LE GESTA DI LOT
La Lezione - Prologo

Sono qui, seduto al mio scrittoio, in questo finale d’Estate.

Dalla finestra aperta entra il brusio dei suoni della Cittadella ed aria calda.

Ripenso all’avventura recente, un sorriso appare sulle mie labbra e, con movimenti rapidi e decisi, la penna d’oca viaggia celere sui fogli immacolati posti davanti a me.

In un caldo giorno estivo, comparve a Lot uno strano umano che si faceva chiamare Karman e, dopo lungo cammino, giunse nella provincia del Granducato in cerca d’aiuto.

Capelli bianchi e folta barba, schiena ricurva, un nodoso bastone a regger i suoi anziani passi, portava seco una strana pergamena, alla ricerca di qualche luminare lottiana che riuscisse a decifrarla.

Prese subito contatti con gli Erboristi di Lot, nella figura di Lady Pizia, Elfa Sidhe ed Erborista Esploratrice, durante una bevuta in Taverna.

La pergamena riportava un’immagine centrale che sembra assomigliare alla mappa di una grande foresta e varie scritte che, probabilmente, indicavano il luogo.

A lato, sulla destra, inconfondibile il disegno di una bussola.

L’immagine, anche se sbiadita dal tempo, era tracciata da una mano esperta usando dell’inchiostro di seppia. L’ago della bussola segnava il punto cardinale Est.

Sotto la bussola, si poteva scorgere il disegno di una pianta, molto particolare, con accanto delle note vergate in elfico antico, così come anche le altre annotazioni presenti di cui s’ignorava il significato.

Tale pergamena, a detta di karman era stata ritrovata tra le rovine di un antichissimo castello, che offriva ospitalità ad una nobile stirpe elfica.

Durante un incontro al Presidio, per motivi di sicurezza voluti da Karman, la pergamena fu consegnata ai Detentori dell’Arcana Saggezza.

Mi ricordo ancora le nottate passate su quella pergamena malandata, insieme alla consorella Sixie, che riuscì a decifrare, non senza difficoltà, alcune scritte, mentre lo scrivente si occupava della parte geografica, cercando di comprendere e di riportare su di una nuova mappa il luogo misterioso.

Terminato il complicato lavoro, una copia perfetta della mappa fu consegnata ai Druidi Pulsatilla

e Lotiel, per studiare il tipo d’essenza che compariva nel disegno.

L’originale, nel frattempo, era gelosamente conservato in una teca di vetro presso la Biblioteca dei Detentori, guardata a vista dai Difensori dell’Arcana Saggezza.

Queste che fedelmente trascrivo, sono le due missive inviate per rendere edotti i cittadini tutti sugli studi che erano stati compiuti.

- Dalla missiva della consorella Sixie -

“Veritas e Sapientia

Siamo giunti al termine dei lavori di traduzione e riconoscimento sulla pergamena del Viandante Barman.

Dopo un attento studio della suddetta pergamena, io ed il confratello Jigoro siamo giunti alle seguenti conclusioni: la lingua in cui è stata scritta è un dialetto derivante dal latino elfico o telerin, ormai in disuso, o quasi, tra gli Elfi.
La pergamena era molto malridotta ed in cattivo stato, non è stato facile decifrare le diciture.
Il confratello Jigoro dopo un lavoro d’estrema precisione ha disegnato una nuova mappa, dedotta sia dalle immagini presenti, sia dalle diciture tradotte.
La mappa ci indica,  tramite una bussola, un luogo ad Est della terra degli Elfi, più precisamente una radura oltre il fiume, dove possiamo vedere anche un ponte che lo attraversa; al centro della radura sembra esserci un laghetto.
Per quanto riguarda la pianta, sono riuscita ad interpretare solo poche parole. Molte non erano leggibili, ma quelle che ho tradotto mi hanno lasciato a bocca aperta:

<<Dopo un lungo cammino ... ponte sul fiume trovare ... pianta larghe foglie, aiuta a vivere ... centro della foresta ...>>.
La figura disegnata della pianta è riportata nella pergamena”.



Successivamente la Druida Accolita Pulsatilla, mi ha riconsegnato le pergamene dategli con il risultato del loro lavoro che mi accingo a rendere pubblico.

- Dalla missiva della Druida Pulsatilla –

"Io e la consorella Lotiel ci siamo messe immediatamente a lavoro, anche se c’è apparsa subito evidente, l’onerosità di tale impegno. Nostro compito era determinare che specie vegetale fosse rappresentata nel disegno al lato destro della pergamena, copia perfettamente redatta dell`originale, custodito dai Detentori in apposita teca di vetro, onde impedire che qualsiasi "insulto" potesse ulteriormente danneggiare, ciò che, purtroppo, il tempo ha liso e consunto.

Passammo parecchie ore nel nostro Laboratorio d’Erboristeria, comparando e confrontando le immagini che l`archivio druidico conserva.
Con l`ausilio degli strumenti in nostro possesso, uno specchio concavo ed un segmento sferico di vetro (piano convesso), cercammo di ingrandire, per quanto possibile, l`immagine.

Ci apparve chiaro che ci sarebbe servita una miglior definizione dei particolari che, purtroppo, non erano ben decisi.
Nella parte destra della pagina superiore, vi era disegnata una bussola, che indicava il punto cardinale Est; sotto di essa si delineava il disegno di una pianta, con accanto note in elfico antico.
Il disegno rappresentava sicuramente una pianta, ma potrebbe essere stato anche una parte caratterizzante di una specie arborea.

Le foglie apparivano a ventaglio (flabellate), dotate di sottili nervature, o almeno questo era ciò che sembrava dai minuti tratti, per quanto confusi e sbiaditi, che le conferivano un aspetto bilobato.

Il fusto appariva sottile, lucido e glabro.
Dalle indicazioni che abbiamo ricevuto possiamo ipotizzare si possa trattare della Passiflora Allantophylla, oppure del particolare del Gingko Biloba, soprannominato Elisir di Lunga Vita o Albero della Vita".

Visti i risultati, volevamo restituire la pergamena originale agli Elfi Shide ed, in tale occasione, riunirci per decidere quando partire per la missione che ci avrebbe portato alla ricerca della pianta.

Il 21°giorno del 7° mese dell’anno VI dalla Fondazione, in un’ultima riunione al Presidio, furono esposti i risultati delle analisi e la mappa redatta dal sottoscritto al vecchio Karman, che, nel frattempo, aveva stretto una simpatica amicizia con la Fata Pulsatilla ed aveva preso come dimora provvisoria una stanza al primo piano della Taverna del Viandante.

La locazione precisa fu stabilita ad Est di Lot, verso la terra degli Elfi, a circa 700 miglia lottiane in linea d’aria; nella mappa la raffigurazione di un ponte, che portava ad un bosco, con un lago in una radura. L’essenza raffigurata rappresentava la Pianta della Vita.

Ecco spiegato il morboso accanimento del vecchio Karman a sollecitare la decifrazione della pergamena ed ecco motivato l’interesse dei Druidi, dei Maghi dalla Veste Bianca, degli Alchimisti e degli Erboristi.

Il vecchio Karman evidentemente sapeva, ma aveva necessità di conferma.

Le Gilde ed i Mestieranti coinvolti, capirono da subito di trovarsi davanti ad un arcano mistero, che avrebbe dovuto rivoluzionare la vita di Lot e, sicuramente, apportare potere e ricchezza una volta recuperata la Pianta della Vita.

Il vecchio sollecitò una spedizione sul posto e si preoccupò di capire come e, soprattutto, con quali mezzi, si sarebbe dovuto intraprendere il viaggio.

In quel periodo a Lot, infuriava la guerra contro il Principato di Telthartown, pertanto tutti i membri della spedizione decisero di utilizzare per il viaggio la magia, onde evitare il lungo percorso di circa quindici giorni a cavallo e per un eventuale rientro a Lot in caso d’impellente necessità.

Jigoro - Curatore della Storia