Il Verme di Kmuth

cap.7

Anno V / Mese 4 / Giorno 19

 

 

La missione.

 

Poco tempo dopo l’affissione della lettera aperta di Lady Morgan, lessi un annuncio del Priore Sacri Codicis del Sacro Ordine del Leone, Signore dell'Ordine della Caccia dei Vampiri di Lot, Aetas del clan von macht "Vedove Nere", membro del Concilio dei venerabili del Synodus Sanguinis: Sir Magicart.

Annunciava per l'indomani, con partenza da Corte, una missione alla ricerca di un qualcosa che avrebbe dato nuovo aiuto alla razza vampira, all’interno di una misteriosa cripta.

Alla ventiduesima ora i reparti della fenice, della caccia ed altri fratelli e sorelle del Synodus, affiancati dal Dominus Elizabeth, partirono dopo che alcuni Alchimisti avevano consegnato nelle mani dei Vampiri il rapporto di nuovi tentativi d’analisi, ma vani di gloria.

 

Sono riuscito ad ottenere uno stralcio della missione che vi riporto come ho io stesso avuto:

 

<< Arrivammo in un sottobosco molto fitto e subito fummo attaccati da dieci Goblin, ma riuscimmo a cavarcela egregiamente; poi proseguimmo, costeggiando un torrente dove a pochi passi sorgeva una capanna di legno. Ne uscì un Mago dall'aspetto molto stanco, che consegnò ai Vampiri un tomo, dicendo loro:  “Svegliatevi addormentandovi e chi leggerà saprà il segreto".

Proseguimmo la strada con in mente quella frase caratterizzata da quelle parole, che  suggerivano di  entrare in uno stato di torpore.

Mentre camminavamo ci trovammo di fronte ad un fiume di sangue sovrastato da un ponte di corde poco rassicurante, ma che era l'unico passaggio esistente. Sopra di noi due bagliori seguivano i nostri passi verso la cripta.

Ivi giunti ci perdemmo nello splendore di quel lugubre luogo, ma subito ci fu palese che non vi erano serrature o maniglie che permettessero l'accesso e dovemmo optare per un'altra soluzione.

Ci facemmo carico di prendere una pagliuzza ed il Fato volle che fosse il Priore Magicart ad entrare in torpore, per poter far passare la sua forma onirica all'interno della Cripta.

La poca forza rimasta dei Vampiri non permise di prosciugare il corpo di Magicart e toccò all'Arcimaga Nera Isheen ad occuparsi di far entrare in torpore magico il Priore con l’incantesimo ** STASI TEMPORALE **.

Egli entrò così all'interno della cripta, imbattendosi però in tre fantasmi che all'esterno combattevano in forma carnosa contro i Vampiri.

Bloccate le forze nemiche, il Priore riuscì ad aprire dall'interno la cripta, facendo così consentire l'accesso a chi era rimasto fuori e potendo così, tutti insieme, entrare in possesso del tanto desiderato Tomo.

I Vampiri stremati caddero in terra, rimanendo immobili per un po’ di tempo, mentre l'Arcimaga riportava nella realtà il Priore Magicart, svegliandolo dal torpore.

Abbiamo ripreso la strada del ritorno con in mano il Tomo, che speriamo contenere rivelazioni importanti >>.

 

Ma cosa mai poteva contenere quel libro? Ebbi un gran da fare per saperlo, ma giunsi finalmente a conoscenza dello scritto.

 

Il Primo Necromante Bluwitch, con il Maestro Senara, s'incontrarono presso la sala della Morte, sita nel cuore del tempio oscuro, nel quartiere dei Necromanti.

Tracciarono un cerchio difensivo intorno a sé stessi e cominciarono lo studio e l'analisi dell'antico libro di Kmuth.

La grafia era antica e molto complessa. Si narrava delle ultime vicende che portarono all'estinzione, in modo spaventoso, della popolazione di Kmuth, per opera della Rossa Signora.

In ogni pagina il terrore faceva da titolo ed in un capitolo, perso fra alcuni disegni, il Gran Sacerdote dell'ordine della Nera Madre di Kmuth ipotizzava un rituale per sottomettere la Rossa Signora.

Erano necessari due campi di Forza Oscura, catalizzati in due differenti pentacoli, inscritti in due rispettivi cerchi. I due pentacoli erano disposti uno all'interno dell'altro ed il pentacolo esterno prevedeva il richiamo del campo di forza ad opera delle primogenie vampiriche di Kmuth; il secondo pentacolo, tracciato all'interno del primo e il cui campo di forza veniva attratto ad opera dei sacerdoti della Morte di Kmuth, racchiudeva un piccolo altare su cui era posto uno scrigno d’onice nera.

Le istruzioni del rituale, mai messo in opera data la mancanza di un seguito, recavano anche come chiave un sigillo di sangue, che doveva essere apposto sullo scrigno stesso, dopo che al suo interno vi fosse stata imprigionata la Rossa Signora; il sigillo era raffigurato da due antiche rune.

Dai due Necromanti furono compiuti enormi sforzi, quella notte, per giungere alla decifrazione delle due rune, ma solo l'evocazione di potenti spiriti dell'Ade e con il loro aiuto, estorto con l'inganno, riuscirono a dare il nome alle stesse, traducendone l'antico significato: Agtaphir e Dreodctus.

 

Tutto quel che fu scoperto fu messo in mano ai clan vampirici che tentarono l'esperimento, ma con il solo risultato, forse per inesperienza o forse per mancanza della necessaria forza, della morte di alcuni di loro.

 

 

 Padre Brown, Conservatore della Storia Secolare