In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

09. Natura Amica

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. A teatro

13. Concorso del Mese

14. Canto dei Bardi

15. Sapori e Colori

16. Armaguardia

18. La Clessidra Magica

19. Storie dell'Altro Mondo

20. Delle Razze e dei Clan

21. Vox Populi

22. Luoghi di Lot

 

 

 

 
Anno XVIII Mese 7° Giorno 21°
 

 

STIRPI DI ETHENGAR

Tempi bui sulle terre di Ethengar, la tecnocrazia regnante non ammetteva repliche. In quelle terre mediorientali, desertiche e steppose, solo una piccola tribù era riuscita a sfuggire all`oppressione. Il suo credo era il rispetto della diversità, perché solo da quella, unita alle molte fatiche quotidiane che non mancavano, si sarebbe potuto e si può raggiungere l`equilibrio. I tre saggi che guidavano la tribù erano riusciti a infondere questi concetti.
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Il risultato ottenuto, però, fu vanificato dalla nascita di Raven: i poteri magici di cui era dotato ammaliarono gli uomini della tribù fino a far credere loro che fosse un prescelto dagli dei e che li avrebbe guidati al riscatto della durissima vita che conducevano, abbattendo quel regno iniquo dal quale si erano separati. Nominandolo loro condottiero e sovrano lo seguirono in imprese 
sanguinose, il risultato fu che Raven divenne il signore incontrastato di tutte le terre di Ethengar, ma era un regno basato sul sangue e sull`odio.-

Dei tre saggi, i due rimasti, L`Efore Bianco e quello Rosso, raccolsero intorno a sé i pochi che non avevano voluto partecipare alle carneficine e un nuovo esilio ebbe inizio. Nel frattempo, il successo delle sue imprese ottenebrò la mente di Raven, rendendolo insaziabile di potere e della necessità di esibirlo facendo costruire città e templi che furono chiamati masjid, l`oscurità pari a 
quella debellata, anzi peggiore, dilagò di nuovo su quelle terre, ma a Raven non bastava...

Raven con le arti magiche di cui era padrone, si era prolungato la vita e 
continuò a governare con il pugno di ferro. Dopo duecento anni, con la mente 
obnubilata si convinse di poter controllare forze ancora più terribili e oscure, fu così che commise l`enorme errore di aprire un portale dal quale scaturirono quelle forze fatte di mostri assetati di sangue, l`orrore invase quelle terre spegnendo il sole e avvolgendole in una densa nebbia rotta solo da una pioggia ardente.
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L`equilibrio cosmico non è così facile da destabilizzare: infatti lo sparuto 
gruppo che aveva seguito i due saggi aveva trovato un`oasi dove stabilirsi; la comunità crebbe, furono create complesse strutture idriche furono seminate palme da dattero e il complesso fu circondato da dune artificiali a scopo protettivo. 
Una tale organizzazione sociale permise di dedicarsi agli studi degli astri e della matematica, instaurando così un livello culturale raffinato. In un simile ambiente nacque Thea, figlia dell`ultimo Efore Bianco, era una veggente e con un animo così sensibile da riuscire a percepire e cancellare la tristezza negli occhi di chi incontrava con il semplice gesto di una muta carezza.
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L`animo puro e altruista di Thea unito al dono della veggenza, fecero nascere in lei un desiderio di pace così forte che, interrogando gli astri, comprese che doveva debellare l`oscurità creata dal regno di Raven e dalle sue forze oscure; gli dei attraverso le stelle la guidarono fino alla capitale, qui riuscì a passare inosservata e arrivò al cospetto della statua di Raven. Il suo animo puro la spinse a toccare la statua e a pregare perché a quel re nefasto fossero perdonati tutti i peccati. Riaperti gli occhi alla fine della preghiera si accorse che dalla statua era nata una rosa.
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Il potere di Thea la spinse a cogliere quella rosa e a dirigersi verso il 
terribile portale, tutto accadde in un attimo, il portale si chiuse 
definitivamente dopo aver risucchiato tutto il male generato, ma ahimè risucchiò anche la generosa e coraggiosa fanciulla. Si narra che Raven, vedendo il sacrificio di Thea si pentì e riacquistò la sua lucidità, ma a nulla valse quel pentimento perché il palazzo e molte delle città costruite crollarono. La gente 
di Ethengar fu salva, ma gli orrori vissuti non permisero loro di ottenere la pace e si dispersero per il mondo esuli e nomadi in cerca di un rifugio che fosse il più lontano dalla desolazione che stavano lasciando.
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L`unico saggio sopravvissuto, l`Efore Rosso migrò lontano con uno sparuto gruppo di seguaci; i loro discendenti con sangue Theaden e Raven arrivarono al Granducato e ottenuto un pezzo di terra e degli edifici che erano stati occupati da altri, crebbero come numero e si scelsero come capo spirituale Rooka Eshmaidan di discendenza Raven. La duplice origine nel sangue di ognuno però, inevitabilmente creò tensioni e dissidi. Per evitare lo scontro tra fratelli apparvero i tre Avi che imposero alle stirpi una partita a scacchi, le uguali valenze fecero finire la partita in patta senza vinti o vincitori.
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Il risultato di parità indicò che le stirpi potevano giungere all`equilibrio, a patto che non si scordassero da cosa erano fuggite, e rammentando l`esito della partita
quella stessa notte una rosa bianca apparve e trattandosi di una rosa eterna ora splende in mezzo al giardino, la sua longevità indica che le stirpi hanno ancora molto cammino da fare per ritrovare la propria gente e raggiungere l`equilibrio.
Per meglio identificare le Stirpi si vedranno i Raven di indole negativa rappresentati dal Nero e i Theaden di indole neutrale rappresentati dal Rosso. A capo di entrambe il Rokaa Eshmaidan. Per ogni ruolo all`interno del clan a un singolo pezzo nero corrisponderà un singolo pezzo 
rosso, solo in questo modo:inseguendo perennemente l`equilibrio, Vi potrà esser l`unione delle Stirpi.


Lady Camargue