Questa bella storia, signori, è vera,
narra di una creatura deliziosa,
purpureo specchio della primavera
Fata Rossa, invero, più che graziosa
giunse con cuore innocente e sì puro,
fresca, splendente, dolce e maliziosa.
Non potendo intuire il suo futuro
ella sigillò nel suo etereo cuore
amor sincero, ahimè, non duraturo
che intrecciò nella sua vita il dolore,
ferità sì profonda e sanguinante
da tesser le tenebre sul candore.
Ma l`animo suo forte e conciliante
trasformò l`ombra in un caldo sospiro,
svelò ai suoi occhi un destino importante,
come un fiore sbocciò nel suo respiro,
così Sapienza salvò la sua vita,
"Son io ora che l`intelletto v`ispiro"
sussurrò alla sua coscienza appassita,
"La Storia, la Conoscenza, è la via"
cullando il dolore e la sua ferita.
Fu come un canto, un`epica poesia,
il Sommo Althair l`accolse fra i sapienti
ove s`impegnò con gioia e fantasia.
E la Fortuna con occhi indulgenti
soffiò con dolcezza sul suo sorriso
e come strali di stelle lucenti
regalò nuovo splendore al suo viso
donandole una famiglia affettuosa,
il cui nome nel suo cuore è ormai inciso.
In saggezza crebbe bella e radiosa,
i moti del cuore si placarono
e anche quando la sorte capricciosa
le tolse coloro che l`amavano,
ella proseguì, forte e invincibile,
fra coloro che la rispettavano,
e il suo spirito incorruttibile
accrebbe stima e considerazione
con la sua perizia indiscutibile.
Mai mutò la sua strada o direzione,
sempre fu fedele al suo vero amore
a cui si dedicò con dedizione,
finchè alfine giunse a lei il vero onore
ricompensa per lavoro e passione,
con la Veste di Sommo Detentore.
Questa non portò alcuna divisione,
le diede candide ali per volare
tra lei e Althair sancì una giusta unione,
dandole la tenacia per sperare
nella Storia, oggettiva Saggezza,
ch`ella Sovrana possa alfin regnare.