LE GESTA DI LOT

Il Tomo della Discordia - La Freccia del Nord e la Freccia dell’Est

Stavamo organizzando la spedizione diretta a Nord per il recupero della relativa freccia quando la stessa fu consegnata al Primo Cavaliere della Dea Haggar da Feawen.

Questo, in vero, fu uno degli ultimi aiuti da ella ricevuti in questa incredibile vicenda.

Fu così che dirigemmo le nostre energie nell’organizzazione della spedizione diretta ad Est.

Ero ancora al Palatium e le mie mani scorrevano leggere tra le pergamene in mio possesso, il mio sguardo indagava cercando sulle mappe magiche indizi di quanto e cosa saremmo andati a trovare.

Il mio pensiero volava in quel momento rapido a Feawen, quella piccola bambina che vidi per l’ultima volta a Corte. Non riuscivo a togliere dai miei occhi l’immagine del suo volto contrito dopo aver rotto i sigilli del Tomo.

La sua presenza era costante, la sentivo, era come se mi guidasse, come se m’indicasse la strada. Lei non mi aveva abbandonato ed ero sicura saremmo riusciti nel nostro intento.

La spedizione era prevista per il giorno 28° del 6° mese, intorno alla mezza ora dopo la quarta del pomeriggio, luogo di partenza: Rocca dei Venti.

Ne facevano parte: la sottoscritta, i Paladini Petronius, Zapata, AngerPain, Darigaaz83, Vect, Luna, Laguna e Nymous; il Primo Cavaliere della Dea Haggar, il Cavaliere Viruk, ed il giovane Cavaliere Kayura; il Precettore Sixie, il Detentore Dirah, l’Adepto dell’Arcana Saggezza Kinggo, i Difensori Barsine e Yareth; il Chierico Willinux, ed i Discepoli Arwen85 ed Antera; i Cavalieri Neri Hairis ed Indigo; l’Arcimaga Wren, i Maghi Neri Gabryel e Taradash, il Neofita Derrewynn.; e numerosissimi Custos Arcani di cui non conoscevo i nomi.

Partimmo accompagnati da una fresca brezza proveniente da Est che ci guidava. Il morale era alto, nonostante le oscure presenze, il Vessillo portato fieramente dal Paladino Vect inorgogliva i cuori dei Paladini.

Il rombo degli zoccoli dei cavalli, appesantiti dal terreno bagnato, ed il sibilare del vento, ci accompagnarono per il viaggio sino ad un boschetto, in prossimità del quale il vento si fermò in modo innaturale.

Molti furono i nostri dubbi, se attraversarlo o meno.

Era appena partita l’avanguardia composta da tre Paladini quando un bizzarro cinghiale parlante uscì da un cespuglio e disse: «I bipedi non sono i benvenuti».

Non serve dire che la nostra decisione di aggirare il bosco fu presa immediatamente, e che la comparsa dell’animale parlate non face altro che confermarla.

Ad un tratto il paesaggio cambiò, come se qualcosa ci avesse trasportati senza accorgercene più vicini a Lot … vedevamo le montagne a noi tanto familiari.

La via che sembrava percorribile era quella a Sud, diretta ad una pianura deserta, i colori erano quelli del tramonto.

Improvvisamente una luce colpì il Paladino Nymous, un lampo di luce e poi, quando riaprimmo gli occhi, ci accorgemmo che egli era sparito.

Lì dove egli era solo terra bruciata e, guardando bene, un oggetto metallico, e subito una voce che disse: «Ciò che bramavo ora è nelle mie mani».

Era la voce di Alathariel.

«Dolore, Asprezza, Terrore e Tristezza, questo è ciò che nel vento è Certezza».

La frase con cui sempre ella si congedava.

Immediato l’interesse di alcuni verso il piccolo oggetto, mentre molti ancora piangevano la sorte toccata al Paladino.

La Veste Nera Gabryel, il più lesto, reggeva tra le mani il pezzo di metallo, e ne accampava diritti per analizzarlo.

Io sapevo cosa fosse, ma i Paladini ritenevano che appartenesse al loro confratello scomparso o in qualche modo connesso alla sua semmai futura ricomparsa, e quindi s’impuntarono per custodirlo. Dopo una lunga discussione e dopo la promessa dei Paladini che lo avrebbero lasciato analizzare al Mago, questi lo riconsegnò al Paladino Petronius.

Ci rimettemmo in marcia verso Lot, pur notando che le mura del luogo ove eravamo giunti erano del tutto identiche a quelle lottiane. Comprendemmo in seguito che lo Spirito del Vento dell’Est ci aveva presi in giro con una banale illusione.

I più immediatamente fecero rientro, tranne me, i Paladini Petronius ed Angerpain, i Maghi Neri Gabryel e Taradash, l’Arcimago Rosso Wren, la Neofita Derrewynn e l’Adepto dei Detentori Kinggo. Fu così che Petronius, appena ci rendemmo conto di essere a Lot, consegnò la freccia a Gabryel, il Mago Nero. La neofita Derrewynn si curò di accertarsi di cosa si trattasse tramite un incanto, mentre noi tutti osservavamo.

"Vi è un legame sicuro con lo spirito dell'Est" fu il risultato immediato dello studio; a quel punto divenne evidente che l’oggetto in questione era tra quelli necessari per il Rituale d’Imprigionamento degli Spiriti.

L’aria era immobile, discutevamo ed il nervosismo aleggiava, le mani dei Paladini cercavano la sicurezza del metallo, la Neofita le portava nelle sue sacche. Mai avremmo lasciato quell’oggetto nelle mani delle Vesti Nere. La soluzione della situazione di stallo in cui ci trovavamo arrivò dall’Arcimago Rosso Wren. Ella ordinò ai due dalle Nere Vesti che la freccia metallica le venisse consegnata, in modo che ella stessa potesse darla allo Shalafi.

La cosa non mi rassicurava, troppo grande era il desiderio di potere da parte dei fruitori di magia, ma confidavo tuttavia nella saggezza dello Shalafi, auspicando che ci avrebbe comunque permesso di riportare lì da dove vennero, gli Spiriti dei Venti, riconsegnandocela, quando sarebbe servita per il rituale.

Verde - Consigliere dell'Arcana Saggezza