Miti e Leggende

Il Folletto del Borgo dei Bassi

 

Lot era stata già parzialmente edificata ma, dopo la distruzione delle prime case edificate dal Granduca, conseguenza dell'attacco dei Goblin e degli Orchi provenienti dalla Gola dei Ghiacci, i Cittadini avevano perso la fiducia e volevano tornare indietro abbandonando tutto il lavoro fino ad allora compiuto. Rimpiangevano la vita nella prosperosa città di Telthartown, le dodici torri d'argento e le verdi discese dei Colli di Mezzo.

Il Granduca chiese aiuto al Principe Thoyren perché mandasse cibo ed ogni altro genere d’aiuto. Oltre che via terra, molto materiale fu inviato su navi, che solcavano il braccio di Mare che, in seguito, divenne il Mare di Lot, ed è proprio da una di quelle navi che nacque la leggenda del Magico Folletto Bubba.



Il Principe Thoyren diede ordine di spiantare tenere pianticelle che potessero, una volta reimpiantate sul nuovo terreno di Lot, crescere e generare naturale ricchezza. Il compito fu affidato a chiunque avesse avuto cognizioni agricole e, nello stesso tempo, voglia di aiutare la popolazione di Lot, caduta prematuramente in disgrazia. Alcuni si recarono nei propri terreni, ma altri s'inoltrarono nelle zone oltre le mura di Telthartown, dove il polline, trasportato dal vento, faceva sì che anche in altre zone, le più nascoste, nascessero pianticelle da frutto.

Una di queste fu sradicata vicino alla foresta che si apriva, infinita, a poca distanza dalla città, nascondiglio di lupi, Maghi, Streghe e quant'altro fosse amante delle ombre. Essa fu riposta in una piccola cassetta e si mescolò con le altre, ma nessuno si accorse che, sotto ad una delle più grandi foglie, stava dormendo il Folletto Bubba.

La cassetta prese la via del porto ed, insieme ad essa, anche il Folletto che, stanco delle scorrazzate notturne, insieme agli altri compagni, dormiva placidamente e non si era accorto di nulla.
Caricata la stiva di una nave, quest'ultima lasciò la terra di Telthartown e salpò, portando con sé anche l’ignaro Bubba.

Il viaggio non fu dei più tranquilli; forti venti alzarono le onde ed il Folletto, avvertendo lo sbatacchio dell'acqua contro lo scafo, si destò. Un lungo sbadiglio lo riportò alla realtà, una realtà che però non era certo più quella a cui era abituato. Si guardò intorno, spostò la foglia e, meravigliandosi che fosse ancora buio, mosse qualche passo alla cieca. Avvertì subito strani rumori, che nulla avevano a che vedere con quelli da sempre conosciuti. Cigolii, urla provenienti da sopra e buio, tanto, tanto buio.

Bubba era noto per la sua facile capacità d'intimorirsi, ma in quel frangente qualunque altro Folletto si sarebbe sentito perduto. Egli si gettò sulle tavole che facevano da pavimentazione alla stiva e cominciò a piangere. Le lacrime scendevano copiosamente dagli occhi del buffo Folletto, come la pioggia cadeva, in quell'istante, dal cielo. Batteva i pugni ed i piedi, chiedendosi  perché l'avessero portato via dal suo magico mondo.

I suoi perché presero la via del mare e risalirono le gocce d'acqua, per giungere là dove tutto è mistero e nessun mortale ne conosce i segreti. Si spinsero ancora oltre e raggiunsero il cuore della Dea Themis.

Ella venne in aiuto di Bubba, dialogando con la sua mente e con la sua forza. Il Folletto smise di piangere ed ascoltò le verità che Themis gli stava dettando. La sentì crescere in sé, ma, soprattutto, vide crescere sé stesso anche nella sua forma fisica ed assumere strane sembianze. La pelle divenne azzurra come il mare, la piccola testa crebbe a dismisura, assumendo la forma di un uovo, le orecchie divennero a punta e le mani, come anche i piedi, grandi e sproporzionate.

Poi Themis, in un manto di luce, scese da lui e gli parlò:
<< Bubba, non ti trovi in questo luogo per un puro caso … tu non sai molte cose, ma nel tempo le potrai capire quando giungerai dove questa nave ti sta portando. Là c'è bisogno di te, o meglio, c'è bisogno di ciò che tu ora puoi donare: la forza della mente. Essa servirà a tutti coloro che vogliono crescere e vivere nella città di Lot, la tua nuova casa. Tu dovrai e potrai aiutarli e sarai rispettato e portato in esempio da tutti >>.

Il Folletto, in principio, restò turbato dalla voce che giungeva da quella luce, ma poi stette ad ascoltare rapito dal mistero della propria trasformazione corporea.
Ripresosi, o per meglio dire, destatosi un momento, diede aiuto a sé stesso e azzardò una domanda:
<< Allora io possiedo un potere ora … chiunque vorrà accrescere il proprio sapere e le proprie capacità d’apprendimento potrà rivolgersi a me? >>.
Themis rispose:
<< Sì questo è il mio dono al tuo sacrificio, ma stai attento di non peccare in avidità, perché ciò comporterebbe l'annientamento del tuo potere e torneresti ad essere un piccolo Folletto spaurito >>.

La Luce pian piano scomparve ed il buio tornò a regnare nella stiva. Bubba ora si sentiva più sereno e più fiducioso. Provò a rientrare sotto la foglia, ma le sue nuove sembianze non glielo permisero ed allora si chiuse dentro un barile, contenente del grano, nascondendosi sotto migliaia di chicchi.

La nave giunse nel Porto di Lot e le merci furono scaricate. La stiva venne svuotata e tutto fu trasportato con i carri dentro la città. Il barile con dentro Bubba venne portato in una bottega e lì lasciato insieme a tutti gli altri, dentro uno scantinato asciutto, in attesa di essere in seguito svuotati in un granaio.
Quando Bubba sentì che tutti se n'erano andati, alzò il coperchio e, soffermandosi un istante con la testa fuori, scrutò l'ambiente circostante, sincerandosi di essere rimasto solo.
Fece un salto fuori dal barile e si ritrovò a camminare sul pavimento di sassi. Ancora non era avvezzo ai suoi lunghi piedi e ad ogni passo inciampava, ma poi, dopo qualche buffo capitombolo, presa maggiore confidenza, si sentì più stabile e sicuro.


La prima cosa da fare era uscire da quel luogo e trovarne uno più adatto per vivere in modo confortevole.
S'accorse di una finestra poco più alta di lui e si arrampicò per raggiungerla. S'affacciò fuori e non vide nessuno. Si calò dall'altra parte e quatto, quatto si avviò per le strade di Lot.
Tutto era nuovo per lui, tutto era strano. Giunse ad una fontana che regnava in mezzo ad un grande piazzale, tra le case, si specchiò nell'acqua e, guardando il suo nuovo corpo, prese un tale spavento da ruzzolare all’indietro per diversi metri. La caduta non gli arrecò ferite, solo qualche ammaccatura, ma quel tonfo attrasse l'attenzione delle Sentinelle che, passando durante la loro ronda, gli si gettarono addosso immobilizzandolo.

Nulla poté fare Bubba per liberarsi dalla morsa di quelle forti braccia, grandi quasi quanto tutto il suo essere.
Le Guardie lo portarono in Gendarmeria per interrogarlo, ma il Folletto, un po’ per paura e un po’ perché non sapeva cosa rispondere, restò in silenzio.
Il Capo delle Guardie, Ser
Armok, decise di metterlo alla gogna per qualche giorno.

La cosa raggiunse le orecchie del Conte Erik, che ne parlò al Granduca, il quale, incuriosito, volle conoscere Bubba.
Ordinò che fosse mandato a prendere e portato al suo cospetto.
Non si sa se per la bontà che elargiva il Granduca col suo solo sguardo, o per le parole che pronunciò al Folletto, fatto sta che Bubba gli raccontò tutto e mise la sua vita nelle mani del Signore di Lot.
Il Granduca, ascoltata la storia, lo accolse nella città e lo indicò a tutti come colui che avrebbe aiutato la popolazione di Lot a diventare più evoluta intellettualmente.

Bubba ebbe un luogo dove vivere e fare incrementare la mente: nel Borgo dei Bassi, in fondo al Vicolo del Moro. Non aveva bisogno di una grande casa, date le sue dimensioni, ma non gli mancava nulla.


Tutti i giorni riceveva Cacciatori, Soldati, Maghi e Druidi, Commercianti e Marinai, praticamente tutti i primi abitanti di Lot, che chiedevano a lui aiuto per crescere nella capacità d’apprendimento e nel sapere.
Il Folletto riceveva in cambio cose semplici: vino, frutta, formaggi, ma mai denaro.
La cosa andò avanti qualche tempo, ma ad un certo punto qualcosa cambiò nella volontà di Bubba.
Il lavoro cresceva e lui a sera era sempre più stanco. Alcune persone, con cui egli aveva iniziato a dialogare in amicizia, si stavano arricchendo ed assumevano poteri ed alte cariche nella città. Lui, invece, era sempre il solito Folletto … lui che, al contrario, era l'artefice della loro crescita mentale.

Così Bubba cominciò a chiedere denaro per le sue prestazioni, dimenticandosi delle parole della Dea Themis, in quella notte, su quella nave che lo aveva trasportato da Telthartown a Lot.
Arrivò a chiedere anche 250 monete d'oro per generare un solo punto mente, 350 per tre punti mente ed addirittura 900 monete d'oro per generare 5 punti mente.
La cosa ormai gli era sfuggita di mano. Il Folletto era sempre più ricco e la gente sempre più delusa, con loro anche il Granduca che, spesso, doveva mettere mano ai propri averi, per aiutare chi non poteva permettersi tali somme.
Lo sguardo di Bubba non era più dolce come quello di un tempo, i suoi occhi si erano allungati e dall'iride trasparivano solo tanta bramosia ed avidità.

La Dea Themis a quel punto non poté più restare a guardare ed una notte, apparendo sempre nella sua magica Luce, si presentò al suo cospetto.
Bubba, dopo aver sbarrato le porte e le finestre della sua piccola casa, stava contando le monete della giornata, impilandole una sull'altra.
La Luce entrò talmente di getto nella stanza che le monete, come mosse da una forza magica, si sparpagliarono ovunque.
Il Folletto s'alzò di scatto e sbarrando gli occhi si accorse di ciò che era diventato: un avido traditore.

Subito si prostrò alla Dea, chiedendole perdono, ma Themis, nella sua infinita bontà, seppe leggere in quelle lacrime e comprese che  esse erano solamente “lacrime di coccodrillo”. Se lo avesse perdonato, Bubba presto avrebbe ripreso a mercanteggiare ciò che invece avrebbe dovuto solo regalare, dato che lui stesso lo aveva ricevuto in dono.

Lo avvolse nella Luce e Bubba riprese le sue sembianze originarie. Nel suo turbinio la Luce lo scaraventò fuori da Lot, lontano, lontano dove non c'era vita, dove non c'è amore.
Di lui non si seppe più nulla dopo quella sera, ma nessuno nemmeno lo cercò, dato che la Dea trovò da allora una soluzione per la crescita della mente nei Lottiani.
Lei stessa l'avrebbe donata per chi si fosse recato al Tempio a pregare oppure,  con un po’ di fortuna, le avrebbe fatte trovate nei Giardini delle Delizie.
Ancora oggi la pozione si può trovare solo così ed ogni qual volta che qualcuno ne approfitta per mercanteggiarla ad alto prezzo … beh ... Themis si dispiace per lui, ripensando all'avido Folletto Bubba.

PadreBrown, Conservatore della Storia Secolare

  vai alla Maga Dorata