La luce soffusa degli Astri
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E’
proprio degli esseri pensanti cercare alfabeti nelle cose.
E
con le lettere dell’alfabeto celeste si possono comporre non meno parole di
quelle dell’alfabeto terreno.
Così
anche a Lot, man mano che la città cresceva e le campagne si popolavano di
traffici, di bestiame, di strade, mentre le mura salivano e, giorno dopo giorno,
si rifaceva il filo alle spade lucenti e si oliavano i cardini delle porte, i
Cittadini, i contadini, i cacciatori, i mercanti, i marinai presero a guardare
le stelle, astri dalla luce nitida e potente nell’atmosfera straordinariamente
limpida di quelle giovani terre. E fu così che presero a tracciare in cielo,
come in terra, le linee della loro Storia.
Una
Storia che giaceva dispersa in innumerevoli pergamene, schizzi, disegni talora
tracciati solo con un pezzo di carbone su una tavola, talora con un legnetto
sulla rena. O, ancora, soltanto sussurri, frammenti di racconto che volava di
contrada in contrada, di bocca in bocca, di sogno in sogno. Una storia che
abbiamo tentato di raccontare, alzando anche noi gli occhi alle stelle.
Le
terre di Lot si trovano nell’emisfero settentrionale d’un mondo fisso: il
suo sistema è, come direbbero i saggi umani d’altre terre, di tipo tolemaico.
La latitudine di Lot, secondo i nostri calcoli, è 45° Nord. Il suo cielo
sembra ruotare, vasto, intorno alla Stella di Themis, o Stella Polare, timone
della navigazione eterna che questo mondo e tutti gli altri fanno nel mare del
Tempo.
Il
freddo linguaggio del sapere si coniuga, nel manto del cielo, agli aliti della
leggenda.