La
Nuova Lot - Venti di
Cambiamento |
Il ritorno a Lot del Conte Petrus e della
Somma Sacerdotessa Urania fu come una pioggia ristoratrice
dopo lunghi mesi di siccità.
In ogni via della Città, in ogni luogo pubblico,
il vocio e le risate della popolazione sovrastavano ogni
altro tipo di suono e rumore.
La guarigione del Conte Thorm e della Baronessa Astarte
rendeva tutto ancora più lieto.
I sudditi si sentivano sereni, ogni Gilda lavorava alacremente,
dando una sferzata d’energia alla vita economica dentro
le mura, quasi a voler dimenticare i lunghi mesi di malattia
e morte.
I Clan di razza cominciarono a crescere ed a proliferare,
nell’ambito di una società fortemente organizzata.
Sintomi di una nuova realtà economica
in pieno sviluppo furono le numerose migliorie apportate
al sistema bancario e la nascita di nuove Gilde commerciali,
che permettevano ai Cittadini di avere un’occupazione
e di imparare un mestiere.
Mai il Tempio di Themis era stato gremito
di persone come durante quei lunghi giorni di fine Estate.
Anche per chi non si professava credente, la visione della
Somma Sacerdotessa ed i suoi modi garbati, infondevano negli
animi un profondo senso di sicurezza.
Ma la speranza più grande che infiammava
i cuori tutti era che un giorno anche il giovane Granduca
Uther Pendragon potesse far ritorno a Lot insieme ai suoi
amati genitori.
Poi un freddo vento, gelido come solo la
tramontana sa esserlo, scosse i cuori tutti.
Un ragazzo di nome Noah giunse a Lot con un misterioso Tomo:
chi sarebbe stato capace di tradurlo avrebbe liberato gli
Spiriti dei Quattro Venti.
La Precettrice dell'Arcana Saggezza Verde fu incaricata
dell'infausto compito; per farlo ed aver la vita salva fu
costretta a trasferirsi presso il Palatium per oltre quaranta
giorni, vivendo costantemente scortata dai valorosi Paladini.
Noah liberò gli Spiriti dei Quattro Venti e poi consegnò
ai Detentori il Tomo che conteneva il modo per liberarli
e poi imprigionarli nuovamente.
Il Tomo restò nelle mani dei Saggi, che lo tradussero
sotto la continua minaccia di uno degli spiriti, Alathariel,
la più malvagia dei Quattro. Dopo la traduzione si
scoprì che per imprigionare di nuovo gli Spiriti
si dovevano recuperare le quattro frecce disperse durante
il Rito di Liberazione ed il Medaglione.
Si organizzarono le spedizioni e vennero recuperati tutti
gli elementi.
La vicenda si concluse dopo sette pleniluni, con l’imprigionamento
degli Spiriti in Ade e la morte di tutti i componenti della
spedizione.
Ma quello non fu il solo vento nefasto che
turbò la quiete della Cittadina.
Un soffio sottile cominciò ad insinuarsi tra gli
abiti e la pelle, scompigliando i capelli, tanto da diventare
un tarlo fisso nelle menti anche dei sudditi più
fedeli.
Il vento dell’Eresia.
Da quando era stata fondata, Lot non si era
mai posta problemi di tipo religioso.
Chi l'aveva edificata, lo aveva fatto soprattutto in nome
di Themis e più di una volta la Dea era intervenuta
per preservare la Città che tanto le somigliava come
impeto di Bene e Giustizia, spazzando ogni nemico.
Ma gli infedeli?
Fino a quel momento chiunque desiderava diventare Cittadino
del Granducato poteva farlo rispettando i termini dello
Statuto, ma tra le leggi c'era il rispetto per il culto
della Dea.
Tuttavia l'infedeltà non era mai stata presa molto
in considerazione, anche perché con quali criteri
chi non condivideva gli ideali di Lot poteva desiderare
di viverci, se non per distruggerla o rovesciare l’ordine
costituito?
I Cittadini sempre pronti a sguainare le spade contro un
mercenario nemico si trovarono incapaci di difendersi da
chi asseriva che quelle di Themis erano solo menzogne, mentre
la verità era nel verbo di Simeht, l’Antitesi.
Il malumore e la confusione iniziarono a
prendere il posto della serenità e, incredibilmente,
incertezze e caos cominciarono ad arrivare contemporaneamente
da Sud, da Telthartown, e da Ovest, da Quinalth.
La vita dell’Infante, in esilio cautelativo per la
sua incolumità, non era più al sicuro; la
città di Telthartown, allo sbaraglio per causa della
follia del Reggente Ahme, era sotto assedio e le truppe
che da Lot erano partite in missione di pace furono barbaramente
uccise.
Il persistente mal tempo impedì, all'inizio, di andare
persino a recuperare i corpi, ma lo sgomento del perché
il Reggente di Telthartown non accettasse i simboli della
pace di Lot era più forte del dolore.
Il giorno 20° del 7° mese del VI anno dalla Fondazione
il piccolo Granduca ritornò quindi al Palazzo Ducale.
La prima battaglia condotta dal III° Reggimento Blizzard,
con a capo il Conte Thorm, e l'aiuto di molte Gilde combattenti
permisero di conquistare senza troppa fatica e senza perdite
la città di Telthartown, ma l'esercito del Re Ahme,
che ormai aveva perso completamente il lume della ragione,
attendeva ancora di attaccare, cosa che avrebbe fatto da
lì a poco tempo.
Infatti numerose e sanguinose furono le battaglie contro
gli accampamenti ed i Reggimenti di Lot intorno a quella
che un tempo era stata una città alleata; orde di
Goblin insidiavano costantemente le difese, ma Telthartown
rimaneva presa ed in mani sicure.
Il 18° giorno del 8° mese del VI anno dalla Fondazione,
si scatenò l'offensiva finale del nemico.
Il Reggimento Mistral del Governatore Nicolao, coadiuvato
dai Cavalieri Erranti, ed il Reggimento Blizzard del Governatore
MacGyver, insieme ai Paladini, si contrapposero alla forza
militare di Telthartown, riuscendo dopo lotte estenuanti
ad avere la meglio.
La guerra era finita, la città liberata e l'antico
legame di fratellanza ristabilito.
Ma nulla era più come prima, alcune
certezze stavano crollando, troppe cose stavano cambiando
e Lot con loro.