La Vecchia Lot
Infiltrati
La
piaga del Male, dunque, era riuscita nuovamente ad entrare dentro le mura del
Granducato.
Il
sacrificio della Principessa Valia, consegnatasi di sua spontanea volontà al
nemico per infondere nuovo coraggio e vigore nelle truppe lottiane, aveva
peraltro avuto come conseguenza l’ingresso dell’esercito di Honorius nella
Cittadella. Il fronte nemico era dunque spezzato, ma si presentava
contemporaneamente all’esterno ed all’interno delle mura di fortificazione,
cosa che diede vita ad una notevole disparità di comportamenti da parte della
Cittadinanza.
Alcuni
valorosi si cimentarono in singoli atti eroici volti alla liberazione
dell’amata Principessa, gesta che, sfortunatamente, non riuscirono a
raggiungere lo scopo prefissato.
Molti
lottiani, invece, subirono passivamente l’incursione nemica, mentre un piccolo
gruppo di loro riuscì persino a farsi sedurre dal volere del Male e passò tra
le schiere di Honorius, rivelandosi, benché purtroppo tardivamente, come veri e
propri traditori. Infine i combattenti, tra i quali non possiamo dimenticare i
Soldati e le Guardie Ducali prima di tutti, che si ribellarono e tentarono con
ogni mezzo di scacciare o uccidere quelle immonde creature, portatrici di
devastazione.
Era
proprio questa tenacia che Honorius non riusciva a sopportare: il non arrendersi
mai, il fatto di riuscire a rialzarsi dopo ogni caduta, peculiarità che ai suoi
occhi appariva davvero incomprensibile; così attraverso i suoi potenti
sortilegi ed incantamenti, il Mago delle Tenebre catturò ed imprigionò nelle
sue segrete un ingente numero di Cittadini lottiani, dalla semplice gente comune
alle personalità di spicco delle numerose Gilde consolidatesi all’interno del
Granducato.
Tuttavia
la battaglia imperversava, incurante di tutto ciò che si evolveva in quel
frattempo; naturalmente le Fogne continuavano ad essere uno dei luoghi dove lo
scontro avveniva sempre con maggiore frequenza. Fu proprio durante uno di quei
combattimenti che, inoltrandosi attraverso una fitta rete di cunicoli, un gruppo
di Soldati, un giorno, riuscì a trovare per caso uno degli accessi alle segrete
di Honorius.
Immediatamente
si cercò il modo di aiutare i numerosi prigionieri ad evadere, ma purtroppo
ogni tentativo alla fine si rivelava vano, perché le porte delle prigioni erano
state sigillate con una potente magia, contro la quale non si riusciva ad avere
la meglio.
L’unica
maniera per fare uscire i Cittadini imprigionati era combattere la magia con la
magia, motivo per cui si convocarono al più presto Maghi e Drudi. Nonostante la
grande abilità ed il sapere ormai consolidato degli appartenenti alle Gilde
magiche, però, il potere del Male sembrava non avere limiti; gli incantesimi di
trasporto castati sui lottiani privati della loro libertà si rivelavano essere
solo temporanei. Dopo appena un giorno, infatti, i prigionieri liberati venivano
come risucchiati nuovamente da un vortice magico, che li riconduceva dove erano
stati segregati in preda al più totale sconforto.
I
Cittadini non mancavano mai di dimostrare la loro solidarietà a quegli
sventurati, andando a fare loro visita nelle segrete, portandogli parole di
conforto e di speranza, ma nulla sembrava poter porre fine a quell’agonia.
Fu
solo grazie all’incoraggiamento dei Cavalieri della Dea Themis che i lottiani
non si fecero sopraffare dalla disperazione; tutti indistintamente levarono le
loro preghiere ed i loro canti alla Dea e Themis ancora una volta non abbandonò
i Suoi figli.
Una
notte che mai più venne dimenticata, la dolce melodia dei canti giunse sino
alle segrete e lì s’insinuò negli animi dei disperati, pervadendo i loro
cuori di rinnovata Fede, di grande coraggio e d’infinita speranza.
Le
guardie dell’esercito nemico poste a sentinella delle carceri sotterranee,
sembravano tutte in stato di profonda trance, cosa che consentì ai prigionieri
di liberarsi con grande facilità.
Tutto
sembrava andare per il verso giusto e gli imprigionati nel fondo dei loro cuori
già pregustavano il dolce sapore della libertà riconquistata, quando,
improvvisamente, come una folgore che squarcia il cielo, apparve avvolto da una
nera nube uno degli emissari di Honorius.
Una
grande battaglia cominciò nelle prigioni, ove i lottiani, uniti sotto la
benevole protezione della Dea Themis, riuscirono ad avere la meglio
sull’oscuro cavaliere del Male, che si dissolse in una nauseabonda nuvola
sulfurea. Sconfitto anche l’ultimo carceriere, i prigionieri tornarono a
nutrire le schiere dei combattenti, dando vita ad un fronte reso compatto e
risoluto dalla fede nella vittoria.
L’esercito
di Honorius veniva respinto contro le mura, quasi sino a schiacciarlo contro i
solidi bastioni, ove nuovi cadaveri di Goblin andavano ad ammassarsi sopra
quelli di coloro che avevano cercato di scavalcare nel tentativo di una fuga
vigliacca.
La
lenta litania dei canti che accompagnavano la battaglia li perseguitava, la
musica e le preghiere che già avevano segnato la morte dei loro compagni ora li
seguivano durante il loro soccombere: iniziò in questo modo la lenta disfatta
delle truppe del Male.
L’Esercito
lottiano stringeva le schiere nemiche come in una morsa ed ogni notte i canti
dei due fronti, quello all’interno e quello all’esterno delle mura, si
facevano sempre più vicini, finché Honorius fu costretto a chiamare la
ritirata.
Abbandonati anche dal loro Oscuro Padrone, coloro tra i lottiani che avevano rinnegato il perseguimento del Bene vendendosi al nemico, non ebbero una lunga vita, tuttavia riuscirono a tendere un ultima trappola ai difensori di Lot: truppe inattese, infatti, irruppero improvvisamente alle spalle dell’Esercito lottiano.
Shanty
Depositario
dei Segreti della Storia