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Il demone Skrondo
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Il Demone
Feruta era il Signore
del bosco dove ormai lui abitava,
viveva senza gloria e senza onore
finendo chi per sbaglio si avventava.
Tutti quelli
che l'hanno incontrato
e che hanno potuto raccontarlo
descrivono quell'essere dannato
dal volto ferito come un tarlo.
Quindici anni
visse in tranquillità
nel bosco dove aveva la sua grotta,
un giorno lo colpì la quantità
di Orchi e Goblin una gran flotta.
Chi son
costoro? Chi li comanda?
Che fanno oppure stanno costruendo?
Perché non si accampano alla landa?
Chi son quei due che vanno annuendo?
«Questo il
luogo, Signore mio potente!».
Disse il Mago al suo vero padrone.
«Da qui controlleremo quella gente,
finora non domata dal bastone!».
Honorius
soddisfatto: «Hai scelto bene
Skrondo, davver non m'hai deluso,
da qui noi lanceremo quelle pene
e il Male che vuol essere profuso!».
Skrondo
rimase altero e immobile
sapeva che se avea sbagliato scelta,
la testa come se fosse incredibile
avea dal collo oramai divelta.
Subito
iniziarono i lavori
per costruir la Torre allo Stregone,
Orchi e Goblin venivan fatti fuori
se sol non rispettavano il padrone.
La Torre era
addossata a quella grotta
di Feruta il Demon solitario,
che attraverso una roccia rotta
trovò un accesso secondario.
Per quattro
mesi gli Orchi edificaron
e Feruta cercò di mitigare
le crepe mentre i Goblin lavoravan
così da non farsi ritrovare.
La Torre fu
ultimata in quattro lune,
Honorius fu davvero soddisfatto
e prima che tagliassero la fune
i Novizi al Mago consegnò ratto.
«Non mi
deludere» disse il malvagio,
«La magia di Lot non sottovalutare!».
E Skrondo impassibile, ma adagio
gli disse: «Non vi dovete preoccupare».
I Novizi
erano oramai iniziati
e Horren s’inoltrò in Cittadella,
gli scontri aveano terrorizzati
i Cittadini fino alle budella.
Skrondo, nato
da strani miscugli
di razze ibride e malvagie,
passava sui lottiani rimasugli
con gli occhi suoi brucianti come bragie.
E poi tornava
altero al suo Castello
lasciando i Maghi suoi laggiù a castare,
sapeva che nemmeno sul più bello
nella sua Torre lo potean avvicinare.
Ma la magia
che Skrondo tramandava
a razze sciocche era insegnata,
così che chi con essa si parava
da essa era anche torturata.
I Druidi di
Lot, insieme ai Maghi,
cercaron di capire quell'orrore,
che quel novo incantare seminava
più grande di qualunque altro terrore.
In un dì
quegli scontri in mezzo a un rito
Skrondo potente si era innalzato
e da un colpo d'ascia fu ferito
e il libro de' incantesim trafugato.
Il Mago sapea
che ogni debolezza
dal suo Signore era punita con la morte,
si ritirò così con gran destrezza
alla Torre per contrastar la sorte.
Ma in quel
loco che parea alieno
non sapeva che Feruta avea trovato
in silenzio, voi pensate, senza meno
un passaggio che parea abbandonato.
Così il
Demonio vide quel ferito
che sulla sedia stanco è sprofondato
con la testa fra le mani ormai tradito
dall'orrendo e maligno suo Fato.
Guardava
dalla finestra i seguaci
perder contro i Maghi del Bene,
sapeva che i dolori suoi mordaci
lo avrebbero messo in catene.
Ma nella sua
stanza egli era forte
con la magia cercò di guarirsi
perché se si ha davanti certa morte
non si può perder tempo a compatirsi.
Poi, stanco,
si diresse verso il letto
per poter da solo abbandonarsi
alla sconfitta perché egli soletto
pensava in cuor suo di trovarsi.
Feruta che,
in silenzio, ha osservato
del Mago l'alterigia ed il dolore
alla sua grotta egli è poi ritornato
ridendo delle idee di quel Signore.
Skrondo non
saprà mai che 'l suo Maniero
alla grotta di Feruta è costruito
e che, Signori miei, è proprio vero
che non c'è mai niente incustodito.
Liberamente tratto dalla Leggenda omonima depositata presso la
Biblioteca dei Detentori dell’Arcana Saggezza
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Barda Cantrice
Eloise Imloth

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