Una Promessa - La
Cantina ed il Laboratorio Alchemico |
Il giorno seguente la notizia
circolava già per le vie di Lot, grazie anche agli
Alchimisti che avevano inviato richieste di collaborazione
ad alcune Gilde - come i Maghi, i Chierici ed i Detentori
dell’Arcana Saggezza - ai quali la Custode Arafern
aveva chiesto se esistessero documenti nella loro Biblioteca
comprovanti l’esistenza di stanze o locali precedenti
alla costruzione della Cantina e del Laboratorio Alchemico.
Dopo alcune ricerche il Sommo
Detentore Myriam scoprì cos’era accaduto quando
il Conte Erik aveva deciso di ricostruire la Taverna nella
Nuova Lot.
La ricostruzione di Lot dopo
la caduta era stata lunga e faticosa, ma quando la maggior
parte della Cittadella fu riedificata, i Nobili decisero
di ripristinare fedelmente come primo edificio la Taverna
dei Mercanti presente nella Vecchia Lot. Essendo frequentata
soprattutto da Viandanti, il posto venne in seguito chiamato
Taverna del Viandante.
Lot cresceva e sempre più
Stranieri bussavano alle porte per chiedere asilo fra le
mura del Granducato e la Taverna, che era uno dei pochi
posti frequentabili dagli Stranieri e l’unico posto
dove ristorandosi era possibile recuperare la forza, divenne
sempre più affollata. Le panche non bastavano più
e gli Osti non riuscivano a soddisfare tutte le richieste
degli avventori.
Il Conte Erik, che era un
grande estimatore di vini e liquori, non riusciva inoltre
a trovare un posto dove tenere le sue botti di vini pregiati.
Il Palazzo Ducale non aveva
una cantina adeguata e gli Osti, che prima potevano alternarsi
fra la Taverna e la Corte, ora non bastavano neppure per
i bisogni impellenti dei frequentatori del locale.
Considerati tutti i pro ed
i contro, dopo qualche tempo i Mastri Costruttori di Lot
saggiarono il terreno sotto la Taverna e si resero conto
che, con una sapiente operazione di scavo e consolidamento,
unicamente effettuabile grazie al prezioso contributo dei
Mastri Carpentieri della Masseria, affinché solo
il migliore legno fosse usato per le travature ed i rivestimenti,
era possibile ampliare il locale: fu così che vennero
create prima la Cantina e poi il Magazzino, l’una
sovrapposta all’altro in senso verticale.
L’ambiente asciutto
della Cantina e quello più caotico e polveroso del
Magazzino vennero creati sotto la Taverna con un’elaborata
struttura in legno e pietra che andò a riempire grossi
cunicoli scavati sotto terra. Questo dunque era quanto si
trovava all’altezza del Laboratorio Alchemico e al
di sotto della Cantina.
Nel primo pomeriggio del
giorno seguente, l’Alchimista Custode dell’Etere
Rigel, la Custode dell’ Acqua Arafern, la Custode
del Fuoco Dodae, gli Alchimisti Alchemicus, Tamboras, Volden,
Wilwaril e l’Aspirante Alvin si riunirono nella Fabbrica
Alchemica con la ferma intenzione di svelare l’arcano
segreto legato al muro del Laboratorio, che solo pochi giorni
prima aveva pianto sangue e dal quale erano provenute voci
inquietanti.
Erano stati chiamati i rappresentanti
di varie Gilde e alcuni esperti Nani.
Per primi giunsero il Mago
Rosso Wealt e la sua assistente Lilybeth, che si concentrarono
al fine di ricercare tracce di magia sul muro.
Dopo attenta valutazione
però non riscontrarono nessun sortilegio sul muro,
ma solo una strana aura di negatività che aleggiava
lì attorno.
I Detentori dell’Arcana
Saggezza ivi convenuti, il Precettore StellaCadente e l’Adepta
Kira71, confermarono che dai loro cartigli non risultava
nessun antico racconto o leggenda su popolani torturati
in quel preciso luogo del Granducato, né alcuna altra
anomalia al di là del muro: solo cunicoli e terra.
Ben presto giunse anche il
Chierico MorwenAdena, la quale, sfruttando l’immenso
potere della Dea, riuscì a vedere oltre il muro da
cui era fuoriuscito il sangue, individuando un corridoio
e una stanza circolare.
A questo punto, grazie al
lavoro dei valenti Nani DragonslayerII, Simolau, Jdemolay,
Sanzoander e Hashut il muro venne facilmente abbattuto,
rivelando effettivamente uno stretto cunicolo, dal pavimento
coperto di fango e le pareti umide.
Dal suo interno proveniva
un odore acre e nauseabondo.
Man mano che i Nani avanzavano
lungo il cunicolo, tutti i presenti raggiunsero il varco
e sbirciarono, riparandosi il naso con fazzoletti e spezie,
cercando di intravedere qualcosa. Poi, vinti dalla curiosità,
decisero di seguire i Nani, finché giunsero in una
strana stanza circolare, alta non più di due metri,
al centro della quale giaceva, per terra, un cadavere mummificato,
possibile causa del cattivo odore.
Alle pareti scene raccapriccianti,
dipinte probabilmente con del sangue, fra le quali fu possibile
riconoscere le effigi di tre mostruosi Orchi, i cui nomi,
dipinti bene in evidenza, risultarono essere Gorgash, Naskar
e Iurgan.
Quello di Gorgash era scritto
in modo più grosso e marcato, ad indicare che probabilmente
era il capo dei tre. Analizzando meglio il dipinto si vide
che un grosso medaglione, ricco d’intarsi e di ricami,
pendeva dal collo di Gorgash.
Le fattezze di questo medaglione
vennero osservate con molta cura, e benché non risultarono
nuove né ai Detentori dell’Arcana Saggezza,
né ai Maghi e agli Alchimisti, non fu possibile identificarne
con chiarezza le origini.
Preso uno schizzo del medaglione
e raccolti alcuni campioni delle vesti e della pelle del
cadavere, tutti si affrettarono ad uscire da quel luogo
misterioso ed inquietante per analizzare i reperti ritrovati
e cercare di spiegare il mistero.
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StellaCadente - Detentore
Precettore dell’Infante |