RACCONTO DEL MESE
La Miniera d'Oro

Giorni addietro il Mercante lorcann m’informò di un fatto.

Lui ed altri Mercanti avevano incontrato due umani: certi sir Jack Xarlan e Squonk.

Il primo con modi signorili e compiti, il secondo un bestione bofonchiante e irascibile.

Per farla breve e per non tediarvi più di tanto, questi personaggi vendettero una miniera d’oro ai Mercanti;10.000 monete d’oro d’acconto ed il resto alla consegna.

Non conosco bene i retroscena del primo incontro con codesti figuri, però il caro lorcann mi chiese se potevo accompagnarlo per un’eventuale mappatura della zona e della miniera posta, a dir dei venditori, a circa dieci miglia ad ovest della cittadella, in direzione delle sorgenti del fiume Azzurro.

Accettai di buon grado l’invito del mercante che stuzzicava la mia curiosità d’esploratore e di cartografo.

Cosi mi ritrovai la sera verso la ventunesima ora e trenta pinoli, giorno XI del mese XII dell’anno VI, nei pressi della Rocca dei Venti per affrontare il piccolo viaggio.

Non era certo la serata migliore per affrontare una breve sortita fuori della cittadella, a causa di una fitta pioggia ed una temperatura da far raggelare l’acqua.

In ogni modo, in sella alla mia fida Epona mi ritrovai sul luogo dell’appuntamento.

Se la memoria non m’inganna, numerosi erano i miei futuri compagni di viaggio e ne vado ad elencare i nomi, dopo le dovute presentazioni del caso.

lorcann, il Nano Algheroth e il Mezz’elfo Carloazeglio, mercanti arrivati con il loro caratteristico carro, l’Arciere del Regio Esercito Ducale, battaglione Blizzard nano Spair, sir Grievas Nano insieme al suo fido orso Julius, l’apprendista Alchimista DarkGilead Elfo.

I Nani appartenevano tutti a Casa di Ferro.

Giunsero infine sir Jack Xarlan e il suo amico Squonk i presunti venditori della miniera.

Se devo esser sincero, appena conobbi lor signori rimasi leggermente perplesso.

Possibile che esistesse una miniera d’oro nelle vicinanze di Lot e nessuno ne sapesse nulla tranne loro? In ogni caso, confidando nell’innato senso degli affari del mio caro amico lorcann, attesi con ansia la partenza, anche se la pioggia battente, alcuni lampi e i tuoni non promettevano una passeggiata.

Alla fine partimmo, bel gruppo di personaggi “Assortiti come un cesto di frutta autunnale” secondo le testuali parole di sir Jack Xarlan.

Conversando del più e del meno durante il tragitto, il tempo del viaggio passò presto e senza spiacevoli intoppi se si eccettua qualche schermaglia verbale tra i Nani (che razza di caratteraccio che hanno) e il bestione balbettante di nome Squonk

La fine si giunse ad una piccola radura al centro della quale, su una collinetta, sorgeva una casupola illuminata da una fioca luce con una specie di magazzino sul prospetto principale.

Rimanemmo tutti perplessi alla vista delle luci, giacché ci si aspettava che la miniera fosse abbandonata, ma il simpatico sir Xarlan ci fece ricredere perché ci disse che la miniera era abitata da un coboldo, spiritello di circa cinquanta centimetri che se ne credeva il padrone.

Qualcosa non quadrava nella vicenda, e nemmeno lorcann e Algheroth erano molto convinti.

Io, da mero osservatore, mi limitai a seguire i miei compagni verso l’apertura del deposito che dava accesso la miniera.

Sinceramente rimasi sorpreso nel veder la costruzione in pietra massiccia. Quanti luoghi ancor non conosciamo del nostro stesso territorio!.

Entrammo nel buio pertugio prestando attenzione a non disturbare il coboldo, che l’arciere Spair e sir Xarlan, in avanscoperta, avevano visto lavorare dentro la casupola a costruir carrellini minerari vicino alla fucina.

Ci apparve un classico anfratto minerario e giungemmo in un piccolo spiazzo dove una statua raffigurante una bestia alata posta a circa 0.60 piedi dal suolo e lunga circa tre braccia ci sbarrava la strada.

Doveva sicuramente esser l’accesso alla miniera pensammo, visto la chiave che penzolava dal collo della statua.

Xarlan non ebbe esitazioni di sorta, e cercò di infilare la chiave nella toppa posta sulla gola della statua e di girarla.

Non ebbe nessun effetto il suo affannarsi e pregò il Nano Grievas di provar lui ed il simpatico Nano provando e riprovando riuscì infine a girare la chiave e nel mentre compiva il gesto un tremendo sconquassamento aprì le fauci della statua che altro non è che un golem, il quale in contatto sensoriale con il coboldo della casa lo aveva avvertito degl’intrusi.

Mentre cercavamo di comprendere l’accaduto, Xarlan e Squonk si diedero alla fuga in direzione dell’uscita scomparendo nel nulla, lasciando arrivare al loro posto una forte corrente d’aria che ci travolse tutti, sbattendoci a terra e bloccandoci ogni possibilità di fuga

Il vento divenne così il padrone del luogo e la voce del coboldo della casa imprecò nella galleria contro di noi, la terra tremava sotto i nostri piedi, e alla fine vedemmo l’esserino che giunse protendendo le mani. "Cosa ci fate voi qua dentro nella nostra miniera?" proferì il coboldo.

Molti di noi proferirono frasi poco sensate nominando amici fuggiti e a quel punto prese la parola il mercante lorcann, dopo che il coboldo aveva placato un po’ il vento per udirne la voce; da buon mercante inventò una scusa inerente la pioggia battente e il cercare riparo nella galleria, però la porta della miniera era aperta e si udivano rumori di picconi e vociare, ed il coboldo non si convinse delle nostre intenzioni, a detta di lorcann amichevoli, e della nostra presenza in quel loco dovuta a pura fatalità.

E accadde cosi l’irreparabile: il coboldo richiuse le fauci del golem girando la chiave, mentre lorcann e l’apprendista alchimista DarkGilead inspiegabilmente si diressero verso l’uscita.

Io rimasi ad osservare gli accadimenti che si svolsero velocissimi, finché un dritto tondo dell’Arciere Spair condusse a miglior vita il coboldo.

A quel punto, il golem, perso il contatto mentale con il coboldo, iniziò ad animarsi battendo violentemente le ali e sbuffando una corrente d’aria dalle fauci che ci fece uscire ruzzolando tutti quanti dalla galleria.

Ci trovammo all’esterno dove nel frattempo era cessato di piovere e con gran nostra sorpresa i nostri mantelli luccicavano di una strana luce.

“Oro, oro, oro” esclamammo in coro, ma il Nano Grievas smorzò subito i nostri entusiasmi; era solo semplice pirite, stramaledettisima pirite.

La miniera esisteva veramente, ma era una miniera di pirite.

Morale della favola? I mercanti hanno perso 10.000 monete d’oro, però in compenso io ho guadagnato un tozzo di pirite che ho riposto sul mio tavolo da disegno per fermare le canapine.

Il ritorno a Lot per i miei compagni e’ stato piuttosto mesto, meno male che mi attendeva un caldo bagno rigenerante nella tinozza di legno preparato dalla mia attendente personale Carlotta.

Veritas et Sapientia Sempe

Jigoro - Consigliere dell'Arcana Saggezza