In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

08. Il Grande blu

09. Delle Arti

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. Colori e Sapori

13. Armaguardia

14. Sussurri Mistici

15. La Clessidra Magica

16. Storie dell'Altro Mondo

17. Libera la mente

18. Vox Populi

19. Luoghi di Lot

20. Il Ducato visto dagli abitanti

21. Scorcio su..

22. Uno sguardo sul passato

23. Racconti da Mot e dintorni

 

 

 

 
Anno XXII - Mese 1° - Giorno 28°
 

 

CRONACHE DEL VIAGGIO, DELLA SCOMPARSA E DEL RITROVAMENTO DEL CONTE ERIK

Lux et Sapientia

Quì di seguito riporterò il diario dell`augusto Conte riguardo al suo viaggio o meglio pellegrinaggio, ma anche un resoconto molto stringato della sua ricerca, ricerca alla quale anche il sottoscritto partecipò e al suo ritrovamento.

Kaan
Curatore della Biblioteca



CRONACHE DI ERIK - Almanacco di un viaggio (prologo)
A lungo in queste settimane un male oscuro ha popolato i miei sogni.

Sapevo e non volevo sapere. Capivo e non volevo capire.

Mentre l`Impero si propaga nel Ducato, e il popolo si contagia dell`esservi asservito, ben altre preoccupazioni ho avuto in mente che non dedicare le mie energie ad altro.

Ma altro è arrivato.

Nelle notti insonni ho compreso che le voci che mi sussurravano malevole nelle orecchie, si riferivano a qualcosa di ben reale e financo più terribile del male che l`Impero potrebbe causare a LOT... Un male che, se non affrontato in tempo, potrebbe addirittura dimezzare le forze e le energie che da sempre sostengono il tutto.

Qualcuno dirà forse che sto fuggendo. Qualcuno comprenderà il sacrifico personale. Altri non capiranno qual è la mia missione.

Ciò che certo è, è che devo andare e che dovrò affrontare da solo questa cosa.

Questa cosa... già, ma... cosa?

Ho studiato e letto carte, ho ascoltato i miei sogni, mi sono rivolto alla mia anima ed ho una idea, sia pur vaga, del cosa sia e a cosa vado incontro...

Un demone forse, un essere informe e mutante... La visione che ho avuto e oscura, foriera di malevoli sentimenti, lugubre e densa di tentacoli e cupo, nero ribollire. Esso mi chiama. Vuole... ME e nessun`altro. E` il mio demone ed è il mio petto che dovrò esporre. Per il bene supremo di tutti. Perché l`esposizione della mia carne, qualora ritorni vittorioso, conferirà la forza dell`aver allontanato questo male incombente che sovrasta le nostre terre...

Ecco perché andrò solo. Ecco perché avrò bisogno del sostegno di chi vorrà inviarmi i propri pensieri positivi, che mi siano da scudo ed avversino le oscure forze che dovrò incontrare.

Quando e come non so ancora... ma partirò presto.
Oggi. Domani forse....

E per il tramite di questo magico quaderno realizzato dalla Strega di Corte, quanto ivi apporrò nel mio viaggio, sarà magicamente posto nelle pagine di queste cronache che affido alla teca posta nel Salotto di Minas ERIK.

Vergo queste parole dal mio scrittorio posto nella cima della torre, oggi, giorno 31 del quinto mese dell`anno XXI dalla fondazione.

CRONACHE DI ERIK - Oltre il confine (1)
Sono ormai giunto al confine dei territori a me noti...

Le notti sono insonni, pullulanti di lugubri figure e inaspettati demoni che mi tormentano l`animo.
HO quindi deciso di riposare il giorno, quando i raggi del sole fanno fuggire le malvagità che mi assillano e restare sveglio la notte, si ché il sogno non si foriero di presagi e tristi conclusioni ...

Eppure il sole è sparito. La fitta foschia rende tutto grigio, e l`aria umida è resa irrespirabile dai miasmi che invadono queste sterili terre. Non v`è più vegetazione, non v`è più il mesto rumore della natura che segnala la sua presenza viva ogni momento.

Avanti a me si estendo piane grigie che solo qualche secco, bianco scheletro arboreo interrompe saltuariamente. Pozze di ribollente fango interrompono il mio cammino costringendomi a diversi percorsi, ma la mia direzione è chiara pur se le stelle sono celate dal fitto manto di nebbia.

Percepisco muoversi nell`animo tentacoli, informi e ribollenti masse oscure che si aggrovigliano e che vogliono prendermi la mia stessa essenza. Mi sorprendo a non avere alcun timore, forse curiosità perfino...

Nei tempi recenti l`Estrattore Oscuro, da sempre irreprensibile, mi aveva posto in guardia contro questa evenienza e mi aveva indirizzato all`unica possibile via: offrire il petto e non cedere il passo affinché tutto si risolvesse in me e non tracimasse per le vie del Regno.

Ho accolto la mia prova con schiena dritta e col sorriso. E adesso che essa si avvicina non ho dubbi su quanto andava fatto.

Sento che il tempo si avvicina. Mi auguro che il taccuino preparato dalla Strega funzioni e che le mie parole giungano a voi. Che il vostro pensiero mi accompagni poiché mi conferisce forza e ispessisce le mie carni dove sono più deboli.

Il mio cuore è con voi. Ma la mia anima debole è qui esposta.

CRONACHE DI ERIK - La quiete prima della tempesta (2)
Questa mattina mi sono alzato di buona lena, misteriosamente le nebbie sembravano a volte sciogliersi al solo ed ho percepito alcuni raggi sul volto…

Ho ripreso il cammino, ormai sento di essere vicino a non più di un paio di giorni dalla mia meta. Mi sono ritrovato incosciente, di buon umore, confesso felice di essere in viaggio. La follia alberga sovente negli stolti quanto negli audaci e, invero, non so bene chi dei due io sia veramente.

Ma eccomi qua, con la mia bisaccia in spalla, in viaggio sorridente nella convinzione che anche nelle prove più dure ciò che ha senso è il proprio essere, più dell’agire… Come dicono i saggi marinai, non possiamo governare il vento, ma possiamo aggiustare le vele!

Non sento alcun timore. E anche se in lontananza le tinte del cielo sono fosche, sono allietato nello spirito. Forse è il popolo mio che davvero mi sostiene. Forse davvero chi mi vuol bene, nell’essere e nell’anima, mi invia i suoi pensieri positivi più profondi, quello di cui abbisogno nella mia grande prova.

Due giorni di cammino, due giorni ancora. Poi domani sera mi accamperò in concentrazione per raccogliere tutte le forze che serviranno nell’evento. Le mappe raccolte nell’antica torre mi dicono che ormai il momento è giunto. L’incontro è vicino. Ed io… non penso che alle limpide acque del mare al porto del Sole, alle pure nevi del Valico Ghiacciato, ai giochi d’acqua presso il Giardino delle Delizie, alle feste nei Saloni di Minas ERIK.

Sarà ancora vero tutto questo al mio ritorno? O l’uomo che sono sarà del tutto trasformato per non vedere o provare quanto lo circonda?
Serpeggia. Serpeggia in me ogni notte. Ma devo abbattere questo richiamo oscuro ed estirparlo con tutte le forze. Ho una spada ed uno scudo. Ho i tanti anni di insegnamento di Gronko quand’ero giovinetto, così come le arti e le astuzie consegnatemi da Azivir. Il male va tolto, il male deve cessare.

Nella sera di domani, semmai leggeste queste parole che vergo, raccoglietevi in circolo e illuminate la mia anima col profondo del vostro cuore benevolo. Raccoglierò i pensieri nell’ampolla che è in me, li custodirò nella notte perché possano amplificare la mia forza. Poi affronterò ciò che devo.

Con voi.

Per voi.

CRONACHE DI ERIK - La rivelazione (3)
Quella spavalderia che stamane mi accompagnava è adesso svanita del tutto… le ombre della sera, allungandosi in modo contorno e dinoccolato, hanno portato lugubri presagi di figure oscure intorno a me, mi avvolgono come un manto oscuro e soffocano ogni respiro.

Sto acquisendo man mano consapevolezza, non è più un viaggio alla ricerca del destino, ma un triste defluire verso qualcosa che si rivelerà come dolore e passione e sofferenza e oblio. Eppure ancora non ho paura.

Ho camminato tutto il giorno, mi sono spogliato via via dei miei fardelli per essere pronto ad affrontare ciò che devo. Ho lasciato cadere la mia scorza esteriore, come semi lanuginosi che si separano dall’arbusto e non ho avuto dubbi nel farlo. La mia anima ha avuto certezza del da farsi ed ha potuto comprendere e vedere.

Si, perché io ho visto! Mi sono addentrato nelle ultime ore che mi separano alla prova e, nascosto dietro ad un promontorio di timore, ho visto.

Nel mezzo della radura della essenza, vivo, in crescita, mobile… qualcosa di orribile e funesto. Come potrei descrivere quello che dovrò affrontare? Una bestia? Un demone? Forse…

E’ una forma mutevole, che si espande e si contrae, è scura e pare ribolirre di sfiotti del quale è cosparsa, quasi che fosse caldo e fumante fango verticale. Ne fuoriescono lunghi bracci che si aggrovigliano su se stessi e si dipanano nell’aria quasi a cercare una preda da ingurgitare. Tentacoli, forse elementi strutturali, un scheletro esterno che si ripiega poi mollemente… Non so attribuirne una vera dimensione, cambia costantemente ed io non ho davvero idea di come estirparlo.

Questa notte mediterò qui, in vita della mia prova, assicurandomi che non cresca e non si sposti ancora, resterò qui, protetto dal promontorio. Spero davvero che tante candele siano accese a far luce nell’animo, in ogni finestra del Ducato… spero davvero che si celebri un circolo di preghiera e di manifestazione positiva di pensiero affinché le energie benevole possano giungere a me…

Domattina mi avvierò verso il mio destino, mi alzerò presto poiché alcune ore di cammino mi separano dal mio mostro. Vi giungerò con certezza solo quando il sole sarò nel mezzogiorno, per avere la potenza della luce magnificata al massimo possibile, pur se le nebbie l’oscurano di continuo.

Vergo questo ultimo scritto nella speranza che ne seguano ancora. Ho amato tanto il mio popolo e il mio regno. Di certo ho fatto errori e ne chiedo ammenda, ma le preghiere sono certamente per i peccatori e quindi ne avrò per certo bisogno.

Il mio saluto vorrà essere solo temporaneo. Ma per adesso… addio.

Che la Dea mi dia la forza!

CRONACHE DI ERIK - Lo scontro (4)
…ero pronto, lo ero davvero. Ma non a questo. Davvero, non a questo.

I ricordi che ho più lontani sono dello stupito osservare della “cosa”… mutevole di forma, buia come una notte senza luna, ribollente con un lago di pece… eppure, nel suo essere viva, tale da lasciami percepire il suo senso. Se alla flebile luce del sole filtrata dalle nebbie essa incuteva timore, all’imbrunire, pulsate di luce viola e bluastra, l’orrore che incuteva diveniva assurdo e incontrollabile. Decisi di attendere quindi il mattino.

E qualcosa di strano accadde, mentre nascosto dietro a un sasso attendevo di comprendere il modo di affrontare il destino che fino a lì mi aveva portato.

Una civetta. Un rapace notturno che volava nella tranquillità del sibilare dell’aria tagliata dal vento che, planò fino a portarsi ai confini del demone, ne venne inghiottito quasi che svanisse nel nulla. Ma questa è solo una parte della storia, poiché quanto accadde di lì a poco fu davvero sorprendente.

Mentre iniziavo a stringere l’elsa della mia spada pronto ad avventarmi sul nemico, un nemico oscuro e silente che con evidenza stava attaccando e distruggendo la fauna locale, udii uno stridio familiare.

La civetta. Quella stessa civetta perita tra le fauci informe, ne usciva illesa per planare con grazia fino ad ramo ove, posandosi, mi fissò a lungo con suoi occhi accesi di ambra.

Si era forse tramutata in un essere immondo portatore di male anch’essa? O ero sotto l’influenza di un incanto che trasformava la percezione della realtà a me circostante? Si prospettava quindi un nuovo mondo fatto di esseri trasmutati, vomitati dall’oscuro demone?

Tutti questi pensieri diedero fuoco alla miccia delle emozioni. Troppe settimane trascorse a sapere dell’incontro, troppe visioni lugubri, troppo tempo passato ad attendere il compimento del destino… L’esplosione della rabbia, unita a irruenza, dolore e voglia di concludere il cammino divenne una assurda corsa verso l’ignoto.

Ecco, di tutto questo ho poca memoria… in evidente stato di alterazione, ricordo solo poche fugaci immagini confuse nella mia anima.

Ricordo il passo veloce, le vesti stracciate e poi la colpevolezza di affrontare l’evento nella mia piena natura e senza alcun orpello… ricordo l’anello cadermi via e lasciarmi solo nel mio essere uomo… Ricordo di aver sorriso, di aver ritrovato la spavalderia mentre mi accingevo ad affrontare ciò che dovevo. Ricordo un dolore fitto ad una coscia, come una piccola lancia… ricordo poi di aver visto la cosa da vicino, con i suoi molti, lunghi bracci e di aver capito in un istante che si preparava ad entrarmi con essi nelle carni… Poi un dolore fitto ad un braccio, ancora, e poi… poi più nulla.

Al mio risveglio ero ancora vivo. Lontano da quella “cosa”. Estremamente dolorante. Ma presente in coscienza anche se confuso ed inconsapevole di come gli eventi in effetti si svolsero.
Ero ferito, più volte colpito in profondità dai luoghi tentacoli che evidentemente mi avevano straziato le carni. Molteplici ferite nel tronco superiore sanguinavano ed ero del tutto privo di energie… ad osservare la posizione del sole, cinque lunghe ore erano trascorse… ero davvero esausto… mi lasciai quindi andare e dormii a lungo.

Negli ultimi giorni le forze sono via via iniziate a migliorare. Mangio talmente poco che le riserve portate per la missione nel mio tascapane, paiono essersi raddoppiate. Dormo molto e mastico diverse radici per lenire il dolore. Solo oggi inizia ad andare un po’ meglio, anche se sono ancora molto provato, ma ho almeno la forza per scrivere nel taccuino.

Ancora non so cosa sia accaduto davvero. Presto sarò abbastanza forte da tornare indietro per poterlo comprendere. Ed allora scriverò nuovamente.

La mia missione non è ancora finita.

MinasErik, Giorno 7°, Mese Settimo, Anno XXI
Gaudemus Vobiscum, Mio Azzurro Signore

Da tanto, troppo Tempo non abbiamo più vostre Notizie.
Mi chiedo se i Diari funzionino ancora o se la loro Magia sia venuta meno.

Sono partita quasi tre Settimane fa a cercarVi e per Giorni e per Notti ho solcato Cieli sconosciuti sulla mia fida Scopetta nella Speranza di trovarVi, di scorgere anche solo un Segno della vostra Presenza, del vostro Passaggio.
Ma ho tristemente fallito e sono tornata nel Ducato sperando aveste scritto qualcosa nel frattempo e trovando invece solo Pagine bianche.

Mi avevate promesso che non Mi avreste lasciata mai più, Mi avevate promesso che non avreste mai più lasciato il vostro Popolo senza la vostra saggia e amorevole Guida ... e Voi non siete Uomo che non mantenga la Parola data...
Comprendete ora la mia Angoscia nel non ricevere più vostre Notizie, dopo aver appreso dai vostri Scritti che siete sì vittorioso, ma ferito nel Corpo e nell`Anima dallo Scontro col vostro Mostro.

Dove siete?
Come state?
Come Vi cibate?
Dove dormite?
Quali i vostri Pensieri e gli Stati d`Animo?

Non Vi dirò che Mi mancate o che il vostro Popolo ha Bisogno di Voi, Vi chiedo piuttosto di dirci se avete Bisogno di Noi, se possiamo aiutarVi in qualche Modo, se avete Bisogno di Soccorso, se possiamo venirVi Incontro e supportarVi nella Via del Ritorno.


Ogni Notte prego vegliando e spiando il Sentiero nella Speranza di vederVi comparire e accendo la Lanterna per Voi in Cima alla Torre di MinasErik, perchè per quanto lontano Vi mostri la Strada di Casa e Vi illumini il Cammino.

La vostra Casa non è fatta di Pietre e Mattoni.
La vostra Casa è nel Cuore di Ognuno di Noi.
Noi che Vi amiamo e viviamo in Ambasce per la vostra Sorte, Orfani della vostra Presenza.

Dateci un Segno.
Vi prego.
Una Parola.....


Malik

CRONACHE DI ERIK - La Scoperta (5)
Lo so. Sono giorni che non mando mie notizie. Troppi, mi rendo conto. Ma quanto ho scoperto ha dell’incredibile e dovevo essere ben certo che le cose fossero davvero come sembrano prima di asserire cose di un mondo altro. Cose di un mondo… altro!

Ebbene, a lungo mi sono appostato vicino alla bestia dopo la mia scoperta e dopo l’incontro con la Civetta che nelle sue fauci ebbe a finire ed illesa ebbe ad uscirne… Indi, per oltre un giorno sono rimasto ad osservare. Potrete comprendere il mio sussulto e la mia sorpresa quando ebbi a vedere che gli animali che abitano questa landa non erano affatto spaventati dal mostro. Essi pascolavano serenamente introno alla sua enorme fauce, ovvero sovente ve ne entravano ed uscivano come fosse una porta…

Ho impiegato del tempo a capire prima che tutto fosse chiaro. Ebbene non si tratta di un demone, di un mostro tentacolato, affatto… si tratta di un passaggio!

E’ una porta, uno strano tipo di accesso “altrove” che invece d’essere in forma magico/mistica di manifesta in forma “organica”, muovendosi, espandendosi, sfilacciando lunghe protuberanze che fanno parte ella sua organicità ma che tutt’uno sono con il suo essere un PORTALE!

Ecco perché vi si entra e se ne esce illesi, poiché è un luogo per giungere oltre, non un demone affamato di sangue! Ma allora, perché io quando l’ho attaccato sono rimasto colpito e ferito nelle carni? Dovevo capire e scoprire e quindi, fattomi coraggio, ho attraversato il sentiero che mi separava da esso e convinto che fosse un portale ne ho attraversato le fauci, la soglia!

Ecco che, dopo qualche momento di esitazione di sussulto interiore mi sono ritrovato in una foresta rigogliosa, e sull’orlo di un fossato irto di rovi. Ho compreso! Era li che sono arrivato la prima volta e, colto dallo slancio, era li che sono precipitato e caduto ferendomi più e più volte nella rovinosa discesa verso il fondo. Ma non questa volta. Sicuro di me ho guardato bene la via ed ho cercato di comprendere dove fossi.

Entrato a mattino, un istante dopo ero nella notte più scura. Una notte dal firmamento sbagliato dove ogni stella era fuori posto quasi che il sotto avesse preso poto del sopra e fosse stato con esso mescolato! Qualche passo avanti e anche i profumi dell’aria e le piante erano tutte diverse… poi un suono sordo, innaturale ed ebbi la consapevolezza di essere osservato. Mi voltai indietro alla ricerca della soglia di ingresso ma tutto era irreale e incompressibile. Corsi quindi nella direzione dalla quale ero venuto ed alla fine mi ritrovai a terra, ancora di notte, ma sotto un cielo noto e rassicurante.

Quanto accadde dopo è poca cosa, ma vale condividere che il poco tempo trascorso attraverso il portale, sono ore ed ore nel nostro mondo. Ho attraversato la soglia più volte quella notte e sono divenuti giorni e giorni nel nostro mondo, il che ci porta alla mia lunga assenza.

Ho raccolto dati e informazioni, ho tracciato alcuni schizzi e sono pronto adesso a tornare indietro per condividere questa informazione con tutti. La mia missione era altro. E solo adesso ne comincio a comprenderne il motivo.

Domattina mi incamminerò verso sud, per fare ritorno a Ducato al più presto. Che queste parole vi giungano e che siano da monito per voi tutti. Qualcosa esiste oltre quel portale. E qualsiasi cosa sia, essa può passar e fare la strada a ritroso verso il Ducato. E qualsiasi cosa sia, non era amichevole…

{ Radura Steagli vibia Po } Indizi per la ricerca del CONTE ERIK: Il suo Baule

Anno XXI - Mese 8° - Giorno 13°

Ogni fazione , ogni mestiere , carica e lignaggio , e il Camerlengo!
Tanti , tantissimi per elencarne tutti i nomi a me cari e conosciuti , eravamo tutti in un unico obbiettivo , quello di ritrovare il Nostro benamato Conte ERIK SANTI.

Pronti per partire verso una meta sconosciuta , vedo arrivare un carro trainato da un animale che non avevo mai visto che ho scoperto poi che era un Cervo, mentre a casetta un uomo mascherato che rivolgendosi a me , Evanescence, La Prima Rosa di Erik riconoscendo le insegne , mi consegnava un baule chiuso con un lucchetto.

Il cavaliere Eidar e lo scudiero Ainhwen portavano il baule al Centro della radura a disposizione delle genti e L`uomo mascherato dava il primo indizio per aprire il lucchetto:

sul lucchetto, che recava tutto l’alfabeto su ogni ghiera per aprirlo c`era solo un modo:

SANTI la casate del Conte ERIK!

Aperto il baule la sorpresa!
Un ALTRO BAULE, più piccolo, chiuso da un meccanismo complesso fatto da TRE rotelle che recavano incisi dei numeri nobili da dall` I al XXX sulla prima poi numeri semplici dall` 1 al 12, sulla seconda e poi altri numeri dall`1 al 31 sulla terza. Inciso a punta di coltello sul legno, si leggeva questo: “Quando INIZIA il Viaggio, la cosa più difficile è muovere il primo passo.”

Era la data della PARTENZA del CONTE ERIK verso il suo viaggio.

ed ecco che con un CLICK il baule si è aperto rivelando… un altro baule in un gioco di scatole che rivelava un contenitore piccolo, chiuso da un LUCCHETTO DIREZIONALE, con un bottone centrale che poteva essere spostato nelle quattro direzioni: su, giù, destra e sinistra. A ciascuna direzione corrisponde una lettera: N, S, O, E.

Come aiuto, il Conte Erik ha lasciato un altro indizio inciso sul legno:

“Il primo riposo è giunto, qui lascio l`indizio per la mia prossima meta. Ciò che contengo e custodisco può farvi cosa lieta.
Più volte va premuta la DIREZIONE da Minas Erik al Valico Ghiacciato, Tante volte quanto è lo spostamento sulla MAPPA marcato.”

Molto facile per noi che abitiamo nelle Nuove Terre e infatti la direzione da premere era:
quattro volte NORD

Ed ecco che scatta , aprendo l’ultimo forziere. Al suo interno, una semplice pergamena, vergata dal CONTE ERIK SANTI , con la sua calligrafia e firma che ho potuto leggere per intero:

"Quando viaggio, lo faccio OLTRE i confini del mio mondo, quello in cui sono e quello in me, sempre vivo errabondo.
La strada è solo DRITTA avanti, non ci si guarda indietro, mi dirigo laddove il ghiaccio candido diviene TETRO."

E così inizia la ricerca del Conte ERIK sperduto e solo chissà dove, in lotta coi suoi demoni e il freddo dei ghiacci.
O forse non è completamente solo, visto che l’Occhio del destino volge a lui il suo sguardo, lasciando il suo amato Popolo col loro viaggio da preparare.


Evanescence De Antemano Cardelùs
Signora delle Rosaespinae
Corte di ERIK


Il Conte ERIK è stato Ritrovato
RosaeLux.

Nella serata di ieri, insieme alla Prima Rosa Evanescence e le Dame ed i Cavalieri della Corte di ERIK, abbiamo risalito i sentieri delle terre a Nord di Minas Erik, superando il Valico Ghiacciato.. arrivando in una grande spianata dove pareva esserci stato un portale, le cui tracce rimaste erano solo delle pietre blu, sparse dappertutto…

Al nostro arrivo trovammo il Camerlengo Odette e tantissimi amici ed alleati, che mi viene davvero impossibile elencarli uno per uno, tutti riuniti per proseguire la ricerca del nostro amato Conte.
Il tempo era furioso: il freddo era pungente ed il vento impetuoso.

Con coraggio e con fatica, ci inoltrammo dentro quella radura.
Dopo i primi passi ci accorgemmo che al centro della radura v’era qualcosa. Proseguimmo con fatica, fino a scorgere delle enormi creature pelose che sembravano dedicarsi all’accumulo di quelle pietre.
Avvicinandoci la tempesta si placò e ci permise di scorgere coloro che sono stati la nostra guida dal primo giorno di questa ricerca: Il Cervo ed il Viandante con il secondo che, con un gesto silente, ci indicò proprio il cumulo di pietre blu, protette dalle misteriose ed enormi creature.
Quest’ultime non sembravano ostili ma la nostra massiccia presenza, probabilmente, le ha messe in allarme.. abbiamo tentato in tutti i modi di mostrar loro che venivamo in pace ma non ci fu niente da fare… se non fossero intervenuti alcuni hobbit ed alcuni folletti che ebbero la saggia e singolare induzione di prenderli per la gola con dell’erba pipa e dei dolcetti probabilmente a quest’ora saremmo ancora a chiederci come poter aggirare quel notevole ostacolo..

Distratti i pelosi custodi, proseguimmo il nostro cammino verso il cumulo di pietre blu indicato dal Viandante.
Senza pensarci due volte, ci chinammo e cominciamo a spostare tutte le pietre, una dopo l’altra, con fatica.. e poi.. all’improvviso.. TROVAMMO IL CONTE ERIK!

Fu grande gioia e grande tripudio quando lo vedemmo sì vivo ma come se fosse preda di un misterioso incanto: era sdraiato tra le pietre, come colto da un sonno antico e profondo.
L’atmosfera era magica, la percezione era quella di un vero e proprio miracolo.
Con grande delicatezza, insieme ai miei confratelli Cavalieri e Scudieri, caricammo il Conte su un carro dove le Sue Dame si son prese cura di lui fino al rientro a Minas Erik dove ora riposa ed è circondato dall’amore della sua Corte.

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa ricerca e si sono resi disponibili ad aiutarci sin dal primo giorno della sua scomparsa, il Camerlengo Odete per averci guidato lungo la strada, la Strega Malik per averci permesso di seguire le sue avventure tramite il diario magico delle Cronache di ERIK e tutti coloro che non ci hanno lasciati soli in questa lunga ed imprevedibile avventura che ha riunito tutti i popoli come non vedevo da troppo tempo…

Il Conte ERIK è stato ritrovato e con egli la speranza di vedere un Ducato riunito sotto l’amicizia, l’unione e l’aiuto reciproco.
Non dimenticherò mai ogni viso ed ogni voce che ho udito in questa ricerca.. vi sono grato dal più profondo del mio cuore.


Viva il Conte ERIK! Viva Lot!


Nemesh Ují de Ƙröger
XVIII° Primo Cavaliere
Corte di Erik