La
Nuova Lot - Spedizioni,
Inquietanti Scoperte e Due Nuovi Ritorni |
Il Sommo
Detentore Althair ricevette una serie di missive da fuori
le mura e cominciò ad essere taciturno, com'era sua
abitudine, quando qualcosa lo preoccupava.
I suoi studi, sempre assidui, divennero morbosamente interessati
agli ultimi giorni di vita del Conte Erik, ai motivi che
allontanarono il Conte Petrus da Lot e, quando pensava alla
malattia della Baronessa Astarte e del Conte Thorm, era
come se avesse un velo di terrore davanti ad offuscargli
lo sguardo.
Nello stesso periodo il Consigliere dell'Arcana Saggezza
Myriam, forse turbata dai modi di fare e dal silenzio in
cui era caduto il Sommo Detentore, sognò, per tre
volte di seguito, tre Draghi che le riferirono in Leggendrico
tre messaggi.
Il messaggio del primo era:
«HOAPVEH IH` OPGOPIH M'USEH MEH WISOVEH` WEH
SODISDEVEH».
Quello del secondo:
«MEH QESUMEH FIOH FUSEVO PIMMEH DETEH FIMMEH
NEFSI».
Ed, infine, quello del terzo:
«EQSOSEH` EOH GOHMOH FIMH FUSEVUH MEH TVSEFE
IH NUTVSISE`H H EH VAVVOH MEH TVUSOEH DIMEVEH».
Con l'aiuto dei Signori dei Draghi della Luce vennero tradotti
i tre messaggi.
Il primo significava: «Giunta è infine
l'ora / la verità va ricercata».
Il secondo: «La Parola dei Dorati / nella
Casa della Madre».
Ed il terzo: «Aprirà ai Figli del Dorato
la Strada / e mostrerà a tutti la Storia celata».
I tre Draghi protagonisti dei sogni vennero riconosciuti
come i tre Draghi Serventi: Wein Servente della Luce, Leon
Servente del Fuoco e Gongos Servente della Terra.
Ma quale verità bisognava ricercare? Perché
i Draghi parlarono ad un Saggio? Cosa turbava il Primo Detentore
Althair che, mantenendo il più assoluto riservo sulla
questione, si accingeva ad incontrare qualcuno. Quale verità
stava, anch'egli, cercando?
Così, mentre una compagnia era impegnata nella Campagna
presso le terre di Spiritenia, strane cose accaddero alla
Gilda dei Signori dei Draghi della Luce, mentre il Sommo
Detentore dell'Arcana Saggezza Althair s'inoltrò,
solitario, ai Monti delle Nebbie, sparendo dalla vista di
tutti per molti giorni.
A Lot intanto si cercava di sopravvivere ed i bollettini
sui lenti, ma costanti, miglioramenti del Conte Thorm, sollevarono
un poco il morale della cittadinanza.
La sparizione di Althair fece mobilitare tutti coloro che
non erano impegnati a Spiritenia ed i lutti che decimarono
la Gilda dei Signori dei Draghi della Luce, a partire dalla
morte del Primo Signore Sbarzo e la sua mancata resurrezione,
gli strani cambiamenti di razza di molti componenti della
Gilda, le strane pazzie dell'Araldo Melusine, fecero capire
che stava succedendo qualcosa di molto grave.
Quindici giorni dopo la sua scomparsa, che poi si scoprì
essere un rapimento da parte del Signore Teschio, tornò
Althair e, dai suoi racconti, si capì la logica e
le ragioni che portarono alla morte del Conte Erik; tutta
Lot conobbe Golthak, un Goblin divenuto amico del Conte
che aveva passato con lui gli ultimi giorni della sua vita,
spezzata, si scoprì infine grazie alle sue rivelazioni,
per mano di Gronko.
La morte del Conte Erik fu inevitabile e così facendo
egli, pur non riuscendo a salvare la vita al Granduca, salvò
quella del Conte Thorm, occultando la brocca viola che conteneva
il veleno od il maleficio che lo avrebbe certamente ucciso.
Durante le spedizioni per il ritrovamento di Althair ci
si accorse che l'accampamento degli Orchi di Honorius, che
una volta era posto proprio fuori dalle mura della Cittadella,
ora si trovava ben nascosto sui Monti delle Nebbie.
Poco dopo il ritorno del Primo Detentore, i Signori dei
Draghi della Luce partirono per una spedizione capitanata
dall'Araldo Melusine, presso quella che il Drago Servente
della Luce Leon aveva chiamato "la Casa della Madre".
Questo viaggio non privo di numerosi pericoli finì
con il ritrovamento di un Tempio meraviglioso e di un Tomo
scritto in Leggendrico, assai antico e di difficile traduzione.
Ma, man mano che si andava avanti con la lettura, si scoprì
che la verità da svelare era una sola: i Draghi che
fino ad allora erano stati erroneamente considerati emanazioni
di Simeht, erano, invece, creature di Themis, giacché
in quell'antichissimo documento vi era la prova che Ella
li considerava sue emanazioni.
La Genesi venne così corretta, integrando questa
nuova scoperta.
La Bacheca pubblica di Lot era piena di messaggi provenienti
dalle terre di Spiritenia e da altri luoghi visitati, con
la speranza di poter trovare una soluzione al morbo di Arman;
il malcontento causato dall'epidemia e dalla paura che tutte
le razze si infettassero serpeggiava fra le mura.
Fino a che un giorno due Viandanti, che somigliavano molto
ad un Nobile decaduto ed al suo scudiero, raggiunsero Lot.
Chi li incontrò li sentì parlare di un Conte
di questo Granducato che aveva uno scudo raffigurante due
asce bipenne ed una spada, che si aggirava nei territori
limitrofi alla Cittadella. I due discutevano sul fatto che
quel Nobile sarebbe, prima o poi, tornato per poter riprendere
finalmente quello che era il suo legittimo posto.
Lo scudo di cui parlavano i Viandanti poteva essere quello
del Conte Petrus, sparito da circa dodici lune per motivi
ancora sconosciuti.
Tutti erano increduli, il Conte Petrus forse sarebbe tornato
e forse avrebbe portato con sé l'antidoto per sconfiggere
la tremenda epidemia.
Il 15° giorno del 3° mese dell'anno VI dalla fondazione
di Lot, sotto gli occhi stupefatti dei presenti, la Somma
Sacerdotessa Urania varcò la soglia del Tempio di
Themis; non disse molto, lasciando intendere che se la Dea
l'aveva rivoluta a Lot ci doveva essere una ragione ben
precisa.
La sera di due giorni dopo, intorno alla decima ora, un
Umano dagli abiti consunti e molto stanco raggiunse la Corte
del Palazzo Ducale suscitando stupore nei presenti. Quell'Umano
era il Conte Petrus e si fece riconoscere mostrando ad un
Detentore dell'Arcana Saggezza un bottone, sul quale era
raffigurato il suo nobile stemma.
Neppure lui proferì verbo e non raccontò le
sue avventure, ma tutti accolsero il ritorno del Nobile
e della Somma Sacerdotessa di Lot con grande gioia.
Tutti ebbero sentore che quei ritorni avrebbero dato nuovi
impulsi alla vita del Granducato, come fossero di buon auspicio.
Il 19° giorno del 3° mese dell'anno VI dalla fondazione
di Lot, chi partecipò alla spedizione verso le terre
di Spiritenia, ebbe finalmente la fortuna di incontrare
Birillo, l'anziano Folletto reggente. Il piccolo Re comprese
la disgrazia che si era abbattuta sul popolo di Lot e, commosso
per la fiducia che avevano riposto in lui, donò a
Jillraggiodisole un cofanetto contenente una pergamena,
senza svelare cosa c'era scritto.
I Folletti tornarono velocemente a Lot e, dopo aver studiato
approfonditamente la pergamena magica, si trovò il
rimedio per far guarire tutti i malati.
L'acquazzone di quella notte lavò mesi e mesi di
dolore e fatica, di morti e disgrazie e l'alba del 20°
giorno del 3° mese dell'anno VI dalla fondazione di
Lot, mostrò ai Cittadini una nuova Lot piena di sole
e speranze.
Gran parte dei Nobili fondatori era tornata al suo posto,
si onorò il ricordo del Conte Erik, perito per permettere
a Lot di vivere in eterno e la nascita di nuove Gilde rallegrò
la vita sociale della Cittadella.
I Cittadini tornarono serenamente a svolgere le loro mansioni,
pensando al fatto che nel giro di pochi mesi sarebbe, forse,
tornato nella sua città anche il giovane Granduca
Uther Pendragon, per godere delle cure dei suoi legittimi
genitori e degli insegnamenti dei Precettori.