In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. A teatro

13. Concorso del Mese

14. Canto dei Bardi

15. Sapori e Colori

16. Armaguardia

18. La Clessidra Magica

19. Storie dell'Altro Mondo

20. Delle Razze e dei Clan

21. Vox Populi

22. Luoghi di Lot

 

 

 

 
Anno XVIII Mese 4° Giorno 18°
 

 

Nazgull Arthes
Tiranno dei Signori dei Draghi delle Tenebre


Questo è il racconto del vento che arde e brucia sulla terra del Sole.
Il racconto di un fiore che non appassisce mai, di una rosa che nasce forgiata dalle dune nella sabbia.
Di quella stessa rosa che germoglia fra le rocce infuocate dallo sguardo di Sol e dal fiato rovente di Malakh, indiscusso Signore di quel deserto in cui, il popolo degli uomini blu, vive e muore per sua concessione e questo è tale dall`origine di tutti i tempi.
E` La storia di una vita promessa in pegno di altre vite.
La storia di una fuga e di una prigionia eterna , è la storia di Khaled, degli uomini Blu, schiavo del Caos.

“Khaled del popolo degli uomini blu.”

Una sera attendevo alla Casa dei detentori, nella piazza delle Nuove Terre, il giungere del Fante Nero di colui che un tempo era come conosciuto come “Vanek”.
Egli si presento` ma non da solo.
Venne a farmi visita uno dei Signore dei Cieli, figlio del Dio Simeht, discendente di <B>Apophis </B> generato dalla materia primordiale colui che da sempre è conosciuto con il nome di Malakh.

Malakh aveva umane sembianze. Possenza, forza, potere, fascino, emanavano dalla sua figura , fu difficile riuscire a sederglisi accanto.
Egli aveva la pelle scura come quella degli uomini del deserto, era vestito di uno straccio attorno alla vita e di una semplice cappa nera che non riusciva a coprire per intero la figura imponente. Era scalzo e il caldo delle distese desertiche camminava con lui, bruciava nelle sue carni.
Mi concesse di guardarlo in volto, così notai una grossa cicatrice verticale che attraversava l`intero lato destro , sul lato opposto un tatuaggio rosso come il sangue che sgorga da una ferita appena aperta e sulla punta del mento un pizzetto di barba irsuta. Aveva una chiazza di pelle, sul ventre nudo, ricoperta di piccole scaglie regolari ed il suo corpo emanava una pungente fragranza di zolfo.

Il restargli accanto mi obbligava a tenere discosto lo sguardo, a chiamarlo Signore la voce diveniva tremula, incertezza e timore mi assalirono e solo i miei studi e la conoscenza mi permisero di porgli alcune domande cui egli si compiacque di rispondere , iniziai quindi chiedendogli il nome con cui era conosciuto.

Così egli mi rispose:

OGNI POPOLO MI DONA UN NOME NUOVO, MA IL PIU` ANTICO TRA TUTTI E` MALAKH. LA VOSTRA TERRA MI CONOSCE COME L`INFERNO DELLE SABBIE. LA MIA SPECIE E` RARA, DI POCHI ESEMPLARI, ANCHE SE I VOSTRI OCCHI UMANI ACCOMUNANO A NOI DEGLI IBRIDI INDEGNI. SONO UN MARRONE.

Poi fece una pausa e pronunzio` un nome:

KHALED


Chiesi dunque chi fosse questo Khaled, volevo conoscere che titoli potesse avere per attirare a lui un Possente dei Cieli, un Divino. Ed egli mi rispose:


KHALED, E` COLUI CHE MI APPARTIENE. PRIMA ANCORA CHE VENISSE AL MONDO IL SUO RESPIRO ERA GIA` MIO. KHALED E` UN NOME DEGLI UOMINI BLU, ALCUNE TRIBU` NOMADI CHE UN TEMPO VIVEVANO TRA LE DUNE DI EL HAMZA. SAPETE COSA SIGNIFICA NELLA VOSTRA LINGUA?

Riconobbi quel nome, il nome con il quale le terre desertiche oltre confine venivano chiamate in origine, pur non conoscendo il significato di quel nome, gli risposi. Non avevo mai sentito parlare degli uomini blu, e chiesi spiegazioni di cio` preparandomi ad ascoltare una leggenda o parte di una ignota storia, invece fu ben altro cio` che mi fu dato.
Malakh,Signore di El Hamza, figlio di Apophis, mi concesse il suo SGUARDO DI DRAGO, mi abbraccio`con le sue Tenebre, trascindomi nella Voragine del Caos, condotta alla sua stessa essenza primordiale, con forza e dolcezza al tempo stesso, per non indurmi in quella pazzìa che già una volta mi aveva presa.

Ed io ho visto cio` che egli voleva che vedessi, mentre la storia si animò innanzi a me.

“Oro e Tenebra avviluppate in una tempesta travolgente di sensazioni ...paura, meraviglia, la forza distruttiva delle fiamme e l`incanto e la magia di un mare dorato di dune e sabbia.

Egli mi ha narrato di un popolo, piegato ad una volontà superiore che falcia anime e vite come fossero prive di alcun valore, con ingordigia senza mai saziarsi.


E nel mentre mi sorreggeva in quell`Oscuro abbraccio Malakh di nuovo mi parlò:


PER SEMPRE. ECCO IL SUO SIGNIFICATO, ECCO QUELLO CHE LO ASPETTA PER L`ETERNITA`. MIO.

Fu troppo per il mio umano corpo e seppure la mia mente allenata, la mia ragionevolezza, cerco` di restare vigile aggrappandosi alla sensazione di calore crescente che avvolgeva i miei polsi, fui scossa da un sussulto che mi fece perdere i sensi.
Nel mentre una richiesta mi venne fatta:

CERCATE KHALED, ORA CHE CONOSCETE IL SUO DESTINO
Ed io cercai, per me stessa e per Historia e perché ritenni che quella storia andava narrata.


Così conobbi, seguendo alcuni eventi nelle pubbliche teche, il nome di colui che Malakh aveva scelto come schiavo nelle tenebre: Nazgull Arthers.



Incontrai il Tiranno dei Signori dei Draghi delle Tenebre, presso le Cascate del Giardino delle Delizie, in quella Villa che i sensali furono costretti ad abbandonare a seguito della venuta del Regno di Vanek, sui Giardini delle Delizie.
Se Malakh in sembianze umane era Fuoco e Deserto, capace di consumare con la sola presenza chi gli si poneva innanzi, Nazgull non fu da meno.
Un uomo alto ma non troppo, con un fisico scolpito dal sangue di Gaia. Sicuro e sfrontato , una personalità in cui fascino forza e dolcezza sapevano fondersi con maestrìa, tanto da non poter passare inosservati.
Egli resto` sorpreso quando gli raccontai che Malakh, suo stesso Signore, mi aveva narrato di Khaled, e ancora di più quando seppe che il suo stesso Signore mi aveva concesso il suo Sguardo.
Gli chiesi di Khaled quindi e questa fu la sua risposta:
Nazgull : ”Khaled? Khaled non era che un bambino, ancora nel grembo della madre quando la storia ebbe inizio.
Colui che avete incontrato è il Signore incontrastato delle Sabbie, nulla, sulle dune, si muove senza che Lui lo sappia e senza che Lui lo permetta.
Ogni essere vivente non è che un possibile pasto per Lui e chiunque abbia un po` di raziocinio è tenuto a venerarlo come un dio, se vuole sopravvivere.
Un tempo anche per la Carovana della Rosa del Deserto la Sua esistenza non era altro che una leggenda, ma presto scoprirono che la realtà sa essere più crudele della fantasia.”

Mi disse che Khaled era il nome datogli alla nascita, dagli uomini blu.
Egli era figlio della Rosa del Deserto, signora di quello stesso popolo che viveva per concessione di Malakh.
Di tanto in tanto il Signore dei Cieli veniva ad esigere un tributo, una vita per le molte vite di quella popolazione.
Quella volta ella era in attesa di un figlio, e promise quel figlio a Malakh, risparmiando i giovani già nati.
Così mi raccontò Nazgull quando gli chiesi cosa aveva di così speciale quel bambino non ancora nato per venire promesso in cambio di molte vite:
Nazgull : “Niente... se non esser ciò che la Rosa del Deserto aveva di più prezioso in quel momento, quando l`Inferno è emerso dalle sabbie e si è presentato all`accampamento pretendendo il Suo tributo. “
e proseguì così:
“... come vi ho detto Khaled doveva ancora nascere, ma già Gli apparteneva. La sua esistenza è stata promessa a Malakh e niente può e potrà tenerlo lontano dal suo destino, nemmeno la morte. La Rosa del Deserto dovette scegliere tra dieci dei figli più giovani della sua carovana, o il figlio che portava in grembo. “.
Malakh accettò quindi di prendere la vita di Khaled, dichiarando di voler crescere lui stesso quel bambino e promettendo di tornare a prenderlo quando fosse stato in grado di camminare.
Quando il bambino nacque gli fu dato il nome di Khaled che nella lingua degli uomini blu significava “Per Sempre” così come per sempre egli sarebbe stato schiavo di Malakh.

Quando fu abbastanza grande Khaled si mise in cammino cercando di sfuggire al proprio destino.
Nazgull : “Egli promise che sarebbe tornato a prenderlo quando il nascituro sarebbe stato in grado di camminare. Il nome che gli venne dato nella lingua degli uomini blu significa “Per Sempre”, direi che questo è già abbastanza esaustivo su quanto questa promessa fosse seria. Quel nome però egli non lo utilizzò mai, sperando di poter sottrarsi al suo destino.
Ha usato molti nomi, ha vestito molte volti e molte vite. Ha girato molto per questo Ducato, dove si ostina a tornarvi tra una vita e l`altra. Ma Egli l`ha trovato e l`ha legato a sé, per sempre.
Egli non conosce l`ingiuria del tempo, non conosco nessuno che possa testimoniarmi la sua nascita ed io stesso sono consapevole che tradirò il Nostro legame con una vita non sufficientemente lunga per onorarlo.”


Questo è il racconto del vento che arde e della terra del Sole.
Questo è il racconto di una rosa che nasce forgiata dalle dune nella sabbia e del popolo degli uomini blu.
Questo è il racconto di Malakh , Signore di tutte le Dune e di Khaled suo schiavo...per sempre.

Senara O`Bree
Figlia di Historia