Il Conte Thorm – Prima parte
Reginal Percivald Augustus Thorm nasce a Quinalth
da una famiglia di commercianti.
Suo padre era uno degli elementi di spicco della Corporazione dei Commercianti
della città, non c’era cassa di grano o di frumento destinato alla
vendita in tutta la città che non veniva registrata dai suoi contabili.
Terzo di quattro figli, tre maschi e la più piccola una femmina, Thorm
si distingue subito dai suoi fratelli; appena raggiunta l’età per
andare a scuola non si sente portato per gli studi di economia come i suoi fratelli
e sempre più spesso si trova a sognare con Petrus, suo amico d’infanzia
e compagno di giochi, di salvare il mondo in sella al suo cavallo e brandendo
la spada da vero cavaliere.
Quando Petrus decide di seguire la via militare, Thorm prende coraggio e comunica
ai suoi genitori che non avrebbe mai seguito i corsi della Corporazione dei
Commercianti ma avrebbe chiesto, insieme all’amico, di accedere all’ordine
templare della città con l’intento di diventare un bravo soldato.
Il padre in principio non fu d’accordo, nell’attività di
famiglia c’era posto per molte persone e, visto che aveva già avuto
la sfortuna di una figlia femmina poco portata per i calcoli, e che di certo
avrebbe lasciato la famiglia per andare in quella del futuro marito, non voleva
assolutamente che questo figlio maschio ragionasse come un eroe dei libri che
tanto piacevano alla moglie. Ma nessuna parola detta, o gesto fatto, impaurì
il piccolo Thorm; i suoi discorsi sull’Ideale Ultimo, sul bene che sconfigge
il male, erano così profondi per un ragazzo sì giovane che alla
fine i suoi parenti si convinsero e lo lasciarono andare.
I due ragazzi durante la dura vita monastica studiavano, imparavano a combattere
e, la loro amicizia e solidarietà, farcite dell’innata destrezza,
fecero sì che spiccassero su tutti gli altri studenti della loro età.
Un giovane poco più grande, figlio di un alto militare dell’esercito
di Quinalth, notò i due amici e con fare cameratesco li prese sotto la
sua ala protettrice.
Quel giovane finì gli studi e, arruolatosi immediatamente nella milizia,
attese i due anni che lo separavano da quei due amici per convincerli ad arruolarsi
appena finiti gli studi nell’Ordine.
In quei due anni il giovane guidò già il suo gruppo di soldati
e arrivò a godere della totale fiducia del Re.
Arrivò a comandare un Reggimento ed in seguito, con a fianco Thorm e
Petrus, questo reggimento si distinse su tutti gli altri, non solo per l’abilità
militare ma soprattutto per l’umanità con cui al suo interno si
trattavano i loro commilitoni e i prigionieri di guerra.
Dopo sette anni nasce Lynnessa, la figlia del Reggente di Quinalth e il capitano
fu chiamato a Corte come guardia-tutore della Principessina.
Legato com'era con quei due valenti soldati, fidandosi ciecamente di loro, li
pregò di lasciare l’esercito per far parte anche loro della scorta
di Lynnessa.
Thorm divenne quindi Capitano delle Guardie Reali e Petrus Capitano dell’Esercito
personale del Re. Passano diciannove anni in serenità fino a che Hotalth,
il mago rosso, non fu preso da un delirio di onnipotenza: suo figlio, l’oscuro
Honorius, doveva sposare la Principessa per diventare il futuro sovrano della
città più fiorente di Extremelot.
L’unico modo per costringere la ragazza, promessa sposa di Theon, Principe
di Telthartown, era rapirla.
Il giorno del rapimento Lynnessa era scortata, oltre che dalla sua guardia del
corpo, anche dai due capitani.
La lotta tra la Guardia e Hotalth fu grande e spaventosa, Thorm e Petrus cercarono
di aiutare, a costo della vita, il loro amico e la Principessa, ma ogni sforzo
fu vano.
I ricordi di quel giorno sono pochi e confusi, la magia dei due stregoni limitò
di molto l’abilità militare di chi era a scorta di Lynnessa oscurando
le loro menti.
Ma la Guardia riuscì a colpire Hotalth, un colpo che poi lo porterà
alla morte.
Il mago rosso ebbe il tempo in ogni modo di lanciare una maledizione contro
chi lo aveva ferito.
Quando Thorm si accorse che il mago anziano stava concentrandosi per castare
un incantesimo prese l’arco, incoccando una freccia, e mirò per
scagliargliela contro.
Ma Honorius, mago nero, si accorse dei movimenti del capitano e per salvare
il padre, castò a sua volta distruggendogli l’arco, la faretra
e le frecce tutte. La magia stordì sia Thorm sia Petrus che gli era vicino.
Nel mentre in cui il lampo rompeva l’arma in mano a Thorm, Hotalth lanciava
l’incantesimo che privò per sempre la Guardia di Lynnessa del nome.
Ma Lynnessa era salva e, tornata al castello, da lì a pochi giorni partì
per andare in moglie al Principe di Telthartown.
La corte intera la seguì. La Guardia senza nome e i due capitani decisero
di non parlare più di quel giorno, ma i loro cuori rimasero inquieti.
Era successo qualcosa che aveva cambiato completamente le esistenze di quei
giovani.
A Thorm quell’arco, dono della sorella Alleire che gli era stato regalato
alla fine della scuola militare, lo legava ormai alla sua vita passata, un periodo
si era chiuso e ora quel capitano sentiva che c’era di più. Servire
il Re, giurare fedeltà ad un amico erano valori alti e nobili, ma l’ideale
del bene era oltre a tutto questo; era la tensione dell’uomo, il ponte
verso l’infinito.
Per questo motivo da quel giorno Thorm non volle più archi.
Trasferiti a Telthartown i tre conobbero un Conte locale, Erik, e insieme con
lui crearono un piccolo esercito, inizialmente votato alla salvaguardia della
coppia reale dai costanti attacchi di Honorius.
Ma le idee della Guardia senza nome erano sì alte e affascinanti che
Theon, divenuto sovrano, gli donò un appezzamento di terra sotto i Monti
delle Nebbie e lo nominò GranDuca di quel luogo.
Myriam
Sommo Detentore dell'Arcana Saggezza