La Nuova Lot
Stranieri in patria


Due giorni dopo la resurrezione in nome di Simeht del Conte Thorm, il Nobile lasciò le terre dei seguaci dell’Antitesi per tornare a Lot ed espellere coloro che considerava ormai ex governatori Greenwarrior, Glaudius, Nicolao.
Per sancire la fedeltà al nuovo Dio venne abolito il saluto ufficiale del regno <<Atthemis>> e nuove leggi sostituirono quelle che erano state fino ad allora in vigore sotto gli occhi di fedeli sempre più attoniti e stupiti.
Per ogni Gilda, Mestiere e Clan, in speciale maniera quelli di allineamento positivo ma più in generale contrari al Nuovo Governo, scattò la condanna all’esilio trasformando così i sotterranei della Gendarmeria in scure e fredde prigioni, ove trovarono ospitalità i cittadini catturati dai fedeli di Simeht, e, quindi, dal Conte.
Il Tempio di Themis venne proclamato Oscuro sancendo così la granitica prevaricazione del potere religioso degli Adepti di Simeht e alcuni tra gli appartenenti alle razze delle Fate ed Angeli, che da un nuovo editto risultarono indesiderati a Lot, vennero apparentemente avvelenati nella Taverna perché anche l’Accademia delle Razze sembrava seguire le leggi di Lot allontanando così gli esponenti delle Razze positive.
Nella notte tra il giorno XII e XIV del mese II del VII anno dalla fondazione, il Nuovo Governo guidato dal Conte Thorm si insediò a Corte costringendo il Primo Dignitario di Corte ed i Dipendenti tutti, a lasciare il Palazzo Ducale.
Nella stessa notte il Reggimento Phoenix, unitamente ai Chierici, ai Maghi Bianchi e ad una nutrita schiera di cittadini fedeli a Themis, prese possesso a nome del Triumvirato, che intanto si era venuto a creare, della Vecchia Torre e del Tempio Oscuro.
Il Reggimento Thunder, capeggiato dall’eretico Greenwarrior si impadronì del Presidio Militare e alla Torretta Thorm venne modificato il nome in Torretta Themis.
Qualche giorno dopo questi eventi la Baronessa Astarte rispose pubblicamente alla lettera a lei indirizzata dal figlio Cratere qualche giorno prima, manifestando così il disagio nel dover condividere il nuovo potere con l’animo del Conte che più non riconosceva e stabilendo che avrebbe intrapreso quanto necessario per poter riavere al proprio fianco l’antico Animo dell’Augusto.
Fu così che le vicende si susseguirono rapide, i Draghi della Luce attaccarono la Corte, senza tuttavia riuscire nell’intento di conquistarla; mentre molte Gilde, non necessariamente fedeli a Simeht si schierarono contro il Conte Thorm riconoscendo nel Triumvirato la loro guida.
Il problema non restò così solamente religioso ma divenne politico.
Non riconoscendo negli attuali valori del Conte Thorm lo spirito lottiano sempre più cittadini cominciarono a contrastarlo per riprendersi ciò che era stato tolto.
Ma pochi giorni dopo il Tempio di Themis cadde del tutto nella mani della Nera Fazione.
L’edificio venne dato alle fiamme e sui resti in cenere venne proclamata la nascita di un nuovo Tempio dedicato a Simeht. Durante lo scontro che culminò nella distruzione del Tempio perse la vita il Gran Maestro dell’Ordine del Leone Shade.
Anche i Giudici vennero travolti dalle nuove vicende e abbandonarono così il Tribunale, i capi delle Gilde esiliati invece trovarono asilo o presso Casa di Ferro o negli accampamenti della Vecchia Torre.
Per rafforzare il potere delle nere schiere, venne ufficialmente decretata la carica a Governatori Neri del Primo Necromante Marduk e del Principe delle Tenebre Loki.
La Bianca Alleanza così, stretta attorno al Triumvirato e alla Baronessa Astarte, tentò di contrastare il nuovo Governo come meglio poteva.
Una piccola schiera di Lottiani costituita, tra gli altri, da Paladini dell’Antico Codice, Cavalieri Erranti, Cavalieri della Dea Themis, Detentori dell’Arcana Saggezza, Sacro Ordine del Leone, Clan Mezzelfici, Clan Elfici, Clan Umani, Hobbit della Collina, ed in generale, da coloro fedeli a Themis, trovò concilio al di fuori delle mura della Cittadella, dando origine alla "ROCCIA".
Uther Pendragon venne rapito dal Semidivino Drago Icewind, che lo riconobbe proprio Cavaliere, e condotto al Picco dei Signori dei Draghi di Luce.
La Bianca Alleanza aveva così in mano l’erede legittimo al trono di Lot e tentò con questo gesto di riprendere in mano le sorti della città.
Il Tempio, o meglio quel che ne restava, dominato dal dogma di Simeht, venne preso d’assalto dalla Bianca fazione, ma, malgrado le numerose predite dei seguaci del dio Oscuro, non venne ricondotto alla Luce.
I Monaci Neri evocarono l’incanto del Caos all’interno delle mura del Tempio assoggettandolo quasi completamente. Solo il Sacro braciere, fulcro nevralgico dell’essenza della Dea, venne lasciato intatto.
Ormai era lotta ovunque …il Palazzo Ducale, tenacemente riportato sotto la protezione dei fedeli di Simeht, venne attaccato più volte dalle opposte fazioni e più volte passò ora sotto l’una ora sotto l’altra bandiera.
Un ristretto drappello della Nera Fazione giunse persino a conquistare il Corpo di Guardia del Palatium, l’edificio dei Paladini, grazie all’aiuto di una pesante catapulta.
Un’altra sciagura si stava però abbattendo su Lot: il Gran Maestro della Masseria Futre proclamò lo stato di Carestia in tutto il Regno, a causa della devastazione portata dal conflitto. Oramai nelle botteghe non si trovava più pane ed era sempre più difficile vivere o meglio, sopravvivere.
Il Conte aggravò ancor più la situazione tassando chiunque avesse un conto presso la banca del Granducato.
Anche il Lazzaretto, non si sa bene come, prese fuoco e la situazione continuò a degenerare sempre più senza alcuna soluzione all’orizzonte. Anche i fabbri chiusero gli ordini, le troppe richieste gli avevano reso impossibile il lavoro di forgiatura delle armi.
Malgrado tutto questo in troppi ancora lo spirito lottiano era ben saldo!

Myriam – Sommo Detentore dell’Arcana Saggezza
Glenyller – Archivista degli Eventi