LA VITA DI...
Minoan

Il mio nome è Minoan, Fata Janas.

Vengo dall’Isola Vagante, come viene chiamata dagli Umani.

La mia isola vagava per il mare tutte le notti e cambiava posizione continuamente. La vegetazione era ricca di frutti, d’erbe e di splendidi fiori, ovunque colori intensi … era sempre Primavera e chi vi approdava non invecchiava mai.

Al centro si ergeva un vulcano semiaddormentato ed ai piedi di esso avevamo costruito le nostre case, scavate nella roccia con le nostre forti unghie. Vivevo serena e felice con le mie consorelle, di giorno tessevamo sogni per gli Umani e tessuti preziosi per noi Janas, mentre di notte danzavamo allegre per la radura, cantando, ridendo e facendo scherzi fra noi Fate.

La mia nascita per quanto mi è stato raccontato, è avvenuta dall’amore tra il Signore del Fiume d’Argento ed una Fata del Bosco Sacro.

Il fiume dalle acque limpide scorreva tranquillo ed attraversando il Bosco Sacro portava allegria a chiunque si trovasse sulle sue rive o tra le sue acque.

La Fata passava molto tempo sulla riva del fiume, molte volte in silenzio si specchiava nelle acque argentee … a volte raccontava leggende, allora i pesci si radunavano per ascoltarla, emergendo con le bocche dall’acqua come a lanciarle piccoli baci.

Il Signore del Fiume ascoltava quei silenzi e quelle parole, ogni giorno innamorandosi sempre più di quella Fata così bella e dolce.

Un giorno, non potendo più restare in silenzio, il Signore, prese forma Umana e mostrandosi alla Fata che stupita lo guardava, incominciò a parlare … a parlare e … parlare.

Ella lo ascoltava, rapita dalle parole di lui … s’innamorò.

Qualche tempo dopo egli le svelò chi era, invitandola a seguirlo tra le sue acque … ella accettò facendosi abbracciare e trasportare.

Dal turbinio della loro passione, le acque formarono una spuma bianchissima e dall’emozione provata dalla Fata, nacqui io.

La Fata, dopo la mia nascita, fu allontanata dal Bosco Sacro perché ritenuta indegna di tale compito.

Fui allevata da un’anziana Fata del Clan, il suo nome era Kea, l’avrò sempre nel cuore e mi sarà sempre di rifugio, lei m’insegnò cosa significasse essere una Fata Janas.

Un brutto giorno il vulcano si risvegliò e, con boati e lingue di fuoco, fece scoppiare l’isola. Dovetti lasciare il mio regno insieme alle mie consorelle portando con me i principi che mi appartengono da sempre.

Prima di partire dall’isola, cercai il frammento del cristallo Janas, appartenuto alla mia mamma, mettendomelo al collo.

Sono stata ospite nel regno dei nobili Elfi Silvani, dai Nani e dagli Hobbit, infine ho conosciuto gli Umani ed ho capito che dovevo rimanere accanto a loro.

Nel mio pellegrinare, ho deciso di venire a vivere nel Granducato di Lot, insieme ad altre consorelle Janas e qui mi sono stabilita convivendo bene con tutte le razze che lo popolano pacificamente.

Al mio arrivo, per molti mesi sono rimasta timidamente in disparte ad osservare senza partecipare alla vita del Granducato poi, un giorno, un Umano si prese cura di me.

Giorno dopo giorno riuscii a vincere le mie paure, ero seguita, guidata, e incitata sempre dal mio Saggio Maestro. Riuscii pian piano ad inserirmi e ad apprezzare la vita nel Granducato. Ancora oggi quotidianamente mi rifugio da lui, nella sua saggezza ritrovo sempre risposte ai miei dubbi e pace.

Un mattino di buonora, andai in Piazza del Mercato e, mentre chiacchieravo con alcuni Signori presenti, fui spaventata dal gracchiare di un grande Corvo nero ed impaurita, istintivamente mi nascosi.

Vidi una Fata avvicinarsi a quel Corvo, mi era parsa felice di rivederlo. Iniziò a parlargli ed io, incuriosita, dopo che il corvo se ne era andato, uscii dal mio nascondiglio e mi avvicinai.

Chiesi gentilmente alla Fata come facesse a conoscere il linguaggio di quel corvo e perché non avesse timore di lui.

La Fata sorridendomi si presentò col nome di Myriam e m’invitò nella Biblioteca dei Detentori dell’Arcana Saggezza.

Andai nel luogo indicatomi e trovai una vastità di libri … cercai, frugai e m’impolverai tutta. Dopo qualche giorno trascorso in Biblioteca a leggere mi sembrò di scorgere un anziano Signore chino su un grande libro che vedendomi alzò il capo e mi sorrise, in quel momento mi scivolò di mano un volume e mi chinai a raccoglierlo, come rialzai il capo non lo vidi più. Ancora oggi non so se fu la mia immaginazione o reale quel vecchio che mi sorrise.

Entusiasta da ciò che avevo visto, feci l’iscrizione alla Gilda dei Detentori dell’Arcana Saggezza.

Grazie Sommo Myriam per aver incrociato la mia strada quel mattino in Piazza del Mercato … e grazie al vecchio Saggio della Biblioteca dei Detentori per avermi sorriso …che voi siate reale o meno il vostro sorriso l’ho accolto come un invito.