FRAMMENTO DI LOT
La Dinamica dell'Inflazione nell'Economia del Granducato

La prima domanda da porsi, prima di affrontare il tema sugli effetti dell’inflazione, é se questa effettivamente sia presente nell’Economia del Granducato, ed in che forma.

A prima vista il regime Economico del Granducato sembrerebbe assumere la connotazione di una libera economia di mercato. Un’Economia, quindi, dove la legge della domanda e dell’offerta, siano la causa principale dell’andamento dei prezzi.

Il fenomeno dell’inflazione, infatti, sembra a prima vista possibile sono in questo regime economico, sembrando una contraddizione in quelli pianificati dal centro.

In una economia pianificata dal centro, i prezzi non sono infatti influenzati dalla effettiva domanda ed offerta, ma dal rigido schema di un piano economico basato sulle priorità stabilite dal Governo Centrale.

In questi casi, pur aumentando la domanda di un bene o di un servizio, il suo prezzo rimane invariato, anche se l’offerta non dovesse essere bilanciata in proporzione alla richiesta di quel ben o servizio.

Lo stesso avviene nel caso contrario, quando l’offerta di un bene o servizio sia maggiore della domanda.

In questo caso l’inflazione appare a prima vista impossibile, in quanto i consumi sono programmati ed incanalati da scelte non libere, ma fatte dall’autorità centrale, sulla base di priorità programmate.

In conformità a queste regole una perdita del potere d’acquisto del denaro (l’inflazione appunto), non sarebbe possibile.

Una prima analisi dell’Economia del Granducato, assegnerebbe al suo regime economico la forma del Libero mercato.

I cittadini sono, infatti, liberi si scambiare beni e servizi offrendo o ricevendo denaro in cambio.

In un tale regime economico, quindi, l’inflazione sarebbe un fenomeno inevitabile, anche se contenuto e sotto controllo.

L’inflazione in una Società di libero scambio, deve perciò considerarsi endemica, dipendendo da una quantità di fattori, la cui gestione equilibrata sarebbe impossibile.

Pure nel Granducato i prezzi della maggior parte dei beni e dei servizi appaiono stabili, con l’eccezione di alcuni.

Osservando le quotazioni delle merci e dei servizi più indicativi, si può subito rilevare come i prezzi di vendita e d’acquisto siano sostanzialmente gli stessi, pur avendo un andamento ciclico nel corso delle varie ore della giornata.

Ciò significa che il potere d’acquisto del danaro non subisce variazioni rilevanti nel lungo periodo, ma solo limitamene ad alcune ore, in corrispondenza della quotazione massima dei beni.

Un altro indice da tenere sotto controllo per verificare la spinta inflazionistica é sicuramente il livello delle retribuzioni, sia per i lavori giornalieri, sia per quelli stabili.

Si sarebbe portati a pensare che in una società ove vige un regime economico di libero scambio, il livello delle retribuzioni debba necessariamente subire una crescita costante.

Osservando tale livello si può invece rilevare come ciò non accada nel Granducato.

Quali conclusioni trarne? La prima risposta che sorge spontanea è che non esistendo una vera inflazione si sia al cospetto di un’economia pianificata dal centro.

Quest’ipotesi spiegherebbe l’inesistenza dell’inflazione. Pure tale risposta non può soddisfarci perché limitativa e non esaustiva.

Uno dei motivi dell’inflazione è la quantità del danaro in circolazione e la sua velocità di scambio.

Maggiore è la quantità di danaro, maggiori sono i rischi d’inflazione. Lo stesso dicasi della velocità di circolazione, poiché questa aumenta in proporzione la quantità di danaro.

Poiché ci troviamo al cospetto di un regime economico di libero scambio, si potrebbe dunque pensare come la dinamica dell’inflazione venga frenata da un controllo accurato della quantità del danaro in circolazione e della sua velocità. Ciò significa una riduzione dei consumi attuata tramite una politica salariale a livello costante.

Ma ciò non sarebbe sufficiente a limitare la spinta dei prezzi verso l’alto. L’autorità centrale del Granducato deve necessariamente utilizzare un altro strumento: quello del calmiere sui prezzi dei beni più richiesti.

Ciò spiega l’aumento ciclico d’alcuni beni e servizi nel corso delle varie ore della giornata.

I prezzi salgono in dipendenza della domanda, ma solo fino ad una soglia consentita.

Che questo tipo di controllo esercitato dall’Autorità Centrale faccia scomparire l’inflazione, non è del tutto vero.

Un cittadino che, spinto dalla necessità si vede costretto ad acquistare o vendere un bene nell’ora in cui il suo prezzo d’acquisito è al massimo, o quello di vendita al minimo, subisce sicuramente una decurtazione al potere d’acquisto del suo danaro.

Tale tipo d’inflazione, che potremmo definire “individuale”, non influisce però in modo significativo sull’economia generale, trattandosi di fenomeno soggettivo e limitato nel tempo.

Qualcuno potrebbe obbiettare che questo tipo di regime economico sia nella realtà pianificato dal centro.

Ciò non é esatto. Un tale tipo di regime economico non lascerebbe al cittadino la possibilità di commerciare privatamente traendone un profitto.

Possiamo tranquillante dire che si tratta di un regime economico di libero scambio cui vengono applicati dei correttivi tramite l’intervento dell’Autorità Centrale.