La Nuova Lot

La Successione al Granducato di Lot

L’inverno stringeva Lot nella sua morsa di freddo.

Al Presidio i Soldati vigilavano e controllavano dall’alto le forze assedianti di Honorius e Nathamer, in città la vita scorreva quasi tranquilla, in quanto le avverse condizioni atmosferiche rendevano difficili le operazioni belliche, quando una triste notizia cambiò il corso degli eventi.

I Nobili annunciavano che il Granduca di Lot era gravemente ammalato.

 Pur non partecipando quasi mai in prima persona alle vicende cittadine, il Granduca aveva guidato con mano ferma la vita del Granducato tramite l’instancabile lavoro dei Conti e dei Governatori. Tutti i cittadini si erano abituati a questa figura distante, ma rassicurante, a questo  punto fermo nella storia di Lot.

L’annuncio della malattia sconvolse la cittadinanza, ma cosa ancor più grave, una volta trapelata all’esterno di Lot, accese le mire mai sopite di vecchi personaggi che avevano avuto ruoli importanti nella gestione del Granducato e che in seguito si erano allontanati.

Nonostante l’impegno di Cerusici, Maghi, Streghe ed Alchimisti per trovare una cura che lo salvasse,  e le preghiere di tutta la cittadinanza nel Tempio sotto la guida della Somma Sacerdotessa Urania e delle Vestali, dopo una lunga agonia il Granduca si spegneva nel suo letto di Corte.

Ancor più che la sua malattia (fino all’ultimo tutti speravano in una sua guarigione) la morte del Granduca lasciò un vuoto enorme e inaspettato nella conduzione di Lot.

L’infante, nonostante la sua investitura a successore del Granduca, non aveva ancora l’età per Governare, i Conti cercavano di mantenere salde le istituzioni in attesa che il nuovo Granduca assumesse saldamente le redini della vita cittadina, i Governatori e le Guardie Ducali raddoppiavano il loro impegno, ma nonostante tutto ciò una grande minaccia si stava profilando all’orizzonte. 

Fuori le Mura del Granducato le forze assedianti si fecero più minacciose sperando di cogliere l’esercito e le Gilde combattenti in un momento di sbandamento e pure all’interno delle mura molti parevano ambire al potere, ma uno su tutti si fece innanzi, prendendo il posto di Reggente dell'infante.

Si narra che questi, giunto un giorno in città come straniero, il giorno successivo divenne Reggente.

Il suo nome era Gronko e per la maggior parte della cittadinanza era un illustre sconosciuto, ma sia i Nobili chei vecchi cittadini del Granducato, riconobbero subito quel nome, egli era o comunque asseriva di essere, uno dei primi Governatori della Città.

Egli, insieme al Governatore Frengo agli ordini del Granduca e dei Nobili, aveva retto con mano ferma la città alle sue origini ed aveva affrontato le dure guerre che erano seguite alla nascita di Lot, la cui posizione strategica dominante l’unico passo che permette di attraversare i Monti delle Nebbie senza eccessivi pericoli, aveva reso il primo baluardo contro le invasioni delle forze del male.

Erano tempi eroici, dove un piccolo esercito e un pugno di semplici cittadini combatteva in condizioni spesso disperate e dove, anche all’interno delle nostre mura, emergeva il più forte, il più coraggioso e spavaldo e dove spesso la sola differenza tra il vivere ed il morire era data dalla propria capacità di maneggiare la spada.

Non vi erano Guardie e la giustizia veniva amministrata con metodi a volte spicci da parte dei Governatori quando ciò era ritenuto nell’interesse della città.

Passata la prima emergenza, i Nobili iniziarono a dare leggi ed apparati alla città e non fu più tollerata una gestione della giustizia basata sull’emergenza.

Il Governatore Gronko lasciò il Granducato e per lunghi anni scomparve oltre la barriera dei Monti delle Nebbie.

Ora era tornato e, mostrando un documento che attestava il suo diritto a governare, cercava di riprendere in mano le redini del Governo della città.

Subito fu malvisto da parte della cittadinanza, ma i cittadini di Lot, fedeli nei cuori al loro Gran Duca, non fecero nulla per ostacolarlo.

Fu così che iniziò una regno di terrore. Gronko si rivelò ben presto per quello che era, un superbo arrogante, che esiliava chiunque osasse criticarlo o contraddirlo. Presto fu chiaro a tutti che le aspettative di questo personaggio non erano quelle di restituire il trono al giovane Infante quando fosse giunto il momento; egli voleva il Granducato per se.

Una delle prime teste a cadere fu quella del Governatore Gashnar, ma con lui molte altre eccellenti personalità furono costrette ad abbandonare la città. Gronko continuava ad imporre la sua dittatura e i cittadini si trovavano spaccati fra la lealtà verso la carica di Granduca che questo individuo ricopriva e la rabbia per i suoi modi rozzi e dispotici. 

Si mormorò che Gashnar fosse tornato in città, tentando di riunire attorno a se seguaci fedeli, per poter scacciare Gronko con un colpo di mano. Un pomeriggio, in taverna, si giunse all'inevitabile. La Governatrice Suprema Astarte iniziò a discutere animatamente con il Granduca, poiché era questo ormai il titolo che aveva preso, sebbene egli sarebbe dovuto essere soltanto un reggente.

La discussione si fece via via più animata mentre lady Astarte iniziava a criticare i dispotici modi di Gronko, evidentemente combattuta fra il rispetto che doveva a quella carica e il rispetto che doveva ai cittadini tutti.

Lo stesso Gronko spregiava le leggi della città, urlando insulti ai presenti.

La situazione si fece via via più tesa, mentre Gronko esiliava numerosi cittadini e notabili. Il Granduca fu presto raggiunto dalla sua cortigiana, Lussuria, la quale ebbe un acceso diverbio con Astarte. Lord Ran, radunati i suoi Leoni, si schierò al fianco della Governatrice Suprema ed a un ordine di lei li lanciò all'attacco del despota.

Comparve d'improvviso anche il Governatore Gashnar che era riuscito a fuggire dalle prigioni in cui era stato rinchiuso e si schierò al fianco di Astarte.

I Leoni avrebbero certamente sopraffatto Gronko, ma questi riuscì a ripiegare grazie all'inatteso aiuto dell'ordine degli alchimisti.

Questi, minacciando di spargere polvere urticante sui ribelli coprirono la ritirata del Granduca. I Cavalieri Neri si schierarono rapidamente dalla parte del Governatore Astarte, ma non riuscirono comunque ad impedire a Gronko la fuga. 

Poco dopo giunse la notizia che Gronko era stato avvistato al tempio.

Subito Astarte condusse i suoi verso la Sacra Casa della dea Themis, stessa cosa fece il Maestro degli Alchimisti Alannon con i suoi, ma per scopi opposti.

Giunti al tempio la situazione andò in stallo, gli alchimisti schierati al fianco di Gronko e pronti a difenderlo, Astarte ed i suoi dall'altra...e fra i due le Vestali ed i Cavalieri di Themis che tentavano di evitare che violenza si consumasse fra quelle sacre mura.

La tensione fu alle stelle, fomentata da lady Lussuria che continuava qui il suo diverbio con Astarte, ma questa,saggiamente, rifiutò di scontrarsi sotto gli occhi della Dea e con i suoi si ritirò dal Tempio. 

La guerra civile era iniziata, Lot si trovava divisa in due fazioni, le potenti Gilde in lotta fra loro...i sostenitori di Gronko contro i cosiddetti ribelli capeggiati da Astarte. Gilda che all'interno di questo conflitto ebbe grande importanza fu quella dei Signori dei Draghi. Il Signore del Drago d'Oro, Sbarzo, era stato rapito e ancora non era tornato a Lot. Senza il suo potere la gilda si frantumò in due. I sostenitori di Gronko indossarono le casacche gialle del Drago d'Oro, mentre quelli dei ribelli quelle grigie delle Glorie dei Draghi.

I Neri si mostrarono molto attivi ed in quei giorni molte furono le battaglie che combatterono alle Caverne.

Gli alchimisti, contando sulla polvere pirica tentarono un attacco alle caverne, ma quello che riuscirono ad ottenere fu, grazie alla destrezza di Cratere e dei suoi e all'aiuto delle streghe del Cobra d'argento guidate da Melissa, di far catturare due loro importantissimi esponenti, lady Oiffos e il Maestro Alannon, nonché l'alchimista Morgan.

Come riscatto venne richiesta la cessione ai Neri di polvere pirica.

Ben presto giunse anche lo schieramento dell'esercito che, guidato dalla fedeltà al Granducato prima di tutto, decise di schierarsi con Gronko. Precisissime furono le disposizioni del Console Nightmare e l'esercito si serrò attorno a Gronko, irrigidendo la propria disciplina.

In seguito, alle caverne avvenne il pagamento del riscatto e i tre alchimisti furono liberati: anche qui i Neri agirono in concordato con le Streghe. Gli scontri fra ribelli e lealisti si susseguivano incessanti, quando l'imponente apparato bellico dei mercenari decise di schierarsi. Essi, seguendo la loro filosofia, avevano atteso che qualcuno acquistasse i loro servigi prima di schierarsi ed avevano contrattato a questo fine.

Durante le trattative con il Granduca però, questi si rifiutò di accettare le condizioni poste dai mercenari e reagì violentemente al rifiuto di eseguire il suo ordine diretto di attaccare la governatrice suprema Astarte.

A questa reazione i mercenari risposero con un sonoro pestaggio del Granduca stesso. Cio' nonostante essi furono costretti a ritirarsi e ser Schicchi, il loro capo, fu trasportato in uno stato semicosciente all'ospedale di lot.

La prima grande battaglia avvenne al presidio dell'esercito, durante la cosiddetta "notte dell'orgoglio": i ribelli tentarono il primo assalto al presidio ma vennero aspramente sconfitti, figura di rilevanza in questa battaglia fu il Capitano dell'Esercito Ducale Cloud Strife III.

In questo periodo la Masnada dei Mercenari  prese accordi con la gilda dei Cerusici e con la Masseria per la fornitura di armi.

A quanto pare però l'esercito ducale aveva cantato vittoria troppo presto.

Una sera infatti, poco tempo dopo, un esercito composto da Cavalieri Neri, Mercenari, Signori dei Draghi, Paladini e Cavalieri del Leone espugnò e conquistò il presidio. I Paladini e i Leoni si schierarono così a difesa del presidio, mentre i Neri e i Mercenari delle Caverne. I Signori dei draghi fornirono il supporto aereo.In seguito a questo, durante l'operazione quattro di fuoco, artigli e alchimisti tentarono un attacco al presidio, ma senza risultati.Seguirono numerose scaramucce, l'importanza delle quali variava secondo il parere di ogni singola fazione, ogni vittoria era rilevante, ogni sconfitta insignificante. Nel frattempo gli alchimisti avevano iniziato la preparazione di un elisir di lunga vita da fornire a Gronko, ma gli ingredienti necessari erano molti e tanto era il tempo occorrente per procurarli tutti. 

Oltre agli scontri armati, Lot viveva anche dure faide interne e ogni fazione ricorreva a tutti i mezzi per sconfiggere l’altra.

Uno degli episodi più odiosi fu il tentativo di costringere alle dimissioni il Governatore Astarte mediante il rapimento di suo figlio, il Principe delle Tenebre Cratere. Nulla fu lasciato intentato per piegare la volontà del Governatore e molte furono le torture subite dal Principe delle Tenebre.

I Cavalieri Neri, con lo scopo di disturbare questa operazione, rapirono nuovamente alcuni alchimisti volendosi far consegnare come riscatto metà degli ingredienti della pozione. Nel frattempo l'esercito riusciva a riprendere possesso del presidio e con un abile azione alle caverne liberava i prigionieri.

Per i ribelli sembrava davvero finita. L'elisir fu preparato a dovere e consegnato a Gronko durante una grande cerimonia al tempio. 

Le grandi lanterne illuminavano la navata centrale e gettavano le ombre delle colonne portanti sulle pareti laterali, tutti i protagonisti della vicenda erano presenti, la tensione era altissima tra la folla  quando Gronko bevve dalla coppa a lui offerta dal Maestro degli Alchimisti Alannon, ma la pozione si rivelò un potente veleno paralizzante, frutto di un piano ingegnosamente  ideato da Alchimisti e Streghe che, operando contro l'opinione popolare e con grande coraggio, hanno consentito alla città tutta di liberarsi del pericolo tiranno. Grazie ad esso il Granduca Gronko rimarrà vivo e cosciente  murato vivo nelle segrete del Palazzo Ducale a monito della sua crudeltà.