Una Promessa - La
Liberazione dello Spirito |
Dopo avere a lungo discusso
sulle opportunità ed i rischi di una tale avventura,
fu concordata una spedizione per il pomeriggio seguente,
alla quale presero parte, oltre agli Alchimisti, anche alcuni
Detentori dell’Arcana Saggezza, Cavalieri Erranti,
Mercenari, Chierici, Maghi, Nani e Kendot.
Il gruppo si radunò
in uno spiazzo erboso, dal quale partiva uno stretto sentiero.
Nonostante il freddo e la pioggia battente nessuno si lamentava,
tutti erano pronti per partire. Secondo la mappa che avevano
fra le mani, quella era la strada giusta per arrivare alla
Cripta ed, infatti, di lì a poco tempo giunsero in
una radura, in fondo alla quale si apriva una caverna. Ai
suoi lati troneggiavano, immobili, due enormi Golem di pietra.
Quando alcuni membri del
gruppo si fecero più vicini all’ingresso, improvvisamente
le due statue si animarono di vita propria, brandendo le
loro pesanti spade di roccia.
Iniziò una dura battaglia,
ognuno combatteva come poteva contro queste indistruttibili
creature.
La testa del Golem di sinistra
venne facilmente frantumata da un colpo di maglio di SimoLau,
mentre uno dei sassi lanciato frettolosamente da Infiria
andò a colpire in testa l’Errante Arkanius,
per fortuna protetto dall’elmo.
Parte del Golem purtroppo
rovinò addosso al Difensore Caxandra, che rimase
intrappolata con le gambe sotto alcuni macigni.
Il Golem di destra, quasi
volesse approfittare della sua immobilità, le si
fece incontro minacciosamente sollevando una mano per colpirla.
Fortunatamente i colpi dei
coraggiosi Nani SimoLau, JDeMolay e Mithrildag riuscirono
a distruggere interamente anche la testa del Golem di destra
mentre sulla statua continuavano a cadere i sassi lanciati
con gli hoopak dai Kendot.
Dal momento in cui le due
grandi statue giacevano in terra inermi ed il pericolo per
il gruppo sembrava essere passato, l’attenzione di
tutti fu per i feriti, ai quali vennero portate le prime
cure dagli Alchimisti.
Il Nano Algheroth aveva una
ferita alla spalla destra, il Cavaliere Almer alla mano
destra ed il Difensore dell’Arcana Saggezza Caxandra
entrambe le gambe fratturate.
Mentre la pioggia continuava
a cadere incessantemente sul gruppo e intense folate di
vento portavano da Nord il gelo invernale, le Custodi Rigel
ed Arafern, insieme all’Alchimista Volden ed alle
Detentrici StellaCadente e Kira71 si apprestavano a portare
soccorso a Caxandra, cercando di curare le ferite ed immobilizzare
le gambe fratturate.
Il resto del gruppo lentamente
si diresse verso la caverna, da cui proveniva un lievissimo
lezzo di morte sospinto da una strana corrente.
Ben presto parte del gruppo
prese ad entrare nella caverna, non più protetta.
L’Adepto Kira71 decise di rimanere fuori dalla grotta
con il Difensore Caxandra, mentre il Precettore StellaCadente
seguì il nutrito gruppo all’interno.
Alzando lo sguardo si poteva
notare al di sopra dell’entrata un’incisione:
tre teste di Orco.
Dopo un breve percorso arrivarono
in una stanza quadrata, completamente vuota a parte tre
grandi scrigni in pietra posti proprio al centro di essa.
Su di essi, i tre nomi che noi conoscevamo bene: Gorgash,
Naskar e Iurgan, i tre sanguinari Orchi.
Dopo aver appurato, grazie
ai Maghi Wealt e Lilibeth, che non vi fossero altre trappole,
gli scrigni vennero aperti.
Il primo scrigno venne dischiuso
dai Mercenari Giga e Kalle che speravano di trovare qualcosa
di prezioso oltre ai cadaveri degli Orchi. Esso però
non conteneva che la salma di un Orco, seppur ben conservata.
Attorno ad essa, alcuni mucchietti di monete e poche gemme,
mentre uno sgradevole lezzo di morte fuoriusciva infastidendo
gli avventurieri.
Il secondo scrigno venne
aperto da Simolau e JdeMolay: al suo interno, oltre alla
salma dell’Orco, solo un quantitativo di ricchezze
approssimativamente simile a quello della bara aperta da
Kalle.
Non restava che l’ultima
bara. Il Cavaliere Almer riuscì con grande fatica
ad aprirla, e gli occhi curiosi dei presenti poterono vedere
il cadavere di un Orco più grande degli altri. Alle
dita indossava grossi anelli d’oro ed al collo un
medaglione con alcuni intarsi, ben lavorato.
Era la bara di Gorgash ed
il medaglione era proprio quello che gli avventurieri stavano
cercando, lo stesso medaglione che era stato disegnato sulla
parete di roccia sul retro del Laboratorio Alchemico.
Prima che i Mercenari mettessero
le mani sulle gemme rinvenute anche nell’ultima bara,
la Detentrice StellaCadente allungò una mano per
mettere in salvo il medaglione, e non appena lo ebbe fra
le mani due eteree creature - un uomo ed una donna - apparvero
all’interno della grotta.
Immediatamente il Custode
della Terra Mediano88 identificò la figura maschile
col fantasma apparso al Laboratorio il giorno prima. Anche
la creatura parve riconoscerlo, perché gli si fece
incontro e con voce commossa lo ringraziò, mentre
l’altra creatura, quella dalle sembianze femminili,
attendeva guardando con dolcezza il suo uomo che dopo infiniti
anni manteneva un’antica promessa d’amore che
avrebbe sciolto entrambi da una terribile maledizione.
Quindi il fantasma maschio
si avvicinò a StellaCadente, trepidante, chiedendole
gentilmente di porgergli il medaglione. Notando la sua esitazione
egli narrò che la maledizione era stata scagliata
su di lui perché nel difendere il medaglione aveva
ucciso un quarto Orco, compare di malefatte dei tre.
Ora il fantasma aveva bisogno
del medaglione per compiere la sua promessa e per ricongiungersi
per sempre al suo amore.
StellaCadente scambiò
uno sguardo con l’Alchimista Tamboras, il quale annuì
come se avesse compreso il suo pensiero. Allora ella sorrise
appena al fantasma, un po’ incerta e gli restituì
ciò che gli apparteneva.
Egli prese con delicatezza
il medaglione, dopo averla ringraziata, e lo pose con infinita
dolcezza al collo della sua amata sussurrandole che da quel
momento sarebbero stati insieme per l’eternità.
Nello stesso istante, una luce verdastra e lieve come nebbia
avvolse i due fantasmi, che presto scomparvero dalla vista
dei presenti.
Il destino si era infine
compiuto e la promessa d’amore era stata mantenuta.
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StellaCadente - Detentore
Precettore dell’Infante |