RACCONTO DEL MESE
Apparizioni premonitrici dei non morti

Lot era nel suo pieno splendore.

I viandanti di ogni razza giungevano nel Granducato a decine e decine ogni giorno, attirati dai racconti che udivano nelle taverne di altri paesi. Racconti trasmessi da chi era stato a Lot anche solo di passaggio, o per sentito dire.

Lot era definita la città dell’armonia e del benessere.

Nuove costruzioni erano sorte: l’Arena dove i cittadini potevano combattere, indire giostre o regolare offese; un bellissimo Teatro denominato del Giglio dove i teatranti recitavano per diletto di tutti. Tutto procedeva per il meglio. Da tempo la guerra era finita e si organizzavano spedizioni.

A Lot le giornate trascorrevano nella serenità e nel divertimento.

Eppure alcuni segnali forti e chiari erano pervenuti ai lottiani, ma, si sa, come sempre non ci è dato comprendere la relazione degli eventi.

Il giorno 4° del mese 2° dell’anno VII alla terza ora dopo il picco del sole, al Belvedere, sotto una pioggia torrenziale ci fu un segnale premonitore.

Le strade sterrate erano ricoperte d’acqua quando i presenti, intenti a non calpestare le fangose pozzanghere, assistettero ad un evento terrificante.

Sul luogo la terra iniziò a tremare e ad innalzarsi la pavimentazione. Dalla spaccatura del terreno uscì un drappello di 12 scheletri, muniti delle loro antiche armi, che minacciosamente avanzarono verso il corpo di guardia del Belvedere. Prontamente il Paladino J. DeMolay, aiutato da altri Paladini, cercò di fermarli, lottando a lungo ma inutilmente.

Fra i presenti oltre ai Chierici, Maghi, Paladini, era presente la Detentrice Lady Minoan, che poté osservare e riportare fedelmente i fatti.

Mentre gli scheletri lottavano contro i Paladini, la terra ritornò a tremare e dalla fenditura formatasi uscì una nuova, piccola armata di scheletri con a capo un Araldo, protetto da una rossa armatura, che impugnava una lancia nera riportante arcani simboli.

Gli scheletri avanzarono fino al Belvedere, dove l’Araldo prima conficcò con forza la lancia nel terreno e poi vi infisse un foglio riportante la seguente scritta: "Nere schiere di ciò che un tempo visse e che ora agogna la distruzione o il riposo avanzano inesorabilmente foriere di morte. Tremate esseri che vivete: la fine e’ vicina; il re non nato e mai morto cavalca".

Come obbedienti ad un muto ordine i non morti lasciarono il Belvedere, facendosi ingoiare dal terreno. Ma poco tempo dopo si ripresentarono al Belvedere.

Una schiera di scheletri, capitanata da un Alfiere, avanzò fra la folla incurante dei presenti e poi, come fermata da una mano invisibile, indietreggiò in fretta, talmente in fretta che l’Alfiere perse un pesante medaglione con incise arcane scritte, che venne raccolto prontamente dal negromante Marduk: ma non si seppe mai quale scrittura riportasse.

Tutti segnali che predicevano la fine del quieto vivere nel Granducato?

Poco tempo dopo il Conte Thorm venne ucciso e fatto risorgere dalle forze del male. La vita in Lot cambiò radicalmente…

Era questo il messaggio che i non morti avevano trasmesso ai lottiani?

Solo la Storia potrà rispondere a questa domanda

Minoan - Detentore Precettore dell'Infante