EDITORIALE
La Via che Sale e la Via che Scende

Tra l'erta strada che infiamma il respiro e fa dei polpacci legno e dei polmoni sabbia, e la ripida discesa che ingannevole induce a un abbrivio rovinoso, c'è una fatale opposizione e, nello stesso tempo, un'inconfutabile uguaglianza.
Quanto si agogna la meta sull'una, quanto pesa ogni passo, quante volte si prova la tentazione di abbandonarci a una sosta misericordiosa?.
E d'altro canto quanto è difficile, nella corsa spinta dell’altra, notare la malevola sporgenza del sasso, l'infida concavità di un fosso, il calcolo incerto d'un salto?.

Eppure non sono nemmeno due facce di una medesima medaglia, ma la semplice unicità dell'esistenza, resa duplice dal nostro debole e malsicuro intelletto.
Forse per questo non siamo in grado di indagare, dietro la maestosa coreografia dell'Apparenza, le leggi che ci governano.
Opportuno è in tal senso il ricordo di due eventi del secondo mese appena trascorso, che la Storia ci ha sottoposto a mo’ di esempi, e che le vicende della nostra Gilda ci hanno impedito di approfondire.

La festa dei Quattro volti della Dea, nell'Ottavo Giorno, e il Primo Anniversario del Duello che ci restituì il conte Thorm com’è ora, nel Giorno Undicesimo. L'Augusto non ha mutato aspetto, né son cangiati i suoi organi preposti alla vita, ma i suoi atti sono diversi, e spesso sfuggono alla nostra comprensione. La stessa Dea, nella Sua infinita misericordia, non ci mostra sempre e solo il volto benevolo di Madre. Perché è vero, Ella è Vita, la linfa stessa che scorre nelle vene del Granducato. Ma Ella è anche Giustizia, e la Sua superiore visione ci è ignota, come la lepre in fuga ignora l’alto e vasto sguardo del falco. Quel che la vittima crede via di fuga, per l’alato predatore è coronamento della caccia.

Indispensabile è allora la scoperta del Terzo Volto della Dea, quello a cui più, come Saggi, siamo devoti: la Conoscenza. Essa non deriva dai sensi perché ingannevoli, come può dimostrare chi abbia avuto in sorte il rovente morso del ghiaccio. La Vera Conoscenza risiede nell’intimo del nostro animo, dove troviamo una piccola parte dell’intera realtà che conosciamo.
Questo convincimento profondo ci permetterà di comprendere anche l’Ira, l’ultimo e meno gradevole volto della Dea. Ma è grazie all’Ira che una vera Madre allontana dai diletti figli le tristi figure dell’odio, dell’inganno, della corruzione.

La via che sale e la via che scende sono la stessa cosa, e solo la nostra limitatezza ci obbliga a definire con un nome ciò che non può essere definito.
Ma si ama un viso, una mente, un’anima. Mai un nome.

DONEZ - Consigliere dell'Arcana Saggezza