La
nascita dei Chierici
La storia prende il via dagli
ultimi eventi lottiani. Il Granducato di ExtremeLot si trova
ormai da mesi in uno stato di agitazione. La cittadella ed
i suoi abituali luoghi di ritrovo sono come persi, e divisi
al tempo stesso, in una specie di vuoto Spazio-Temporale.
I Cittadini sono come smarriti, sballottati a loro insaputa
e senza poter nulla fare in una Lot parallela dove il Tempo
e lo Spazio sembrano vivere in un’altra dimensione.
La causa di tutto ciò è sconosciuta i Nobili
stessi profondono il loro impegno massimo per cercare di risolvere
la situazione alquanto critica e che sottopone Lot ad un pericolo
mai vissuto in precedenza.
In questo periodo tanti piccoli eventi, senza
all’apparenza un comune filo conduttore, animano le
quotidiane faccende lottiane.
Le ricerche e gli studi di un appartenente
alla Gilda dei Detentori dell’Arcana Saggezza portano
alla scoperta dell’esistenza a Lot di due Spade intrise
di magia.
Una folle guerra fratricida tra Mercenari e
Paladini squassa il Granducato dalle fondamenta.
Attacchi frequenti e letali da parte delle
Forze del Male colpiscono le Due Lot in vari momenti.
Oscure apparizioni ammoniscono di una nuova
e letale minaccia per il Granducato.
Nessun apparente filo conduttore si diceva,
in realtà un unico disegno del Male che approfittando
di eventi casuali (o causati dal Fato?) proponeva una nuova
terribile minaccia alla vita del Granducato.
LE DUE SPADE
L’eterna storia della lotta tra il bene
ed il male narra, nelle sue pagine, una serie di racconti
epici di una civiltà di un mondo lontano ormai scomparsa.
In quel regno, l’Impero di Videssos, due spade intrise
di magia druidica si ritrovano trasportate, insieme ai loro
possessori, dopo uno scontro tra i due contendenti. La magia
che pervade quelle lame influisce sul continuum Spazio-Tempo
ed il loro semplice contatto ha il potere di creare dei varchi
Spazio-Temporali verso mondi sconosciuti.
In seguito la vicenda di quegli uomini e delle
due Spade si fece oscura, pochi sono i testi che narrano di
cosa dopo in realtà avvenne. Con lo scomparire di quei
primi eroi, i rappresentanti del male di quel mondo lontano
scoprivano l’immenso potere della magia che pervadeva
le due lame, ma non sapendo utilizzarla decidevano di sottoporle
a mirati sortilegi per nascondere agli occhi dei più
quel potere.
L’oblio del tempo che scorre portò
i discendenti di quegli uomini a dimenticare l’importanza
delle due spade, così le tracce della loro esistenza
andarono perdute finché un Saggio mezzelfo di Lot non
riprese i suoi studi.
Le ricerche del Saggio lo avevano portato alla
conclusione che le due Spade fossero in qualche modo finite
a Lot e che alla loro contemporanea presenza, ed al loro specifico
potere, si dovesse lo sdoppiamento della Cittadella.
In quel periodo si era fatto un gran parlare
di spade, di rune e di magia, le discussioni sopite dal clamore
della guerra fratricida tra Mercenari e Paladini tornarono
in auge al suo termine.
Lo stesso Saggio venne suo malgrado coinvolto
in questo turbinio di eventi.
Una cecità improvvisa lo aveva colto
a pochi giorni dall’inizio della guerra. Disorientato
dalla sua nuova condizione si aggirava per le strade della
cittadella accompagnato dal suo fedele Lupo e dal suo inseparabile
pugnale elfico. Sapeva bene che nessun cerusico sarebbe stato
in grado di mutare la sua condizione, la strana energia che
pervadeva l’aria faceva si che riponesse ogni sua speranza
nella magia insita nella lama del pugnale che più di
una volta in passato lo aveva tolto da situazioni alquanto
scomode.
Un pomeriggio trovatosi a corte, dove spesso
si recava per ascoltare le chiacchiere mondane e le trame
politiche, fu trafitto agli occhi da un improvviso ed acuto
dolore proprio mentre i presenti salutavano l’ingresso
di lord Maccloud, illustre cittadino del GranDucato, unico
appartenente alla razza degli Immortali, e già in passato
Comandante della Gilda dei Leoni Rampanti. Le grida del Saggio
riportarono sullo stesso l’attenzione di tutti ed anche
il Lord si avvicinò con l’intento di portargli
soccorso.
Tra le onde di dolore, il Saggio, percepiva
un’energia spaventosa e sentiva il pugnale ardere contro
il suo fianco; un pensiero si fece strada nella sua mente:
il Lord era la chiave di tutto! O meglio, lo era la sua spada…..
Non fu poco lo sforzo che gli richiese pronunciare
quelle poche parole: “toccate….. la sua…..
spada….” a fatica estrasse il pugnale tendendolo
nell’oscurità più assoluta. Per fortuna
qualcuno interpretò il suo gesto nel giusto modo accostando
il suo pugnale alla lama del condottiero. Una luce accecante
invase il salotto disorientando i presenti; quando si affievolì,
sorprendentemente il Saggio poteva di nuovo vedere. Lord Maccloud
guardava perplesso la sua spada, gli altri riversavano sullo
stupito Saggio miriadi di domande a cui non poteva al momento
rispondere. In quella circostanza l’unica cosa che aveva
la sua più completa attenzione era la lama del Lord,
le cui rune druidiche parevano ancora baluginare dotate di
vita propria.
Quella era la Prima delle due Spade, l’Immortale
ne era il possessore, il casuale incontro con il pugnale elfico
del Saggio aveva rivelato la vera essenza di quella lama liberando
nuovamente il suo Potere, Potere che solo l’Immortale
ora poteva in qualche modo governare.
Rimaneva la Seconda Spada il Saggio riprese
la sua ricerca.
NATHAMÈR
Qualcuno di malvagio, intanto, entrò
prepotentemente nella vicenda.
Nathamèr in persona aveva deciso di
far sua la Seconda Spada. Doveva aver trovato, a sua volta,
qualche vecchio documento dei maghi Makurani appartenenti
al mondo di Videssos che avevano riversato sulle Spade i sortilegi
di “copertura” ed intuendo l’enorme Potere
di quella magia nascosta fece di tutto per appropriarsi della
Seconda Spada.
Apparizioni si susseguirono in vari luoghi
di Lot, nemmeno quello che in quel periodo era il più
grande problema di Lot, lo sdoppiamento Spazio-Temporale che
aveva colpito la Cittadella, sembrava fermare i maghi di Nathamèr
nelle loro apparizioni e tentativi di arrivare ad impossessarsi
della Seconda Spada.
Nathamèr era spinto dalla bramosia di
potere, era convinto che la magia della Seconda Spada gli
avrebbe consentito di contrastare la lama dell’Immortale
riuscendo così a sferrare un risolutivo attacco a Lot
avrebbe sopravvanzato lo stesso Honorius nella gerarchia del
male.
È in questo contesto che l’intervento
della Madre di Lot risultò provvidenziale.
L’INTERVENTO DELLA DEA
Quanto accadeva a Lot non passava inosservato
agli occhi di Colei che era la Madre di Lot.
Pochi giorni prima dell’ulteriore tentativo
dei Nobili di riunificare le due Lot, in vari luoghi di ritrovo
della Cittadella un’essenza benigna aveva fatto la sua
comparsa.
Abbar, Primo Sacerdote di Lot ai tempi della
Genesi lottiana, assassinato poi nei tempi antichi durante
una congiura degli umani, comparve ad alcuni lottiani anche
nel Tempio stesso.
Lo Spirito di Abbar, sentenziando di essere
stato inviato da Colei che protegge Lot, annunciava la “nascita
di una Nuova Luce” che avrebbe aiutato Lot nei futuri
scontri con le forze del Male. Per dare maggior peso alle
sue parole Abbar preannunciava la comparsa a Lot di “un
piccolo essere indifeso” che i lottiani avrebbero dovuto
proteggere fino alla nascita della nuova Luce.
Tale piccolo essere indifeso non era altro
che il “daimon” di Abbar stesso che si sarebbe
manifestato sotto forma di un piccolo animale da proteggere.
Il daimon risultò essere null’altro
che un compagno di vita, detto anche genio, o anima, o angelo
custode che al momento della nascita di un essere viene affiancato
all’anima che si incarna in un corpo. Questo angelo
conosce il destino dell'anima e la guida perché esso
venga perseguito, facendo in modo che il disegno di vita prescelto
non venga disatteso.
LA NASCITA DEI CHIERICI
… Era un tiepido pomeriggio d’autunno,
come sua abitudine Lord Maccloud passava quelle prime ore
dopo il pranzo all’ombra del porticato in Piazza del
Mercato. Malgrado l’ora era tutto un via vai di cittadini,
la loro attenzione per le merci era solo distratta dalla presenza
del Lord e di un gruppetto di suoi fedeli compagni. La gente
si spostava al passaggio dei cavalieri, i negozianti si affrettavano
a proporre le loro migliori mercanzie.
Giunse voce che qualcosa stava accadendo al
Tempio, situato sulla sommità di una collinetta all’interno
della Cittadella. Lord Maccloud, immerso nei suoi pensieri,
tra una battuta e l’altra scambiata con i suoi compagni,
avvertiva uno strano senso di turbamento e quasi senza accorgersene
imboccò la stradina che portava al Tempio.
I suoi compagni, inizialmente stupiti, seguirono
i suoi passi. Il Lord più si avvicinava al Tempio maggiormente
avvertiva il turbamento che pervadeva il suo animo, finchè
non si ritrovò davanti alle porte del Tempio dal cui
interno non proveniva alcun rumore.
Maccloud varcò come in trance la soglia
e la sua attenzione fu subito attirata dal leggero brusio
dei pochi presenti e da una nebbiolina azzurra che avvolgeva
l’altare della Dea.
L’Immortale avanzava e tra lo stupore
generale una voce femminile proclamò “Immortale
in Te è la Luce” “Maccloud nel Tuo braccio
confido”, dopo queste parole la voce tacque e dalla
nebbiolina azzurra che circondava l’altare uno spirito
comparve, un qualcosa di mistico era nella sua voce.
Lo spirito affermò di essere Abbar,
e che, per volere della Dea, Maccloud avrebbe dovuto far risorgere
la Gilda dei Chierici riportando la Luce di Themis a Lot.
I Chierici erano già esistiti a Lot,
guidati da Lady Silenia che aveva portato la Luce della Dea
a Lot. La Gilda era stata però in seguito sciolta dai
Nobili dopo che la sua Guida, Silenia, aveva deciso di ritirarsi
in meditazione nel suo Castello per favorire solo con la preghiera
la benedizione della Dea sul GranDucato.
Lo spirito di Abbar consegnò all’Immortale
il Sacro Simbolo che sarebbe divenuto il nuovo Simbolo dei
Chierici, come segno della suo volere la Dea affidò
a Maccloud il daimon di Abbar, tale daimon, sotto forma di
una Pantera Nera, avrebbe guidato il Vecchio Leone e l’avrebbe
protetto per gli eventi futuri.
Il daimon, sotto forma di Pantera Nera, fece
infatti la sua comparsa davanti a Maccloud tra lo stupore
dei presenti. Il nuovo sigillo venne impresso sull’elsa
della spada dell’Immortale, che conservava ancora sulla
lunga lama i simboli druidici di un tempo ormai passato.
La spada dell’Immortale, la Prima Spada,
si rivestì di nuovo Potere, il Sacro Simbolo dei Chierici
era ora fuso nella sua elsa.
Il Lord sguainata la spada, simbolo della sua
devozione a Lot ed alla Dea stessa, la sollevò per
poi abbassarla in segno di saluto, di rispetto e di accondiscendenza
al volere della Dea.
Quel giorno segnò la rinascita dei Chierici
di Lot, il ritorno della Luce.
Il Male avrebbe avuto ora un nuovo formidabile
avversario.
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danyel - Consigliere
dell'Arcana Saggezza |
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