LA VITA DI...
Lancillotto

Ai tempi dei tempi, in un paese chiamato Armarica, governava un re di nome Ban Benoic, amato e ben considerato da tutti i suoi sudditi; questi aveva un figlio di nome Galaad, ma più frequentemente detto Lancillotto.

Sul lieto regno gravava solo un’ombra, l’acerrimo nemico del sovrano, Claudas, che da tempo tramava per invadere il reame. Assediata nel castello, la famiglia reale fuggì, ma il re morì alla vista del suo castello in fiamme, la regina si rifugiò in convento e Lancillotto fu rapito dalla dama del lago, Viviana, che lo portò in fondo ad un lago, e lo crebbe insieme ai cugini Lionello e Bohor, istruendoli nell’arte della spada. Divenuti adulti partirono per unirsi a re Artù, celebre per le sue gesta in tutta la Bretagna, egli aveva infatti, da ragazzo, estratto una spada dalla roccia, dove si diceva che Dio stesso l’avesse conficcata. Una leggenda parlava infatti di quella spada, stabilendo che il suo possessore sarebbe divenuto re di tutto il paese.

Artù, infatti, fu incoronato re, benché alcuni baroni si opponessero a tale nomina, non essendo il giovane neppure nobile, e a nulla valse il discorso di Merlino ai ribelli, per dimostrare l’origine reale di Artù. Al banchetto che si tenne il giorno dopo lo scontro, per festeggiare l’eroica vittoria del re sui suoi baroni, Artù s’innamorò di Ginevra, che poco dopo lo sposò.

Il potente mago Merlino narrò al re la leggenda del Santo Graal, coppa in cui Giuseppe d’Arimatea aveva raccolto il sangue di Cristo, e che aveva il potere di donare l’immortalità e la felicità al suo possessore. Il re rimase affascinato dal racconto e decise di andarne alla ricerca; il mago gli suggerì per questo di istituire la Tavola Rotonda in memoria dell’ultima cena di Gesù coi discepoli, a cui avrebbero potuto seder solo i più prodi cavalieri, tra cui uno solo avrebbe intrapreso l’ardua missione. Sulla tavola rotonda erano impressi in oro i nomi dei cavalieri, e tra gli altri c’era un seggio detto pericoloso, dove poteva sedere il cavaliere più nobile, che andasse alla ricerca del Graal. Tutti i cavalieri fecero un giuramento, per cui si impegnarono a compiere la santa impresa e a difendere i più deboli. Lancillotto raggiunse il re durante una battuta di caccia e ne divenne presto cavaliere; a corte fu notato soprattutto dalla regina Ginevra che ne rimase affascinata. Fu subito mandato in aiuto della dama di Nahant, assediata e nella battaglia combatté fieramente, dimostrando il suo valore, all’altezza degli altri cavalieri della Tavola Rotonda.

Tutti i cavalieri in quegli anni compirono gesta memorabili, ma Lancillotto emerse tra questi per la sua audacia, e in un’avventura incontrò Saraide, che, in cambio della liberazione di un castello, gli avrebbe rivelato le sue origini. Il regno di Artù era intanto minacciato da Galeotto, per fermare l’invasione, il re chiamò a sé tutti i suoi cavalieri, Lancillotto spiccò per coraggio e forza nelle battaglie, tanto da incuriosire Ginevra e convincere Galeotto a unirsi ad Artù. Per ricompensarlo di ciò, Galeotto fece incontrare la regina e Lancillotto, i due si scambiarono un bacio, segno di eterno amore. Il cavaliere non poté sopportare a lungo l’idea di aver tradito il suo re, e poco dopo lasciò la corte. Lungo il suo cammino incontrò battaglie, gloria e prigione, per il suo senso di colpa vagò disperato per tutto il paese, mentre le imprese degli altri cavalieri, che si erano posti alla sua ricerca, si susseguivano.

Lancillotto si recò, in ultimo, alla corte del re Gorre, che aveva organizzato un torneo d’armi tra i cavalieri della Tavola Rotonda e i propri, a Lancillotto toccò quindi combattere contro i suoi compagni in incognito, li sconfisse, stupendo Artù, che volle conoscere il nome dell’eroe, Lancillotto, allora, si fece riconoscere. Intanto, in Galles, un ragazzo di campagna viveva con la madre, che lo istruiva e lo cresceva, insegnandogli l’arte della caccia; un giorno, mentre era nel bosco, vide gli altri cavalieri, e così decise di diventare egli stesso cavaliere della Tavola Rotonda.

Il suo primo incarico fu quello di ritrovare Lancillotto e di riportarlo a corte, vi riuscì, diventando amico del famoso cavaliere. Partì, poi, in compagnia del figlio di Lancillotto, Galaad, alla ricerca del Santo Graal, ma ritornò vestito di stracci a corte; riconosciuto dal re Artù e ripresosi, raccontò di avere visto la coppa su un tavolo d’oro, nel castello di Pelles, avvolta in una luce radiosa, a cui tutti si inchinarono, mentre Galaad attratto dalla luce ne fu assorbito; poi Perceval si risvegliò solo in una valle. Nel frattempo Lancillotto era tornato a corte per incontrare l’amata Ginevra, ma il perfido Mordret confidò al re il tradimento della moglie col cavaliere, il quale riuscì a sfuggire all’agguato, mentre la regina fu incarcerata e poi mandata al rogo. Tuttavia Lancillotto riuscì a liberarla e a portarla in salvo in una roccaforte. Artù fu costretto a dichiarargli guerra, lasciando il regno nelle mani di Mordret.

La battaglia durò oltre un mese e portò Lancillotto a restituire Ginevra a re Artù, che però non accettò il compromesso e continuò la guerra; nel frattempo, alla corte del re, il perfido Mordret sparse la voce della morte del sovrano, usurpandone il trono. Questa notizia portò alla pace tra Artù e Lancillotto, che partirono immediatamente per andare a combattere l’usurpatore.Nello scontro sia l’usurpatore che il re perirono mentre ser Lancillotto ormai senza patria e affetti inizio il suo errare sino a giungere a Lot….

Anno VIII - Mese 2° - Giorno 20°
LEGATUS GUARDIAN
Ambasciatore dei Guardiani.

L’Ambasciatore dei Guardiani (Legatus Guardian) ha il compito di rappresentare il corpo dei Guardiani curando i rapporti con le Gilde, i Mestieri ed i Clan, nel rispetto dell Statuto dei Detentori e delle decisioni del Consiglio Allargato di Gilda.
Egli svolge ogni pratica burocratica per i Guardiani, occupandosi anche di mansioni a carattere precettistico quali fornire le adeguate spiegazioni sul ruolo, sulle caratteritiche, sulle peculiarità e sui requisiti dei Guardiani ad ogni aspirante o semplice cittadino che ne faccia esplicita richiesta.