In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. A teatro

13. Concorso del Mese

14. Canto dei Bardi

15. Sapori e Colori

16. Armaguardia

18. La Clessidra Magica

19. Storie dell'Altro Mondo

20. Delle Razze e dei Clan

21. Vox Populi

22. Luoghi di Lot

 

 

 

 
Anno XVIII Mese 4° Giorno 18°
 

 


~ La Terra delle Razze ~

Anno IX Mese 2° giorno 1°


HIC SUNT DAEMONES
[tratto dalla pergamena n.43]

Straordinaria è la storia di questo luogo! Eccelsa l’opera nata tra lo scontro di Simeht e Themis… devastante negli effetti, un colpo d’occhio che lascia senza fiato e che trasmette paura ai più valorosi cavalieri.

Qui Simeht venne condotto nel centro della terra.

Qui sprofondò tra le Lande di Morannon e i Monti Orodruin.

I sigilli con cui fu rinchiuso furono la fusione di sei Angeli maggiori, ed altrettanti furono messi a guardia della porta della sua nuova prigionia e nere le loro ali a distinguerli per il fardello che dovevano sostenere. Ed egli, consapevole della sua sconfitta, era furente di rabbia, e dalla sua rabbia generò Magma, che smuove le interiora del mondo, attentando alla creature viventi.

La storia ci dice che nel centro della terra Simeht, furente di rabbia, imprecava contro i cieli e a causa di quella rabbia Magma, suo figlio prediletto, cercò di insinuarsi fino al fondo del globo per liberare il padre. Varcò il sigillo degli Angeli ma Simeht non riuscì ad uscire dalla prigione. Toccò per un istante il figlio che venne ricacciato da dove era venuto ed egli distrusse parte delle viscere della terra ed emerse in superficie, e fuoco, e fiamme si nutrirono di quel luogo.
La distruzione sotterranea creò volte enormi plasmate dal fuoco e i terremoti e le eruzioni scatenate le distrussero; le volte crollarono, una dopo l’altra, devastando ciò che era in superficie.
Lava mista a carne, mista a roccia, mista ad alberi… enormi crateri erano ora visibili in superficie e l’aria era irrespirabile e lo fu per molti anni.

Il punto in cui Simeht sprofondò fu ricoperto dalla roccia e dalla lava, i Demoni cominciavano ad infestare quel luogo come se l’energia del loro padrone fosse lì più forte e quel luogo prese il nome di Erogroth, un enorme fosso che pareva essere un alveare più che una fortezza.

Alcune volte resistettero in parte dando vita a delle orribili creste montuose, non troppo alte rispetto ai monti comunemente conosciuti, ma altissime per chi decide di avventurarsi in quelle terre seguendo sentieri che risultano essere molto più in basso del livello del mare. Tale è infatti la conformazione del territorio: valli desolate, crateri attivi o spenti ed enormi spaccature nel terreno, un progetto che nemmeno un architetto malato nello spirito avrebbe potuto concepire.

La cresta di Hakuhasah è senza dubbio la più grande di tutte, maestosa e orribile, cattura lo sguardo a nord delle Lande di Morannon. Si estende per miglia e miglia fino a raggiungere un complesso di vulcani dominati dal vulcano Merumel, il più attivo e il più grande dei vulcani della zona. Frequenti e vigorose sono le sue eruzioni, avvertite puntualmente anche dai vicini regni degli elfi e dei mezzelfi.

In un arco che comincia ad est con la cresta di Hakuhasah si susseguono ben nove vulcani e tre laghi situati in antiche caldere chiamati Matiknam, Xamasah e Zamatul. Oltre a Merumel, cinque di questi vulcani sono attivi e due sembrano gemelli. La parte occidentale della terra dei Demoni vede infine la valle di Glotur.
L`origine di questa depressione è probabilmente legata ad una pluralità di cause concorrenti, tra queste spiccano: anzitutto la formazione di caldere, nate per collasso delle parti sovrastanti di antichi edifici vulcanici, seguite a violenti fenomeni esplosivi e al repentino svuotamento del magma fuoriuscito in superficie; ed ancora lo scivolamento di porzioni dei fianchi di questi antichi edifici verso valle, con il loro scorrimento lungo faglie e fratture.

All`interno della Valle di Glotur in certi punti è possibile scorgere nelle ripide pareti le successive stratificazioni dei prodotti emessi nelle ultime migliaia di anni.
Nelle colate a volte si sviluppano complessi sistemi nella discesa della lava, e di solito questo accade nei luoghi con maggiore attività.
Ci sono varie ipotesi a riguardo. Pare che la lava defluisca all`interno di un involucro di roccia raffreddata e solidificata. Quando cessa lo scorrere della colata questi involucri si svuoterebbero lasciando delle gallerie, che vengono alla luce allorquando parte della volta crolla e libera così un ingresso.
Sono queste le caratteristiche grotte laviche, di cui si contano oltre mille esemplari sparsi nel territorio dei Demoni, sotto colate più o meno recenti o anche antichissime.

Le più antiche e terrificanti sono le Grotte di Kelutrol, situate a sud-est del vulcano Merumel. Di lì poco distanti ci sono le due più importanti città di Demoni, note a tutti per la legge del più forte che vige tra i loro confini, esse si chiamano Normoimoth e Grobumel.

Fin dai primi secoli dal cambiamento, la Terra dei Demoni fu oggetto di grandi attenzioni da parte dei botanici, come pure dei naturalisti in genere. Le ragioni possono ben riassumersi nel fatto che tale ambiente, per le proprie caratteristiche, rappresenta un campo d`indagine di grande interesse e un ottimo "laboratorio" naturale per nascenti studi.

La terra dei Demoni rappresenta invece un esempio di fauna impoverita; ciò vale anche per le specie invertebrate ma è stata segnalata più volte la presenza di enormi lucertole nere e di ragni giganti. Per l’assenza di prede è quindi quasi impossibile imbattersi in animali predatori o in qualche specie di Vipera, minuscola o gigante che sia, se non nei pressi dei laghi.

Tuttavia la presenza dei citati esemplari e di una enorme quantità di demoni basta a sconsigliare a qualsiasi essere vivente, con un minimo di buon senso, l’avventurarsi in queste zone.
Infatti su tutte le mappe da me analizzate risulta evidente una scritta che domina su tutte e che incute timore, essa recita: «HIC SUNT DAEMONES».

Finegan
Curatore della Storia

------------- CUSTODI DELL`ADE

La Legge che vige nei domini del Giustissimo Ade

Mòrveun,

è con estremo rammarico che mi accingo ad inviare alle pubbliche teche queste parole, gravi perché costrette contro ogni nostro sforzo ad esser tali.

Vi sono luoghi, che, a ciascuno di noi sono sacri. Essi meritano rispetto, a prescindere dal rispetto che ciascuno di noi porta alla causa di chi li abita. E così, né io, né alcuno dei Custodi dell’Ade violerà mai luoghi considerati sacri a qualsivoglia fede o culto, persino di quelli avversi, perché gli Dèi stessi parlano in quei luoghi e li hanno voluti consacrati per la loro devozione.

Così è il Lago Averno e quella piccola fetta di terra mortale ad esso adiacente, che al Sommo Ade è consacrata e su cui i Custodi vivono e accolgono ospiti e fedeli di ogni sorta. In questa terra, sacra e neutrale, può trovare rifugio l’assassino e l’eremita, il persecutore e la vittima, il fautore dell’Oscurità e della Luce, con la certezza che l’accoglienza sarà la medesima per tutti: la stessa che il Signore delle Anime riserva alle sue Figlie, eguale per tutte.

Su questa terra, i Custodi dell’Ade hanno per volontà divina e per riconoscimento nobiliare ogni più ampia potestà e giurisdizione, potendo far rispettare in essa la Legge Divina. Ed il primo dettame è il rispetto per la sacralità del luogo e l’abolizione di ogni forma di conflitto, violenza, contrasto, mutuato da qualsivoglia motivo.

Confidavamo che tutti, ormai, fossero a conoscenza di questa prima ovvia e banale necessità, che rende effettivamente possibile la neutralità dell’Ecclesia e dei suoi possedimenti. Confidavamo che amici e vicini, soprattutto, sapessero rispettare l’altrui dimora, considerandola sacra così come è, così come noi abbiamo sempre considerato la loro. Confidavamo che, avendo i Custodi più volte sacrificato le loro effimere vite mortali per la difesa e la riconquista delle Caverne da cui i Cavalieri Neri, con disonore, sono stati cacciati dalla feccia di Honorius, ne potessimo ottenere, in cambio, almeno quel rispetto che si dona anche al più spregevole dei nemici. Confidavamo che la ragione potesse prevalere, confidavamo che ogni inconveniente potesse essere risolto.

Purtroppo abbiamo confidato invano.

Siamo quindi costretti ad annoverare anche coloro che si fregiano delle insegne dei Cavalieri Neri nella - per fortuna esigua - lista di coloro che non tengono in alcun conto la sacralità dell’Averno, ritenendoli per tal motivo ospiti sgraditi.
Avvisiamo, contestualmente, gli amici e gli alleati tutti, affinchè tutti sappiano che così la Legge di Dio ha stabilito, per mio tramite.

E così sia.


Nemesys,
Arconte dell’Ade