RACCONTO DEL MESE
Cerimonia di Benedizione dell’Infante

Era il 2° giorno, del 1° mese, del VI anno di Lot e, in occasione dei festeggiamenti per il Giubileo del Granducato, l’Antico Ordine dei Cavalieri della Dea Themis aveva invitato i Precettori ed i Cittadini al Tempio, per la cerimonia di benedizione dell’Infante Uther Pendragon da parte della Dea.

La giornata era molto cupa e piovosa, ma all’interno del Tempio aleggiava un’atmosfera serena e quasi estatica, molti i Cittadini intervenuti, si sorridevano e si salutavano con la gioia negli occhi e nel cuore, certi della benevolenza della Dea nei loro confronti.

Il Primo Cavaliere Heron varcò la soglia del Tempio e per un attimo fu il silenzio, gli occhi ad ammirare la Sacra Cotta che brillava quasi di luce propria.

Heron, dopo aver osservato con aria austera i presenti, si incamminò lungo la Navata centrale per giungere all'Are e porgere inchino alla Divina Madre, poi si voltò verso i Cittadini, salutandoli e ringraziandoli per la partecipazione. I suoi occhi luminosi passavano su ognuno, con sguardo benevolo e lieto, la luce tenue e discreta delle candele creava riflessi magici sui marmi e sulle colonne del Tempio, e lo scrosciare incessante della pioggia all'esterno rendeva l’atmosfera ancora più spirituale e profonda.

Poi la luce delle torce calò appena d’intensità, il Primo Cavaliere sorrise, mosse alcuni lenti passi sino all'Are, il silenzio scese come una coltre, a sottolineare la sacralità del momento.

Con voce dolce e profonda, Heron si rivolse ai suoi Cavalieri della Dea Themis ed ai Cittadini, rammentando colui che di lì a poco sarebbe stato festeggiato nel secondo giorno del sesto Anno Lottiano, il futuro di Lot, ovvero l’Infante Uther Pendragon, il successore del compianto Granduca. Al ricordo dell'immatura scomparsa del Granduca, un velo di tristezza scese sui presenti, per dissolversi quasi subito, come a non voler turbare troppo quel giorno di festa. Un dolce profumo di violetta, sprigionato dai grani versati dalla Vestale Melixa nel braciere, pervadeva l’aria. Il Cavaliere dei Sigilli Haggar varcò il portone del Tempio, chinando il capo alla Dea, ed avanzò lentamente con passo cadenzato percorrendo la Navata centrale. Le braccia, tese in avanti, sostenevano un piccolo cuscino di velluto blu decorato con dei filamenti d'oro. Sul cuscino stava un cofanetto molto luminoso, contenente un Sacro Olio custodito dal Cavaliere dei Sigilli per commemorare le celebrazioni riguardanti l'Infante. Un mormorio si levò, un unica frase echeggiò nel Tempio, quasi all’unisono:

«Per Lot e con Lot: Ora et Semper».

Il Cavaliere Haggar giunse dinanzi al Primo Cavaliere Heron, gli porse il piccolo scrigno con l’Olio Benedetto. Il pensiero di tutti era ora al piccolo Reggente, e ognuno rivolse alla Dea le più fervide preghiere affinché Egli crescesse in salute e saggezza, e potesse un giorno governare dignitosamente Lot. Una dolce sensazione di benessere pervadeva gli animi. Heron chiamò a sé i Precettori, custodi dell’Infante. Quando essi si furono raccolti intorno a lui, aprì il cofanetto e intinse nell'Olio il dito indice, sollevandolo in aria, e pronunciando parole di benedizione. Poi, con il dito intinto nell'Olio Sacro, passò davanti ad ognuno dei Precettori e, sfiorando le loro fronti, vi tracciò solennemente una mezzaluna, simbolo della loro devozione e del loro impegno nel custodire e prendersi cura dell'Infante. Dal segno appena tracciato scaturiva magicamente una luce, un lieve bagliore. Una pace indicibile scese nei cuori e tutti furono colmi di serenità.

Poi le luci del Tempio tornarono ad avere la consueta intensità, Heron sorrise e ringraziò i presenti per la calda partecipazione alla cerimonia. A poco a poco il Tempio iniziò a svuotarsi, i Cittadini tornarono alle loro occupazioni serbando però in cuore la serenità e la certezza che la Dea sempre li avrebbe protetti e benedetti.

StellaCadente - Detentore Precettore dell'Infante