LE GESTA DI LOT

Storia dei Detentori dell'Arcana Saggezza - Capitolo Terzo

«La terra lo accolse e gli diede rifugio
del Saggio era casa e non un pertugio,
ma poi come venne e andò via quella luce
del vecchio scomparve persino la voce».

Trascorsero altre giornate di guerra in superficie e giornate di studi e riflessioni nella Biblioteca sotterranea del Saggio Foggy. Infine le forze del nemico si esaurirono e si giunse ad una sospensione dei combattimenti. I Nobili si misero subito all’opera con le poche decine di sopravvissuti ed in breve la città riprese a vivere, anche se in spazi più ristretti. Le forze assedianti erano sfinite e logorate e non poterono impedire l’arrivo a Lot di nuovi Cittadini disposti a mettersi al servizio del Bene.

L’anziano Saggio, sia per rimediare il cibo per poter sopravvivere e sia per prendere una boccata d’aria fresca, ogni tanto usciva dal rifugio sotterraneo e si recava in città, lasciando Darko all’inutile guardia di un luogo sconosciuto a tutti.
In pochi furono coloro che, fortunati, riuscirono per lo meno ad intravederlo, mentre con passo silenzioso e riflessivo camminava rasente gli edifici e sotto i colonnati delle piazze, ma quasi nessuno riuscì a riconoscerlo.
Prima di rientrare nella sua preziosa tana si fermava qualche istante, per apporre alcune pergamene come risposta alle domande ed ai quesiti che i Cittadini, vedendolo canuto e sapiente, gli ponevano durante quelle ore di permanenza nella vita sociale di Lot.

Giunsero da terre lontane e sconosciute due studiosi di storia e di letteratura antica: Lord Anacreonte e Lord Tiresia. Ogni nuovo giunto si dedicava a fare ciò che più gli era consono ed i Nobili stessi invitavano chiunque a prestarsi, per ridare a Lot la luce della quale era sempre stata fonte. I due studiosi prima cercarono dentro le mura qualcosa che li riportasse al passato, poi una notte, in sogno, una voce raggiunse la mente di Anacreonte, indicandogli la strada che portava alle rovine del castello di Foggy.

L’alba del nuovo giorno segnò per il Granducato un passo da ricordare per sempre. Lord Tiresia ascoltò il racconto del sogno, poi insieme s’incamminarono fuori le mura che stavano per essere ricostruite. Lord Anacreonte osservava i lavori di ristrutturazione e la riedificazione della città. Quante cose andate perdute, quanti ricordi di quel che fu la Vecchia Lot e che mai nessuno avrebbe più potuto riportare in vita, se non viaggiando nei ricordi dei sopravvissuti e negli scritti salvati dalle fiamme.

Raggiunsero il luogo ed un ampio spiazzo pieno di legna annerita dal fuoco, ciò che era rimasto del grande bosco, si aprì loro davanti.
Anacreonte si fece aiutare da alcuni servitori che aveva portato con sé, consapevole che sarebbe stato necessario spostare grosse pietre e cumuli di macerie.
Nel pomeriggio i due studiosi riuscirono ad individuare la botola.
Foggy, nel frattempo, pur cosciente che qualcuno lo stava cercando, non fece nulla per impedirlo, consapevole che la storia si stava scrivendo da sola.

La botola fu spalancata e la luce invase i primi metri del lungo cunicolo. Lord Anacreonte congedò i servitori, pagandoli adeguatamente e s’immerse, insieme a Lord Tiresia, nelle viscere del sottosuolo. L’odore di terra bagnata, di funghi e di marcescenza invase le loro narici, ma presto si trasformò in odore di cera donata dalle candele, accese lungo l’ultima parte del cunicolo. Giunsero al termine del percorso e si trovarono davanti ad un ampio salone, con pareti ricolme di libri. Loro, amanti della lettura e della ricerca, restarono imbalsamati dallo stupore. Fecero qualche passo in mezzo a tutta quella Storia, a quelle leggende mai lette da nessuno ed incontrarono il Saggio Foggy, che stava seduto immobile ad attenderli.

Lord Anacreonte s’inchinò a lui e Lord Tiresia abbassò la testa in segno di rispetto. Poi salutarono il vecchio, abbracciandolo, e si sedettero intorno ad un grande alare. Foggy fece comprendere loro che già sapeva chi erano e che cosa cercassero: la grande Verità e l’immensa Sapienza.
Indicò loro tutti i suoi libri, uno per uno e ne riassunse gli indici.
Al termine consegnò ad Anacreonte la tavola dove aveva riportato i simboli che la Luce, in quella famosa sera del temporale, aveva lasciato incisi sul portone dell’ormai distrutto castello; disse loro che quelli erano i segni che avrebbero fatto riconoscere ad ogni Viandante e Cittadino di Lot coloro che appartenevano alla Gilda che in quel momento, grazie a Lord Anacreonte e a Lord Tiresia stava nascendo: la Gilda dell’Arcana Saggezza.
Poi si congedò loro, non con un addio, né con un arrivederci, li salutò così: «Veritas et Sapientia».
Uscì, infine, dal salone seguito dal fedele Darko.
Per dove? Nessuno lo ha mai saputo, fatto è che ancora oggi i Saggi credono che Foggy sia in qualche posto ad osservarli ed a guidare le loro menti.

PadreBrown - Curatore della Storia