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Brildiliel L’ Ancella di Themis
Non molte lune erano passate da chè tutte le razze erano comparse a popolare le terre conosciute. In una delle tante pianure, ai piedi di una catena montuosa non troppo elevata, un villaggio come tanti. Qui viveva Brildiliel, una graziosa fanciulla, di indole sincera e sensibile, ma allo stesso tempo dalla grande forza di spirito. Il sorriso che sempre l`accompagnava costituiva il suo saluto, chiunque ella incontrasse, anche se ciò non sempre veniva apprezzato. Ma d`altronde si sa che, fino dai principi delle cose, mai vi fu una unità di ideali tra le genti: il male si è scisso dal bene e ad esso sempre si contrappone. E già accadeva che le forze oscure facessero la loro comparsa: guidate dall`invidia e dalla sete di potere orde di orchi e goblin flagellavano le terre. Simeth, il loro creatore e padrone delle loro menti, dominava le oscure schiere.così accadde che tra le genti nascessero discordanze, e alcune di esse abbracciarono l`oscurità. Ma Themis è dea benevola e di giustizia. Così accade che una notte estiva Brildiliel si inoltrasse nel bosco alla ricerca di refrigerio. La notte era calma e tranquilla, la falce di luna alta in cielo, seppure esile, come un faro brillava nel buio, contornata da innumerevoli stelle. Qui, lontano dallo sferragliare degli armamenti, il silenzio era rotto soltanto dai melodiosi fischi degli uccelli notturni, dal frusciare dei rami alla lieve e mite brezzolina e dal lontano scorrere ininterrotto delle acque di un ruscello. Brildiliel, stesa tra i fiori sull`erba umida del bosco, tra la fronde degli alberi osservava la falce di luna alta in cielo. Ma qualcosa di insolito e particolare videro i suoi occhi e sentirono le sue orecchie. Forse ella si era addormentata e si trattò di un sogno, forse si trattò della pura realtà. Essa vide una donna, leggiadra e severa, i lunghi capelli sovrastati da una luminosa corona, come fosse incastonata di stelle, apparire proprio sotto lo spicchio di luna che dominava il cielo in quella notte. Una sensazione di calma e di piacevole distacco ma anche una percezione di grande e smisurato potere si impadronirono di Brildiliel, ed ella non potè far altro che rimanere immobile, non essendo possibile nessuna altra cosa. Sotto la donna ella vide sette cavalieri, ciascuno diverso dagli altri nelle fattezze e nell`abbigliamento, che camminavano assieme come punti luminosi nell`oscurità, e la sovrastante regina li sosteneva nel loro cammino col solo suo sguardo. Poi alcune parole, scandite da una voce melodiosa come musica, ruppero il silenzio e Brildiliel, nonostante la donna che appariva ai suoi occhi restasse immobile e imperturbabile, capì che quelle parole così chiare e armoniose venivano da Lei, ed erano rivolte al suo cuore.
"Corti sono gli sguardi di molti, e brevi e fugaci le loro memorie. Il male trova terreno fertile sul suo cammino, poichè i miei principi vengono traditi, i miei insegnamenti dimenticati, e la fiducia riposta da coloro in me va diminuendo, e con essa la loro forza e vitalità". Le figure davanti agli occhi di Brildiliel si confusero fino a svanire, lasciando il posto alla visione di una sorgente impetuosa di limpida acqua, mentre la voce riprendeva: "Come acqua che sgorga limpida e impetuosa da una sorgiva montana, così la vita dovrà rinascere in coloro che brancolano nelle tenebre", la sorgente si dissolse ed al suo posto Brildiliel vide apparire un fuoco che bruciava rigoglioso scoppiettando. "Come un fuoco che arde rigoglioso, la mia luce arderà vigorosa nei vostri cuori, non lasciate che si spenga mai", di nuovo apparve agli occhi di Brildiliel il volto femminile che per primo era apparso,e questa volta le sorrideva guardandola negli occhi, con uno sguardo che andava ben più a fondo. "Portate sempre alto il mio nome e mantenete viva la mia immagine, mostrandovi sempre disposte ad ascoltare ed aiutare tutti indifferentemente, perchè solo così la mia luce potrà giungere e palesarsi agli occhi di tutti, ed il male sarà sconfitto". Al fare del giorno, tra i cinguettii degli uccellini e la lieve carezza del vento estivo, Brildiliel si svegliò, serena nell`animo, incerta se aveva sognato oppure no. Ma non le importava scoprirlo, adessa sapeva cosa doveva fare. Quella mattina, tornata nel villaggio, Brildiliel si recò al piccolo tempio dedicato a Themis che sorgeva in un piccolo giardino e qui rimase a meditare. Nei giorni seguenti radunò attorno a sè alcune fanciulle di provata serietà e con esse diede vita a ciò che aveva visto e che - immaginava - fosse il desiderio dell`apparizione della notte precedente. Nel tempietto sistemarono un piccolo braciere sul quale fu acceso un rigoglioso fuoco, affinchè ricordasse a tutti che la luce di Themis arde sempre intensa; similmente una piccola vasca fu sistemata colma di acqua limpida di ruscello che sgorgava fresco e imperituro da secoli in quel giardino, affinchè fosse per tutti simbolo di rinascita e di purezza; e di queste esse stesse si presero sempre cura. Innalzarono canti e lodi a Themis, affinchè fossero di conforto e di insegnamento per tutti, perchè Themis è grande e giusto è il suo operato.
Vestali furono chiamate tali fanciulle che tenevano viva l`immagine della Dea e che, pur lontano dai campi di battaglia, combattevano anch`esse contro le forze del male che si annidano nell`Ombra e nei cuori dei malvagi.
Alborea di Ardemor
Decano dei Sacri Testi
Prescelta da Themis
La Costellazione di Birildiel
Molti secoli erano passati da quando Brildiliel, prima Vestale Major aveva fondato l`ordine delle Vestali del Tempio. Nella cittadella molte fanciulle si erano succedute vestendo le sacre tuniche, e molte volte il male era stato sconfitto dalla fede. Ma ecco, in quei giorni, nuovi attacchi delle creature delle tenebre mettevano in ginocchio la cittadinanza e le preghiere delle Vestali si innalzavano giorno dopo giorno, invocando la protezione della Dea. Ma il tempio era vuoto, e le preghiere echeggiavano lugubremente moltiplicandosi nella vastità del silenzio. I cittadini infatti erano troppo occupati a combattere e a difendere le loro case e le loro famiglie. La loro fede scemava man mano che aumentava la paura, man mano che la distruzione si faceva strada. Le fiamme del Sacro Braciere erano sempre meno vive, nonostante le amorevoli cure delle vestali; le acque della Sacra Fonte ogni giorno più torbide. E nella mente di tutti si faceva strada un pensiero tormentoso: la Dea li stava forse abbandonando?
Avvenne poi, durante una preghiera della sera, che urla di rabbia e di dolore e terribili rumori si avvicinassero minacciosamente al tempio. Le vestali corsero a chiudere il portone, ma solo pochi istanti dopo una moltitudine di creature infernali si materializzò tra di loro, quasi passando tra le pietre delle spesse mura e tra le assi del pavimento: il male insidioso aveva raggiunto il tempio della Dea. Le malefiche creature si lanciarono sulle vestali inginocchiate, uccidendole con i loro artigli e facendo scempio dei loro corpi. Una di loro, Iselda, folle di dolore e di paura corse a prendere la spada e lo scudo di suo padre, venendo meno ai suoi voti, decisa a vendere cara la pelle e a difendere le sue consorelle...
Non appena Iselda prese lo scudo tra le mani il tempo sembrò fermarsi e un lampo luminoso comparve sulla superficie forbita dell`argento. Ed ella vide, o sognò, fioche immagini comparire sullo scudo, e diventare via via più nitide: un cielo notturno, cupo e misterioso, colmo di nubi dense come incubi. Iselda rabbrividì ma non riusciva a staccare gli occhi dalle immagini. Poi le nubi cominciarono ad aprirsi e otto stelle si accesero nel firmamento, disegnando una perfetta bilancia. Ed ecco una voce, meravigliosa e vibrante, terribile eppure perfetta, che sembrava provenire dal cielo stesso. La voce disse: "Io sono la Giustizia".
Iselda cadde in ginocchio stringendo tra le mani lo scudo. Due nuove stelle comparvero nel cielo non più buio, ai due lati della bilancia, una blu ed una rossa. E la voce, ora profonda e calda, cristallina e melodiosa disse: "Io sono il Fuoco e l`Acqua".
Iselda iniziò a piangere sentendo la commozione invadere il suo cuore, incapace di parlare e di chiedere aiuto alla Dea contro le perfide creature. Ma di nuovo l`immagine nello scudo si modificò e alla base della bilancia, tra le due stelle comparse prima, ecco una stella più piccola e luminosa occhieggiare, quasi con allegria. E la voce, dolce e suadente, amorevole e incoraggiante disse: "Io sono la Madre, io sono la Speranza".
Iselda comprese il suo errore e mormorò con voce tremante: "Madre, cosa devo fare?". Ed ecco sullo scudo comparire una falce di luna tra le stelle, luminosa come il più perfetto dei gioielli. E sorretta dalla luna una fanciulla di superba bellezza. La voce parlò ancora, sconosciuta eppure nota, come un ricordo lontano del cuore. E la voce disse: "Nulla è mai perduto nel mio nome".
Con un nuovo lampo le immagini scomparvero dallo scudo, e la sua superficie tornò quella di sempre. Iselda si guardò intorno, nel tempio silenzioso e vuoto, dove le tracce della battaglia sembravano essere svanite. Posò le armi in un baule, chiudendolo a chiave, e andò a prostrarsi presso l`altare della Dea. Posò ai piedi della Sacra Effige la chiave... ed ecco che essa scomparve con un tintinnio argentino. Iselda pregò fervidamente la Dea Themis e man mano che pregava sentiva voci al di fuori dal tempio, voci di festa e non più di terrore.
Al termine della preghiera Iselda uscì dal tempio, e vi trovò tutte le vestali e tutti i cittadini riuniti, a guardare il cielo notturno. E nel cielo 11 nuove stelle erano comparse, a segnare la via per le vestali e per le persone con il cuore colmo di fede. Iselda raccontò quello che aveva visto e sentito, e quella sera ci fu festa al tempio, per la costellazione della Dea che venne dedicata a Brildiliel, fondatrice dell`ordine. I cittadini da quel giorno ripresero a pregare, le fiamme del Sacro Braciere ripresero a levarsi gioiosamente, l`acqua della Sacra Fonte tornò a sgorgare limpidissima. E da quel giorno i cittadini trovarono nuovamente la forza di opporsi al nemico, confidando nella Dea, nella sua Giustizia e nel suo Amore.
Alborea
Decano dei Sacri Testi