In questo numero:

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Anno XIX - Mese 11° - Giorno 28°
 

 

La Quercia dei Cieli

"Si narra che un giorno un giovane Elfo di nome Palmer, si sedette sotto una quercia e la sua vita cambiò"
Eppure non è detto che fosse un elfo...ma no era un elfo, l`ho conosciuto...ti dico di no, io quando lui c`era, ero con lui...era umano.
La tradizione orale ancora oggi si interroga sulla razza di colui che fu il primo Gran Sacerdote di Gaia.
Nei cieli splende la Quercia, quindi, elfo o umano che sia, Madre terra lo ha voluto come Suo primo grande testimone.
Ma come avvenne tutto ciò?

"La curiosità è il primo passo verso la Conoscenza...ma può portare a morte"

Sono parole dettate da esperienza vissuta, studi condotti, verso la nostra grande missione attraverso la Storia.

In nome di questa curiosità, servendo la Storia sempre, mi accingo a narrar di quel giorno, di quella Quercia e di Palmer.

Incontro tra Storia e misticismo, tra realtà e tradizione orale. Un granello di sabbia nella clessidra del tempo che si mescola a tutti gli altri.

Tempo d`estate era quello, e il caldo costringeva chiunque a rifugiarsi nel bosco, per trovare un po` di refrigerio, di pace, di fresco e di ombra.
Palmer era appena un ragazzo e si aggirava anch`egli per il bosco, cercando di fuggire dal caos quotidiano della piazza del mercato o del belvedere.
Quella quercia dalle foglie lucenti, baciate dai raggi del sole, maestosa e imponente, sembrava chiamarlo.
Un qualcosa lo spinse a sedersi proprio lì sotto e a chiudere gli occhi per un attimo.Un istante che parve durare un`intera esistenza.
Egli si ritrovò da aprire gli occhi in un luogo senza tempo, senza nome. Una grande distesa verde, con un ruscello poco lontano e una grande quercia, unica in mezzo a questo paesaggio.





E di nuovo Palmer fu spinto ad andarsi a sedere lì sotto: di nuovo quella forza strana lo portò lì, ma questa volta non si sedette.
Si avvicinò ad uno dei rami osservando la lucentezza delle foglie e sorrise.
In quel momento sentì due mani che gli coprivano gli occhi e, un po` spaventato si girò di scatto. Ella era lì, in tutta la sua bellezza. I capelli biondo oro, il volto sorridente, gli occhi azzurro cielo,una veste bianca dalle maniche ampie le scendeva morbida sul corpo.






Palmer non sapeva cosa dire, abbagliato dalla sua bellezza.
Ed Ella senza proferire verbo si sedette sul terreno appena sotto la quercia.
Egli la seguì, sempre senza parlare.
"Duir" finalmente pronunciò Lei con una voce allegra e squillante e indicò la quercia.
Palmer non sapeva bene cosa risponderle e ripetè quella parola.
Ed Ella gli prese la mano e con un piccolo pezzo di legno, che prima non c`era e un attimo dopo invece si, guidò la mano di lui sul terreno, lettera dopo lettera...Duir, quercia.
D`un tratto il suo volto cambiò: i capelli divennero neri come la notte, il volto scavato e invecchiato, le mani rugose. Scese la notte e tutto divenne buio tranne l`abito di lei.





"Idho", pronunciò con una voce roca e spettrale, afferrando il polso di Palmer con forza e costringendolo a scrivere anche quella parola sul terreno.
E le foglie di quella quercia mutarono il loro aspetto...E nel grembo di Palmer cadde una di quelle foglie. Egli alzò gli occhi verso la vecchia e disse: "Idho, Tasso" ed ella pronunciò, appena dopo di lui "l`albero della morte".
Ma durò poco. Un attimo dopo qualcosa colpì la testa di Palmer...
Una mela rossa. Una smorfia di dolore gli si dipinse sul volto, ma quando guardò la vecchia, ella non c`era più e al suo posto vi era una bambina dalle guance rubizze e i capelli rossi intrecciati.
"Quert" disse la bimba, porgendo a Palmer una pergamena, che egli subito srotolò.
Era una pergamena bianca e Palmer rimase lì senza capire, guardando la piccola e sperando in una spiegazione.
"Conoscenza e immortalità" disse la bimba indicando la mela e la pergamena. E Palmer annuì, comprendendendo.
Ma anche la bambina sparì di colpo, lasciando il posto a un giovane possente e muscoloso che indicò u punto dell`albero in cui doveva esserci una radice: "Huath, forza, speranza e protezione".
Palmer iniziò ad avere paura...iniziò a domandarsi se tutti quei simboli se li sarebbe ricordati in futuro.
E di colpo si svegliò...Era notte e lui era ancora sotto la quercia. Si alzò e stava quasi riprendendo la strada di casa quando sentì nelle sue orecchie una voce: "Palmer, alza gli occhi, io sono la Madre, la Terra, la Morte, la Conoscenza, la Forza e tu il mio figlio prediletto".
Nel cielo brillava la Quercia, nel cuore di Palmer splendeva la consapevolezza della sua missione.