LE GESTA DI LOT

Il Tomo della Discordia - Antefatti e descrizione del Tomo

Tutto cominciò quando un ragazzo che rispondeva al nome di Noah, raggiunse un giorno il Granducato, consegnando ad una mia consorella un tomo ed affermando che esso conteneva il modo per liberare ed imprigionare i quattro Spiriti dei Venti che egli stesso aveva evocato e della cui liberazione si era subito pentito.

Il Tomo parve subito gravato da immani pericoli, così fu deciso che: i Paladini avrebbero dovuto custodirlo, i Cavalieri della Dea decidere cosa farne e noi Detentori procedere alla sua traduzione. Tutte e tre le Gilde collaborarono alacremente per l’intera durata della vicenda.

Poiché sembrava promettere anche grandi poteri, molte Gilde, tra cui i Maghi e gli Oscuri Stregoni, si interessarono al Tomo ed al potere che gli Spiriti sembravano avere, tanto che persino gli Scorpioni furono incaricati, senza poi apprezzabile risultato, di rubarlo.

Le vicende relative a questo furto, infatti, gli valsero l’appellativo di “Tomo della Discordia”.

Dei Detentori fui incaricata io, dall’allora Sommo Althair, di seguire la vicenda ed iniziai con la descrizione del Tomo nel suo aspetto esteriore ed intrinseco, pubblicando la mia relazione anche nella pubblica Bacheca.

Dopo lunghi studi, resi dunque noti alla Cittadinanza i risultati delle ricerche effettuate, nonché le conclusioni a cui ero giunta.

Descrissi prima di tutto i materiali. Dall’analisi effettuata sulla copertina, pergamena ed inchiostro, molto probabilmente il Tomo risaliva a poco meno di un secolo prima. Non riuscii però a comprendere con certezza da dove provenisse né come, dove e quando fosse stato spostato nel corso di quei lunghi anni.

Entrando poi nello specifico descrissi la copertina del Tomo. Essa era fatta in un materiale simile all’osso, ma in realtà molto più leggera di quanto apparisse a prima vista. Incise sopra di essa vi erano diverse immagini che rappresentavano elementi accomunabili all’aria o al vento: ali d’uccello e mulinelli d’aria. Nel suo complesso, il Tomo constava di un centinaio di pagine o poco più, di pergamena piuttosto grossa e grezza, che rendevano il suo spessore più consistente di quanto teoricamente avrebbe dovuto avere un libro con lo stesso numero di pagine.

L’inchiostro usato per riempire le pagine del Tomo non sembrava essere di qualità eccellente e, a dimostrazione di ciò, si notavano già in diversi punti, scoloriture che rendevano diffide distinguere i segni vergati.

All’interno, esso si presentava con una scrittura composta di caratteri molto simili alle antiche rune elfiche, ma le parole poi non sembravano appartenere a quello stesso linguaggio.

Senza studi più approfonditi non sarebbe stato ancora possibile tradurlo.

Diversi disegni al suo interno riproducevano le forme di un medaglione rotondo, grande poco meno di un palmo, ovviamente se corrispondenti alle dimensioni reali. Le prime immagini lo mostravano liscio da entrambi i lati, mentre le successive mostravano come su una delle due facciate fosse stata applicata in rilievo la figura stilizzata della rosa dei venti. Quattro semplici frecce che partivano dal centro ad indicare i quattro punti cardinali: Nord, Sud, Est ed Ovest.

Dai colori presenti sul disegno sembrava che le frecce fossero in materiale diverso dal medaglione.

Altri disegni ritraevano i volti di quattro bambini. Dall’aspetto avrebbero potuto avere all’incirca sette od otto anni ed erano due maschi e due femmine.

Le due bambine si distinguevano per il colore dei capelli e l’estrema differenza nelle espressioni del viso. Una bionda e dolce, i capelli lunghi e leggermente ondulati. L’altra dai capelli scuri e quasi lisci, sempre lunghi oltre le spalle, l’espressione rabbiosa tanto che, anche soltanto nel semplice disegno, si notava l’odio che racchiudeva nel cuore.

I due ragazzi erano, invece, molto simili. L’unica cosa che li differenziava era l’ordine dei vestiti e dei capelli. Uno dall’aspetto ordinato, gli abiti perfetti, di fattura pregiata ed indossati con cura ed eleganza. I suoi capelli erano pettinati con cura. L’altro aveva i capelli scarmigliati, l’espressione vivace, gli abiti stracciati e sempre scomposti.

All’analisi del Tomo vennero ricondotte molte delle apparizioni avvenute nel Granducato negli ultimi tempi, apparizioni a volte ambigue ed altre meno. Una di queste, che in verità segnò profondamente l’andamento della vicenda, fu l’apparizione di una bambina.

Nel frattempo io stessa andavo ogni giorno al Palatium per procedere alla Traduzione del Tomo.

Verde - Consigliere dell'Arcana Saggezza