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Anniversario Detentori dell`Arcana Saggezza Raccontiamo le Antiche Leggende … La Maga Dorata
Veritas et Sapientia siano in Voi.
In occasione dei Festeggiamenti per il 15° Anniversario della Fondazione del Mestiere i Detentori dell`Arcana Saggezza e la Compagnia Teatrale di Lot, sono lieti di invitarVi alla Casa dei Detentori alla Piazza del Vecchio Borgo il Primo Giorno del Sesto Mese alla Nona ora dopo l’Apice di Sol, per inaugurare le giornate dei festeggiamenti con una serata all’insegna delle Leggende di Lot.
Zefirya
Sommo Detentore dell`Arcana Saggezza
***Si apre il sipario, sullo sfondo vi è una collina fiorita e piena di alveari e api che punteggiano il panorama. A metà palco un’arnia, in materiale ligneo, di quelle che ricordano la più tradizionale sagoma delle case. Un apicultore lavora nei pressi dell’arnia. Dei sostegni invisibili, se non da vicino, sorreggono le varie api, che ondeggiano, grazie a delle scelte tecniche, sul loro alveare. Ai piedi dell’alveare, un tinello. L’apicultore entra mentre il detentore inizia a narrare.***
Zefirya - Finalmente il granducato, dopo tante peripezie, fu terminata di costruire e un senso d'eterna gratitudine regnava nei cuori di tutti. Quando il Principe Theon ricevette i ringraziamenti del Granduca, per l'aiuto offerto, quest'ultimo gli donò un vasetto di miele estratto dai nuovi alveari, popolati da quelle api che ogni giorno si erano nutrite grazie alle pianticelle portate a Lot dai carri del Principe. Come tutti sappiamo nell'alveare vi sono le api operaie, che producono il miele e proteggono e nutrono anche la loro regina, che difficilmente lascia l'alveare se non per trovare una nuova casa, forse più sicura della precedente oppure perché spodestata da una nuova sovrana. Un'ape regina, una fanciulla ed il volere di Themis, sono gli ingredienti principali di questa Leggenda
[Apicultore] <parla mentre inizia a maneggiare le cerniere dell’arnia> Ci fu un tempo in cui avevo una magnifica Ape Regina, che guidava il suo alveare e delle magnifiche api operaie. Producevano il miglior miele, rendendomi proficui guadagni <scuote il capo sospirando> La gelosia, purtroppo regna anche fra gli animali. E fu così che la Regina lasciò la corona, per salvare tutte le sue api operaie < appoggia il retino e con una mano toglie uno dei telai mobili dall’arnia, e avvicina con l’altra mano il tinello, per raccogliere il miele.>
[Apicultore]<infila il telaio nell’arnia e assaggia il miele> "Mie api, sono anziana per guidarvi in battaglia, ma sono ancora giovane per donarvi altri fratelli e prosperare ancora. Quando l’apicultore, aprirà i telai, noi ci allontaneremo, in cerca di un nuovo regno" <prende il tinello col miele, il retino e si allontana.> Immagino sia stato questo il suo discorso, perché un giorno, aprendo le cornici, volarono così in alto che non potei catturarle col retino. Spero solo che abbiano trovato un luogo dove prosperare
Phoebe - Le api operaie, dopo aver svolto le mansioni quotidiane, si prepararono a partire. La regina già aveva posto la corona sul capo della nuova sovrana. Il rito si era consumato in breve tempo, dato che i due fronti, delle api soldato, cominciavano a sentirsi stretti uno contro l'altro e c'era il rischio imminente di una guerra civile. Lo sciame prese il volo alla ricerca di un nuovo posto dove vivere. Erano stati costruiti molti alveari intorno alla città di Lot, ma data la bellezza della Valle dell'Incanto e la sua ricchezza floreale, nessuno era disabitato. Le api provarono invano ovunque ed in ogni direzione. Nel frattempo il cielo si stava mettendo al brutto e la temperatura stava precipitando. Sappiamo bene come a Lot sia facile passare dal caldo al freddo e trovarsi avvolti da una pioggia scrosciante, anche nel pieno di una torrida estate.
*** L’illuminazione va scemando, rendendo tutto buio. L’arnia è nell’angolo destro rispetto alla visuale degli spettatori. Lo sfondo è stato sostituito da un prato fiorito e una casa di legno. A metà palco un area di fiori, veri, variopinti. Sempre con il sistema di filamenti impercettibili, alcune api seguono l’ape regina.***
Zefirya - Quel giorno una famiglia di boscaioli: padre, madre e figlioletta si recò nella foresta per cominciare a fare scorta della legna, da consumare durante il lungo e freddo inverno. L'uomo, vedendo che il tempo si stava mettendo al peggio, si dette da fare per concludere presto il carico sul carro e ripartire verso casa. La donna raccoglieva gli arbusti più leggeri, che sarebbero serviti per l'accensione del fuoco e per ravvivare le braci quando tendevano a spegnersi. La fanciulla invece giocava nel prato antistante la folta vegetazione, raccogliendo fiorellini ed odorandone la corolla. Un bel mazzolino stava prendendo corpo nelle sue mani ed, osservandolo crescere, ella pensava alla felicità della Dea Themis quando lo avesse portato al Tempio e posato ai piedi della sua statua.
[Venacea]<raggiunge dalla casa la zona fiorita e inizia a raccogliere i fiori> Sono bellissimi! E profumati.
[Ape Regina]<- costume da ape-sbuca dal lato opposto all’arnia.> Venite mie operaie. Finalmente un campo fiorito e libero da insetti…< intenta a richiamare le sue api, non si accorge di volare vicinissima alla fanciulla>
[Venacea] <infastidita dal ronzio dell’ape vicino al suo capo, per reazione, smanaccia l’aria, colpendo l’ape regina. Appena se ne accorge, fissa l’ape caduta a terra>
[Ape regina] Ohiohioi… le mie ali, la mia schiena, le mie zampe! <si guarda intorno> Mie ape aiutatemi, per favore.
Phoebe - Venacèa, che già da più piccola aveva imparato a colloquiare con gli animali e tutti gli insetti, le chiese cosa facesse fuori dal suo alveare, visto che il tempo non stava promettendo nulla di buono. La regina mosse qualche passo nella mano della fanciulla e le raccontò con un filo di voce tutta la vicenda. Era stanchissima e la vita stava davvero per abbandonarla.
[Venacea]<potendo ascoltare le voci degli animali, sentendo le lamentele dell’ape, l’aiuta a rialzarsi> Venite! Venite! Vi porto a quell’arnia, appena costruita da mio padre! <le indica l’arnia> Così potrò curarvi e le vostre api operaie, potranno produrre tutto il miele che volete!
[Ape regina] Tu mi stai ridando vita, la cosa più bella che possediamo. Io adesso ti ricambierò con un dono; sentirai crescere in te la capacità di poter donare la Forza a tutti i tuoi simili e la tua pelle cambierà colore, assumerai così il colore del miele ! <battendo le ali, la regina, crea una corrente d’aria impolverata e si avvicina a Venacea con il pungiglione che affiora da proteso verso di lei, cercando di pungerle una natica>
[Venacea] <chiude gli occhi e quando l'ape regina la punge sobbalza e dopo pochi secondi si ritrova cosparsa di polvere d'oro, si osserva mani, braccia e gambe> Oh! Che bello e davvero sento dentro di me un forza immensa. <poi spaventata> Cos’è tutto questo rumore? <guardandosi intorno>
***Una parte di sfondo cambia, mostrando un’orda di goblin diretti verso la casa di Venacea. Suoni di tamburo, urla agghiaccianti e clangori vari, annunciano il loro arrivo. L’Arnia e la casa, lentamente prendono fuoco. Incendio ricreato, con delle assi sagomate e dipinte, dotate di rotelle, per farle scorrere dai lati del palco, fino al centro. Poi del fumo che come nebbia, nasconde tutto.***
[Ape
Regina] Dobbiamo fuggire! Le truppe di Honorius… <afferra
Venacea> Seguitemi, prima di raggiungervi ho visto una cittadina con mure
altissime.
Venacea e l’ape spariscono dietro le quinte.
Zefirya - Le giornate si facevano
sempre più corte e l’inverno era alle porte, le campagne intorno alla città
di Lot erano diventate insicure. Infatti una banda di Gobelin assalì la
fattoria di Venacèa. Il padre e la madre capirono subito che la situazione era
disperata e fecero fuggire la fanciulla, dicendole di correre a Lot e chiedere
aiuto. Quando l’Esercito raggiunse la fattoria, ormai non restavano che poche
travi bruciate ed i due contadini erano morti.
***
Sparito il fumo, appaiono le mura di Lot in lontananza e la zona del vecchio
Borgo del Commercio. Un’asse perpendicolare al palco, divide l’esterno di
una bottega sulla sinistra degli spettatori e una bottega, con uno scaffale
pieno di ciotole e vasi di vetro, dove si vedono foglie, parte di animali,
liquidi colorati. Un bancone, con un mortaio.***
Phoebe - Il Granduca, appresa la
notizia della tragedia, chiamò a corte Venacèa e rimase stupito dal colore
della sua pelle. Dopo averle espresso il proprio dolore per il lutto che
l’aveva colpita, le chiese di raccontargli la propria storia. Colpito da
quanto aveva udito, la prese sotto la propria protezione e le assegnò una casa
all’incrocio tra il Vicolo del Grano ed il Vicolo Corto, chiedendole di
dispensare le proprie arti a tutti i Cittadini.In realtà, la base che rendeva
efficaci tutti i suoi preparati, era il dono che le aveva dato l’ape regina.
[Venacea]<fissa
la sua bottega> Dovrò sempre ringraziare il Granduca per avermi nominato la
Maga Dorata e data la bottega. Aiuto chi vuole combattere quel maledetto, che
uccise i miei genitori, donandogli pozioni di vario tipo, per recuperare forze e
energie. <si avvicina allo scrigno> E grazie ai soldi che ricevo in
cambio, posso aiutare i più bisognosi, proprio come l’ape regina quel giorno!
<fa qualche piroetta, fermandosi di colpo>
Zefirya - Le monete che Venacèa
chiedeva, servirono prima a rendere più facile la vita ai Cittadini più poveri
e, in seguito, per il bene della città, d’ogni Gilda e Mestiere. Trascorsero
così l’inverno, la primavera ed una nuova estate, ma al sopraggiungere
dell’autunno la città iniziò a cedere agli assalti delle truppe di Honorius
ed, una notte, i Soldati di guardia vennero sopraffatti. Orchi e Goblin si
riversarono in città. In poco tempo il buio fu rischiarato dal bagliore degli
incendi e la notte risuonò delle urla di trionfo dei vincitori e delle grida
disperate dei cittadini che cercavano scampo.
[Honorius]<calciando
e picchiando l’impugnatura della sua ascia contro la porta> Argh! Buoni a
nulla di goblin! Farò da solo e appena prenderò la Maga Dorata, che continua a
donare energia ai combattenti di Lot, la spezzerò in due, proprio come
un’apetta!
[Venacea]<terrorizzata,
si nasconde dietro il bancone> Andatevene maledetto! Non sarò mai vostra,
piuttosto… <afferra dallo scaffale una boccetta di liquido color verde>
[Ape Regina]<arriva
dal fondo della bottega> Ferma Venacea! Non potete morire, siete troppo
preziosa <agita di nuovo le proprie ali> Non vi ho mai abbandonata e ora
mi starete sempre vicino>
[Venacea]<alzandosi
da sotto il bancone, mentre la boccetta cade, si vede nuovamente trasformata. In
ape> Mia ape regina, siete la mamma che quel bastardo mi ha ucciso quando ero
fanciulla e vi conobbi! La dovrà pagare!
[Honorius]<sfondata
la porta, ascia stretta fra le mani> Dove vi siete nascosta maga della
malora! Una volta uccisa, i lottiani non avranno le forze per combattere! E io
dominerò su Lot!
[Venacea]
E invece Voi oggi perderete e io lascerò i segreti delle mie pozioni ai
Lottiani! Ape Regina, colpitelo con me! <arrivata nei pressi di Honorius, si
volta di spalle, per colpirlo col suo pungiglione>
[Ape Regina]
Volentieri mia Maga! <allo stesso modo di Venacea, vuole colpire Honorius
allo stesso modo di Venacea>
[Honorius]<sorpreso
dalla velocità delle due api, viene colpito da entrambe, cadendo a terra>
Maledette <tenta con l’ascia di colpirle, mentre crolla spalle a terra.
Svenendo>
[Venacea]<prendendo
il libro delle ricette in una mano si avvicina a Honorius. Lo schiaffeggia con
le ricette> chiederò a Madre Themis di donare ai lottiani un nuovo luogo
dove i lottiani potranno ristorarsi o creare delle pozioni simili alle mie, per
avere la forza di combattere chiunque osi rovinare tale cittadella, che ha me ha
dato protezione e soddisfazione! <ancora una volta col ricettario in mano>
Ricordatevi che non sempre chi è più piccolo è meno importante e più debole
di chi è più grande e forzuto!<tocca con una zampa Honorius e fissa Ape
Regina> Portiamolo nuovamente fuori Lot!
[Ape Regina]
Bell’idea, daremo ai lottiani il tempo di riprendersi da questo attacco e
riorganizzare le truppe e rinforzare i muri deboli per difendersi al meglio!
Peccato il nostro veleno lo stordisca e non lo faccia morire! <afferra una
gamba di Honorius e inizia a trascinarlo all’esterno della bottega, fino a
quando non sparisce con Venacea e Honorius, strisciante a terra>
Phoebe - Le due api uscirono da Lot e scomparvero per sempre
nei campi ormai avvolti nella foschia autunnale. Themis, commossa per
l’accaduto, decise che nella nuova Lot chiunque avesse voluto assumere Forza,
avrebbe potuto farlo nutrendosi alla Taverna del Viandante o miscelando alcune
erbe recandosi ai Monti delle Nebbie, nel rispetto della leggenda delle api e
del loro scopo di vita: il miele per nutrire e i fiori per generarlo.
***
Il sipario si chiude***