LE GESTA DI LOT

Il Tomo della Discordia - Uno Spirito alle Caverne e uno al Belvedere

Proprio mentre io mi rigiravo nei miei incubi, Alathariel si manifestava alle Caverne.

Raccolsi la testimonianza di un Cavaliere Nero, tale Gwenna, che lasciò una pergamena nella Pubblica Bacheca.

Pare fosse una serata tranquilla quando una fredda brezza proveniente dai Monti s’insinuò nell’Antro di Morte, portando con sé le lontane note di un flauto che annunciavano quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Alathariel, questo era il nome della giovane donna palesatesi.

Il suo sguardo andava a cercare quello del Supremo Theunis nella sua decadenza rannicchiato ai piedi di una delle pareti.

Lo Spirito si proclamava alleato degli Oscuri Signori e dei Principi delle Tenebre e lentamente, rispondendo alle domande del Maestro Angor, svelava il motivo della sua presenza.

Ella affermava di poter porre rimedio alla maledizione ricevuta dal Supremo nell’Ade che lo fece tornare tra i vivi nello stato di decaduto, una semplice cerimonia, poche parole, a suo dire, avrebbero riportato allo stato normale il Nero, ma ad una sola condizione: che l’aiutassero nei suoi intenti.

Un’altra visita giunse improvvisa da Dèstel e me la raccontò il Paladino Crispin.

Era passata da qualche minuto la mezzanotte ed egli stava svolgendo, insieme ad alcuni suoi confratelli SWAT, Daikin e Cristopher, la normale attività di presidio presso il Belvedere quando un vento gelido ed una strana melodia gli giunsero alle orecchie.

Poco dopo fece la sua comparsa in mezzo a loro un ragazzo con stretto in pugno un flauto d’argento che, incurante delle occhiate di tutti i presenti, continuava ad incedere in direzione del Palatium fermandosi innanzi al Corpo di Guardia, proprio il punto della posizione del Paladino Crispin.

Subito i Paladini s’incuriosirono ed il fanciullo, dopo aver lasciato il flauto continuare da solo la propria melodia, si presentò rispondendo al loro saluto: «Il mio nome è Dèstel Eledhwen ... chiedo di poter parlare con un Paladino che possa prender decisioni affidabili per il resto del corpo».

A queste parole il Comandante della Rosa Daikin si presentò e si mise a disposizione del ragazzo che subito rivelò la propria richiesta: «Una promessa feci a mia sorella ... ormai dispersa nell’oblio e da lungo tempo anche da molti di voi dimenticata. Feawen mi è apparsa in sogno ... ed ha chiesto che le nostre vite venissero relegate come già in passato fu».

Il Paladino Daikin subito si ricordò del nome ed il ragazzo continuò nel suo parlare: «Non sarà molto il tempo ... entro il 5° giorno del 10° mese tutto dovrà esser concluso ... i Saggi sanno cosa è necessario per il rito ... loro potranno dirvelo. So che la vostra Dea concede molti favori a chi soggiorna in quelle terre ... se qualcuno è disposto a pagar il pedaggio dei custodi».

La musica pian piano si fece sempre più fievole e triste mentre tutti continuarono ad ascoltare le parole del fanciullo che, una volta assicuratosi della disponibilità dei Paladini, diede loro un avvertimento: «So che farete il possibile ... so che è nel vostro interesse quanto nel cuore di Feawen».

Dette queste parole la figura del fanciullo lentamente prese a sparire e, solo a questo punto, i presenti si resero conto di come il tutto fosse stato deciso. Le ultime parole del Paladino Daikin furono rivolte al giovane per assicurarsi il sostegno di Dèstel, la figura rispose con un lieve sussurro etereo: «Tutto ciò che sarà in mio potere verrà messo a vostra disposizione».

Poco dopo tutto tornò come prima, anche la musica sparì senza più tornare lasciando i Paladini al lavoro di presidio del Belvedere.

Ancora avvertimenti che tutto si doveva concludere al più presto ed il chiaro riferimento che il rituale d’imprigionamento avrebbe dovuto svolgersi nell’Ade, ove vi era lo spirito del ragazzo Noah, colui che liberò gli Spiriti dei Quattro Venti e colui che, secondo quanto dettava il Tomo della Discordia, doveva partecipare al rituale d’imprigionamento.

Le possibilità che ci venivano offerte erano due: o portare in vita Noah, ma il tempo era poco, o svolgere il rituale nell’Ade.

Decidemmo così di organizzare una spedizione nell’Ade, ma dovevamo recuperare il medaglione e tutte le frecce che si trovavano in diverse locazioni.

Riassumendo, la freccia del Nord e del Sud erano nelle mani del Primo Cavaliere, la freccia dell’Est in possesso dei Maghi, quella dell’Ovest dei Cavalieri Neri ed il Medaglione era custodito dagli Oscuri Stregoni. Io stessa avevo il Rituale d’Imprigionamento degli Spiriti.

Tentammo quindi un accordo con gli Oscuri Stregoni, offrendogli la traduzione del Tomo della Discordia in cambio del Medaglione.

Ci spinse anche ad affrettarci l’ennesima minacciosa apparizione di Alathariel al Bosco dei Lupi.

Il Precettore delle Tenebre Koor ivi giungeva accompagnato dal Custos Arcani Alfitheo.

La notte inoltrata e senza luci iniziava a produrre stridenti melodie portate dal vento, quando alcune voci si facevano più chiare ed, agli occhi dei presenti, si palesava una giovane donna accompagnata da un ragazzo appena maturo.

Il Precettore Koor rivolgeva loro un saluto, cui la giovane donna rispondeva chiamandola alleata.

Il Precettore riconosceva dunque in ella lo Spirito del Vento del Sud, Alathariel, legato con un patto ai Principi delle Tenebre. Molte parole scorsero tra lo Spirito ed il Precettore.

Poi lo Spirito maligno pretese la sua parte di distruzione e disse: «Sangue ... sono trascorse settimane da quando abbiamo stipulato l’accordo ... ed ancor nulla è stato richiesto dai vostri Principi. Non aspetterò oltre ... domattina al massimo».

Il Precettore provava a replicare ma lo Spirito rispondeva: «Ho detto: domani pretenderò sangue ... domani … prenderò sangue ... vostro, dei vostri stessi Principi ... o di chi mi sarà da loro ordinato» scomparendo poi nel nulla della notte da cui era venuto.

Ci incontrammo così nel mio studio all’interno della Biblioteca.

La promessa di nuovo sangue di Alathariel, Spirito del Vento del Sud, feroce e carezzevole nella sicurezza con cui venne proferita, richiamò alla memoria di tutti le parole di suo fratello Destèl. Appena accennato il discorso fra noi … il vento ci interruppe. Vento, a schiudere la finestra e far attraversare le nostre parole da gelida corrente. Non vi badammo, contrapposti in posizioni divergenti, mentre lo scambio di battute diventava sempre più vivace … fino a quando d’improvviso il buio più profondo ci avvolse.

L’improvviso e stupito fu rotto da melodia, ritmica e regolare, che lentamente parve avvolgere interamente la stanza, pur restandoci impossibile riconoscerne il punto d’origine. Un crescendo, quel suono dolce, ed il picco più alto delle sue note comandò il nuovo brillio delle candele spente, che si riaccesero tutte in un solo istante.

Davanti alla porta d’ingresso potemmo così vedere la sagoma di un giovane ragazzo.

Gli abiti ed i capelli erano posti in perfetto ordine, nulla nella sua figura sembrava esser fuori posto … Destèl ci apparve così, vento attirato dal soffio delle nostre parole. Ma le sue furono alla mia conoscenza molto più interessanti.

«Chi ha dato inizio al tutto … dovrà concludere».

Un ritualista …ed alla memoria mi sovvenne rapidamente il ricordo di Noah, perso nell’oblio dell’Ade.

Non fu possibile scambiare il Medaglione con la traduzione del Tomo a causa del non raggiungimento dell’accordo con gli Oscuri Stregoni, ma mi accordai con l’Arcimago Nero Derrewynn per lo scambio della traduzione con la freccia dell’Est.

Fu così che, la sera dopo, finalizzammo lo scambio seguendo l’accordo preso la notte prima.

Nel salone della corte alla presenza del Cavaliere Haggar, consegnai all’Arcimago la traduzione del Tomo della Discordia ed in cambio ricevetti la freccia dell’Est, custodita fino ad allora dalla Gilda dei Maghi dopo il suo ritrovamento nel corso della spedizione ivi diretta e necessaria a completare il Rituale d’Imprigionamento degli Spiriti.

Verde - Consigliere dell'Arcana Saggezza