non so se per i tanti discorsi che in questi giorni riempiono le strade di Lot riguardanti i Vampiri e il verme di Kmuth, oppure perché forse è giunto il momento che ... qualcosa stia per accadere.
Passarono alcuni giorni dopo che noi saggi consegnammo insieme alle altre gilde ciò che secondo noi era dato far sapere sulla ricerca.
Gli alchimisti si misero all`opera per preparare tutto ciò che serviva all`estirpazione del verme da ogni vampiro.

Purtroppo diversi di questi ultimi si trasformarono in umani e nulla si potette fare per salvarli dalla ricostruzione, da parte del verme, del cervello umano. La loro fu una fine storica, ma non ingloriosa; affrontarono la realtà con coraggio e rassegnazione, invocando nella preghiera la Dea Themis ed il suo aiuto per sopportare il dolore.

Appena fu il novilunio nel laboratorio, sito nel passaggio segreto della Cantina, gli alchimisti cominciarono la preparazione della pozione per debellare la pestilenza.
Sotto attenta visione delle Custodi della Terra lady Oiffos e dell`Aria lady Aleya, gli alchimisti Sularos ed Hop, l`apprendista Curfindel e gli aspiranti Nanooch, Euritene e BlackLilith attivarono un procedimento mediante una serie di operazioni alchemiche: calore, distillazione e sublimazione, che hanno portato la materia prima a liberare sale, mercurio e zolfo.
Il giorno seguente, dopo aver lasciato posare le preparzioni in apposite ampolle, con grande attenzione furono uniti gli elementi in una grande ampolla.
Tra il fisso e il volatile restava ancora un`operazione da fare: la FISSAZIONE degli Elementi per ottenere il composto puro.
Gli alchimisti stettero in trepida attesa fino a che non avvenne la Trasmutazione.
A quel punto un cristallo fu tolto da una scatolina consegnata in precedenza dalla Custode dell`Etere lady Morgan e fu immerso nel composto.
L`Uovo Filosofico era pronto e sigillata l`apertura fu lasciato per tre giorni esposto alla luce lunare.

Il quarto giorno il Mestro Alannon volle constatare di persona l` ottenuta pozione e si recò nel laboratorio pur essendo ancora bendato per i danni agli occhi provocati dall`esplosione dei cristalli (vedi capitolo precedente).
Si assicurò, grazie alla sua immensa sapienza che tutto fosse stato fatto come era dovuto e decise la somministrazione per la sera stessa al vampiro lady Vurdalaka e se ve ne fosse stata a sufficienza anche a lady Lalu.

L`esperimento ebbe luogo a Corte sotto la protezione di ogni membro combattente tra la 22duesima e la 23esima ora.
Le fanciulle bevvero la pozione e dopo alcune contrazioni e contorcimenti in esse placò il dolore e da un` attenta analisi fu chiara la loro guarigione.

Un sospiro di sollievo si levò in tutti gli ambienti di Corte. Il Granduca apprese la notizia dalle sue guardie personali e si congratulò con tutti coloro i quali si erano impegnati nello scopo di aiutare la razza dei vampiri.

Purtroppo i costi per la preparazione delle pozioni erano elevati e gli alchimisti si trovarono costretti a dover far affrontare parte della spesa ad ogni vampiro che chiedeva la pozione.
Inoltre, una notte, dei mannari e dei ladri, durante la distribuzione delle ampolle, decisero un attacco e dato che le fiale erano state riposte nella paglia, dentro delle bisacce, alcune pagliuzze entrarono dentro le ampolle danneggiando le pozioni e rendendole pericolose alla somministrazione.
Se ne deteriorarono ben mille e se ne salvarono altrettante.

Ancora altre pozioni furono preparate e gli alchimisti trascorsero molte molte notti senza dormire.
Lot era comunque riuscita a superare un`altra orda di terrore questa volta non di Goblin o di Orchi, ma di un piccolo verme tanto infinitamente piccolo quanto maledettamente mortale.


E con questo termina il ricordo di fatti oramai diventati leggenda come la storia affascinante di uno dei capi più carismatici dei Cavalieri Neri, lord Cratere appunto e la storia non meno leggendaria della lotta che il Granducato dovette combattere contro il VERME di KMUTH

Kaan
Depositario dei Segreti