In questo numero:

Editoriale

01. Racconto del Mese

02. Gesta di Lot

03. Nuovi Racconti

04. Gilde e Mestieri

05. Clan del Mese

06. La vita di ...

07. De Mundi

10. Calendario di Lot

11. Miti e Leggende

12. A teatro

13. Concorso del Mese

14. Canto dei Bardi

15. Sapori e Colori

16. Armaguardia

18. La Clessidra Magica

19. Storie dell'Altro Mondo

20. Delle Razze e dei Clan

21. Vox Populi

22. Luoghi di Lot

 

 

 

 
Anno XVIII Mese 4° Giorno 18°
 

 

 

[Gesta di Lot] La Rivolta dei Volontari.


I fatti che qui riporto, accaduti nella città di Lot tra l`undicesimo mese del diciassettesimo anno dalla sua Fondazione e l`inzio del diciottesimo, non li ho vissuti tutti di persona ma da buon Cronista provo a ricostruirli sulla base delle notizie rese di pubblico dominio.

«Siamo solo all’inizio, la Rivolta dei Volontari è cominciata e saremo noi d’ora in avanti a dettare le regole. Occuperemo la Corte di Lot!» gridò l’unico sopravvissuto di un manipolo di briganti che avevano preso d’assalto la Taverna, spargendo sangue e terrore, il giorno 8 dello scorso undecimo mese.
E come predetto dal Kaza che riportò poi i fatti nelle pubbliche teche “Ogni Slavina Gigante comincia con lievi tremori e piccole frane, e poi diviene in fretta inarrestabile e travolge tutto”.

Che la Taverna del Viandante non sia più un luogo sicuro dove Viandanti e Stranieri posson trovar asilo, soggetta com’è alle scorribande di gente di ogni razza e fede, è ormai cosa tristemente risaputa.
Ma prima d’ora non era mai accaduto, per quel che mi è dato di ricordare, che dei Volontari levassero le loro armi per uccidere innocenti inermi.

La minaccia doveva avere una sua qualche credibilità, al punto che il Siniscalco del Nibbio, la Signora Candia, si sentì in dovere di rivolgersi pubblicamente in nomine Petrus e Gofredo ai Volontari rispondendo alle loro minacce con un invito al dialogo reciproco.
E’ evidente che sentir parlare di “Nobili e loro rappresentanti colpevoli di non ascoltar i Cittadini, di chiedere tasse e di affamare il Popolo”, veder sfidare il Comandante dei Dragoni Lisindil alla Torre Nera, non è cosa che potesse passar inosservata.

E dunque nonostante baliste e catapulte, cavalli di Frisia e barriere di sacchi, disposte a difesa del Palazzo Ducale, nonostante fossero arrivate le Milizie Nobiliari e alcuni Clan a dare aiuto, nonostante la Corte avesse già subito l`attacco degli Orchi di Honorius, quella che era una minaccia si trasformò in realtà il giorno 24 e il Palazzo Ducale cadde nelle mani dei Ribelli costringendo la Corte del Nibbio ad asserragliarsi nella Torre di Petrus.

Forse perché quello era il disegno del Fato o forse perché i Ribelli avevan cercato e trovato l’aiuto di Honorius, come paventato dal Siniscalco, sta di fatto che accadde quel che si temeva accadesse.

Ma le rivolte non son rivoluzioni e han le gambe corte.
E’ bastato infatti l’intervento della Regina degli Hirden Fjorden Vivian, giunta a dar manforte alla forze Nobiliari, per soffocare brutalmente nel sangue il primo tentativo dei Ribelli.


Qualcosa però restava della Rivolta dei Volontari, il malcontento, di certo, che covava silenzioso, spingendo le Guide a offrire la loro mediazione e la stessa Contessina Livv a chieder reiteratamente di incontrar i loro Ambasciatori.
Che questa volta accettarono l`incontro.

Ma a ben poco servì tentare la via della pace se sta di fatto che gli ambasciatori che si presentarono al cospetto della Contessina Livv a Minas Erik si limitarono a consegnare una dichiarazione di guerra al Granducato a nome del loro comandante Alexien, di certo solo un omonimo del Primo Cavaliere di Gondor, lontano per una sua privata cerca.

Chi seminava Pace raccolse dunque Guerra.

E guerra fu, infatti, quando i Volontari attaccarono nuovamente, il giorno promesso, il 14 dell`ultimo mese dell`anno, il Palazzo Ducale, apparendo questa volta fin troppo ben organizzati e addestrati, abbattendone la resistenza, distruggendone le torri e massacrando senza pietà gli abitanti, Siniscalco compreso, costringendo quel che restava della Corte del Nibbio alla fuga, per trovar rifugio presso il Castello alle Nuove Terre, con il Conte Gofredo e il II Reggimento Mistral.

Han poi detto di aver attaccato perché attaccati, mentre la Contessina tentava l’ennesima mediazione, ma è difficile capire chi muova per primo in una battaglia.


Comunque persa nel sangue la battaglia delle armi, la Nobiltà cambiò strategia, accettando le condizioni dei Ribelli, iniziando con una distribuzione gratuita di pane in Piazza del Mercato in occasione del Primo Giorno dell`anno del diciottesimo anno, fatta dalla Corte del Conte Erik.

Sta di fatto però che le condizioni poste dai Ribelli chiedevano ben altro e allo scadere del decimo giorno concesso ai Nobili per adempiere alle loro richieste il Comandante Alexien ne chiese conto.

Per contrasti interni alla Nobilità su come dovessere essere gestita la crisi o su pressione dei militari, o forse solo sospettando la malafede del Comandante dei Volontari, la Contessina Livv decise però di tirarsi fuori, cedendo al cugino Conte Gofredo e al Gran Ciambellano Arkan la gestione della armi.

Armi che non riscossero gran fortuna il nono giorno del primo mese, quando i Volontari tentarono una sortita dal Palazzo attaccando la Gendarmeria e le Prigioni con l`evidente intenzione di liberar i condannati per farli unire alla rivolta.
Nonostante che le Guardie fossero state preavvertite, forse da una spia, e avessero chiamato a difesa le forze Nobiliari il tutto si risolse in un`altra carneficina nella quale perì la stessa Regina Vivian.
Ma i Ribelli furono respinti.


Il quattordicesimo giorno del diciottesimo anno dalla Fondazione, il Palazzo Ducale era ancora occupato e bande di ribelli girano impunemente per la città seminando il terrore tra Nobili e maggiorenti.
La Contessa con la sua Corte è fuggita sulle Isole e il Conte Gofredo è accastellato fuori città.

Il Granducato è in preda al caos.
Come se non bastasse altri fatti son giunti ad oscurare le vie della città.

Per non so quale maleficio del Fato il Giardino delle Delizie, un tempo luogo ameno, ritrovo di giovani amanti, è diventato uno scuro cimitero, coperto di bruma, e un Mago dai grandi poteri, un tal Vanek, un Vampiro si dice, ha dichiarato, il dodicesimo giorno di questo diciottesimo anno, la nascita di un nuovo stato, il Ducato del Buio e, in seguito, ha chiesto e ottenuto la sua annessione politica al Sacro Regno di Mot.
Il Granducato dunque non esiste più nemmeno dal punto di vista politico, al punto che alcuni han cominciato a datare queste vicende all`Anno Zero.

Unica nota positiva il ritorno del Primo Cavaliere di Gondor, Alexien La Grua Von Eschenbach, che ha voluto sfidare in singolar tenzone il suo omonimo a capo dei Ribelli, per riabilitare il suon nome.
Ma senza ottener da questi soddisfazione.


Ma al compimento del suo diciottesimo anno di età la Contessina Livv ha fatto ritorno nel Granducato assumendo d`imperio il comando dei suoi Reggimenti.

Al comando di questi e delle forze rimaste fedeli alla Nobiltà riunite sotto il nome di Alleanza Lottiana il decimo giorno del terzo mese di questo diciottesimo anno ha preso d`assalto il Palazzo Ducale liberando la città dai Ribelli.

Molti son stati i caduti della cruenta battaglia e una lapide è stata posta a ricordo in Piazza del Mercato.

«Recuperate i loro corpi e che sia fatta una lapide che ricordi le loro gesta. Che venga affissa in luogo visibile a tutti. E che ora regni la pace nel Granducato. Mai più guerre fratricide. Ma fratellanza» sono state le parole della Contessa.

Ora il Granducato ha nuovamente una Guida.