RACCONTO DEL MESE
Processo al Depositario Jigoro

Era il III° giorno del XII° mese dell’anno VIII° e ventuno giri e mezzo di clessidra erano passati dal nuovo giorno, quando il Tribunale di Lot prese a ghermirsi di gente che desiava assistere al processo nei confronti del Depositario dei Segreti della Storia, lord Jigoro.

Il Tribunale era stato da poco ricostruito, quella fu la prima udienza dopo i lavori tenuti dal Corpo Veritas…
L’aria profumava di nuovo, ogni panca, ogni singolo oggetto era immacolato; persino il martelletto posto sul banco del Giudice Supremo.

All’entrata dell’aula v’erano due persecutori nominati dalla Corte di Giustizia temporaneamente, l’umana ShadeNinja e l’umano GiovixLeonhart (che in seguito furono affiancati dall’umano ALCADEIAS).
I Persecutori ebbero il compito di far posare l’armi all’ingresso e di controllare chi giungeva per prender parte al processo.

Vari Detentori dell’Arcana Saggezza erano presenti quella sera in supporto del confratello Jigoro…
Un’intera panca fu occupata dall’allora Precettrice (oggi Consigliere) Sianna, dai Custodi Akka e Clive, dall’Adepta Serenieth e dal Major Markot, in seguito raggiunti dall’allora Conservatore Antanebu (oggi Precettore) e dalla Custode Thea.

In rappresentanza della Corte del Nibbio v’era l’Artiglio Mistrhal, poi raggiunta anche dalla Misericordia Pedro a fin processo.

L’imputato fu scortato da due Dragoni: il Veterano Jarash e lo Scudiero Rafiki.

Presenti quella sera anche degli esponenti del Sacro Ordine del Leone: il Miles Templi Incursor Boldar, il Sergente Sancta ed il Balivo Miles Templi Sveltolampo.

L’accusa rivolta al Depositario Jigoro fu quella di “Oltraggio ai Nobili” perché durante un’esplorazione nelle desolate lande del Sud, dopo la cattura di un archetto delle forze di Honorius, egli ebbe un acceso scambio di battute con alcuni rappresentanti della Corte del Nibbio.

Quando il Supremo Seana entrò in aula subito scese il silenzio e s’aprì l’udienza contro il Depositario Jigoro Kano Lain da Ferol che in un primo momento decise di difendersi da solo.

L’accusa non era presente ed il Supremo invitò l’imputato ad esporre la sua versione dei fatti.

Pignolo come sempre, sir Jigoro chiese che gli fossero letti i capi d’imputazione, così il Supremo dichiarò d’esser a conoscenza delle pesanti offese rivolte alla persona del Conte Petrus, da parte dell’imputato, in presenza di alcuni esponenti della Corte del Nibbio e gli chiese direttamente come si dichiarava innanzi i fatti… “Colpevole o Innocente?”

Alzando la man dritta istintivamente, sir Jigoro disse d’esser colpevole ma spiegò d’aver delle attenuanti, si offrì di narrare i fatti della sera in questione, ciò che avvenne dopo l’estenuante battaglia, e chiese se fosse possibile continuare nonostante l’assenza dell’Inquisitore…

Il Supremo assicurò che prima della requisitoria l’Inquisitore sarebbe arrivato ed assegnò la difesa al Depositario Jigoro.
Il Primo AzzeccaGarbugli Itis fu insignito dell’onere/onore di reggere la difesa.

Fu allora che il Depositario espose la sua versione dei fatti.
La sera della campagna a Sud di Lot, il gruppo in spedizione catturò un archetto che parlava di un porto a Sud in mano alle forze di Honorius.
Jigoro spiegò che secondo il suo parere non potevano esister porti a sud, lui ch’era stato cartografo e fine conoscitore della geografia e della storia lottiana, riteneva il dire dell’orco assurdo.
Aggiunse che una lady del Nibbio di cui non ricordava il nome gli diede dell’ignorante, al Depositario dei Segreti della Storia dei Detentori, non ad un qualsiasi adepto…
Jigoro allora ammise che in quel frangente “sbottò” per difendere il suo sapere e quello della Gida di cui fa parte.
Ammise che neppure ricordava ciò che disse, in preda all’impulsività del momento,”comequando si sbotta in taverna” aggiunse prima di chiedere che le frasi da lui pronunziate fossero riportate in quella sede.

Il Supremo Seana chiamò l’Artiglio del Nibbio Mistrhal per interrogarla a sua volta, era lei la lady che diede dell’ignorante all’imputato.

L’Artiglio giurò di dire la verità e prese ad esporre la sua versione dei fatti.

In quel frangente fece il suo ingresso in aula il Conte Petrus, ma il processo seguitò dopo che tutti porsero saluto all’esimio.

L’Artiglio Mistrhal cominciò con l’affermare la prima parte del dire dell’imputato, indi della cattura dell’orco e delle rivelazioni di quest’ultimo sul porto.
Spiegò poi che sir Jigoro desiava uccidere l’Orco, infervorato dalle di lui parole, ma alcuni rappresentanti della Corte delle Rosae Spinae e dei Cavalieri Erranti gli fecero notare che già un altro prigioniero parlò del porto a seguito di un interrogatorio tenuto proprio dal Conte Petrus.
Fu allora che l’Artiglio diede dell’ignorante al Depositario Jigoro e gli disse di tenersi informato su ciò che accadeva.
Aggiunse che fu allora che Jigoro prese ad ingiuriare il Conte asserendo che inventava la storia.

Il Primo Azzeccagarbugli Itis, difensore di sir Jigoro, provò ad obiettare perché l’artiglio forniva pareri personali.

Ma prima che il Supremo accettasse o meno l’obiezione, l’Artiglio proseguì col dire che la discussione s’accese anche grazie al Primo Guardiano dei Detentori e che il Depositario prese ad appellare l’Esimio “Conte della cippa” accusandolo d’essere un ignorante in merito alla storia ed agli usi del GranDucato e che si dissociava dalle buffonate da incompetente del Conte…
Lady Mistrhal chiuse il suo dire affermando che le offese di sir Jigoro furono poi rivolte alla Corte tutta che da lui fu definita “un insieme di lecca…” ed indicò il suo fondoschiena.

Il Supremo s’inorridì e chiese conferma all’Artiglio della sua versione dei fatti.
Ella confermò e la parola passò alla Difesa che prese ad interrogare l’Artiglio.

Il Depositario, impulsivo come sempre, si alzò e disse di opporsi al dire della damigella del Nibbio che aveva dato libera interpretazione delle sue parole in “sindarin din din impignolato”.
Il Primo Itis lo chetò (anche perché il Supremo fu furente a causa del suo gesto) e chiese all’Artiglio se avesse dei Testimoni.

L’Artiglio affermò nuovamente che quella sera erano con lei sia degli esponenti della Corte delle Rosae Spinae,la Precettrice Tihara fra questi, che degli esponenti dei Cavalieri Erranti, Myrin fu uno dei nomi pronunziati, ed infine l’Artiglio Helmud ed un mannaro nomato Sin2.

La Difesa chiese pure il ruolo dell’Artiglio Mistrhal all’epoca dei fatti ed Ella rispose che era un Cadetto, ma solo a causa di una punizione perché prima rivestiva una carica maggiore.

L’aula continava a riempirsi pian piano…
Giunsero il Supremo Agmen dei Paladini Joannes e il Comandante dei Cavalieri delle Rosae Spinae Graydrake.

Il Supremo Seana riprese la parola ed interrogò l’imputato Jigoro, fu diretta nel suo chiedere:

“E` vero o non è vero che nella citata sera in cui successe il fatto de qui voi accusaste il Conte PETRUS di essere un ignorante in fatto di storia e usi del Ducato?”

Il Depositario così rispose:

“Illustrissimo Conte,Supremo Custode, madamigella Mistrhal, chi mi conosce bene sa che non sono avezzo a mezzi termini.
E vero: mi sono alterato ed ho offeso la Corte del Nibbio e l`illustrissimo Conte Petrus, anche se istigato dalla madamigella che mi ha dato dell`ignorante.
Io ho solo agito di impulso perché si e` messo in dubbio i miei studi e tutto il mio abnegamento per questa cittadella che amo.
Chi conosce Jigoro sa che ha sempre combattuto contro il governo Astarte, il burattino del conte Thorm auspicando il ritorno di Petrus e Erik come la storia descrive.
<Quattro cavalieri che videro un altopiano su cui fondare quattro mura>
è vero quel che dite supremo, lo ammetto solo perché sono stati insultati i Detentori tutti e la mia figura di studioso. Si!”

Il Supremo chiese anche se fosse vero il dissociarsi da parte di sir Jigoro al fare del Conte e questi annuì.

L’interrogatorio continuò con una doverosa domanda: il Supremo chiese spiegazione del dire del Depositario, in particolare il significato de “Conte della cippa”.

Il Depositario Jigoro prese allora a dare la sua versione della traduzione dal sindarin din din affermando che intendeva che il Conte spacca i ceppi di abete con l’ascia e il Supremo gli chiese di contestualizzare la sua spiegazione all’interno della discussione con la Corte del Nibbio.

La difesa, nella persona del Primo Azzacagarbugli Itis, affermò che la figura del Conte boscaiolo è un’immagine rassicurante perché rappresenta un nobile vicino ai desideri della gente comune e che non esita a dimostrar loro che si interessa dei loro bisogni ed è attento alle loro fatiche.

Indubbio lo stile arguto della difesa che scatenò un’espressione divertita da parte del Conte.

Il Supremo abbandonò così l’idea di far contestualizzare il tutto e chiese al Depositario come potesse affermare di conoscere tutte le Terre del circondario lottiano ed Egli annuì fiero di ciò che affermava.

Intanto giunse in aula il Cancelliere NeverDevil che poi si curò di trascrivere tutto agli atti.

Il Supremo provò a far ammettere al Depositario che potevano esistere terre a lui non note, ma “impignolato” (usando lo stesso definirsi di sir Jigoro) Egli non accettò la cosa.

Il Depositario però ribadì le sue scuse e la sua fedeltà al Conte e che fossero riconosciuti sei anni di storia scritta dai Detentori, una delle più vecchie gilde di Lot, l`unica che e` rimasta a Lot senza varcare il portale per l`esodo e si rimise al volere del Conte.
Il Supremo Seana allora s’alzò e, dopo che tutta l’aula seguì il suo fare, emise la sentenza:

“Anno VIII - Mese 12° - Giorno 2°
Nell`aula Rossa del Tribunale del Graducato, Io Seana dei Silmars, Supremo Custode degli Editti , in Nome dei Nobili e della loro Giustizia, Sentenzio quanto segue:

Sentite le dichiarazioni dell`imputato, reo confesso del reato ascrittogli di OLTRAGGIO AI NOBILI, sentita la testimonianza a suo carico, considerate le attenuanti generiche e le aggravanti che tra di loro si equilibrano,
CONDANNO Lord Jigoro a giorni quindici di prigione, già scontati in maniera preventiva, al risarcimento del danno nei confronti della parte offesa, Conte Petrus per la somma di monete d`oro 10 000 e indico le seguenti pene accessorie:
Primo: Il Depositario Jigoro, viene sospeso dal suo incarico per giorni venti a decorrere da oggi, durante i quali dovrà, accompagnato da una scorta che i nobili gli forniranno, raggiungere le zone a Sud del Granducato, purtroppo ancora popolati da orchi malvagi, .ed accertare se quanto da essi riportato corrisponde a vero, cioè che in quella zona il terreno si affaccia sul mare.
Se Lord Jigoro sopravviverà con la sua scorta e accerterà di aver avuto torto, rientrerà nel Granducato dove avrà l`onore di disegnare la mappa delle zone inesplorate,rientrando nel proprio ruolo.
Così è deciso, la seduta è tolta!”

La Giustizia ebbe così il suo corso e lord Jigoro fu spogliato della veste di Detentore e partì in missione per esplorare i territori del Sud.

I Detentori si ritennero soddisfatti della sentenza ed affermarono che seppur senza tunica Jigoro è un Detentore nell’animo.

Il Conte si volse nei confronti di lord Jigoro con fare clemente, a dimostrazione della sua clemenza.

Solo gli Artigli del Nibbio furono scontenti, infatti lady Mistrhal esclamò parlando con sir Helmud

“Io speravo nella pena di morte”

Ma fortunatamente la discussione si concluse e Giustizia in qualche modo è stata resa.

Krys - Conservatore della Storia Secolare