LE GESTA DI LOT

Il Tomo della Discordia - Le visite degli Spiriti dei Quattro Venti

I giorni che seguirono, quelli in cui mi trovavo ospite al Palatium, furono densi d’avvenimenti e d’apparizioni. Uno di questi mi fu raccontato dal Paladino Karlig che, mentre svolgeva il suo servizio di presidio al Belvedere assistette ad una delle apparizioni a cui noi, in seguito, avremmo fatto l’abitudine. Il tempo scorreva tranquillo e gli astanti si trattenevano in pacate conversazioni quando, in concomitanza all’arrivo del Paladino IceThief, un vento gradevole ma improvviso cominciava a soffiare.

L’atmosfera calma veniva poi incorporata dalle note di un flauto, dapprima lievi e poi sempre più intense costringendo gli astanti a domandarsi l’origine delle stesse.

Compariva in quel mentre la figura di un giovinetto, accomodato sul parapetto della veduta panoramica che catalizzava l’attenzione generale.

Egli si presentò come Dèstel Eledhwen, lo Spirito del Vento dell’Ovest, e manifestò l’intento di rivolgere una domanda al Paladino IceThief: in sostanza egli desiderava essere rassicurato sulla dovuta custodia di due oggetti affidati ai Paladini, uno da parte dei Saggi e uno da parte del Vento.

Tranquillizzato dalla risposta affermativa del Paladino, Dèstel s’intrattenne in conversazione con alcuni fra gli astanti, tra cui la Dama Infernorosa, Iniziato dei Maghi Calandryll, Sir Adramalech ed altri.

Alla luce di tale conversazione, mi raccontò il Paladino che trasse le seguenti conclusioni: vi erano potenze che bramavano quanto custodito dai Paladini e tali oggetti avrebbero potuto rivelarsi pericolosi se fossero caduti nelle mani sbagliate. Inoltre tale Dèestel Eledhwen aveva dei fratelli ed i loro poteri, combinati, risultavano di ancora maggiore entità. In più il Paladino comprese che un tale Noah, un giovane trovato malconcio alle Fogne nei giorni precedenti, aveva tentato di confinare all’oblio gli Spiriti scatenando l’ira di un certo Alathariel.

Questa fu la prima volta che Alathariel fu nominata come pericolosa da uno dei suoi fratelli. Ella corrispondeva alla descrizione dello Spirito del Vento del Sud, ma molte altre volte, in seguito, avremmo sentito il suo nome pronunciato dagli Spiriti stessi o dai lottiani.

Ebbi ancora contatti con gli Spiriti qualche giorno dopo, quando ero uscita scortata dai due Paladini Nymous e Vect per una passeggiata.

Riporto qui di seguito e fedelmente quanto scrissi allora nella Pubblica Bacheca, perché da ogni mia parola di quel giorno traspare l’ansia per la vicenda che era in corso.

Le mie uscite erano sempre sotto scorta in quei giorni, anche quando dovevo soltanto affiggere qualcosa in bacheca. Il timore che la mia vita fosse in pericolo era grande e lo divenne ancora di più dopo quell’apparizione.

“Alathariel sa, Alathariel segue i nostri passi ... come un predatore silenzioso che attende la sua vittima nell’ombra ... ella attende solo il momento giusto”.

Queste le parole con cui aprii il mio scritto quel giorno.

Intorno alla sesta ora del pomeriggio, mentre rientravo al Palatium scortata dai Paladini Vect e Nymous, un forte vento abbattutosi improvvisamente sul Belvedere impedì ai nostri cavalli di proseguire la marcia.

Tutti e tre scendemmo dai destrieri nel tentativo di raggiungere il Palatium a piedi, ma un bambino fermo davanti al portone chiese di parlare con me e ci costrinse a fermarci.

Non era un bambino qualunque, uno dei tanti che giungono nel Granducato in cerca di famiglia ... aveva qualcosa di strano, di sinistro e quando dichiarò il suo nome capii il perché.

«Eshelan è il mio nome» disse.

Io non potei fare a meno di rabbrividire e di mormorare ad alta voce il resto del suo nome: «Nenharma» dissi e rimasi ad ascoltare il vento provenire da Est.

Era lui, lo Spirito del Vento dell’Est, il Fratello di Alathariel.

Senza badare ai Paladini a mia scorta che si paravano innanzi a me, il bambino disse di avere un messaggio da parte di sua sorella e me lo comunicò dicendo: «Questa notte mia sorella darà sfogo ai suoi capricci ... a meno che ... il Tomo non venga consegnato entro la mezzanotte ai Cavalieri Neri».

Mi aspettavo una richiesta del genere, ero già stata avvertita giorni prima da Feawen che Alathariel si stava alleando con i Cavalieri Neri, quindi non rimasi stupita. Quello che invece mi lasciò interdetta fu la sua frase cantilenante mentre stava sparendo: «Libertà, Caso, Irrazionalità e Confusione. Questo è ciò di cui il vento ha ragione».

Conoscevo quella frase ma sentirla pronunciare da uno dei Quattro Spiriti del vento mi fece rabbrividire.

Dette queste parole svanì e subito dopo il vento cambiò direzione venendo da sud e un’altra voce, più acuta, che riconobbi essere quella di Alathariel, minacciò: «Consegnate il Tomo entro la mezzanotte ... o non ci sarà domani per molte persone».

Gradualmente il vento iniziò a placarsi ed il Belvedere a ritrovare la sua tranquillità.

Rientrai con i Paladini al Palatium e mi ritirai nella mia stanza.

Dopo essermi consultata con il Primo Cavaliere Haggar ed il Signore dei paladini VladDracul, esposi nella Bacheca Pubblica quanto deciso: il Tomo della Discordia sarebbe rimasto al Palatium.

Erano ormai quindici lune che mi trovavo al Palatium, quindici lunghi giorni in cui gli Spiriti dei Venti avevano fatto la loro apparizione più volte, cercando di aiutarmi o di fuorviarmi o di farmi fare e dire cose che mai avevo pensato.

Ma negli ultimi giorni ... l’oblio ... il silenzio più cupo.

Questo silenzio sembrava rimbombare nelle mie orecchie come il più fragoroso dei frastuoni.

Mi voltavo e rivoltavo nelle mie convinzioni e nelle conoscenze acquisite proseguendo con la traduzione del Tomo cercando una via d’uscita ...

Il Tomo della Discordia, la Chiave ... cinque Cavalieri evocati dallo Shalafi ... le apparizioni al Pronao di figure a forma di N ... il Nero che si era dato fuoco al Tempio.

Quale il nesso? Quale?

Le immagini si accavallavano nella mia mente l’una all’altra, impedendomi ormai anche sonni tranquilli. Mi guardavo allo specchio pensando che la soluzione era lì, a portata di mano e io non riuscivo a vederla ... che rabbia! Perché? Perché non mi era concesso questo passo? Qual era l’anello mancante?

Ancora un aiuto … mi serviva un aiuto. Così fu. La benevolenza dello Spirito del Vento del Nord, Feawen, mi concesse un aiuto che fu annunciato ai Paladini.

Quella mattina il Paladino Petronius ed il Comandante Falco fecero il loro ingresso in Taverna per una ronda di routine. Improvvisamente, preceduta da una folata di vento, fece il suo ingresso nel luogo la piccola Feawen, lo Spirito del Vento del Nord. Ella si avvicinò al Paladino Petronius e gli disse che dove recapitare un messaggio al Detentore Precettore Verde.

Ella disse: «Il tempo è tiranno, dovrà essere al più presto completato il rituale per riportarci nell’oblio. Prima che l’irreparabile accada». Aggiungendo poi alle sue parole di essere a conoscenza del fatto che non eravamo in possesso di ciò che mancava per terminare la ricerca, ma che ella poteva provare a sostituirlo con la sua stessa presenza.

Diede quindi appuntamento a Corte per il primo giorno della settimana successiva, intorno alla decima ora dopo l’apice del sole, e ci disse che avremmo dovuto portare il Tomo e la chiave.

Disse anche che questo sarebbe stato l’ultimo aiuto che la sua forza le avrebbe concesso di darci.

Verde - Consigliere dell'Arcana Saggezza