Numero 9 Anno VI - Mese 2° di Lot

Continua l'esplorazione botanica di Lot, questo mese con:

Venacee Turbidae

Venacee Turbidae

Sono fiori che si vedono spesso, in montagna, a lato dei sentieri, al margine di un ghiaione, accanto ad una macchia di rovi e, ogni volta, si fanno ammirare per la loro fragilità, per la loro grazia. Sembra strano che un fiore così delicato possa nascere in luoghi così aspri.
Non fatevi sviare dai suoi cinque petali che sembrano modellati nella porcellana o pazientemente ritagliati nella carta velina, quella crespata che si usa per i fiori finti, si tratta di una rosa vera e propria. Anzi questa rosa, che non ha mai subito innesti e modifiche strutturali, racchiude in sé l’essenza vera di quel fiore.

L’origine di questa rosa selvatica è antichissima.

Quando le terre di Extremelot smisero di soffiare lava e si assestarono creando le morbide colline e le fertili pianure baciate dal sole e rese feconde dai corsi d’acqua, apparvero come un vero e proprio paradiso terrestre; il silenzio era rotto soltanto dalle voci degli animali e piante e fiori andavano colonizzando lentamente i territori lasciati liberi dal mare e dalle paludi.

Come ultimo dono della Dea Themis, per colorare quell’incanto laddove la terra si faceva più aspra, si ebbe lo sbocciare delle prime rose di siepe, quelle che ancora riescono a stupirci per l'armonia del loro disegno, per le tenui sfumature dei colori.

Questo è uno dei pochi tramiti che abbiamo con il miracolo che ha permesso la creazione di queste terre, che ha fatto nascere ogni sorta d’animali per poi, nel corso degli anni, mutarli oppure estinguerli, che ha permesso di vedere la luce a molte razze d’allineamento buono o malvagio.

Venacee TurbidaeQuesto piccolo fiore che sembra di porcellana, apparentemente fragile e delicato, ha resistito al passare dei secoli ed è rimasto l’intatto segno di un tempo remoto e perduto per sempre, che magicamente conserva nei delicati colori dei suoi petali la storia di migliaia d’anni e le costanti lotte del Bene contro il Male.

Il Granduca in persona si accorse della particolare resistenza di questi fiori ed analizzando le bacche che producevano una volta sfioriti, nonché il terreno dove crescevano, decise di dargli il nome che portano tuttora, ovvero l’adattamento di Venacéa, il nome della Maga Dorata che nella Vecchia Lot donava la forza a coloro che la perdevano in battaglia.

Infatti questa piccola rosa, che fiorisce dal primo al quinto mese del calendario lottiano e forma un cespuglio fitto e spinoso, con fiori solitari in diverse tonalità del rosa, da origine a  ricettacoli fruttiferi rosso vivo, ovaliformi, ricchi di vitamina C, dai quali si ricavano una gradevole marmellata, una tisana curativa ed altre preparazioni d’erboristeria.

Mescolato con altri ingredienti e minerali presso le Caverne di Lot si possono ottenere efficaci pozioni forza qualora ce ne fosse bisogno.

L’odore che emanano questi fiori non è delicato e dolce come quello delle rose innestate, ma è soave e penetrante, appena acido e molto persistente.

Occorre fare attenzione alle spine.

Come nella storia di Venacéa e l’ape regina, fu una puntura a trasformare la fanciulla nella Maga Dorata e fu sempre una puntura a far morire la Maga e trasformare il suo spirito in ape, così le punture provocate da queste piante possono debilitare o fortificare chi le riceve, perché lo spirito della Maga Dorata, che vola nascosto nel corpo di un’ape sopra i prati di Lot, sa riconoscere chi utilizza la forza che la pianta può donare per perseguire il Bene o per servire il Male.

Un altro modo che abbiamo di capire quanto sono antichi e magici questi fiori è quello di prendere un petalo, avvicinarlo ad una fonte di luce, oppure volgerlo verso il solee guardarci attraverso. Provandoci vedremo che i filamenti che lo compongono laddove è meno spesso, formano meravigliosi disegni che raffigurano animali mostruosi e fantastici, rappresentazioni di miti e leggende, storie di Umani e Fate , Elfi e Nani , Vampiri e Demoni , Folletti ed Hobbit , in una parola la meravigliosa avventura che si chiama Vita.

Ma del resto ci si aspetta questo ed altro da un fiore che ha attraversato un lunghissimo arco di tempo conservando l’identico aspetto del momento in cui è apparso sui monti di Extremelot.
 

Myriam
Consigliere dell'Arcana Saggezza

 

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